Favole sui diritti 1E by marianna - Illustrated by Alunni 1E - Ourboox.com
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Favole sui diritti 1E

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Artwork: Alunni 1E

  • Joined Mar 2020
  • Published Books 3

Favole sui diritti

Racconti a cura degli alunni della classe 1E

 

 

Da un progetto di Educazione Civica

della prof.ssa Marianna Crivelli

Copertina realizzata dalla prof.ssa Michela Liotta

Audioletture a cura di

Bianca Perosa e Serafina Manunta

Università degli Adulti

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Il nostro progetto nasce dalla voglia di raccontare ai bambini quali sono i loro diritti e perchè è così importante conoscerli.

La Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Convenzione sui diritti dell’infanzia – CRC) è stata approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 novembre 1989 e ratificata dall’Italia il 27 maggio 1991.

È un documento molto importante perché riconosce, per la prima volta espressamente, che anche i bambini, le bambine e gli adolescenti sono titolari di diritti civili, sociali, politici, culturali ed economici, che devono essere promossi e tutelati da parte di tutti.

 

 

https://www.savethechildren.it/sites/default/files/files/Convenzione_ONU_diritti_infanzia_adolescenza_semplificata.pdf

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https://voca.ro/1gcmlPLj91yS

 

 

 

 

Siamo tutti uguali

Articolo 2

di Ana J.

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Un agnellino dalla lana bruna aveva il pancino che brontolava per la fame. Decise quindi di andare a mangiare un po ‘di fieno che si trovava nei campi vicino alla fattoria. Strada facendo incontrò due pony e gli si avvicinò ma essi gli dissero:

- Allontanati da noi, tu sei un agnellino con la lana bruna, vai via!

L’agnellino era triste ma non aveva il coraggio di reagire o di fare qualcosa perché, ai suoi occhi, erano molto grandi e più forti e quindi se ne andò con la testa bassa.

Il giorno dopo andò a giocare con i suoi fratellini e le sue sorelline nei campi ma la differenza era ancora più evidente: lui era bruno come il cioccolato e loro erano bianche come la neve.

- Vai via! Non ti vogliamo! Tu sei bruno, non puoi stare con noi!

- Ma perchè no?

- Perchè tu non sei come noi; noi siamo bianchi e belli e tu Vattene!

 

 

 

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L’agnellino era tristissimo e si girò per andarsene ma ad un certo punto arrivò un capretto e disse agli altri agnellini:

- Ma non vi vergognate a dire queste cose? Lui è uguale a noi.

- Ma cosa dici, lui è bruno!

- E allora? ha quattro zampe come noi, una testa, un cuore e tanta 
lana calda come tutti noi quindi merita di stare con noi!

Poi rivolgendosi al piccolo agnellino bruno disse:

- E se non ti vogliono non ti preoccupare puoi stare con me, 
io ti apprezzo per quello che sei.

 

Questa favola ricorda che o gni bambino ha il diritto di non essere discriminato: non ha importanza il colore della pelle, il sesso , se èun disabile né la religione; nonha importanza che lingua parla nèseèricco o povero.

 

 

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Il gabbiano e il pesce

Articolo 6

di Francesca G.

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In una bellissima spiaggia c’era un pesciolino che nuotava felice.

Un gabbiano con molta fame, vide il piccolo pesce e scese in picchiata per prenderlo.

Il pesce riuscì a sfuggire ma un pellicano disse:

“Il pesce è mio!”.

A quelle parole il pesciolino impaurito si girò e vide il pellicano.

- Se voglio salvarmi devo fingere di essere morto!

Così il pesciolino rimase immobile e il pellicano, tratto in inganno, volò via.

- Me la sono proprio vista brutta! Per poco non rischiavo di morire….

 

Questa favola insegna che ogni bambino ha il diritto di vivere.

                                                                

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https://voca.ro/1aOteoSBBEzE

 

 

 

Il Panda senza nome

  Articolo 7

di  Iasmina D.

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Un giorno nel cuore della foresta nacque un bellissimo e tenerissimo panda.

- Come lo chiamate? - chiese ai suoi genitori una giraffa che passava di lì per caso.

Ma i genitori erano talmente indaffarati che non ci avevano ancora pensato:

- Gli daremo un nome quando sarà più grande.

Passati cinque mesi il panda aveva imparato ad arrampicarsi ea camminare, ma proprio quando pensava che quella giornata fosse la più bella, accadde qualcosa che avrebbe cambiato per sempre la sua vita! Delle grosse canne di bambù erano cadute proprio sui suoi genitori ….

