Tra i fiumi Alessi e Ghetterello, in un’area collinare in prossimità della costa ionica catanzarese, sorge un borgo chiamato Squillace, dalle origini nobili e antiche. La leggenda narra che Ulisse, di ritorno a Itaca dopo la guerra di Troia, approdò in questo tratto di litorale a causa di una tempesta, e fondò Skyllation. La cittadina greca, attiva e potente dal punto di vista commerciale, nel 123 a.C. passò sotto la dominazione romana, e prese il nome di Scolacium. Il Parco Archeologico ad essa dedicata oggi consente di ammirare le rovine e la sua antica conformazione urbanistica, ricca di elementi tipici delle colonie capitoline.
A 15 km dal sito, a 344 metri sul livello del mare, si trova l’attuale borgo di Squillace, che offre una vista mozzafiato sull’omonimo golfo. Tra i caratteristici vicoli, stretti e ripidi e i portali in pietra lavorata, si susseguono le piccole abitazioni dai colori tenui e i grandi centri della vita religiosa, come la Chiesa Gotica o la Cattedrale. A dominare la cittadina dall’alto, il Castello di origine normanna, risalente al 1044 circa. La fortezza venne costruita nel periodo più florido per il borgo dal punto di vista economico, politico ed amministrativo e testimonia il ruolo strategico e difensivo che assunse nel corso dei secoli.
LA BASILICA nel parco archeologico di Scolacium (Roccelletta di Borgia)
Nel parco è il primo rudere che viene ad incontrarsi, un tempo di edificazione ed uso laico, poi religioso, in parte distrutta, ma una delle più grandi Cattedrali costruite dai Normanni in Calabria in stile romanico con influenze bizantine.
Costruita per volontà dei Normanni, nel corso del XII secolo e probabilmente mai portata a compimento, nel tempo servì come fortificazione, tanto che ancora oggi viene indicato come “il castello”. Possedeva una grande navata coperta di capriate in legno e con 5 finestre laterali. Crollata dopo il terremoto del 1783, rimasero innalzate solo le maestose pareti.
Per approfondimenti:
https://www.romanoimpero.com/2019/07/scolacium-calabria.html
SANTA MARIA DELLA PIETÀ
Il piccolo edificio dedicato a S. Maria della Pietà ed anche noto come “Chiesetta gotica”, si trova non lontano dalla Basilica Minore e da palazzo Assanti-Palmisani, nei pressi di via dell’Antico Senato. Consacrato ad edificio di culto solo dal 1853 per volere del vescovo Concezio Pasquini, è possibile risalire all’originaria costruzione dell’edificio al XIII secolo.
Si tratta di un’aula a pianta quadrangolare, suddivisa in quattro campate da un pilastro centrale piuttosto massiccio. Le campate sono coperte con volte a crociera costolonate con conci squadrati di calcare. Le chiavi delle quattro volte sono decorate con motivi geometrici e floreali. La porta originaria, che costituisce ancora oggi l’accesso principale, apre sul lato est ed è esaltata da un portale a sesto acuto in conci di calcare bianco.
LA CATTEDRALE
Squillace è stato un importantissimo centro ecclesiastico, una tra le prime diocesi in Calabria di rito greco. Secondo antichi documenti, prima del terremoto del 1793, a Squillace si contano ben 28 chiese, tre conventi maschili e quattro femminili. Tra gli edifici religiosi spicca la Cattedrale di Santa Maria Assunta, principale luogo di culto di Squillace e concattedrale dell’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace. Primo edificio di culto latino costruito nel borgo di Squillace, venne eretto nel 1096 per volere del conte normanno Ruggiero I d’Altavilla subito dopo la conquista della città. L’attuale Cattedrale è stata edificata invece dopo il terremoto del 1783 e dal 2015 si fregia del titolo di Basilica minore, conferito dal Papa alle chiese dotate di particolare importanza storica.
L’originale struttura, di stile romanico-normanno, fu costruita con impiego di pietra da taglio e mattoni ed ottima malta di calce, analogamente alle abbazie di Sant’Eufemia, e soprattutto alle cattedrali di Gerace e Mileto.
La facciata odierna in pietra da taglio di ispirazione romanica si presenta con un corpo centrale leggermente avanzato rispetto a quelli laterali.
La Cattedrale è formata da tre navate divise da pilastri ed al suo interno si segnalano un fonte battesimale del XVI secolo, il monumento sepolcrale al vescovo Capece Galeota, vissuto tra il XV ed il XVI secolo, e una tela settecentesca di Domenico Basile. Una delle cappelle interne all’edificio sacro è dedicata a Sant’Agazio Martire, decapitato a Costantinopoli e patrono di Squillace.
La Cattedrale conserva anche le reliquie del martire Sant’Agazio, centurione romano della Cappadocia, decapitato sotto Diocleziano a Costantinopoli nel 311 d.C. e patrono della città di Squillace e della Diocesi. Il suo culto è giunto a Squillace assieme alle reliquie che, secondo la leggenda, furono trasportate dalle onde del mare.
Guarda il seguente video per andare alla scoperta della Cattedrale.
https://www.youtube.com/watch?v=MP7xTxdJyeo&feature=youtu.be
La ceramica artistica
La storia della ceramica squillacese è intimamente legata alla fondazione della città ad opera dei colonizzatori greci nel periodo della Magna Grecia. Furono proprio questi a portare nella cittadina l’arte che, secondo alcuni autori, trarrebbe origine dei famosi ceramisti di Samo. La ceramica, dunque, rappresenta un simbolo tangibile della cultura e della civiltà che sempre hanno accompagnato la storia di Squillace, dai greci fino ai giorni nostri. Già Magno Aurelio Cassiodoro, il più illustre cittadino squillacese, primo ministro di Teodorico dei Goti, ebbe particolare attenzione per quest’arte che riteneva un servizio di pubblica utilità difendendone interessi e diritti.
Di seguito alcune immagini di botteghe che potete trovare a Squillace
Di seguito troverete alcuni video:
– il maestro Panaia che spiega la tecnica dell’ingobbio e proprietario, insieme alla moglie, della Bottega di ceramica “Il Tornio”.
https://www.youtube.com/watch?v=N9q8_w2BSvw
– una visuale dall’alto del Castello
https://www.youtube.com/watch?v=_7hqB92j8wY
– una ricostruzione 3d del Castello
https://www.youtube.com/watch?v=domkjglO4Q8
Siamo partiti proprio dall’immagine di uno dei meravigliosi lavori della bottega “Il Tornio”, per creare opere altrettanto belle, quelle dei ragazzi delle classi seconde dei corsi D, E e G.
Published: Dec 4, 2020
Latest Revision: Dec 4, 2020
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