SKEGGIA: UN EROE DISTRATTO
SCRITTO DALLA CLASSE 4C
SCUOLA PRIMARIA RENAZZO FE
Enrico detto Scheggia, non ha mai amato fare le cose per bene e con calma, è infatti un tipo molto frettoloso, va sempre di corsa. È anche distratto come un furetto, infatti spesso va a scuola con i calzini spaiati e le scarpe al contrario rischiando di cadere per la classe come già successe.
Enrico è anche curioso come un gatto e furbo come una volpe; durante le verifiche quel furbone sbircia con la coda dell’occhio dalla sua vicina e tiene il libro aperto sotto il banco senza farsi mai scoprire.
E’ anche coraggioso come un leone , infatti quando la maestra lo interroga non si scoraggia mai, anche le volte che ha studiato poco affronta ogni difficoltà senza paura!!
Come quella volta che la maestra lo interrogò in storia sulla Seconda Guerra Mondiale, ma nonostante non avesse studiato bene, si aiutò ricordandosi le storie che la nonna gli raccontava sempre da piccolo.
Tutti i bambini della scuola lo cercano sempre per stare in sua compagnia, perché risulta un bambino allegro come un fringuello che mette allegria e felicità a chi gli sta accanto:
durante la ricreazione coinvolge sempre bambini, bidelle e maestre a giocare tutti assieme nel giardino della scuola e a cantare a squarciagola!!
I suoi amici lo adorano perché è divertente e aiuta un amico in difficoltà.
Enrico vive in un appartamento non molto grande, con due sorelle più grandi e un fratello più piccolo con il quale condivide la stanza . Oltre alla camera c’è anche un piccolo salotto, un bagno e una cucina molto accogliente. Gli ambienti sono molto puliti e ordinati. Tutto il contrario della camera di Enrico. In quella stanza il caos regna sovrano! C’è un tale disordine che nessuno se lo potrebbe mai immaginare.
Ci sono i vestiti sporchi sopra al letto, i libri di scuola sparsi per la camera, i giochi sotto il letto e sul pavimento e le merendine sgranocchiate ma non finite. E’ talmente disordinato che non trova mai le sue cose, scarpe e vestiti per andare a scuola e in palestra spariscono appena toccano il pavimento
A volte si dimenticava di preparare gli abiti scolastici per il giorno successivo e quando si alza si affretta a cercare qualcosa da indossare. Quando torna a casa da scuola, butta lo zaino sul pavimento. Sua madre e le sue sorelle gli dicono sempre di non farlo, ma lui non ascolta e molte volte lo sgridano per questo comportamento.
Enrico vive al terzo piano e per giocare deve scendere in cortile con i suoi amici. Nella maggior parte dei casi Skeggia non usa l’ascensore, infatti siccome non ha tempo di aspettare l’ascensore preferisce correre giù per le scale senza esitazione.
Quando finisce di giocare con i suoi amici, va in camera sua, si sdraia sul letto con i suoi vestiti sporchi , si rilassa un po’ poi fa una doccia e inizia a fare i compiti.
A volte occorre mezz’ora per trovare libri e quaderni tanta è la confusione nella sua camera.
Come dicevamo Enrico ha due sorelle maggiori: Chiara e Francesca, il fratellino più piccolo si chiama Riccardo poi in famiglia c’è il loro fedele cagnolino Zoe.
Chiara è una ragazza di 14 anni e frequenta la 1° superiore, le piace praticare sport .Ha i capelli castani, lunghi e lisci.
Francesca ha 16 anni e frequenta la classe 3° superiore, Francesca ha i capelli biondi, corti e ondulati.
Riccardo ha 5 anni, ha i capelli corti e castani e va all’asilo, preferisce giocare con i suoi amici con le macchinine e i Lego. Zoe è un cane molto fedele e non morde mai, insieme a lui i quattro fratelli non si annoiano neanche un po’.
Enrico ama molto a fare scherzi alle sue sorelle.
Volete sapere cosa ha fatto una notte mentre Chiara e Francesca dormivano nei loro letti?
Ha chiesto con il papà se poteva staccare la corrente, ha fatto cadere un grosso tegame a terra, così tutti si sono svegliati ma quando hanno acceso la luce non andava e loro pensavano di essere diventate cieche, perché nel frattempo la mamma, il papà e il piccolo continuavano a parlare come se fosse tutto normale.
Le sorelle iniziarono a piangere preoccupate perchè pensavano di aver perso la vista e loro facevano finta di non capire, poi papà ha riattaccato la corrente e tutti sono scoppiati a ridere.