- Aiuto! per favore, venite in mio soccorso! - gridò così forte che
lo udirono in tutta la foresta.

- Come ti chiami? - gli chiese la solita giraffa che si trovava
sempre nel posto giusto.

Il povero panda però, ancora spaventato, non seppe rispondere:

 

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Il povero panda però, ancora spaventato, non seppe rispondere:

- Io non ho un nome, non mi è servito fino ad oggi perché la mamma e 
il papà erano sempre occupati a cercare le provviste per l'inverno e 
non hanno mai avuto il tempo di darmene uno. Mi chiamavano 
semplicemente Ehi Tu!

In quel momento il panda si rese conto di non sapere chi era perché senza un nome, non aveva un’identità. Tutti si rivolgevano a lui appellandolo in tanti modi diversi ma mai con un nome che lo facesse sentire speciale:

- Ehi tu! portami quei rami! 

gli aveva detto una volta un passante.
- Ehi tu! tirami giù da quell'albero quel frutto meraviglioso! 

gli aveva detto un altro.

 

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Adesso il piccolo Ehi tu si sentiva davvero solo e non sapeva cosa fare.

Per fortuna la solita giraffa, che si trovava sempre nel posto giusto al momento giusto, lo accompagnò da una nuova mamma panda che lo accolse nel suo rifugio in cima ad un ramo e dopo averlo osservato per ore gli disse:

- Da oggi ti chiamerai Pan!

Pan era felicissimo perché finalmente sapeva chi era e nessuno lo avrebbe più chiamato Ehi tu .

 

La favola ricorda che ogni bambino ha il diritto di avere un nome.

 

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Rocky ei suoi genitori

  Articolo 9

di  Milica T.

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C’era una volta una famiglia di cani: la mamma, il papà e il piccolo cucciolo Rocky.

Erano una famiglia molto unita ed erano sempre felici. Il piccolo Rocky diventava sempre più grande e usciva spesso con i suoi amici, il suo desiderio era di trascorrere più tempo possibile con i suoi coetanei. Nonostante questo, continuava ad avere un bel rapporto con i suoi genitori.

La sua sembrava davvero una famiglia felice e Rocky non l’avrebbe mai cambiata con nessun’altra al mondo! I suoi genitori erano amorevoli con lui e non gli facevano mai mancare niente.

Un giorno però, al rientro a casa, scoprì qualcosa che non si sarebbe mai aspettato. Era davanti alla porta, la spalancò e urlò:

- Sorpresa!

Ma invece di accoglierlo con lo stesso amore, lo accolsero con grida e rabbia. Rocky rimase sbalordito e confuso. Lui non aveva mai visto i suoi genitori litigare e loro avevano sempre cercato di proteggerlo tenendolo fuori dalle loro discussioni.

Era però arrivato finalmente il momento di confessare tutto.

- Caro Rocky, adesso sei grande e puoi capire. Purtroppo no
riusciamo più a vivere sotto lo stesso tetto ma questo non vuol dire
che non ti vorremo bene, sarai sempre al centro dei nostri cuori e
riusciremo a starti accanto meglio di prima perchè saremo più sereni.
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Rocky era molto triste ma capì tutto, era diventato grande, e per l’ultima volta si abbracciarono tutti e tre insieme.

Il giorno della separazione, Rocky non sapeva cosa fare, era preoccupato di non poter più divertirsi con i suoi genitori come un tempo e che tutto sarebbe cambiato in peggio.

Andò a vivere con la sua mamma, ma ogni fine settimana incontrava il suo papà e insieme andavano a pesca oppure a fare pic nic nei boschi. Quando tornava dalla mamma, lei lo accoglieva sempre con un lungo e profondo abbraccio.

 

Questa favola insegna che ogni bambino ha il diritto di poter incontrare facilmente tutti e due i genitori.

 

 

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Il Diritto di stare insieme

Articolo 10

di  Davide P.

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C’era una volta una coppia di lemuri molto felici e dal loro amore nacque un piccolo di nome Rio.

Un giorno il padre archeologo fu costretto a partire dal Madagascar in cerca di lavoro.

La moglie, rimasta da sola con il figlio, i primi giorni a casa sentiva la nostalgia del marito. La madre non riusciva da sola ad occuparsi del figlio, del lavoro e della casa.

Decise così di partire con Rio per andare in cerca di suo marito anche se la distanza era molta: circa 7600 km !!

Decise di imbarcarsi su un mercantile per raggiungere il marito.

