Ho sempre pensato che l’arte è dentro tutti noi. Sin da piccoli siamo disposti senza paura a prendere fogli e matite e disegnare. Linee che vengono tracciate dalla nostra mano, ma che sono espressione da ciò che viene dalla nostra mente e dal nostro corpo.
Quando diventiamo grandi iniziamo ad essere molto critici con noi, i nostri lavori non ci piacciono, a volte proviamo quasi vergogna solo a vederli e smettiamo di divertirci. Invece l’arte che abbiamo dentro di noi bisogna lasciarla libera, esprimerla senza paura, senza barriere, bisogna scoprirla.
L’obiettivo del lavoro che qui presentiamo è stato proprio così, far parlare il nostro corpo e la nostra mente con il prezioso aiuto delle note musicali, chiudendo gli occhi, concentrandoci sulla musica e non staccando mai la matita dal foglio. La nostra mano doveva ballare lasciando dei segni a caso, seguendo i ritmi della musica, prima con un pezzo di Ludovico Einaudi e poi uno dei Queens. Una volta aperti gli occhi dovevamo scoprire chi fosse dentro gli scarabocchi, un animale? Un mostro? Un personaggio? Chi c’era dietro la matita? Mentre il tutto prendeva colore, la storia veniva fuori. E così abbiamo scoperto parte della vita di tanti soggetti e personaggi, di treni, di donne, di uomini, di uccelli, di mostri, di macchine, di contadini, di elefanti, di pesci, di pinguini, di polpi, ecc. ecc. Un mondo unico uscito dalla parte più profonda di ognuno di noi, e che raccontano forse sogni, ricordi, letture, o semplicemente una storia che qualcuno ci ha sussurrato nell’orecchio … e che a noi, professori, hanno permesso di esplorare e conoscere meglio i nostri creativi studenti.
A voi lettori, le loro strane e divertenti storie.
Buona Lettura!
Prof.ssa Patricia Ferro, in arte Thia Path
ELEFANTE GIOCOLIERE
Ciao, Io sono Elefant secondo il giocoliere, ma mi potete chiamare Elfi. Come potete notare dai miei vestiti, sono un giocoliere, non mi piace affatto il mio “lavoro” ma purtroppo lo devo fare. E voi vi starete chiedendo perché “purtroppo”? Il fatto è che quando ero piccolo sono stato rapito e portato al “circo stelle” un circo dove ho imparato a fare il giocoliere o a stare in equilibrio su una mega palla. Un giorno però decisi di scappare perché il proprietario del circo mi maltrattava, continuava a dirmi che ero ciccione, incapace, una nullità e mi picchiava. Quindi una sera salutai i miei compagni di spettacolo e sfondai il portone di uscita. Il “circo stelle” era in città e se andavo in giro per le strade sarei stato scoperto, quindi decisi di scappare verso la campagna. Dopo una decina di kilometri trovai una giovane che mi nutrii e mi trovò un posto per quella rigida notte. Il mio intento era trovare una famiglia di elefanti proprio come me. Mentre cercavo vedevo ogni giorno un paesaggio spettacolare: prima passai per la “pianura bel di sasso”, questa pianura era davvero meravigliosa perché c’era un prato verde smeraldo e una stradina di sassi che conduceva a un sentiero di montagna. Presi quel sentiero e così mi addentrai nel bosco di questa altissima montagna. E fu cosi che scoprì un sacco di cose: c’erano insetti stecco, pecore, maiali ,scoiattoli….. Non mi sentivo così felice e così bene da tantissimo tempo. Quando scese il sole mi misi sotto un albero e lo guardai fino ad addormentarmi. Quando mi svegliai, trovai un gruppo di elefanti intorno a me!!! Scoppiai a piangere perché trovai finalmente dei miei simili. Mi accolsero come se fossi stato sempre parte della loro famiglia.
