La storia dei Giardini Margherita attraverso le cartoline e foto d’epoca .
Nel 1868 il Comune di Bologna approva l’acquisto di un terreno, per la somma di 150.000 lire dal Conte Angelo Tattini, posto lungo le mura fra Porta Castiglione e Porta S.Stefano, nel luogo dove esisteva fin dal 1300 uno dei primi conventi di Clarisse della città. Nel 1874 si diede il via all’acquisto, affidando il progetto al Conte Ernesto Balbo Bertone di Sambuy che gli fu concessa la cittadinanza onoraria e che seguì personalmente l’esecuzione. Nel 1879 si decise di intitolare il parco alla Regina Margherita divenendo subito per i bolognesi “I Giardini Margherita”. Durante i lavori di costruzione venne alla luce una estesa necropoli etrusca, ricchissima di reperti, oggi conservati al Museo Civico Archeologico. Due tombe rinvenute furono poi ricostruite all’interno dei giardini.La foto panoramica dei giardini dall’aereo è degli anni ’50 e le cartoline con i due ingressi e una veduta del parco sono di inizio ‘900.
Nelle caratteristiche del parco sono evidenti i legami con il giardino romantico all’inglese. Le piante che predominano sono tigli, querce, cedri, pini, ippocastani, magnolie e importanti esemplari di platani. All’interno vennero costruiti uno chalet in legno di tipo svizzero con caffè restaurant (nel luogo in cui oggi sorge la palazzina liberty), con accanto un recinto per ospitare daini ed un laghetto. Tra i percorsi di particolare effetto, spicca quello del laghetto, creato con le acque del Savena e corredato di chalet, ponticelli, isola artificiale, flora e fauna acquatiche. All’interno del giardino oggi è stato creato dal WWF uno stagno didattico per i bambini delle scuole elementari, per ricostruire la flora e la fauna tipiche di un acquitrino. Le cartoline sono del primo ventennio del ‘900.
Questo vasto parco, chiamato anche Passeggio Regina Margherita, fu creato per offrire alle classi meno abbienti un luogo salutare, dove poter passeggiare o trascorrere momenti di svago, abitudine che si è tramandata nel tempo. Infatti tuttora è un luogo molto amato dai bolognesi a pochi passi dalla città. Le foto e cartoline sono a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900.
Nel 1882 fu ampliato il lago e costruito uno chalet in legno su una piccola isola, collegata alle due sponde tramite due ponticelli sempre in legno. E’ passato allo storia per essere il primo esempio di prefabbricato a Bologna. Nel 1935, in occasione della Mostra Nazionale dell’Agricoltura, lo chalet venne sostituito con uno in muratura come si vede nella cartolina degli anni ’50, oggi ancora presente anche se modificato nel tempo. Le altre foto e cartoline sono del primo ventennio del ‘900.
Nel 1882, con l’ampliamento del lago, fu inaugurato allo chalet l’imbarco con il servizio del noleggio barchette. Le gite sul lago divennero molto popolari e continuarono fino alla fine del ‘900 inizio 2000. Nella prima cartolina del 1920 si vedono gli “Achei”, una società goliardica di burloni, che in questa occasione sul lago ai giardini dichiararono Bologna città di mare, con allegria alla petroniana. Le altre cartoline sono del primo ventennio del ‘900 e l’ultima degli anni ’50.
La palazzina Liberty venne costruita nel 1896 dall’architetto Edoardo Collamarini al posto del primo chalet di legno, distrutto da un incendio tre anni prima. La palazzina era dotata di un cafè restaurant e di sale spaziose utilizzate come sede di riunione o ricevimento dalle varie associazioni cittadine come il Club Alpino Italiano, il Touring Club Ciclistico Italiano, biblioteche e altre attività fino in tempi recenti. E’ contornata da scogliere di selenite simili a quelle del laghetto poco distante. Accanto si trovava un chiosco con il palco per la musica, dove ogni venerdì sera si esibiva la Banda Municipale. Oggi la palazzina è in fase di restauro. Le cartoline e le foto sono del primo ventennio del ‘900.
Nel 1879 venne costruito all’interno dei giardini il recinto dei daini vicino al primo chalet e successivamente spostato verso l’ingresso di Porta Castiglione. Oggi al posto dei daini è presente nel recinto la ricostruzione di una capanna Villanoviana a scopo didattico per le scuole. Le cartoline sono del primo ventennio del ‘900.