Furono tre lunghi mesi di navigazione tra mari e onde intrepide, notti fredde e gelide, ma si consolavano con la speranza di raggiungere presto il porto e abbracciarsi.

 

 

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Ogni mattina Rio e sua mamma raggiungevano la prua della nave per cercare di scorgere la costa; progettavano come sarebbe stata la vita quando si sarebbero ritrovati, come sarebbe stata la nuova casa: sognavano anche di assaggiare la pizza! Una mattina Rio si svegliò, sentì un po ‘di brusio e con un occhio scorse fuori dall’oblò il porto: c’era tantissima gente che chiacchierava e passeggiava, segno di una nuova vita.

Avvisò sua madre con entusiasmo e scesero dalla nave. Rio vide suo padre che teneva un cartello con i loro nomi, riunirsi rese felice tutta la famiglia.

Una nuova casa, scuola e amicizie e lavoro morto alla famiglia di Rio la felicità di vivere insieme una vita felice.

 

Questa favola insegna che ogni bambino ha il diritto di vedere la sua famiglia riunita.

 

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NON SARAI MAI SOLO

Articolo 11

di Ginevra R.

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Un giorno, un coniglietto di nome Fuffy andò al parco a fare una passeggiata.

Improvvisamente dei lupi cattivi rapirono Fuffy, mettendolo in un sacco per portarlo in una casa abbandonata nella foresta e obbligati a rubare cibo per loro.

Tutto questo è inaccettabile perché ogni cucciolo di questo pianeta ha il diritto di vivere sereno e nessuno può rapirli.

Ma purtroppo a volte questo succede, proprio come per Fuffy che spaventato piangeva trovandosi tutto ad un tratto chiuso in una stanza buia che non conosceva, senza capire cosa gli stava succedendo.

Nella stanza di fianco, i lupi confabulavano cosa fare con lui, mentre tutti gli animali erano stati avvisati della sua scomparsa e si erano già messi alla ricerca del povero coniglietto.

Sì, perché la mamma e il papà di Fuffy, non vedendolo più ritornare a casa, si erano preoccupati molto e avevano avvisato subito tutti gli animali del villaggio e della foresta.

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E tutti si erano messi senza tregua a cercare il coniglietto.

Nel villaggio c’erano dei gruppi che pattugliavano tutto il territorio: il gallo Cedrone, che era il capo, dava ordini alle aquile di guardare dall’alto e avvisare tutta la comunità dell’accaduto.

Gli orsi della foresta cercarono Fuffy in ogni dove.

Finché un orso gridò:

- Andiamo a controllare in quella casa laggiù! Forza! Non mollate! 
Dobbiamo trovarlo!

Tutti annuirono e lo seguirono con i loro artigli.

I lupi sentendo dei rumori e urla fuori dalla casa, terrorizzati di essere scoperti, scapparono dal retro, senza rendersi conto che ormai erano circondati, tanto che erano catturati dagli orsi, mentre un altro gruppo liberò il povero cucciolo per portalo a casa dove i suoi genitori lo aspettavano con ansia.

 

Questa favola insegna che ogni bambino ha il diritto di non essere rapito.

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La volpe che non voleva ascoltare

Articolo 13

di Anna C.

 

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C’erano una volta una lepre che si chiamava Macchia e una volpe di nome Bianca. Erano molto amiche e si conoscevano da tempo. Vivevano nel bosco tutte e due e per riuscire a vedersi sempre si fecero addirittura le loro tane vicine. Ogni mattina si trovavano a casa di Bianca per fare colazione insieme e per mettersi d’accordo su quello che fatto. Quel pomeriggio scelsero di andare al parco con tutti i loro amici, quindi mangiarono e partirono; arrivate, cominciarono a chiacchierare con i loro compagni ma Bianca non lasciava parlare Macchia e questa l’aveva resa un po ‘triste. Dopo qualche ora tornarono a casa; Bianca era contenta del pomeriggio passato assieme ma si era resa conto che qualcosa non andava con Macchia.La lepre però, avendo paura di ferire la volpe, non disse niente. Si era fatto buio, si salutarono e andarono a dormire.

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Il giorno dopo Macchia finalmente si decise a parlare:

- con te non riesco mai ad esprimere quello che penso, Bianca!

- ma vieni? ti sbagli, non è così! a proposito, guarda che bel 
vestito ho comprato, e che bel fermaglio per i capelli… e guarda 
queste scarpe!

E così Bianca cominciò a parlare e parlare e parlare… impedendo a Macchia di completare una frase.

- Bianca insomma vuoi ascoltarmi? finirai per restare sola!