Anna Dallavalle
LO SFINIMENTO
Caro diario, oggi ti voglio raccontare cosa mi è successo ieri. Era una giornata qualunque, c’era un sole magnifico e per fortuna non piovve. Andai a scuola ma prima salutai mio padre al cancello e gli ricordai di quanto io volessi un cane. Era sempre stato il mio sogno sin da quando ero piccola. I miei genitori mi dicevano sempre che non ero abbastanza responsabile e che dovevo aspettare di diventare più grande e più matura. Ormai il tempo passava e io mi sentivo sempre più responsabile e più pronta. Decisi di adottare una strategia per convincerli e la chiamai: “Lo sfinimento”. Consisteva nel continuare a chiedergli un cane fino appunto allo sfinimento. Feci anche dei bigliettini con su scritto: Prendiamo un cane? e gli attaccai in giro per casa ma non funzionò visto che quando lo scoprirono si misero a ridere, ma io non mi diedi per vinta e continuai con la mia strategia. Gli mandavo continuamente foto di cagnolini in cerca di un padrone o foto di canili vicino a casa ma non funzionava. Tornando a ieri lo salutai ed andai a scuola. Uscita da scuola pranzai con mia madre e con mio padre. A fine pranzo mi chiesero se volessi andare a fare un giro ed io accettai. Mi portarono al mare vicino casa a guardare il tramonto. Mi sedetti sulla sabbia ma loro tornarono in macchina visto che si erano dimenticati il telefono. Quando tornarono avevano in braccio una piccola palla di pelo, io non ci credevo, mi avevano preso un cane.
Cecilia Fornaroli
IL TRENO FRECCIA ROSSA
Una volta un treno chiamato freccia rossa stava viaggiando con i suoi passeggeri. Il treno in questione era rosso fuoco. Tutti i passeggeri lo ammiravano, ma ad un certo punto il veicolo si schiantò con un abete che stranamente voleva attraversare i binari e tutti i passeggeri morirono.
Da quel giorno il treno cambiò colore, non era più rosso ma grigio perché tutta la sua carrozzeria si era ammaccata, e i fantasmi delle persone morte lo manipolarono a piacere.
Simone Rezzoagli
LE TARTARUGHE SONO SALVE
Gina la tartaruga aveva appena partorito e doveva nascondere le sue uova dai predatori.
Chiamò quindi il suo amico Don il serpente per aiutarla. Nel bosco c’era una piccola grotta sotterranea e decisero di nascondere li le uova.
Una notte mentre Gina e Don dormivano si avvicinò alla grotta una lucertola che voleva mangiarsi le uova. Nell’avvicinarsi però la lucertola spezzò un ramoscello e il rumore svegliò i due amici Gina e Don che dormivano poco distanti.
Don si precipitò nella grotta e con il suo corpo avvolse le uova, invece Gina agguantò la coda della lucertola staccandola.
A questo punto la lucertola impaurita scappò via.
Gina corse nella grotta e quando Don si spostò trovò al posto delle uova le sue piccole tartarughe appena nate.
Diego Papamarenghi
LA VITA DI UN PIPISTRELLO
Ciao sono Marcus e oggi vi racconto la mia storia. Sono nato in un piccolo paesino, e le persone che abitavano in quel paese erano in realtà dei pipistrelli. Tutti andavano d’accordo con tutti, ma un giorno cambiò tutto. Era notte e c’era buio pesto, tutti i pipistrelli stavano dormendo, eccetto io, stavo appeso a un ramo di un albero a leggere il mio libro preferito. Quando ad un certo punto avevo sentito delle voci di sotto fondo, all’inizio non capivo da dove proveniva ,quando all’improvviso ho sentito delle grida. Era il popolo della montagna, i nostri più abili nemici. Stavano rubando tutte le nostre provviste di cibo, e poi c’era tutto il mio popolo che era in una gabbia enorme. Non sapevo cosa fare, e alla fine se ne erano andati avevano rapito tutti i pipistrelli del mio popolo compresi i miei genitori. Nel frattempo mi era venuta in mente un’idea, la mia idea era quella di seguirli così per sapere dove li portavano. Si era fatto giorno e io ero ancora in cammino, ero molto stanco e spaventato perché non sapevo cosa mi sarebbe venuto incontro. Saranno passate ore e non c’era ancora nessuna destinazione. Dopo un po’ ho incontrato una talpa e anche lei stava cercando il suo amico che era stato rapito dal popolo della montagna. Così ci siamo messi in cammino tutti e due e nel frattempo abbiamo parlato un po’, mi ha parlato della sua vita, ed ho scoperto che era rimasto da solo e che si chiama Dobby. Siamo arrivati sulle montagne ed il popolo si era fermato davanti a un fungo enorme. Il fungo in realtà era un albergo, era la casa dove abitava il popolo nemico. Il popolo si era girato e ci aveva visti, avevamo tantissima paura che ci potevano far del male, ma non fu così il loro capo ci ha accolti come ospiti, e liberò tutto il mio popolo. Ci avevano portati nel loro fungo. E adesso sono qui in questo fungo che vi sto raccontando la mia storia.