Nel 1939 alcuni soldati di ritorno dalla guerra d’Etiopia, donarono al segretario del partito fascista due cuccioli di leone, che vennero collocati in una gabbia vicino al recinto dei daini. Nell’unica cartolina che si conosca (vedi la foto), sono raffigurati Reno II e Bea, donati dal Lions per sostituire la coppia originaria già morta. Reno I morì nel 1955 e Sciascia nel 1959. Alla fine degli anni ’70 i leoni vennero definitivamente trasferiti altrove. Oltre ai daini e i leoni c’erano le caprette, i pavoni, le scimmiette e i pappagalli. Lo zoo dei giardini chiuse e fu smantellato verso i primi anni ’80. Numerosa era anche la fauna acquatica del lago con grosse carpe e tartarughe carnivore. Frequenti erano le gare di pesca negli anni ’30/40 e pescate abusive in anni più recenti. Nelle foto si vedono le due coppie di leoni e le caprette.
All’incrocio tra il canale di Savena e la fossa Cavallina esisteva una cascatella, più o meno dietro la palazzina liberty, oggi non più visibile. La fossa Cavallina oggi ricoperta, raccoglieva l’acqua dalla collina attraverso via Sabbioni per immettersi oltre la via Emilia nel braccio abbandonato del torrente Savena, dopo aver incrociato all’altezza del mulino di Frino il canale di Savena. Oggi in quel punto esiste una cabina di manovra, un piccolo edificio rosa in fondo a via Cavallina. Nei pressi della cascatella accadde un fatto realmente accaduto nel 1924, che ispirò lo scrittore Cesare Pezzoli a comporre una zirudèla “La Flèvia” al fataz di Zardén Margherétta. Si racconta che un giovane mostrando i genitali molestò una donna, Flavia Sagrati, infermiera del manicomio. Questa alla vista dei vigili di passaggio ai giardini, affermò la molestia da parte del giovane impiegato, Vittorio Scarabelli, che si allontanò ma in seguito fermato e portato in questura. Al processo per oltraggio al pudore il giovane venne assolto. Le cartoline della cascatella sono di inizio ‘900.
Nel 1902 ebbe luogo all’Arena del Pallone ( attuale Sferisterio ) un torneo nazionale di tennis in quanto mancavano in città i campi per manifestazioni pubbliche. Nello stesso anno veniva presentata al Consiglio Comunale la richiesta per la concessione di un’area, all’interno dei Giardini Margherita, per la costruzione di quattro campi da tennis. Dopo una prima risposta negativa fu concessa la costruzione di tre campi e un piccolo chalet in legno. Nacque così il “Lawn Tennis Club” di Bologna. Nel secondo dopoguerra il Circolo Tennis Bologna ( CTB ) venne ampliato e ospiterà importanti manifestazioni nazionali e internazionali. Nelle foto si vede la cartolina commemorativa del Lawn Tennis del 1902 e nelle cartoline panoramiche dei campi degli anni ’50, si nota il vecchio chalet e la costruzione della nuova struttura del circolo.
Il 26 giugno 1932 venne inaugurato il Campo Ippico ai Giardini Margherita. E’ stato uno dei più importanti d’Italia con un campo ad ostacoli molto attrezzato dove si svolsero numerose competizioni sia nazionali che internazionali. Il campo occupava il pratone centrale dei giardini e rimase in attività fino alla metà degli anni ’60. La prima cartolina è degli anni ’50 e le due foto degli anni ’30.
Quando a Bologna faceva freddo sul serio, ci si divertiva a pattinare sul lago ghiacciato dei Giardini Margherita. Il pattinaggio era molto praticato dalla fine dell’800 ai primi decenni del ‘900, dove si svolsero anche gare annuali che richiamavano tanto pubblico come si nota nelle foto di inizio secolo. Oggi è molto raro vedere il lago ghiacciato e questa tradizione si è persa da tantissimi anni.
Nel 1916 venne inaugurata la “scuola all’aperto” ai Giardini Margherita, dal sindaco Zanardi e dall’assessore prof.Longhena e intitolata a Fernando Fortuzzi, un modesto facchino e consigliere comunale. Erano presenti molte personalità importanti, istituzioni scolastiche e sociali. I bambini accolti erano predisposti alla tubercolosi per gracilità o convalescenti con problemi nell’apparato digerente o linfatico, bisognosi quindi di una vita all’aperto a contatto con la natura. Il programma di insegnamento era lo stesso delle scuole pubbliche comuni e l’igiene era molto curata. Si facevano esercizi di ginnastica e respiratori, canto, lavori di vanga e zappa, gare di corsa, tennis, canottaggio ecc. Oggi le scuole primarie Fortuzzi sono ancora presenti e fanno parte della rete delle scuole all’aperto in una struttura di dieci classi a tempo pieno. La cartolina e le immagini in foto con le attività dei bimbi sono del 1920 circa.
