SOFIA E IL SELVAGGIO by Diletta Pignaton - Illustrated by GIULIA BRAVIN, MATILDE CREMA, VERONICA POZZO, DILETTA PIGNATON, JASON SPOLADOR PICCINNO - Ourboox.com
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SOFIA E IL SELVAGGIO

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Artwork: GIULIA BRAVIN, MATILDE CREMA, VERONICA POZZO, DILETTA PIGNATON, JASON SPOLADOR PICCINNO

  • Joined Sep 2020
  • Published Books 2

 

 

 

In un paese lontano della Francia, viveva nel suo splendido castello un giovane principe. Era viziato ed egoista.

Gli piaceva partecipare a feste lussuose, non per il piacere di stare in compagnia e di conversare con gli altri, ma per il buon cibo e il buon vino. Il principe era apprezzato dagli altri solo per il suo potere conquistato grazie alla bontà di cuore del padre, infatti il principe era sempre scorbutico e scortese con tutti gli invitati.

2

 

Durante una fredda notte d’inverno al ritorno da una delle meravigliose feste sentì una voce cupa e profonda che gli disse:”Ti maledico trasformandoti in un selvaggio e solo quando imparerai che i legami duraturi si fondano sull’affetto, la stima e il rispetto reciproco la maledizione sarà spezzata. Se non riuscirai a superare la prova, prima che la rosa che ti darò perda tutti i suoi petali, rimarrai per sempre confinato nella solitudine del tuo castello.”

Impaurito tornò a casa e quando si coricò vide sul suo comodino la rosa, di cui gli aveva parlato la voce, contenuta in una teca di cristallo.

Dopo la trasformazione i modi del principe divennero sempre più rozzi e rudi, tant’è che nessuno lo invitava più alle feste poiché incapace di controllarsi.

 

3

 

 

 

In un villaggio vicino viveva Sofia, era una ragazza intelligente, colta che amava moltissimo leggere. 

Nello stesso villaggio viveva anche Gaston un ragazzo molto intraprendente ma spavaldo e pieno di sé, tant’è che aveva la falsa convinzione che ogni ragazza del villaggio, Sofia compresa, fosse follemente innamorata di lui.

La riservatezza e la misteriosità di Sofia aumentavano in lui l’interesse di frequentarla.

La ragazza però, lo trovava terribilmente noioso e insipido.

4

 

 

 

Il padre di Sofia, Maurice, che era un inventore partì per una fiera in cerca di fortuna. 

Nel tragitto si perse ed ad un tratto delle belve iniziarono ad inseguirlo. Erano lupi! Mentre scappava Maurice arrivò davanti ad un un castello. Sembrava abbandonato e aveva un aspetto pauroso. Ma la notte era fredda ed era scoppiato un temporale, perciò l’uomo decise di entrare.

5

 

 

 

Già, quello era proprio il castello in cui viveva il Selvaggio. Da quando gli era stato lanciato l’incantesimo, si vergognava dei suoi comportamenti incontrollabili e aveva ordinato che nessuno potesse incontrarlo: non si sentiva più apprezzato da nessuno, e la sua aggressività era aumentata. 

Così non appena si accorse di Maurice, si infuriò: quell’uomo era venuto per curiosare. Allora sarebbe rimasto lì per sempre!

6

 

 

 

 

Quando Sofia si accorse del ritorno dell’amato cavallo del padre senza condottiere capì che doveva essere successo qualcosa di brutto. Allora salì in groppa al cavallo che la condusse al castello.

7

 

 

 

 

Generosamente la ragazza propose uno scambio al selvaggio:”Prenda me al suo posto!”.

Il Selvaggio aveva visto la speranza finora perduta negli occhi di Sofia e accettò.

L’inventore fu costretto a ripartire da solo, su una carrozza stregata. 

 

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La ragazza però, non voleva aver niente a che fare con il Selvaggio. 

I suoi dipendenti trasformati in oggetti, sapendo che il loro padrone, in fondo, aveva un

animo sensibile, lo aiutarono a reprimere la sua aggressività in modo tale da spezzare l’incantesimo!

9

Verso sera però Sofia si decise a uscire dalla sua camera per cercare qualcosa da mangiare.

Il Selvaggio la sentii scendere le scale e la raggiunse in sala da pranzo. Sofia era molto coraggiosa e senza alcun timore lo interrogò. Iniziarono a conversare del più e del meno scoprendo di avere moltissimi interessi comuni come la lettura. 

Il Selvaggio rimase molto colpito dalle parole gentili di Sofia. Dolcezza, semplicità, rispetto e buone maniere: ecco quello che a lui mancava. 

Ma voleva cambiare… e cambiò perchè in fondo aveva un animo nobile.

10

 

 

 

Per cominciare, si diede da fare per aiutare Sofia e i suoi dipendenti nelle faccende domestiche. Scoprirono di avere un’altra passione in comune: la cucina. Diventò anche un ballerino fantastico! 

Sofia si accorse del cambiamento, mentre il Selvaggio si affezionava sempre di più alla

ragazza. 

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Per cominciare, si diede da fare per aiutare Sofia e i suoi dipendenti nelle faccende domestiche. Scoprirono di avere un’altra passione in comune: la cucina. Diventò anche un ballerino fantastico! 

Sofia si accorse del cambiamento, mentre il selvaggio a si affezionava sempre di più alla ragazza. 

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Sofia si sentiva felice, ma le mancava suo padre. Il Selvaggio le diede allora uno specchio magico,

con il quale la ragazza potè vedere Maurice: era solo nel bosco ed era in pericolo! Oh, se solo avesse potuto raggiungerlo!

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Anche se la rosa stava sfiorendo, la felicità della ragazza contava più di ogni altra cosa. Allora le donò lo specchio magico e la lasciò andare credendo di potercela comunque fare da solo. 

Sofia ritrovò il padre nel bosco. Era venuto da solo a salvarla, ma il freddo l’aveva indebolito. La ragazza lo riportò a casa, e qui Maurice si riprese in fretta.

Dallo specchio magico però, Sofia vide il Selvaggio piangere su una rosa quasi appassita e su un suo vecchio vestito; qualcosa le si smosse dentro e decise di tornare al castello.

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Sofia entrò a cavallo nel cortile del castello. Era tornata! Nel vedere la ragazza il Selvaggio sentì rinascere la speranza “Sono tornata, non disperarti, io ti amo!” disse con sentimento.

A queste parole il Selvaggio sentì ardere il suo cuore e lentamente questo calore si sparse in tutto il corpo e capì quanto la compagnia di Sofia lo facesse sentire apprezzato per ciò che veramente era.

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In quel momento luci magiche cominciarono a scendere dal cielo… Una pioggia di scintille cadeva sopra di loro.

Sofia non lo sapeva, ma l’incantesimo si era spezzato. 

Tra i due scoppiò l’amore.

Trascorsero il resto della loro vita tra la gente, aiutando i più bisognosi e organizzando gare di ballo, scrittura e di cucina: le passioni che li univano più di ogni altra cosa.

E vissero per sempre felice e contenti.

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