la bicicletta abbandonata

A Pier, nel giorno del suo compleanno, mamma e papà regalarono una bicicletta rossa come il fuoco. Gli piacque moltissimo e per alcuni giorni andò continuamente in giro, avanti e indietro per la città, perché voleva che tutti i suoi amici la vedessero. Ma dopo un po si stancò della sua bella bicicletta rossa, voleva un nuovo gioco e così, tornando a casa da scuola, quando un piccolo chiodino arrugginito e storto bucò una ruota della sua bicicletta, si arrabbiò tanto e decise di buttarla in un fosso, così avrebbe potuto chiedere ed avere da mamma e papà un nuovo giocattolo.

Il giorno dopo da quella strada passò un bambino tutto rosso, dai capelli ai piedi. Vide la biciclettina abbandonata nel fosso e si fermò a guardarla bene. 

Anche lui aveva una bicicletta ma non la usava più perché aveva perso il sellino e così decise di prendere il sellino nuovo della bicicletta rossa e di portarlo a casa.

Il giorno dopo passò da quella strada una bambina tutta azzurra, dai capelli ai piedi. Vide la bicicletta nel fosso e dopo averla guardata bene, pensò che poteva prendersi il manubrio della bicicletta rossa perché quello della sua era arrugginito e rovinato. Così se lo portò a casa.

Il terzo giorno passò un bambino tutto verde, dai capelli ai piedi. Vide che nel fosso c’era una bicicletta rossa abbandonata, senza sellino e senza manubrio.

Vide però che una ruota era ancora intera, così se la prese, la portò a casa e la mise alla sua bicicletta alla quale mancava appunto una ruota.

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Il quarto giorno, ecco passare una bambina tutta gialla, dai capelli ai piedi. Era triste perché i pedali della sua bicicletta erano rotti e non poteva più usarla. Vide la bicicletta nel fosso senza sellino, manubrio e una ruota ma notò che i pedali erano quasi nuovi, così decise di prenderli e portarli a casa. Li diede alla mamma che li mise al posto di quelli rotti e così la sua bicicletta tornò come nuova. Qualche giorno dopo passò da quella stradina un bambino tutto viola, dai capelli ai piedi. Vide la bicicletta nel fosso e si accorse subito del campanello luccicante e bellissimo. Alla sua bicicletta mancava proprio un campanello dal suono limpido e musicale, così lo prese e lo portò a casa.

Alcuni giorni dopo, infine, passò un signore che si chiamava Enrico. Enrico amava le biciclette, per lui erano tutte come un amico speciale, a cui voler bene e di cui prendersi cura. Enrico aveva una grande passione: nella sua strana officina, piena di pezzi di ricambio accatastati sul pavimento ed appesi alle pareti, riparava le vecchie biciclette che le persone buttavano via o abbandonavano, facendole diventare come nuove per la gioia di altre persone. 

Quando Enrico vide nel fosso una bicicletta rossa che non aveva più il sellino, il manubrio, una ruota, i pedali e il campanello, la guardò con un velo di tristezza, poi decise di portarla nella sua officina.

A dire il vero, il posto dove Enrico riparava le vecchie biciclette si chiamava Ciclofficina e sembrava di essere come in una stazione, dove le bici arrivavano, venivano riparate e pulite, poi ripartivano per andare in altri luoghi vicini e lontani.

Mentre lavorava nella sua Ciclofficina ad Enrico venne un’idea: avrebbe costruito una bicicletta speciale per Babbo Natale. Una bicicletta con un grande carretto attaccato, così che si potrebbe portare i regali ai bambini e alle bambine di tutto il mondo. E fu così che da allora, ogni tanto, Babbo Natale, invece di andare per il mondo la vigilia di Natale con la sua slitta e le renne, sale sulla sua bellissima bicicletta rossa con il carretto attaccato e pedala nel cielo tra le stelle per portare i suoi regali a grandi e piccini.