Allora, per una volta, rimase ad ascoltare in silenzio. La lepre le disse che era molto triste da tempo perché anche lei aveva il diritto di parlare e dire la sua opinione.

La volpe rimase a bocca aperta, ma non si arrabbiò e Macchia era molto sollevata per questo.

Bianca capì che aveva sbagliato e cambiò.

 

Questa favola insegna che ogni bambino ha il diritto di dire la sua opinione.

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Il topo ei suoi amici

Articolo 14

 di Gemma B.

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C’era una volta una bella famiglia di topi formata da 8 membri: mamma, papà e 3 sorelle e 3 fratelli. Tra loro c’era un topo di nome Giorgio che era speciale perché amava tutte le religioni del mondo. Lui non vedeva differenze ma coglieva ciò che di più bello esiste nella diversità. I suoi genitori però non la pensavano così e gli impedivano di frequentare i topolini che non appartenevano alla sua comunità.

Un giorno Giorgio conobbe il gattino Alex e subito legò con lui. Avevano tanto in comune: la passione per la lettura, per lo sport… e persino per le caramelle! In particolare quelle gommose e al sapore di formaggio!

- Vuoi essere mio amico? - Chiese Alex un pomeriggio al suo amico.

Ma Alex era di fede diversa …

- I miei genitori non accetteranno mai la nostra amicizia. 
Non posso raccontare loro quanto ci divertiamo insieme! 
Dobbiamo vederci di nascosto. 

Aveva detto Giorgio.

 

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Anche a scuola erano presi in giro dai due cagnolini Stregatto e Lyon che non capivano realmente il significato di quell’amicizia e si divertivano ad insultarli ea far loro tanti dispetti. Una mattina Alex, stanco e arrabbiato, graffiò quei bulli che stavano tormentando il povero Giorgio. La maestra allora cercò di trovare una soluzione e proporre un progetto di gruppo: Alex e Giorgio dovevano lavorare insieme ai cagnolini.

- Cari cuccioli, il compito che vi assegno è quello di confrontare le 
vostre religioni spiegando cosa più vi piace delle altre.

Era veramente difficile che due cani, un gatto e un topo potessero andare d’accordo!

Eppure quando cominciarono a chiacchierare si resero conto che le loro differenze erano solo apparenti e che in realtà portato diventare una ricchezza. Alex scoprì che il periodo del digiuno era un momento di condivisione per i cani e tutti erano più gentili e disponibili.

 

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Stregatto e Lyon accompagnarono Giorgio ad un ritrovo di topi una domenica mattina e gli piacque molto il clima di festa che si respirava, soprattutto quando i topolini cantavano tutti insieme in coro. Giorgio invece apprezzò il rispetto per la natura tipica dei gatti che credevano che ogni animale ha sette vite e ci si può risvegliare alberi, insetti, topi ecc…

 

Questa favola insegna che ogni bambino ha libertà di pensiero, di coscienza e di religione.

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IL LUPO ROCK

Articolo 15

di Alecksandar M.

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C’ERA UNA VOLTA UN LUPO DI NOME ROCK CHE ERA MOLTO TRISTE PERCHE ‘ERA

SOLO QUINDI DECISE DI ANDARE ALLA RICERCA DI UN AMICO.

CERCO ‘IN VARI LUOGHI: NELLA FORESTA E NEL FIUME AZZURO, TRA LE MONTAGNE E IN COLLINA… MA NON TROVO’ NESSUNO.

UN GIORNO ANDO ‘A BERE NEL FIUME E VIDE DEI PESCIOLINI MA SI SPAVENTARONO. COSI ‘ANDO’ A CERCARE NELLA VALLE DEI LEONI E TROVO ‘TRE LEONI CHE NON VOLEVANO ESSERE SUOI ​​AMICI ANZI, LO VOLEVANO ATTACARE E ROCK FUGGI’.

ARRIVO ‘SUL CIGLIO DI UN BURRONE DOVE FU ACCERCHIATO E IL LUPO CADDE MA UNA SCIMMIA DI NOME MIKE LO SALVO’.

LA SCIMMIA PASSAVA DI LI ‘PER RACCOGLIERE BANANE E SI IMPIETOSI’, QUINDI LO PORTO ‘NELLA SUA TANA E DIVENTARONO PER SEMPRE AMICI.

QUESTA FAVOLA INSEGNA CHE OGNI BAMBINO HA IL DIRITTO DI INCONTRARE ALTRE PERSONE E DI FARE AMICIZIA.

