Le guerre persiane by Elena Stendardi - Illustrated by 1C - Liceo artistico B. Cassinari - Ourboox.com
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Le guerre persiane

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Artwork: 1C - Liceo artistico B. Cassinari

  • Joined Apr 2019
  • Published Books 3

Il piano di Dario

 

Sono Dario I, re dei re del grande Impero persiano che si estende dal fiume Indo fino alle coste del mare Egeo.

Ho domato la rivolta di Mileto e ho distrutto quella città che aveva attaccato la mia Sardi, ma non mi accontento ancora: il mio dominio si estenderà su tutta la Grecia.

Ho inviato ambasciatori per chiedere alle poleis di sottomettersi pacificamente al mio potere, ma, nel frattempo, ho preparato un piano di attacco militare per vendicarmi delle città greche che hanno aiutato le colonie ioniche ribelli.

Purtroppo, l’armata navale guidata da mio genero Mardonio è andata distrutta presso il promontorio del monte Athos, mentre si dirigeva verso la Grecia settentrionale, ma ora uno dei miei più valorosi generali, Dati, e il fedele satrapo Artaferne hanno occupato le isole Cicladi e l’isola di Eubea, sconfiggendo  Eretria, che dopo aver aiutato Mileto, ha subito la medesima sorte di distruzione.

Ora mi aspetta Atene. Lì metterò al potere come tiranno il vecchio Ippia, figlio di Pisistrato, che, cacciato da Atene, ha trovato rifugio presso di me e ora viaggia con la flotta persiana.

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La vittoria di Milziade a Maratona

 

Per contrastare l’esercito persiano mi ero portato 10000 opliti ateniesi e 1000 uomini della piccola polis di Platea. I Persiani si erano stanziati nella piana di Maratona, mentre noi ci siamo accampati sulle colline circostanti. Io, Milziade, elaborai il piano per circa due giorni e il terzo la mia falange oplitica anticipò l’attacco. Combattemmo per lungo tempo, finché i Persiani non iniziarono a retrocedere per tutte le morti che avevamo causato. Io pensai subito che i Persiani retrocedendo sarebbero passati via mare per attaccare Atene con le navi. Così io e il mio esercito andammo subito ad Atene e in questo modo arrivammo prima dei Persiani.

Noi sconfiggemmo l’esercito persiano e quel giorno fu un giorno che per i Greci ebbe un forte significato morale e politico.

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Due orientamenti politici ad Atene

 

La morte di Milziade ha scosso il panorama politico, accendendo lo scontro tra il riformistaTemistocleed il conservatore Aristide.

Temistocle ha proposto un progetto che includerebbe la realizzazione di un’intera flotta navale, sia per favorire l’espansione marittima e commerciale sull’Egeo, sia per evitare il pericolo Persiano. Inoltre il riformista avrebbe proposto lo sfruttamento dell’argento ricavato dalle miniere, per la costruzione delle navi e come rematori i teti; il ceto sociale con meno importanza secondo la riforma di Solone, un aristocratico ateniese. Questa proposta fatta ai teti ha destato molto interesse, perché porterebbe ad un allargamento della base democratica della città.

Gli scontri tra i due sono sorti in seguito al disaccordo di Aristide, il quale reputa sbagliato l’utilizzo del denaro delle miniere per la realizzazione di un’intera armata navale; lui vorrebbe dividere il denaro tra i cittadini. Inoltre vuole  ostacolare l’ascesa sociale dei teti, che minaccerebbe le prerogative aristocratiche. Alla fine prevarrà fu Temistocle o Aristide?

Vi terremo aggiornati in caso di ulteriori risvolti

il padre di Erodoto

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I piani di Serse

 

Sono Serse, figlio di Dario I e sono appena diventato imperatore.

Ho riportato il controllo su Babilonia e l’Egitto, ora attaccherò di nuovo la Grecia però sia via mare sia via terra per non commettere gli errori di mio padre. I miei 300.000 uomini passeranno a nord verso il Bosforo e punteranno all’Attica. Intanto la mia flotta navale ha costeggiato la Grecia e hanno sferrato un assalto dal mare.

Ho stretto un’alleanza con alcune poleis greche come Tebe e Locri.

Il nemico sul fronte opposto si è riunito a Corinto in un Congresso panellenico, e ha stipulato una coalizione militare guidata dagli Spartani.

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Il sacrificio delle Termopili

 

È un mistero come la mia anima sia rimasta sulla terra dopo quello che mi è successo. So per certo di essere legato a questo posto, che custodisce la mia storia. A volte, quando le persone passano mi vengono in mente tutti quei soldati che mi hanno affiancato nella guerra contro i Persiani. Era il 480, quando io, Leonida, re spartano, con generali e re di altre colonie ho finalmente adottato una strategia militare contro i Persiani. Il piano era di aspettarli al passo delle Termopili, chiamato così per la presenza di sorgenti di acqua calda, che avrebbe avuto la funzione di ostacolo per i nemici. Partii con soli trecento spartani, mille perieci e mille iloti, perché era in corso una festa in onore di Apollo e la tradizione andava rigorosamente rispettata. Non fu un problema, perché durante la spedizione si unirono a noi altri soldati.

Eravamo giunti al luogo, ma dei Persiani non ce n’era alcuna traccia. Non potevo sapere che un pastore greco mi avrebbe tradito, ma così fu. Mi ero fidato inutilmente. I nemici ci sorpresero con un attacco alle spalle. Mandai tutti i soldati che si erano arruolati con me e che non erano spartani alle loro case, così da difenderle. rimanemmo solo noi e, anche se eravamo pochi, combattemmo con tutta la nostra forza. Erano troppi e finimmo massacrati. Tutti quanti, io compreso. La mia testa fu portata come trofeo a Dario, un disonore per me e la mia città. Il nostro sacrificio, però, alimentò il coraggio dei nostri alleati, sottolineando l’audacia e la volontà dell’indipendenza.

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Monumento a Leonida alle Termopili realizzato nel 1950 dal celebre scultore greco Vássos Faliréas con i contributi di cittadini statunitensi di origine greca.

È sormontato da una statua in bronzo di Leonida in armi, sotto la quale si legge «Vieni a prenderle», la risposta data dal re spartano all’ambasciatore persiano che intimava ai Greci di cedere le armi. La metopa posta sul retro raffigura delle scene della battaglia. Le due statue di marmo, a sinistra e destra del monumento, rappresentano rispettivamente il fiume Eurota e il monte Taigeto, famosi luoghi di Sparta.

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Una donna ateniese

Temistocle aveva fallito: ora ero costretta a lasciare Atene, la mia casa, che sarebbe a breve stata invasa dai Persiani.

Forse sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto mio marito, che era costretto a imbarcarsi su una delle 200 navi, mentre noi, invece, ci saremmo rifugiati sulle isole di Trezene e Salimina. Ero spaventata, chissà cosa sarebbe successo a mio marito, sarebbe tornato?

Mentre ci rifugiavamo avemmo notizia che i Persiani avevano incendiato e devastato Atene: casa mia era ridotta in macerie e ora i Persiani puntavano verso il Peloponneso.

Però Temistocle aveva previsto tutto e questa volta inviò una finta spia facendo cambiare rotta ai Persiani, si diressero verso le navi Ateniesi inabissandosi nello spazio ridotto dello stretto.

Sarei riuscita ad avere mio marito tra le braccia.

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