Filosofiamo

by lucia dalessandro

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Filosofiamo

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Artwork: Lucia D'Alessandro

  • Joined Dec 2020
  • Published Books 1

GUGLIELMO DI OCKHAM

1280-1347 d.C.

“It is pointless to do with more what can be done with fewer”
Fonte: Summa Totius Logicae – rasoio di Ockham

Da giovane divenne frate francescano, studiò filosofia e ottenne il titolo di maestro delle arti. Poi divenne baccelliere di teologia e iniziò a insegnare all’Università, prima a Londra e poi a Oxford. Nelle sue argomentazioni (che trattassero di qualsiasi ambito), Ockham seguiva il metodo che viene ricordato ancora oggi col nome di rasoio di Ockham. Si tratta di un principio di economia secondo cui è inutile introdurre più entità di quelle che sono necessarie.

“è inutile fare con più ciò che si può fare con meno” questa è la traduzione della celebre frase del filosofo che racchiude tutto il principio. Ockham si impegnava a usare solo gli argomenti, gli elementi e i principi necessari e non introdurne in eccesso, per non complicare inutilmente le proprie argomentazioni e tesi. Si chiama così perché ha la funzione di, proprio come un rasoio, tagliare e togliere le parti in eccesso.

2

TOMMASO

1225-1274 d.C.

“Nulla è nella mente che prima non sia stato nei sensi”

Fonte: Summa Theologiae

Tommaso segue la corrente di pensiero della Scolastica, a lui si deve l’aver tradotto in chiave prettamente cristiana il pensiero aristotelico. Egli basa la sua filosofia sulla non contraddizione tra fede e ragione; La fede non si sostituisce alla ragione ma eleva quest’ultima alla certezza e alla perfezione.

Anche se non restò in vita a lungo, (morì infatti a 49 anni) Tommaso produsse un grande numero di scritti.

A lui sono attribuite 36 opere e 25 opuscoli.

Lui cerca di far concordare a fede e la ragione, soluzione che troverà attraverso l’elaborazione delle cinque vie: la prova cosmologica, la prova causale, del possibile e necessario, dei gradi di perfezione e l’ultima, che è la prova della finalità delle cose.

curiosità sulla vita:

Nel corso dei suoi studi a Parigi furono molti a battezzare Tommaso d’Aquino il “bue muto”, sia per la sua corporatura imponente (ma innocua), sia per il suo carattere taciturno. Il suo maestro Alberto Magno diceva: “Questi, che noi chiamiamo bue muto, un giorno muggirà così forte da farsi sentire nel mondo intero”.

 

3

PLOTINO

205-270 d.C.

“L’Uno non può essere una di quelle cose alle quali è anteriore: perciò non potrai chiamarlo Intelligenza. E nemmeno lo chiamerai Bene, se Bene voglia significare una tra le cose. Ma se Bene indica Colui che è prima di tutte le cose, lo si chiami pure così”

Fonte: Enneadi

Il concetto fondamentale della filosofia di Plotino è l’Uno, ovvero il principio da cui tutte le cose derivano. L’Uno è la prima realtà sussistente, è il principio del molteplice, del mondo sensibile e del mondo intellegibile, ma supera e trascende entrambi. Esso ha diverse caratteristiche, come essere infinito, senza forma, è senza tempo, spazio o quantità. Una domanda che può venire spontanea è: ma se questo Uno è così perfetto, perché allora ha generato tutte le cose esistenti? La risposta è semplice, esso è così pieno di sé, che non può fare a meno di generare da questa sovrabbondanza. Tutto ciò non perché lo voglia, ma perché non può essere diversamene.

Plotino è una figura fondamentale per la filosofia, poiché è l’esponente della scuola di pensiero del Neoplatonismo, cioè l’insieme degli elementi pitagorici, aristotelici e stoici che si uniscono al platonismo. Egli cominciò a scrivere tardi, infatti prima del 253 non abbiamo nessun resoconto scritto, in seguito scrisse dei trattati, messi in una raccolta di sei libri chiamati “Enneadi”, fonte da cui viene la famosa citazione iniziale.

 

curiosità sulla vita:

Plotino cercò di convincere l’imperatore Gallieno, il quale ammirava la sapienza del filosofo, a concedergli i fondi necessari alla ricostruzione di un accampamento abbandonato in Campania, per fondarvi una “città di filosofi” chiamata Platonopoli, in cui gli abitanti avrebbero vissuto secondo i precetti dello Stato ideale di Platone. Tuttavia, l’imperatore non diede mai il suo appoggio e il progetto di Plotino rimase irrealizzato.

4

AGOSTINO

354-430 d.C

“Tardi ti ho amato, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato. Ed ecco che tu stavi dentro di me e io ero fuori, e là ti cercavo. E io, brutto, mi avventavo sulle cose belle da te create. Eri con me e io non ero con te”

Fonte: Confessioni

Agostino si avvicina alla filosofia leggendo l’Ortensio di Cicerone che lo entusiasma per sapienza e acutezza.

Il pensiero di Sant’Agostino riguarda il problema del peccato e della grazia come unico mezzo di salvezza.

Sostenne (contro il manicheismo), la libertà dell’uomo, il carattere personale della responsabilità etica e la negatività del male. Sviluppò dal punto di vista filosofico il tema dell’interiorità, in particolare sostenendo che è nell’intimità della propria coscienza che si scopre Dio e si ritrova la certezza che fa superare il dubbio scettico.

Fra le sue opere fondamentali va anche ricordato “La città di Dio”, quadro della lotta tra il cristianesimo e il paganesimo traslata nella lotta tra la città divina e la città terrena.

 

curiosità sulla vita:

Agostino si convertì al cristianesimo solo a 32 anni. Prima di quel momento, oltre ad aderire al manicheismo, condusse una vita che può essere classificata come l’opposto della purezza. A 17 anni infatti avviò una relazione illecita con una concubina che rimase con lui per 15 anni, ebbe in seguito da lei anche un figlio, che però morì prematuramente a 16 anni.

5

ANSELMO

1033-1109 d.C.

“Ovunque siano le vere gioie del cielo, ci devono sempre essere i desideri del nostro cuore”

fonte: incerta

Per le sue capacità speculative, la profondità e la vastità della sua cultura, Anselmo fu uno dei maggiori teologi cristiani.

Nel Proslogion è presente una delle prove fondamentali: la prova ontologica. Essa è il dialogo tra il sapiens e l’insipiens, quindi il sapiente e lo stolto, i quali partendo dalla domanda “cosa si intende per Dio?” arrivano alla conclusione che non c’è nulla di maggiore, e quindi egli sia la perfezione assoluta.

Un’altra opera è il Monologion, in cui attraverso 4 prove dette cosmologiche (ma anche a posteriori) riesce a dimostrare l’esistenza di Dio.

6
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