Elisa Rancati
L’AGENZIA DEGLI ANIMALI
Ciao sono Fred, soprannominato dall’agenzia dove lavoro: un’agenzia per solo animali, agente Multicolor. Vivo a Animalandia una città bellissima piena di fiori e di animali. Vi racconterò la stupenda giornata di ieri, il mio compleanno. Alle sei di mattina quindi all’alba, il mio capo mi ha chiamato per telefono dicendomi che dovevo andare a cercare, con agente Pulcino il mio migliore amico, un criminale. Allora noi con tanto sonno ma super carichi, ci mettemmo in cerca del criminale e indovinate dove lo abbiamo trovato…. Lo abbiamo trovato in spiaggia tranquillo e senza preoccupazioni. Allora noi due gli andammo vicino e gli dicemmo: “cosa ci fa lei qui? Lei è un criminale! Ora la sbattiamo di nuovo in prigione” Allora io e agente Pulcino lo portammo dietro alle sbarre. Finita l’avventura Pulcino che stranamente non mi aveva ancora fatto gli auguri di buon compleanno, mi portò in ufficio, mi fece chiudere gli occhi e mi portò in una stanza e sentì: “SORPRESA!!!” Ero felicissimo tutti i miei amici e colleghi mi avevano fatto una festa a sorpresa: piena di decorazioni, lucine e un foglio tutto colorato con su scritto “tanti auguri FRED”. Ora è sera e ho appena scritto a Pulcino <grazie per la bellissima giornata> Mi sono divertito un mondo!
Cecilia Manca
L’AGENZIA DEGLI ANIMALI
C’era una volta un’agenzia dove potevano lavorare solo gli animali.
Ciao sono Lillo soprannominato l’agente pulcino, vivo a Animalilandia. Un giorno mi chiamarono dal
lavoro e mi dissero che dovevo andare perché era molto urgente.
Quando arrivai c’era il mio migliore amico, agente Multicolor che mi disse che dovevamo andare da un criminale insieme. Dopo qualche ora partimmo e quando arrivammo c’era il nostro capo che ci dava indicazioni su cosa dovevamo fare; passarono giorni e infine trovammo il cattivo che si rilassava
al mare, lo portammo in prigione e quando arrivammo all’agenzia non c’era nessuno, ma poi gridarono “sorpresa” perché era il compleanno di agente Multicolor. Io avevo organizzato tutto e infatti ho appeso un cartellone dietro di noi tutto colorato.
Alla sera sono tornato a casa e agente Multicolor mi ha scritto “Grazie per la giornata magnifica”.
Anna Panini
ESPRIMI UN DESIDERIO
Mia mamma mi diceva sempre: “Quando vedi una stella cadente, chiudi gli occhi ed esprimi un desiderio!”.
In una calda notte d’estate io e i miei amici ci trovavamo su una distesa di erba molto soffice e morbida; eravamo stranamente calmi ed io ero assorto nei miei pensieri quando, ad un tratto, ho notato un bagliore e ho capito che quella era la MIA stella cadente.
Non ne avevo mai vista una!
Grande, luminosa, lenta, ma soprattutto magica.
Ho chiuso gli occhi e ho espresso il mio più grande desiderio: IMPARARE A VOLARE…..
Edoardo Ferrari
L’ ABITO DEI MIEI SOGNI
Ciao, io sono Bianca, per meglio dire Biancuz che è il mio soprannome.
Mi piace cucire, e sono nata in un paesino vicino alla Corsica.
Ho una famiglia molto ricca ed è per questo che ho un castello tutto mio.
La notte del mio compleanno, mentre dormivo feci un sogno: sognai di aver tutte le stoffe di tutto il mondo. Allora decisi di provare a cucire un abito, diciamo il mio vestito perfetto.
Mi misi a cucire e dopo un po’ di tempo finì, e non mi dispiaceva affatto quello che avevo creato; mi sono vista allo specchio e ho esultato di gioia perché era perfetto. Mi svegliai all’improvviso e mi accorsi che era un sogno.
Triste mi alzai dal letto, aprì la porta e davanti a me c’era l’abito che avevo realizzato nel sogno.
Guardai l’abito e c’era scritto che era da parte dei miei genitori.