Le sorelle Chiara e Francesca volevano molto bene al fratello ma cercavano di evitarlo quasi sempre perchè avevano paura che Enrico facesse a loro scherzi molto brutti come quello appena raccontato. Le sorelle avevano anche provato a vendicarsi con altri scherzi ma Enrico non ci cascava mai ribattendo agli scherzi due volte tanto. A fare gli scherzi Enrico era molto veloce, anche per questo era soprannominato Skeggia.
Enrico aveva sempre le stesse abitudini tutte le mattine:
si alzava, faceva colazione, si lavava la faccia e usciva di casa per prendere l’autobus che passava dopo circa 2 minuti ma proprio la mattina del giorno di ripasso di grammatica perse l’autobus e gli toccò andare a scuola a piedi.
Skeggia camminava a passi svelti e frettolosi,
per raggiungere il prima possibile la scuola.
Enrico, mentre camminava, stava pensando che se fosse
arrivato a scuola tardi la professoressa Petolicchio
lo avrebbe sgridato.
Poi penso’ agli amici e come avrebbe trascorso il pomeriggio con loro.
Skeggia incontrò un ostacolo ed era il semaforo. Per di più rosso. Accipicchia, dovette aspettare sei minuti , prima di proseguire
e arrivò a scuola appena in tempo. Così tirò un sospiro
di sollievo.
La sua scuola era molto grande, prima di arrivare alla sua classe, la 4’C, doveva percorrere un luuuuunghiiissimo corridoio, ad Enrico piaceva quel corridoio ; c’erano grandi armadi alle pareti con dentro dei microscopi e vetrini di ogni tipo, disegni strani, il corpo umano diviso a pezzetti e componibile , bilance e fornellini e vasetti, insomma un mondo da scoprire.
Di solito Skeggia percorreva il corridoio molto lentamente ma quella mattina non poté permettersi quel lusso perché la signora Petronicchio non sopportava i ritardatari
Arrivato in classe, si mise a sedere al suo posti, poi la maestra salutò la classe: “Buongiorno ragazzi, andate a pagina 229 del libro e fate gli esercizi di grammatica”.
-Questi sono esercizi di ripasso, – proseguì la Petronicchio, – La verifica ci sarà domani mattina,_si raccomandava la maestra mentre passeggiava su e giù per la classe facendo rimbombare i tacchi delle scarpe. Il ticchettio dei tacchi si fermò proprio vicino al banco di Enrico:
_Non accetto giustificazioni o ritardi, intesi?
Magari fosse stata la verifica di scienze!! l’avrebbe completata in due minuti.
2 SKEGGIA SI PREPARA
Skeggia tutte le mattine si vestiva sempre con una maglia blu elettrico e i pantaloni rosso lampone, a lui piacevano i colori sgargianti. Lui adorava gli atleti che avevano la divisa di colori diversi e vivaci.
A colazione mangiava sempre con la sua famiglia, c’erano tante cose che gli piacevano, la sua preferita però era pizza e come bevanda il tè. Quella mattina alla fine della colazione era pieno e non mangiò più nulla. Ma prima di alzarsi da tavola, si versò un ultimo bicchiere di tè per essere sicuro di non soffrire la sete, ma appena finito di versare il tè, mentre ancora aveva la bottiglia in mano, il bicchiere iniziò ad ondeggiare a destra e a sinistra un paio di volte e dopo un secondo il tè era sparso sul tavolo sui suoi vestiti e sulla testa di Zoe che dormiva sotto il tavolo
Al cane si rizzò il pelo e corse sotto le gambe della mamma per lo spavento. La mamma subito lo rimproverò:
_Enrico, sei sempre il solito distratto!!! Vai subito a cambiarti!!_
Enrico, era un po’ dispiaciuto di sentirsi rimprovera ancora una volta per la sua distrazione e pensò proprio che sarebbe stato bello se un giorno , forse un giorno lontano, sarebbe diventato un bambino attento e preciso.
3 SKEGGIA SBAGLIA AUTOBUS
Quella mattina camminava svelto a testa bassa ancora un po’ risentito per la sgridata presa dalla mamma a causa della sua distrazione, stava riflettendo su ciò che gli era accaduto:
-Bene – pensò ad alta voce- sono veramente un tipo distratto e frettoloso, voglio dimostrare a tutti che sono anche un tipo in gamba e preciso.”
-”Ma come posso fare?- si lamentava tra sé e sé .
L’autobus arrivò alla fermata e il ragazzo, ancora immerso nei suoi pensieri , ci salì sopra. Le porte si chiusero e il bus riprese la sua corsa.
Ma qualcosa non lo convinse: si guardò attorno e non vide le persone di tutte le mattine.
Andò dall’autista e gli chiese se era l’autobus numero nove.
L’autista gli risponde che se era il numero sei.
Enrico si sentì smarrito, ma nonostante la sua paura decise di rimanere sull’autobus per vedere dove sarebbe arrivato perchè Skeggia è un bambino curioso.