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L’ORSETTO LUIGI E IL BOSCO DEI 100 ACRI

Articolo 17

di Irene R.

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C’era una volta un piccolo orsetto di nome Luigi che viveva insieme alla sua famigliola: mamma, papà, il fratellino e la sorellina.

Luigi amava molto giocare a calcio e infatti era bravissimo: si allenava per ore e ore senza mai fermarsi e se aveva un impegno molto importante lui rifiutava e preferiva giocare a calcio.

Insomma tutti avevano capito qual era la sua passione.

Un giorno tutta la sua famiglia ricevette un bigliettino con scritto:

Vostro figlio è stato selezionato per giocare a calcio.

Il suo allenatore lo considera un talento.

Vi aspettiamo nel Bosco dei 100 acri lunedì alle ore 10:00

I suoi genitori rimasero sorpresi per la bella notizia, ma erano anche molto preoccupati perché quel bosco era infestato da pericolosi banditi! Per questo decisero di lasciar perdere e di non dir niente. E per essere sicuri che questa storia non venisse fuori, nascosero il bigliettino in un cassetto del comodino del papà.

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Un pomeriggio mentre Luigi stava giocando un pallone per sbaglio la palla entrò in casa, allora la rincorse fino nella camera dei suoi genitori …. E il piccolo orsetto notò aprirlo per scoprire che cosa ci fosse dentro; quando vide il biglietto esclamò:

- Wow che bello ....... ma perché i miei genitori non mi hanno detto 
niente?

Allora andò dritto dritto dalla sua famiglia!

- Che cosa sei andato a fare in camera nostra? - lo rimproverò la 
mamma.

E il piccolo orsetto un po ‘confuso e triste si preparò la valigia per partire ugualmente.

Quando i suoi genitori lo videro aprire la porta per uscire dissero:

- Che cosa stai facendo?

- Ho deciso di accettare quell'invito e voi non potete fermarmi! 
avete sbagliato a non dirmi niente.

I genitori del piccolo orsetto capirono che per proteggere i cuccioli dai malintenzionati, non bisogna mai nascondere niente e che occorre star loro vicini e aiutarli a capire anche le cose brutte.

Questa favola insegna che ogni bambino ha il diritto di ricevere le giuste informazioni, necessarie per capire le cose che succedono attorno a lui.

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Il castoro Casto e la guerra

Articolo 22

di Alessandro A.

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Era una fredda giornata di autunno e il piccolo castoro Casto si stava divertendo a fare pupazzi di neve in giro per la sua città. A un certo punto però arrivò la guerra e cominciò a vedere bombe ea sentire spari.

Il castoro Casto alla velocità della luce insieme a sua mamma, andò in un altro villaggio il più distante possibile, dove trovarono qualcuno disposto ad aiutarli ma solo per un paio di giorni perchè in questo luogo la gente non era molto ospitale.

Così scapparono ancora più lontano, in un’altra città, dove la famiglia di castoro Casto venne accolta dai cittadini che gli chiesero perchè erano in fuga dal loro paese.

- Stiamo scappando dalla guerra - Rispose la mamma di castoro Casto - 
e non abbiamo trovato nessuno che ci aiuti o che ci voglia. 
Mio figlio è senza amici e ha lasciato i suoi affetti il ​​giorno in 
cui siamo partiti.

- Vi aiuteremo noi - disse loro il sindaco della città.

Fu così che gli fu data una casa tutta loro e castoro Casto si fece tanti nuovi amici frequentando la scuola della nuova città.

 

Questa favola insegna che se sei un rifugiato, cioè se devi lasciare la tua nazione perchè viverci sarebbe pericoloso per te, hai il diritto di essere protetto e aiutato in modo speciale.

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LA FUGA DI ROSSO

Articolo 19

di Danilo S.

 

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Un pomeriggio un piccolo passerotto di nome Red volava nel bosco con il suo papà pettirosso quando improvvisamente vide un cagnolino senza padrone.

Red chiese al papà di portarlo al loro albero: all’interno del tronco il cucciolo avrebbe potuto trovare un riparo.

Il papà disse: “sì, piccolo mio”.

“Grazie papà!”

Trascorsero tre anni da quel giorno ma nel frattempo il pettirosso era molto cambiato. Alcuni cacciatori avevano ucciso la signora pettirosso e per la tristezza lui era diventato triste e sempre arrabbiato.

Il passerotto ormai era cresciuto e per fortuna il cane era sempre rimasto con lui a fargli compagnia.

Un giorno, stanco di essere ignorato o peggio insultato da quell’uccello che ormai non era più il papà buono e tenero di una volta, Red prese la decisione di spiccare il volo seguito a distanza dal suo cane.