Bianca Papamarenghi
IL GELATO
Ciao sono Giorgia e adoro il gelato, infatti tutti i giorni vado in gelateria comprare il gelato.
Un giorno sono andata in gelateria ma il gelato non c’era, sono andata via delusa perché non avevo mai visto una gelateria senza gelato. Andai in tutte le gelaterie della città ma il gelato non c’era in nessuna. Ero disperata e sempre più triste, perché era il giorno del mio compleanno.
Ma poi mi sono resa conto che c’era ancora una gelateria sul monte. Andai di corsa e per fortuna ce l’avevano. Lo assaggiai ed era buono ma………….sapeva di sangue!!!
Infatti, il colore del gelato era sospetto. Era troppo rosso per essere un gelato e di un momento all’altro mi ero trasformata in un vampiro! Che detto tra noi non era così male…
Passarono gli anni e una notte mi resi conto che non volevo più essere un vampiro. Il giorno dopo era di nuovo il mio compleanno. Ritornai quindi alla stessa gelateria, mangiai di nuovo il gelato, e ritornai ad essere come prima.
A questo punto tornai a casa e mi ritrovai una festa a sorpresa da parte di tutti i miei cari.
Fu un giorno stupendo, raccontai l’accaduto e loro risero tantissimo. Alla fine della festa il mio fidanzato
mi regalò una collana stupenda e i miei genitori mi regalarono una macchina!
Anna Panini
UN MONDO DI FRUTTA
Sono Roberta e ho 25 anni; sono un’amante della frutta e ora vi racconto una storia che mi è successa veramente.
Era un giorno normalissimo ed era andata dal fruttivendolo a prendere una banana.
Quando ritornai a casa aprii la porta ma vidi che non ero a casa mia ma ero in un mondo pieno di frutta; ero meravigliata e non credevo ai miei occhi.
Durante il mio viaggio vidi una balena che si nutriva di pere, era strano lo so!
Pian piano il mondo cominciava a svanire.
Improvvisamente aprii gli occhi e mi accorsi che era tutto un sogno.
Diego Papamarenghi
LE SFUMATURE DEL SOLE
C’era una volta, un uccellino che aveva un figlio.. Suo figlio, pian, piano, cresceva e imparava a volare, mangiare e cantare. Un giorno l’uccellino litigò con sua mamma e decise di scappare. Scappando vide le colline, i laghi, le montagne, le nuvole ed il sole. Alla fine si fermò su un albero molto alto da cui vedeva, oltre al sole e alle sue fantastiche sfumature, pure sua mamma. Osservò le sfumature del sole, erano bellissime..! Passò tutto il giorno a guardare il sole, e si accorse che sua mamma stava facendo la stessa cosa…Così le disse: ”mamma hai visto che bel sole..?”. L’uccellino non era più arrabbiato, perché guardare il sole e le sue sfumature lo aveva tranquillizzato e riposato e li fece svuotare la mente. Sua mamma gli rispose:” si ho visto è bellissimo!”. Così l’uccellino volò da sua mamma ed osservarono assieme il sole e le sue sfumature.
Shadia Awad
IL PICCOLO POLPO
C’era una volta un piccolo polpo che si annoiava tanto. Passava le sue giornate tutto solo senza amici. Ma poi un giorno si avvicinano dei pesciolini e diventano subito amici. Poco dopo iniziano a ballare e fanno una danza molto particolare.
Bevono e poi si addormentano.
Il giorno dopo si svegliano, si salutano e si dicono addio. Fine.
Akeem Adenuga
IL MONDO DI FANTA’SIA
Ciao, io sono Chloe,e voglio raccontarti della mia passione per gli animali. Gli adoro! Soprattutto quelli del mondo di Fanta’sia ,sono delle creature super colorate,dei colori più strani e stravaganti,per farti un esempio ti racconterò di un giorno in cui portai mio fratello in questo fantastico mondo… Quel giorno era il giorno del suo compleanno,e per fargli una sorpresa per un regalo fantastico decisi di fargli conoscere questo bellissimo mondo… Così spiegai a mio fratello cosa bisognava fare, si doveva dire una formula magica:” che la porta del mondo delle creature colorate si apra”. Così si aprì un varco nel muro e ci entrammo. Mio fratello rimase di stucco, vide tutte quelle bellissime creaturine ed i loro fantastici colori. C’era un uccellino grigio e giallo, una medusa blu , verdeacqua , e viola che stava sopra una albero rosso , verdeacqua ed arancione, poi c’era un pesciolino viola, verde e verdeacqua, un elefante molto piccolo di color celeste, ed infine un colibrì di mille sfumature: era rosso , arancione e giallo. Insomma mio fratello amò questa sorpresa , e da quel giorno io e mio fratello andiamo a visitare Fanta’sia ogni giorno assieme.