All’epoca ai Giardini Margherita era tradizione bolognese il Corso dei Fiori, in particolare nel 1935 in occasione della Mostra Nazionale dell’Agricoltura. Sfilarono carri davanti a una tribuna gremita di 3.000 persone all’ombra del viale dei tigli. Dalla fine dell’800 a Carnevale si susseguirono anche le sfilate allegoriche mascherate e dal 1953 il Carnevale dei Bambini voluto dal Cardinale Lercaro. Le foto vanno dall’inizio del ‘900 agli anni ’50.
I Giardini Margherita furono per molti decenni del ‘900 il fulcro della vita sociale cittadina. Si svolgevano vari avvenimenti sportivi e ludici. Oltre alle grandi esposizioni del 1888 e del 1935 dove parlerò più avanti, nel1924 ci fu una mostra canina e l’esposizione dei Pompieri di Bologna. Nel 1927 ci fu una corsa automobilistica che partiva dai giardini percorrendo i viali per poi salire a San Michele in Bosco e ritornare al piazzale di partenza. Seguirono anche corse motociclistiche e ciclistiche, dove per diversi anni ci fu l’arrivo del Giro dell’Emilia. Nel secondo dopoguerra venne allestita la festa dell’Unità e nei decenni successivi ci furono anche concerti musicali e altri eventi. Le cartoline e le foto vanno dall’inizio del ‘900 agli anni ’30.Materiale in dotazione al Corpo Pompieri di Bologna (fot. 23 Settembre 1924) AUTOPOMPE MOTOPOMPE 3 POMPE A VAPORE 2 SCALE AEREE AUTOLETTIGHE LETTIGA CAVALLO LETTIGA A BRACCIA SIDE CAR AUTOCARRO ATTREZZI AUTOCARROBUS VETTURA UFFICIALI 3 CAMION
Durante il regime fascista, fra le due guerre mondiali, erano frequenti ai giardini riviste militari, concorsi, saggi ginnici e manifestazioni come il raduno della X Legio per il decennale. Nel secondo periodo bellico i prati dei giardini furono usati come orti di guerra, per coltivare grano e patate come propaganda. Durante la Repubblica di Salò nel 1944, come punizione ai Savoia per tradimento, rimossero il monumento equestre del Re Vittorio Emanuele II dalla piazza omonima e trasferito ai giardini dove si trova tuttora. Nel secondo dopoguerra ci furono al campo ippico, oltre ai concorsi di salto ad ostacoli, esibizioni e gare di Polo fino agli anni ’60. Le foto e cartoline vanno dagli anni ’30 agli anni ’50.
Nel corso della loro vita i Giardini Margherita furono teatro di numerose manifestazioni e feste. L’avvenimento più importante fu l’Esposizione Emiliana nel 1888 che riempì i giardini di padiglioni, ristoranti, chioschi e serre. Fu inaugurata il 6 maggio 1888 e chiuse l’11 novembre. Era composta dalla Mostra Regionale per l’Industria, l’Agricoltura e la Mostra internazionale per la Musica all’interno dei giardini e dalla Mostra Nazionale per le Belle Arti, situata in San Michele in Bosco nella sede dell’ex convento. Le due esposizioni erano collegate da un tram a vapore ( idea dell’ing.Ferretti ) che poteva ospitare fino a 50 persone e inoltre la parte espositiva in San Michele in Bosco era stata dotata di una moderna funicolare. Durante l’esposizione uscì un giornale illustrato composto da 40 fascicoli e pubblicizzato da un grande manifesto visibile in foto. Fu emessa una bella medaglia commemorativa dell’evento, come molte altre, visibile in foto. Il biglietto d’ingresso costava una lira e l’abbonamento per tutta la durata dell’evento 25 lire ( vedi foto ). In entrambi erano presenti pagine pubblicitarie delle principali ditte bolognesi.
