PRIMO LEVI-VITA
Primo Levi nacque il 31 Luglio del 1919 a Torino, da genitori di religione ebraica.
Si diplomò nel 1937 al Liceo Classico e si iscrisse al corso di laurea in chimica. Durante il suo percorso di studio però in Italia entrarono in vigore le leggi razziali, che impedivano agli ebrei di accedere agli studi ma concedevano a chi era già iscritto di proseguire il proprio percorso universitario. Riuscì a laurearsi nel 1941, ma sul diploma di laurea figurò la precisazione “di razza ebraica.”
Il padre Cesare, laureato in ingegneria elettrotecnica, era spesso lontano dalla famiglia per ragioni di lavoro, principalmente all’estero, in particolare in Ungheria.
Questo esercitò sul figlio una profonda influenza, trasmettendogli gli interessi per la scienza e la letteratura che diverranno tratti importanti per la personalità di Levi ed elementi della sua produzione letteraria.
INIZIA L’INCUBO
Il 13 dicembre del 1943, Primo Levi, viene catturato e successivamente trasferito al campo di raccolta di Fossoli.
Il 22 febbraio del 1944 Levi e altri 650 ebrei, vennero messi su un treno merci, destinati al campo di Auschwitz in Polonia. Levi fu quindi condotto al campo di Buna Monowitz, conosciuto come Auschwitz III. Essendo un chimico ottenne un incarico come specialista di laboratorio.
Qui rimase fino alla liberazione della Armata Rossa, avvenuta il 27 gennaio 1945. Fu uno dei pochi sopravvissuti dei 650 ebrei arrivati al campo con lui.
LA VITA DA SCRITTORE
Dopo esser uscito dal campo di concentramento, iniziò la sua vita da scrittore fino a quando morì l’11 aprile 1987 a Torino, a causa di una caduta avvenuta sulle scale della sua casa. Tra le sue opere più importanti ricordiamo:
–Se questo è un uomo (1947): racconta l’esperienza di Levi ad Auschwitz. –La tregua (1963): narra il viaggio di ritorno in Italia dopo l’internamento ad Auschwitz. –Il sistema periodico (1975): raccolta di scritti autobiografici ispirati alla tavola periodica. –Se non ora quando (1983): romanzo che ha come protagonista una banda di partigiani durante la seconda guerra mondiale. –I sommersi e i salvati (1986): ispirato ai campi di concentramento e al rapporto tra oppressi ed oppressori.
SE QUESTO E’ UN UOMO
Il suo libro più conosciuto è “Se questo è un uomo”, che narra la sua drammatica avventura nei lager nazisti. Inizialmente il testo s’intitolava “I sommersi e i salvati” ;fu rifiutato da diversi editori tra cui Einaudi. Levi si rivolse, poi, alla piccola casa editrice Torinese De Silva, diretta da Franco Antonicelli, che scelse di pubblicare il manoscritto sostituendo il titolo con questo che conosciamo oggi. Il successo e la notorietà del libro si fecero attendere fino al 1958, anno in cui l’opera venne pubblicata finalmente proprio dalla casa dello Struzzo. Levi iniziò a scrivere il romanzo nel laboratorio del campo di concentramento su pezzi di carta subito distrutti. Nel romanzo egli descrive le tappe dell’annientamento fisico e psicologico dei deportati: l’interminabile viaggio su vagoni piombati e la selezione all’arrivo che porta alla morte di donne, bambini e vecchi, la fame, il freddo, le malattie e le umiliazioni dei soldati che demoralizzano i prigionieri. La narrazione si conclude con la fuga dei nazisti dal campo e la liberazione dei pochissimi sopravvissuti.
Scritto da :
Alessandro Marcantoni : Tecnico
Muaaz Adil Sultan : Osservatore emozionale
Gioia Elisei : Segretaria
Carmen Moccia : Capogruppo
Published: Feb 11, 2021
Latest Revision: Feb 11, 2021
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