by SOFIA RE
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UNA NOTTATA AL CFP
Era una tranquilla sera e io ed alcuni miei compagni decidiamo di restare al CFP per finire il compito che dobbiamo consegnare domani. Mancava davvero pochissimo che saremmo potuti tornare a casa, ma ad un certo punto sentiamo un rumore provenire dal piano di sotto. Tutti siamo molto spaventati e io dico: “Dai state tranquilli sarà stato il vento”. “Non può essere stato il vento Sofia e anche se fosse quello non aveva assolutamente il rumore del vento” disse Giulia spaventata. “Non sappiamo cosa sia di preciso ma per favore finiamo in fretta così ce ne andiamo via” rispose Eleonora per tranquillizzarci. Ci rimettiamo al lavoro e dopo 5 minuti sentiamo nuovamente lo stesso suono ma sta volta più vicino. “Ok ragazzi non me ne frega niente di che cosa sia e non mi interessa se non abbiamo finito il lavoro andiamocene” rispose nuovamente Giulia. “No non possiamo dobbiamo finire il lavoro prima, o preferisci prendere un brutto voto?” le chiedo io. Lei mi ha risposto quasi infuriata: “preferisci prendere un brutto voto o morire?”. “Okay ragazze tranquille, io e Sofia scendiamo a vedere chi c’è, voi intanto andate in laboratorio a prendere qualche coltello o qualsiasi cosa utile per sopravvivere e uccidere qualsiasi cosa sia quello” si intromise Samuele. “Certo e voi intanto con cosa vi difendete?” chiese Eleonora. Vediamo Samuele avvicinarsi allo zaino e prendere un coltellino, “E tu vorresti difenderti con un coltellino?” chiese Giulia, “Ragazzi che piano di merda! Vabbè muoviamoci ”. Scendemmo tutti e quattro insieme poi ci divisimo, Eleonora e Giulia andarono dritte per entrare in laboratorio mentre io e Samuele girammo per le classi: “Ce l’hai la torcia?” domandai io, “si! Ma è rimasta in classe ”rispose Samuele. Alzai gli occhi al cielo e poi esclamai: “Non sei utile a niente!”. Presi il telefono dalla tasca posteriore e accesi la torcia.
Iniziammo a camminare di nuovo quando vedemmo delle strisce di sangue che ogni volta che ci avvicinammo di più si facevano più grandi. Poco dopo sentimmo un urlo provenire dal laboratorio, corremmo in quella direzione e vedemmo Eleonora e Giulia traumatizzate, ci avvicinammo e trovammo il corpo del prof Acierno. Giulia disse: “Sei sicura di voler restare ancora a scuola Sofia?”, “Okay chiamiamo la polizia” rispose Eleonora in seguito. Stavo per digitare il numero quando Samuele mi tocca la spalla, mi girai e vidi una mano con degli artigli e un’ombra che scomparve andando dall’altra parte della scuola. Restai li in mobile a fissare la porta per circa 5 minuti quando Giulia mi prese il telefono: “Dammi qua! Se aspetto i tuoi comodi, muoriamo prima. “
Nel mentre che aspettavamo la polizia cercavamo di bloccare la porta così restare più al sicuro possibile. “Raga la prossima volta venite a casa mia a fare i compiti” disse Eleonora per sdrammatizzare un po ‘la situazione. “Si se ci sarà una prossima volta” esclamò Samuele. Io mi girai verso di lui e lo guardai come se lo volessi uccidere poi gli dissi: “Giuro che ti uccido io se ne usciamo vivi.” Poco dopo sentimmo un rumore provenire dal soffitto, decidemmo di scappare. Togliemmo più in fretta possibile tutte le cose messe precedentemente davanti alla porta e corremmo verso lo sgabuzzino. Sentimmo quella cosa sempre più vicina e da un piccolo spiffero vedemmo quell’animale o quella persona passare davanti alla porta dello sgabuzzino. Domandai impaurita: “Che cosa è quella roba?”, “Non lo so ma di sicuro niente di umano” rispose Eleonora. “Raga fate silenzio” disse Giulia, in lontananza sentimmo dei passi, tanti passi e poi sentimmo bussare alla porta. “C’è qualcuno?” domandò l’uomo. Capimmo che era la polizia, così decidemmo di uscire da lì. “State bene ragazzi?” domandò il poliziotto A. Vitiello “Si grazie!” risposi io. “Siete soli o c’è anche qualcun altro?” domandò nuovamente, “No c’è anche il cadavere del nostro professore” disse Samuele. Vidi il poliziotto chiama l’ambulanza che dopo 5 minuti era già qui. Si avvicinò una donna di mezza statura vicino a noi e ci chiese: “state tutti bene?”, Noi si dottoressa Attubato “rispose Eleonora,” Dove si trova il cadavere? ” domandò lei, “Nel laboratorio di pasticceria” risposi io infine. “Ragazzi per favore uscite” esclamò il poliziotto. Ci portarono fuori dove c’era la pattuglia e poco dopo vidimmo il cadavere del prof uscire.
Dopo aver girato per la scuola, i poliziotti uscirono dalla porta principale con un artiglio in mano. “Sapete di che cosa si tratta?” domandai io con pieno interesse, “Non ne siamo sicuri ma crediamo sia un lupo” rispose il poliziotto Vitiello, poi vedemmo avvicinarsi la dottoressa Attubato e prendere quell’artiglio dalla mano del poliziotto “Questo non è un artiglio di un lupo, ma di un lupo mannaro ”. Fu così che nei giorni successivi i poliziotti cercarono in tutti i modi di catturare quella creatura, sorvegliando la scuola e restando svegli notte e giorno.
Published: Dec 15, 2020
Latest Revision: Dec 15, 2020
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