Shadia Awad
LA STORIA DI UN SIGNORE DALLE MILLE FACCE
Ciao, sono Pintus e sono un normale cittadino di Coloropoli. Io mi mantengo facendo l’avvocato. Oggi è il mio compleanno e dato che mi piace molto camminare, mi sono unito a gruppo di amici per fare una passeggiata in campagna. Mentre stavo camminando sono caduto in un buco dove ho incontrato due animali. Uno di loro mi disse: ciao, come ti chiami? Io sono Lillo e lui è il mio amico Fred soprannominato Freddy. Io gli risposi – ciao io sono Pintus e vengo da Coloropoli.
E poi fecce una smorfia e pensai: mi va sempre tutto male! Allora lui mi chiese: Cosa c’è caro Pintus? E io gli rispose che oggi era il mio compleanno. E quindi lui sorride e mi disse: allora tanti auguri!!! E io affranto gli rispose -grazie. Lillo chiese -qualcuno ha delle forbici? così tagliamo la rete e proviamo ad uscire – e Fred rispose -io ,io, io, io, io, io le porto sempre con me -. Allora Fred tagliò la rete e noi scalammo il buco e uscimmo. Lillo disse -ora ragazzi datemi un cinque- Dopo questa avventurosa esperienza ci abbracciammo e salutammo. Allora pensai che ero stato fortunato a passare il compleanno in compagnia di queste fantastiche persone. Tornato a casa, mi trovai con un’altra bella sorpresa. Mia mamma aveva organizzato una festa a sorpresa con tutti i miei amici. Il giardino era pieno di palloncini a forma di cuore, e c’era perfino un cuore gigante che simboleggiava l’amore che i miei amici provavano per me. Abbiamo ballato fino a sera. Tutto sommato è stato un compleanno molto bello e devo ringraziare i miei due nuovi amici e la mia splendida e dolcissima mamma. Io potrò sembrare un uomo serio e raffinato, insomma un avvocato, ma in verità sono un uomo divertente e un po’ pazzo.
Anna Dallavalle
LA STORIA DI LILLO
Ciao sono Lillo, e sono un grande e grosso cane, un po’ cicciottello, sì lo ammetto. Ora sono in montagna con il mio uccellino di nome Fred. Fred è il mio, migliore amico è giallo con la cresta verde. Ora io e Fred andremo a fare una passeggiata nel bosco. Ah, non vi ho ancora detto una cosa cari elettori, io sa parlare la lingua che parlano gli umani! Infatti io e Fred stiamo in un campeggio con tanti umani. Ora ci stiamo incamminando nel bosco frondoso. Stiamo percorrendo un bel sentierino pieno di alberi ai lati. A me piacciono gli alberi sono belli belli belli. Ci sono gli uccellini, fa parlare pure la loro lingua, So parlare un po’ tutte le lingue! Fred sta volando con loro. Ma eccolo qui, ora è tornato! “Continuiamo la nostra passeggiatina” dico a Fred “Certo” mi risponde lui. Camminiamo per circa 30 minuti ma a un certo punto ci distraiamo un secondo e cadiamo dentro un buco del terreno! Un buco gigante, non c’è una fine in questo buco “AIUTO!!” Gridiamo entrambi, e ci ritroviamo intrappolati in una rete insieme a un uomo strambo, vestito con una maglia con tutte le sfumature del blu, una cravatta e delle scarpe verdi. Io sono molto curioso e allora gli chiedo: “ciao! Come ti chiami? Io sono Lillo e lui è il mio amico Fred soprannominato Freddy” Lui mi risponde: “ciao! Io sono Pintus e vengo da Coloropoli, la città dell’arcobaleno” E poi sento che Pintus a sussurra: “mi va sempre tutto male” “Cosa c’è caro Pintus?” Gli dico io “Oggi è il mio compleanno e sono rinchiuso in questa rete” mi risponde lui triste e arrabbiato “Mi dispiace tanto… Comunque tanti auguri!” gli dico per consolarlo “Grazie” mi risponda affranto Io dico: “qualcuno ha delle forbici? Così tagliamo la rete e proviamo ad uscire ” “Io io io io io” risponde Freddy “le porto sempre con me” Allora Freddy taglia la corda e noi scaliamo il buco e usciamo. Io dico: “bravi ragazzi battetemi un cinque!” Ci abbracciamo e Pintus dice: “alla fine questo compleanno lo ho passato in compagnia di fantastiche persone! Grazie di tutto veramente Freddy e Lillo!” “Di niente!” Dice Freddy “Che begli amici che ha! Sono felicissimo!” Dico io “Ora io devo andare perché mia mamma mi ha chiamato…” Dice Pintus “ciao ciao cari amici” Noi ci salutiamo e Pintus va a Coloropoli mentre io e Freddy stiamo tornando al campeggio. Anche se avventurosa ho passato una stupenda giornata! Io e Freddie stiamo tornando a casa felice soddisfatti di aver trovato un nuovo amico speciale.