1 Manifesto dell’Esposizione Emiliana ai Giardini Margherita del 1888.
2 Medaglia commemorativa dell’Esposizione Emiliana del 1888 ai Giardini Margherita
3 Biglietti e abbonamenti d’ingresso all’Esposizione Emiliana dei Giardini Margherita nel 1888.
4 Veduta dell’Esposizione Emiliana del 1888 ai Giardini Margherita.
5 Pianta dell’Esposizione Emiliana del 1888 con in evidenza i collegamenti tranviari e funicolari.
Nel mese di giugno del 1888 il Parlamento approva il progetto di legge, che accorda all’Esposizione Emiliana un sussidio di 500.000 lire per lo svolgimento della grande manifestazione. Il nuovo parco presentava archi di trionfo e grandi padiglioni in muratura, veri palazzi poi demoliti alla fine dell’esposizione. Venne creata per l’occasione dal Sarti una splendida fontana, poi smantellata e ricollocata alla Montagnola al termine della mostra. Vi era il grande padiglione dell’Industria, della Musica con l’elegante teatro, dell’Agricoltura con la grande serra, della Croce Rossa, del Club Alpino, della Caccia e Pesca con la pesca al lago delle anguille, la birreria, ristoranti e altri chioschi come quello della Buton e della farmacia Zarri. Per l’occasione fu anche istituita una grande lotteria nazionale. All’inaugurazione i Reali furono applauditissimi e acclamati, in particolare la Regina Margherita che si soffermava ad ogni vetrina dei padiglioni. I visitatori furono circa 480.000 poi tutto sparì con risultati economici purtroppo negativi. Nelle foto si vedono i padiglioni, la tranvia e funicolare Ferretti e un biglietto della lotteria.
1 Il padiglione dell'agricoltura all'esposizione Emiliana del 1888 2 Il chiosco della Birreria all'Esposizione Emiliana del 1888 3 Il padiglione della Croce Rossa all'Esposizione Emiliana 4 Il padiglione dell'industria all'Esposizione Emiliana del 1888 5 Il teatro del padiglione della Musica all'Esposizione Emiliana del 1888 6 Biglietto della lotteria nazionale in occasione dell'Esposizione Emiliana del 1888 7 Biglietti della tranvia a vapore e funicolare Ferretti dell'Esposizione Emiliana del 1888 8 La fontana in occasione dell'Esposizione Emiliana del 1888 9 Il padiglione della Musica all'Esposizione Emiliana del 1888 10 Il Caffè Ristorante all'Esposizione Emiliana del 1888 11 L'ingresso dell'Esposizione Emiliana del 1888 a San Michele in Bosco. 12 La pesca delle anguille all'Esposizione Emiliana del 1888 13 La stazioncina del tram a vapore all'Esposizione Emiliana del 1888 14 Il padiglione della Caccia e Pesca all'Esposizione Emiliana del 1888
Dopo la grande Esposizione Emiliana passò quasi mezzo secolo prima di rivedere altre importanti manifestazioni ai Giardini Margherita. Nel 1934 venne allestita la Mostra Alpina all’interno della palazzina liberty e dove nei sotterranei venne presentata la neonata Sezione Speleologica. Il 12 marzo del 1935 venne inaugurata la grande Mostra dell’Agricoltura alla presenza delle più alte cariche dello Stato. Molta la folla di gente che visitò la mostra attratta anche da manifestazioni musicali, artistiche e sportive. La mostra era costituita da 37 padiglioni che interessavano un’area di 20.000 mq. Per l’occasione venne costruita l’elegante palazzina caffè danzante sul lago dall’architetto Melchiorre Bega, tuttora esistente e che sostituì il vecchio chalet in legno. Nella foto si vedono una serie di cartoline dei vari padiglioni emesse in occasione della mostra.
Negli anni del secondo dopoguerra i giardini vennero trasformati in un teatro di feste e sagre popolari, turbando forse la quiete e la serenità del luogo concepito dall’estro geniale del Conte di Sambuy. Oltre allo zoo era stato creato “Bambinopoli”, il parco attrezzato per i bambini con il trenino in miniatura, la carovana con gli asinelli, giostre e una vasca per le barchette telecomandate, per chi se lo poteva permettere. Nel 1954 venne anche inaugurato nella palazzina un centro ricreativo scolastico e una biblioteca per ragazzi, gestito per diversi anni dal Comune. Negli anni ’60 un gruppo di astrofili costruì sul terrazzo della palazzina un piccolo osservatorio astronomico, tuttora esistente. Nei primi anni ’80 sparì lo zoo e alcune attrazione per i bambini come il trenino e la carovana. Oggi i giardini resteranno sempre uno dei luoghi più amati e frequentati dai bolognesi. Nelle foto si vedono alcuni momenti di svago e relax ai giardini nel secolo scorso
Published: Mar 4, 2021
Latest Revision: Mar 10, 2021
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veramente molto bello. Malpensa è veramente unico.
complimenti agli autori di questo lavoro