– Signor Brian è disposto a raccontare alla Corte, con parole sue, cosa è successo la notte tra il 6 e 7 febbraio?
– Sì Vostro Onore!
– Prego, proceda.
Era la mattina del 5 febbraio, il Louvre era chiuso perché stavano aspettando un carico importante che avrebbe trasferito alcune opere d’arte.
Sapevo di questa operazione perchè il museo stesso aveva pubblicizzato l’arrivo di esse tappezzando l’intera città con volantini.
Il giorno successivo, quindi il 6, il museo aprì normalmente al pubblico, era pieno di gente perché tutti incuriositi nel vedere le nuove opere.
Erano il David e il Giudizio Universale di Michelangelo, posizionate nella sala 6, proprio quella della famosissima Gioconda, potete quindi immaginare la fila incessante.
L’operatore museale cercava di gestirla, anche se, come ben si sa, i piu astuti cercavano di oltrepassare la folla.
Dopo ore era arrivato finalmente il mio turno,ammirai la posizione delle due new entry che, insieme alla gioconda creavano un triangolo.
Sapevo che era stato fatto per un motivo ben preciso, dovevo solo scoprire quale.
Il Louvre infatti è diviso in quattro piani: l’Ala Sully,l’Ala Denon e l’Ala Richelieu ed ognuna di essa contiene opere divise per criteri specifici. Allora cosa accomunava la Gioconda con il David e il Giudizio universale?
Mentre cercavo una risposta a questa domanda mi misi in mezzo al triangolo e osservai ogni punto di uscita possibile, dai condotti alle fogne.
Porsi attenzione a non farmi vedere dalla guardia che si apprestava a rimproverare chi scattava delle foto, avevo via libera nel guardarmi intorno senza dare nell’occhio.
Rivolsi il mio sguardo sulle tre opere osservandone i minimi dettagli, sembrava quasi come se mi stessi estraniando dal mondo.
Fui interrotto dalla guardia che mi incitò a spostarmi per far fluire la fila.
Mi spostai nella sala vicino, la numero 7, quella dedicata a Raffaello e anche li diedi un’occhiata veloce alle possibili entrate.
Dopo 5 minuti uscii anche da questa e mi diressi verso l’uscita: sentivo di essere pronto.
Erano ormai 5 mesi, con l’esattezza 173 giorni, che mi recavo al Louvre per studiarne ogni singola parte.
Finalmente il mio piano l’indomani poteva essere messo in atto.
Verso le 21:30 mi appostai dinanzi al Louvre perché essendo il primo sabato del mese l’orario di chiusura era prolungato fino alle 21:45 e aspettai che tutti uscissero; ora all’interno c’erano solo le guardie.
Mi spostai verso il mio van e presi tutta la mia armeria, dalle conosciute granate alla mitragliatrice a canne rotanti. In realtà le portai solo per sicurezza benché il mio intento non era quello di uccidere qualcuno se non in caso di estrema difficoltà.
Rimasi nel furgone perché se fossi arrivato direttamente la notte le guardie si sarebbero insospettite.
Aspettai fino l’1:30, adesso era il mio momento.
Entrare dalla piramide, ovvero l’entrata/uscita principale, avrebbe dato troppo nell’occhio oltre al fatto che sarebbe stato pericolosissimo, quindi optai di entrare per l’entrata del Sully, in modo da trovarmi nella parte centrale e proseguire così verso l’ala Denon.
Entrai calandomi dall’alto, stile film, e stranamente andò tutto bene; ora il difficile era entrare nella sala più sorvegliata senza farsi vedere.
Dovevo giungere al primo piano e quando mi diressi di lì, vidi una guardia che fortunatamente dormiva.
Alla sala 6 arrivai con molta facilità, più di quanto potessi immaginare trattandosi di uno dei più celebri musei del mondo.
Dovetti superare solo qualche laser e qualche marchingegno, niente che la mia brillante testa non avesse già calcolato.
Aprire la sala fu un po’ più complicato, dovetti perdere più tempo di quanto avessi calcolato ma dopo circa 15 minuti riuscii ad entrare.
Finalmente potevo sostituire quelle opere con delle copie, in modo tale da trovare il segreto che si celava dietro ad esse.
La prima opera che sostituii fu il David di Michelangelo, una scultura in marmo con un’altezza di 520 cm incluso il basamento di 108 cm, databile tra il 1501 e l’inizio del 1504 e proveniente dalla Galleria dell’Accademia a Firenze. Spostarla è stato davvero difficile per via dell’eccessivo peso.
La seconda opere fu il Giudizio Universale, anch’esso di Michelangelo, realizzato tra il 1535 e il 1541 su commissione di Papa Clemente VII per decorare la parete dietro l’altare della Cappella Sistina.
E infine la più importante per me, la Gioconda, nota anche come Monna Lisa, è un dipinto di Leonardo Da Vinci, databile al 1503-1504.
Quando stavo per staccare l’ultimo punto, un allarme è scattato, l’unico che non avevo considerato,
In due secondi mi ritrovai accerchiato da più di 10 guardie e pian piano ne arrivavano sempre di più.
Capii così che il mio piano stava andando a rotoli e mi toccó prendere l’armeria pesante.
Sparai senza guardare in faccia nessuno, il tesoro presente in quelle opere doveva essere mio!
Lo stavo inseguendo da anni, precisamente da 12, e non l’avrei perso per niente al mondo.
Colpii due guardie dritte in testa e credo che quello fu la goccia che fece traboccare il vaso: avevo più di trenta pistole puntate addosso e dovevo trovare un modo per prendere il tesoro e scappare da lì.
Con una mossa riuscii a spostarmi in un punto in cui potetti uccidere la maggior parte delle guardie che mi accerchiarono e sapevo che avevo al massimo 10 minuti prima che il Louvre fosse attorniato dalle forze dell’ordine.
Cercai di studiare le tre opere posizionandole nello stesso modo in cui erano inizialmente e cominciai ad osservarle: la Monnalisa con il suo sguardo indicava un punto preciso del giudizio universale che a sua volta faceva riferimento al David.
Senza perder tempo feci il rito che narrava la leggenda del tesoro e in questo modo evocai i due grandi dell’arte : Leonardo e Michelangelo.
Proprio in quel momento arrivarono 300 guardie che mi misero alle strette, ora dovevo solo arrendermi.
Il segreto non mi fu mai svelato dai due artisti e allo stesso tempo non riuscii a trovare il tesoro.
Quindi eccomi qui a spiegare alla Corte come sono andati i fatti sperando che sia clemente con me.
Published: Mar 15, 2021
Latest Revision: Mar 15, 2021
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