Da quel giorno il passerotto visse felice e il suo cane non lo abbandonò mai.

 

Questa favola insegna che nessuno dovrebbe fare del maschio in nessun modo ad un bambino e che gli adulti dovrebbero garantire di proteggerlo da abusi, violenze o negligenze. Nemmeno i genitori hanno il diritto di fare del maschio ai propri figli.

 

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FLIK E FLOK

Articolo 23

di Francesca L.

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C’era una volta un pesce di nome Flik che aveva un fratello che si chiamava Flok.

Flik e Flok frequentavano la 3 ^ A della scuola primaria del mar Mayrin.

Un giorno durante l’ora di educazione fisica, fecero un percorso ad ostacoli ma Flik si schiantò contro un corallo appuntito e venne portato al Fish Hospital.

- Mio piccolo Flik, ​​abbiamo dovuto ingessarti la coda e per due mesi 
dovremo stare a riposo.- gli disse il dottore.

Alla seguente visita il dottore scoprì che tutto il tempo di riposo era stato inutile: la coda purtroppo era irrecuperabile.

Flik si mise a piangere e continuò nei giorni a essere triste ea pensare che nulla sarebbe più stato come prima.

- Non mi vorrà più nessuno e nessuno vorrà giocare ancora con me!

Flok andò a parlare con lui per aiutarlo:

- Ciao Flik, ​​come stai?

- Sono molto triste e penso che non tornerò a scuola.

- Tu sei sempre il pesce intelligente di una volta, quindi domani 
andremo a scuola insieme!
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Flik si fece coraggio: con una conchiglia mobile tornò a scuola e cercò di impegnarsi aiutato negli spostamenti con il sostegno di una maestra speciale.

I suoi amici pesci lo aspettavano da tempo e Flik si rese conto che niente era cambiato, anzi… tutti erano invidiosi della sua conchiglia che sembrava un trono e gli gridavano in coro:

- Possiamo farci un giro? Per favore?

- Flik, ​​ci fai vedere quanto va veloce?

- Mi passi a prendere per andare a scuola?

Flik era felice che lo consideravano l’amico di sempre e ringraziò il fratello che aveva creduto in lui.

 

Questa favola insegna che tutti i bambini hanno il diritto di avere cure, istruzioni speciali e amici che gli vogliono bene.

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Non andare a scuola!

Articolo 28

di Martina C.

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C’era una volta un cagnolino di nome Simba che desiderava avere una vita normale, proprio come quella dei suoi amici, ma con una mamma come la sua era impossibile. Simba desiderava andare a scuola e imparare cose nuove, ma la sua mamma non glielo permetteva.

- La scuola è inutile! - Diceva.

E Simba, triste e arrabbiato, andava in camera sua. Allora tornò alla carica e chiese di nuovo alla mamma di farlo andare a scuola.

- Mamma, vorrei tanto andare a scuola per imparare ed avere tanti nuovi 
amici! -

- Ma smettila! Studiare? Imparare? E che senso ha? E poi di amici ne 
hai già tanti! Accontentati un po '! - rispose la mamma con aria 
seccata

Ma quel giorno Simba andò nella camera sua e cercò qualcosa di simile ad uno zainetto per la scuola. Cercando cercando trovò una sacca che gli assomigliava molto.

- Mamma, sto uscendo con i miei amici e vorremmo prendere un gelato, 
mi daresti qualche soldino per favore?

- Ok! - rispose lei.
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Gli diede i soldi e Simba uscì dalla porta di casa. Arrivò alla libreria della città e comprò molti libri di scuola. Tornato a casa, la mamma vide la sacca piena e gli disse:

- Ciao Simba! Sei tornato finalmente! Ma la tua sacca è piena o 
sbaglio?

- No mamma ti sbagli! La mia sacca è vuota!

- Mmm .... fammi un po 'vedere! - Disse allora la mamma.

Simba non aveva altra scelta. La mamma svuotò la sacca e ne uscirono dei libri scolastici; inutile dire che si arrabbiò tantissimo con Simba per averla presa in giro ma di fronte a tanta perseveranza non potè che accettare la richiesta di suo figlio e da quel giorno Simba cominciò ad andare a scuola.

 

Questa favola insegna che tutti i bambini hanno il diritto di imparare senza fare differenze.

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Il pinguino e la cicogna

Articolo 29

di Matteo R.