Cecilia Manca
LE AVVENTURE DI CHIC, CHOC, CHAC
Un giorno come tanti, su un pianeta alieno, la concentrazione del turismo è altissima.
Così i tre alieni Chic, Choc, Chac decidono di partire con la loro astronave per andare a visitare questo pianeta chiamato “ River Aliens” che è unico nel suo genere.
Quando atterrano parcheggiano l’astronave in un apposito garage e la rimpiccioliscono. Si girano e non credono ai loro occhi: hanno speso ore e ore di viaggio per andare dall’altra parte della Galassia solo per ritrovarsi di fronte alla più bella e grande piscina nell’Universo?!
Per questi tre alieni…SI! Corrono a fare i biglietti per entrare e, una volta dentro, si dividono e vanno in tre direzioni diverse. Il più maturo e più grande si ritrova in fila su uno scivolo spettacolare. Dopo dieci minuti di tentativi rinuncia; è troppo grande e grosso, non riesce a scivolare giù evitando di rompere lo scivolo. Gli altri, invece, decidono di scendere in coppia da un’altra attrazione acquatica.
La giornata volge al termine e devono fare ritorno a casa….ma c’è un problema: non riescono a trovare l’astronave….l’hanno rimpicciolita troppo!
Edoardo Ferrari
LA STORIA DI REX
Io mi chiamo Rex, ma le persone mi chiamano Raptox. ma il mio vero nome e Rex così mi chiamo la mia amica l’unica persona che mi voleva bene e che riusciva a capire che io non ero e non sono un mostro, adesso parto al inizio.
Le persone dicono che io sono un mostro. Io vivo in un bosco lontano dalla città, e cercavo di non farmi vedere. Ma un giorno sono arrivati dei nuovi visitatori con delle grandi macchine fotografiche e riuscirono a fotografarmi.
Questo ha creato un grande scompiglio nella città, cosa che ha richiamato altri curiosi. Ma un giorno venne una famiglia con una figlia piccolina che vestiva sempre di colore rosa interessati a comprare l’unica casa di legno che era in vendita in mezzo al bosco. Probabilmente non sapevano della mia esistenza, visto che non dimostravano aver paura di nessuno.
Un giorno la loro figlia, che si chiamava Sofia è uscita a raccogliere delle bacche blu, le mie preferite. Lei vide delle bacche verdi e non sapeva che fossero velenose, meno male io mi trovavo lì vicino e sono riuscito a spingerla per non farle mangiare quella bacca. Sofia però non scappo urlando come facevano tutte le persone ma rimase a guardarmi, e visto che lei aveva delle bacche blu che aveva raccolto prima, mele lancio e io le mangiai e per dimostrarli la mia gratitudine li leccai la mano ma poi i suoi genitori la chiamarono per mangiare. A cena sofia parlò di me hai suoi genitori e loro si misero a ridere pensando che io non esistessi ma, io mi arrabbiai visto che mi conoscevano tutti tranne loro e allora.
il giorno dopo quando sofia uscì da casa sua a fare un giro, prese delle bacche rosse per me e dopo un po’ cominciò a cercarmi e io andai da lei e mi diede le bacche rosse. Mi feci cavalcare per far divertire Sofia fino a quando si fece sera. L’avevano chiama per cena e io la portai a casa cavalcandomi. Appena apri la porta di casa i suoi genitori mi videro e cominciarono a urlare visto che avevo la bocca rossa e pensavano che io avessi dato un morso alla loro figlia e quindi il padre mi diede un calcio e io scappai e anche la famiglia di Sofia.