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Questa favola è ambientata in Patagonia un posto meraviglioso con tanti animali, tra cui il pinguino Gino e la cicogna Matilde. Questi due animali frequentavano la stessa scuola.

Il pinguino Gino era bravissimo, prendeva sempre bei voti, lui aveva grandi doti mentali e fisiche: sapeva scivolare e giocare a pallavolo, rispettava sempre i diritti degli altri e proteggeva l’ambiente.

La cicogna Matilde, al contrario del pinguino Gino, andava male a scuola, prendeva sempre brutti voti, non era brava negli sport, non rispettava i diritti degli altri e non le importava di salvaguardare la natura.

- Ciao Matilde, come stai? Perché non ti impegni di più per migliorare 
una scuola e rispettare i diritti degli altri? - Chiese il pinguino.

- Assolutamente no! Io vado bene così, punto e basta! - rispose la 
cicogna a Gino che sconsolato tornò in classe.
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Passarono così tanti mesi e la cicogna si sentiva sempre più sola

- Perché non ho amici? Forse perché non rispetto le regole? - 
si chiese.

Matilde allora cercò il pinguino.

- Che cosa vuoi da me? - Chiese il pinguino sospetto.

- Ti prego, ho bisogno d'aiuto per ritrovare i miei amici. 
Mi impegnerò e imparerò a rispettare gli altri.

Da quel giorno la cicogna migliorò una scuola, proteggeva gli altri diritti e il migliorò negli sport. Matilde poi ebbe così tanti amici che faticava a ricordare il nome di tutti.

 

Questa favola insegna che ogni bambino ha il diritto di essere rispettato e di rispettare gli altri e tutto ciò che ci circonda.

 

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Il primo gioco di Simba

Articolo 31

di Jacopo M.

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C’era una volta un leone di nome Balù che aveva un cucciolo di nome Simba.

Vivevano nella foresta in una casa di mattoni rossi.

Il cucciolo Simba non doveva andare a scuola, ma ogni giorno doveva anche aiutare il suo papà a lavorare, perché non avevano abbastanza cibo e provviste.

Un giorno, vicino alla casa dei leoni, passò il cane poliziotto Bob che, vedendo Simba stanco e triste, lo portò al parco giochi.

Quando arrivarono il cucciolo iniziò a piangere e disse: “Ma cosa bisogna fare qui? Io non ci sono mai stato e non conosco nessuno! “.

Il cane poliziotto stupito disse a Simba che quello era un posto in cui giocare e divertirsi con altri cuccioli e gli presentò Fuffi il cucciolo di gatto, Ginga la piccola tigre, i fratellini orsi Titti e Poppi ed il suo cucciolo, il cagnolino Casper.

 

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Dopo Bob andò a parlare con il leone Balù e gli spiegò che tutti i cuccioli hanno il diritto di giocare e di passare del tempo insieme ad altri cuccioli, per divertirsi.

Balù capì l’errore che aveva fatto e comprò un pallone, che mise sul letto di Simba.

Appena Simba entrò nella sua stanza e vide il pallone restò stupito e senza parole. Allora Balù lo abbracciò e gli disse:

- Scusami per non essere stato un bravo padre fino ad oggi, ma spero 
di migliorare. Questo pallone sarà il primo di tanti giochi che 
farai con i tuoi amici o che faremo insieme, perché è un tuo diritto 
giocare!

- Grazie papà! Ti voglio tanto bene e non dimenticherò mai quello che 
hai fatto per me.

 

Questa favola insegna che ogni bambino ha il diritto di giocare.

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Dobby e la pillola magica

Articolo 33

di Francesco M.

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C’era una volta un cane che viveva in un bellissimo villaggio, pieno di case colorate e di immensi parchi dove passeggiare. Purtroppo però quei parchi erano frequentati anche da lupi minacciosi che facevano davvero spavento!

Il nostro amico, che tutti chiamavano Dobby, amava fare lunghe corse e un pomeriggio chiese alla sua mamma il permesso di andare a fare un giro in centro.

Mentre se ne stava tranquillo e pensava ai fatti suoi, gli si avvicinarono tre lupi che gli dissero:

- Ehi tu, ti abbiamo già visto da queste parti. Ti piace tenerti in 
forma e correre per la città… ma perchè non provi questa pillola 
magica che ti renderà ancora più forte senza fare troppi fatti?

Il cane non voleva accettare perchè la mamma lo aveva messo in guardia dai tipi loschi come quelli ma lui, dopo qualche indecisione, accettò per non fare la figura del cucciolo pauroso.

Tornato a casa tutto frastornato e spaesato, non riuscì a tenersi in piedi e svenne.