Ma non dimenticherò l’ultima volta che diede una bacca senza aver paura di me.
Gabriel Cabrera
UN’AVVENTURA PARTICOLARE
Ciao mi chiamo Furia e sono serpente marino. Oggi vi racconterò un’avventura particolare che mi è successo un po’ di tempo fa. Un giorno ero nel Mar Tirreno e sta parlando con dei pesci. A un certo punto si avvicina una tartaruga con dei colori strani: verde, giallo e marrone. La tartaruga mi sfida di indovinare a cosa assomigliasse. Tutti i pesci provarono a indovinare ma nessuno ci riuscì. Io dissi per scherzare che secondo me era lei assomigliava ad un frutto … e la tartaruga rispose di sì!!! Non ero mai stata sulla terra e quindi decisi di indagare meglio. Usci piano piano dal mare e finì su una grande spiaggia. Rimasse molto sorpreso di quanti frutti ci fossero… Allora vidi uno molto simile alla tartaruga ma non sapevo a chi e come chiedere il suo nome… ma poi sono stato molto fortunato perchè in quel momento una bambina si avvicinò al frutto e chiese alla sua mamma che le stava accanto: mamma che cos’è questo frutto di colore verde, giallo e marrone? e la mamma rispose: cara piccolina, questo frutto si chiama avocado ed è molto buono. Quindi io scoprì a cosa assomiglia la tartaruga. A un avocado!
Marko Stojanov
LA VITA DI AKEEM
Ciao, io mi chiamo Akeem. Vengo dalla Spagna, un paese dove si mangiano ottime pietanze.
Sono un ragazzo molto strano e nella mia famiglia ci sono un pò di problemi.
Ho degli occhi un po’ strani, poi mi metto in posa come se fossi un modello.
Akeem Adenuga
L’ELEFANTE WILLY TORNA A CASA
C’era una volta un elefante di nome Willy che viveva in un circo famoso che girava il mondo. Willy era l’unico elefante, quindi si sentiva solo e sognava di ritornare nella savana, dove era nato. Una notte mentre tutti dormivano, Willy aiutato dal pesce danzatore riuscì a scappare. I due iniziarono a camminare lungo una strada buia, e solo all’alba incrociarono un gallo di nome Tommy che indicò ai due fuggiaschi la strada che portava al porto dove si sarebbero dovuti imbarcare per l’Africa. Giunti al porto, Willy si nascose sulla nave in un container, mentre il pesce danzatore si buttò in mare riconquistando la libertà. Il viaggio di Willy fu molto lungo e quando poté’ uscire dal container si ritrovò in un villaggio nel bel mezzo del deserto. Spaesato non sapeva che direzione prendere, fino a quando un serpente gli si avvicinò e con il corpo gli disegnò sulla sabbia una freccia che indicava la direzione per la savana. Finalmente Willy pote’ far ritorno a casa.
Bianca Papamarenghi
LA STORIA DI SALLY
C’era una volta una bimba di nome Sally, ma non era come le altre bambine. Lei purtroppo aveva un tumore e ha passato la sua infanzia in casa. Alla scuola elementare tutti sapevano che aveva un tumore e la prendevano in giro. Lo stesso successe alle medie. Solo alle scuole superiori nessuno era stato informato della mia malattia, nemmeno la preside.
Un giorno viene un nuovo studente incappucciato che non faceva amicizia con nessuno. Lei si avvicinò si presentò. Lui si chiamava Max, era un po’ timido, ma dopo alcuni giorni diventarono molto amici. Così fu che Max iniziò a parlare con tutti i compagni della scuola spiegando che Sally era una bravissima ragazza. E da allora Sally e Max non fanno altro che giocare con tutti i compagni insieme.
Melissa Sada
MI AIUTI A TROVARLA?
Ciao, mi chiamo Dino, sono un dinosauro e mi sono perso ; casa mia è vicina ad un lago, mi aiuti a ritrovarla? Se mi aiuterai ti offrirò una cena di foglie. Guarda lì c’è un lago ma non c’è casa mia. Abbiamo trovato un altro lago e guarda, lì c’è casa mia. Entra accomodati, ecco la cena, com’è? Mi fa piacere che ti è piaciuta. Mi dispiace che davi andare, vorrei rivederti presto, ciao.