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- Presto, correte! - disse la mamma preoccupata quando chiamò 
l'ambulanza che per fortuna arrivò subito.

- Che succede signora? dov'è il paziente?

- È in camera sua disteso per terra. Non riesco a capire cosa gli sia 
accaduto, stava bene prime!

- Infermiere, com'è il battito? controlli le pupille e misuri la 
pressione!

La mamma di Dobby, che non si dava una ragione di quanto fosse accaduto, si guardò intorno e scorse una scatolina sotto il cuscino che prima non aveva mai visto.

- Ecco cosa gli ha fatto male, subito in ospedale! - urlò il medico 
dell'ambulanza.

Giunti in ospedale per poco non morì ma riuscirono a salvarlo.

Una volta a casa, la mamma spiegò a Dobby che la droga fa male e che è inutile cercare delle scorciatoie per sentirsi più forti o più bravi. Solo la costanza e l’impegno aiutano a realizzare i nostri sogni!

 

Questa favola insegna che ogni bambino ha il diritto di essere protetto dalle droghe illegali.

 

 

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Emily e il lupo cattivo

Articolo 35

di Giorgia G.

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 C’era una volta la famiglia Gatti: mamma gatto Camilla, papà gatto Antonio, il gattino Marco e la cucciola Emily.

Un giorno Emily sparì da scuola.

Dopo qualche mese Marco compì diciassette anni.

- Esprimi un desiderio! - gli disse la madre.

- Vorrei ritrovare la mia sorellina.

Da tempo la polizia era sulle tracce di un lupo cattivo che amava la compagnia dei cuccioli perché nessuno voleva giocare con lui.

Finalmente una mattina bussarono alla porta della famiglia dei gatti.

- Abbiamo buone notizie! Ieri sera, dopo settimane di pedinamenti, 
finalmente abbiamo trovato il nascondiglio del lupo cattivo dove 
erano tenuti prigionieri cento cuccioli impauriti! Il lupo li 
costringeva a cantare, ballare e far festa con lui. In mezzo a questi 
cuccioli c'era anche Emily! - annunciò la poliziotta.

                                            

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- Sì, mia sorella è tornata! - esclamò Marco.

- Tua sorella è stata rapita, ma non temere, i lupi cattivi finiscono 
sempre in prigione!

E così avvenne: Emily tornò a casa e da quel giorno la famiglia Gatti non si separò mai più!

 

Questa favola insegna che nessuno grande ha il diritto di fare del maschio ai bambini.

 

                                               

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INDICE
Articolo 2
Siamo tutti uguali  di Ana J.
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Articolo 6
Il gabbiano e il pesce  di Francesca G.
https://voca.ro/17yqWoUFXJVF
Articolo 7
Il Panda senza nome  di  Iasmina D.
https://voca.ro/1aOteoSBBEzE
Articolo 9
Rocky ei suoi genitori  di  Milica T.
https://voca.ro/1abz2Ed0VJDD
Articolo 10
Il Diritto di stare insieme  di  Davide P.
https://voca.ro/1dwRq2TRQ58U
Articolo 11
Non sarai mai solo  di Ginevra R.
https://voca.ro/18Nivj0d2bNv

 

 

 

 
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Articolo 14
Il topo ei suoi amici  di Gemma B.
https://voca.ro/1mfkSKU0YDh2 
Articolo 15
Il lupo Rock  d i Alecksandar M.
 https://voca.ro/17z86hZ8XrOe
Articolo 17 
L’orsetto Luigi e il bosco dei 100 acri di Irene R. 
https://voca.ro/18usuBo1y5xP
Articolo 19
La fuga di Rosso  di Danilo S.
https://voca.ro/1iA91Er3rMbE
Articolo 22
Il castoro Casto e la guerra  di Alessandro A.
https://voca.ro/1vgZzekRr8o6
Articolo 23
FLIK E FLOK  di Francesca L.
https://voca.ro/12yT58awoE4Y
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Articolo 28
Non andare a scuola! di Martina C.
https://voca.ro/158sS9XODW43
Articolo 29
Il pinguino e la cicogna  di Matteo R.
https://voca.ro/1l2A0dQ7zcTk
Articolo 31
Il primo gioco di Simba  di Jacopo M.
https://voca.ro/1acSFcdZEsU8
Articolo 33
Dobby e la pillola magica di Francesco M.
https://voca.ro/12sADpTiN0jM
Articolo 35
Emily e il lupo cattivo  di Giorgia G.
https://voca.ro/1g1Bc8kzjs5a
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