Marco Longinotti
IL PINGUINO DISPERSO
Questa è una storia di un pinguino disperso nell’oceano. Un giorno un pinguino dopo aver camminato giorni e giorni cercando la sua famiglia, si addormentò su un ghiacciaio. Era molto stanco. Mentre dormiva, il ghiacciaio si staccò dal ghiacciaio principale e quando si svegliò si rese conto che era in mezzo all’oceano. Dopo ore e ore di navigazione iniziò a vedere alcune navi gigantesche che pescavano con enormi reti tantissimi pesci e anche alcuni strani animali.
Il Pinguino fu cosi pescato da una delle navi. Lui ebbe molta paura perché pensava di morire. Invece, felicemente fu portato in uno zoo, dove trovò una bellissima Pinguina. Fu subito amore e vissero felici e contenti.
Marko Stojanov
IL COMPLEANNO DI UN CANE SPECIALE
Un giorno un cane molto intelligente, ma certe volte molto pigro, di nome Jack, stava dormendo sulla sua cuccia preferita a forma di barca. Jack decise di andare a fare una passeggiata e prendere la sua torta di compleanno. Mentre passeggiava incontrò un gatto molto strano, tutto grigio, con due occhi di colore verde molto acceso. Ma la cosa più strana era che aveva anche delle ali rosa con delle macchie fucsia! Jack non ci fece molto caso perché pensava che era la sua stanchezza a fargli immaginare tutte queste cose. Quando Jack arrivò in pasticceria la trovò chiusa, e non sapeva cosa fare, perché non avrebbe niente da offrire ai suoi amici per festeggiare il suo compleanno. Triste decise di rientrare a casa, e nel cammino incontrò di nuovo quel strano gatto e decise di salutarlo. Iniziarono a parlare e Jack scoprì non solo che anche al gatto piaceva il budino al cioccolato, ma che viveva in una cuccia a forma di barca proprio come la sua. Insieme decisero di festeggiare insieme il compleanno, navigando con le loro cucce a forma di barca in mare, e restarono fino a tarda sera chiacchierando e mangiando molto budino al cioccolato.
Elisa Rancati
La Fenice
Una volta l’oceano era tutto pulito, ma per colpa di una discarica che finiva sul mare, si sporcò.
Il mare era sempre più sporco finché un giorno arrivò una Fenice molto strana. Era tutta rossa e dopo pochi istanti prese fuoco e si lanciò in mare, creando una barriera di pietra, in modo da non permettere che la sporcizia arrivasse sulla spiaggia. Si dice che La Fenice riporti indietro i pesci che cercano di fuggire verso la zona sporca.
Come bagnino non avevo mai visto nulla di simile. Un giorno la barriera si ruppe facendo uscire tutto lo sporco verso la spiaggia. E’ stato in quel preciso momento in cui la Fenice si alzò in cielo e in pochi minuti riuscì a pulire tutto lo sporco. Non dimenticherò mai quel fantastico spettacolo! Dopo quel giorno la Fenice sparì e il mare rimasse lindo e pulito.
Alessandro Fantozzi
IL FANTASMA AMMALATO
C’era una volta un fantasma, spaventoso e molto ammalato, che stava camminando sul ciglio di una strada.
Appena vide un’ambulanza, che circolava a molta velocità pensò che lo potesse travolgere, e impaurito prese un bidone della spazzatura e glielo lanciò.
Non appena lo fece, vide un serpente che poteva uccidere i medici. quindi prese un piede di porco, e lo ammazzò.
Mohammed Thabit
La mia storia
C’era una volta una creatura umana dall’aspetto terrificante e molto arrabbiato. Quel personaggio ero io!
Un mio amico, in cambio di molti soldi in contante, mi aveva chiesto di uccidere due creature fantastiche.
Ho deciso di accettare. Quindi presi una delle due creature fantastiche (mezza balena e mezzo cane) e me la divorai. Purtroppo l’altra creatura prese un veicolo e riuscì a scappare. Questo mi fece andare in bestia così urlai talmente forte, che il veicolo che guidava la creatura perse il controllo e andò a sbattere contro una quercia.
A questo punto corsi per prenderla e me la divorai in solo due morsi.
Così il mio amico mi pagò e andammo al bar a festeggiare.
Simone Rezzoagli
Published: May 12, 2021
Latest Revision: Jun 17, 2021
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