Enrico arrivò al capolinea, scese dall’autobus e si ritrovò in una città sconosciuta.
Enrico aveva solo 2 euro che sua mamma gli aveva dato per comprarsi una merendina alla macchinetta della scuola; aveva tanta fame, allora decise di comprarsi una pastina con dentro cioccolato e marmellata , i suo gusti preferiti .
La città aveva tanti palazzi alti e colorati , era molto bella e affascinante, piena di turisti.
Anche la piazza del mercato in cui si trovava era molto grande e affollata, ma le persone erano molto strane, avevano la faccia colorata. C’erano persone gialle come le banane, rosse come le mele, rosa come le fragole e arancioni come le albicocche. Enrico era affascinato da questa folla di persone colorate ma iniziava a essere a preoccupato per la situazione. Aveva paura di essersi cacciato nel il solito pasticcio…
4 AL MATTINO IN CLASSE
Quel venerdì di maggio tutta la classe arrivò molto puntuale per la temuta verifica di grammatica, ma l’unico banco vuoto era quello di Enrico…quella verifica era decisiva per il voto del secondo quadrimestre e mancavano solo tre giorni alla fine delle scuola!!
Passavano i minuti e di Enrico nessuna traccia.
Riccardo, il suo vicino di banco, esclamò:
_ “Sono sicuro che sarà un po’ in ritardo, forse la sua sveglia non ha suonato”.
5 STRANE PERSONE
Mentre passeggiava osservando quelle strane persone Enrico arrivò davanti al mercato di frutta e verdura del paese, Il fruttivendolo si chiamava Gianmarco andava al lavoro alla sua bancarella colorata vestito sempre in maniera impeccabile, collezionando una serie di abiti tutti particolari, proprio come lui!!
Il suo immancabile grembiule a quadri attorno alla vita e le sue bretelle di vari colori al di sopra della sua camicia bianca per sostenere i pantaloni lo rendevano molto originale
Era infatti un signore molto bizzarro Gianmarco con una carnagione molto chiara. Possiede capelli ricci, brizzolati di media lunghezza tutti arruffati, raccolti in una retina apposta per contenerli. Con i capelli raccolti si notano due orecchie leggermente a sventola e pelose; ha un grosso naso a patata, da sotto il quale sbucano un paio di buffi baffi, delle labbra carnose e occhi grandi e scuri, marcati ancora di più da due folte sopracciglia.
Possiede delle grosse mani, tutte screpolate dovute al suo lavoro sempre all’aperto.
Enrico Venne a sapere da Gianmarco il fruttivendolo che si stava espandendo nel paese un pericoloso virus il Fruttirus-3c che reagiva qualora venisse mangiata della frutta, in pratica, chi mangiava frutta diventava del colore della frutta.
Enrico era molto dispiaciuto per la situazione di Gianmarco e poi a lui la frutta piaceva davvero tanto. Senza pensarci due volte decise di trovare una soluzione..
Elena seguì tutte le indicazioni
Elena aveva così tanta paura che la scoprissero che le incominciò a battere il cuore al massimo. Elena trovò subito il materiale si mise i vetrini in tasca ma non sapeva come fare a portare il microscopio senza essere vista. Poi le venne un’idea, Elena lo fece scendere dalla finestra del bagno con una corda lunga 10 metri. Ora doveva recuperare il quaderno degli appunti in classe di Skeggia aveva il cuore che batteva molto forte per la paura però non poteva deludere il suo amico Skeggia.
Infine corse alla fermata del mercato come chiesto da Enrico, così lui la raggiunse ed Elena disse: “Ecco Enrico le cose che mi hai chiesto, ma perché ti serve tutta questa roba?”.
Enrico le rispose: “C’è un nuovo virus in giro si chiama Fruttivirus3c e le conseguenze sono che se mangi della frutta ti colori come il frutto mangiato.
Devo scoprire la sua formula e vedere come guarirlo, al momento per non prenderlo è necessario usare le mascherine, mettila, la metto anche io!”.
-Ma questo non basta- disse deciso Enrico ad Elena, – dobbiamo lavorare proteggendoci bene
-Hai ragione Enrico- dobbiamo aiutare , non possiamo permetterci di sbagliare .
Costruirono subito una tuta impermeabile al virus . Smontarono la tenda della bancarella di Gianmarco. La moglie del fruttivendolo cominciò a cucire la tela e in pochi minuti creò due magnifiche tute.
-Se si sporca si può lavare in lavatrice e si asciuga subito. dichiarò soddisfatta la signora.
Intanto Elena non rimase lì a guardare, stava già prelevando un campione di bava da terra per analizzarlo.
Skeggia e la sua amica Elena vedendo persone colpite dal fruttivirus decidono di creare una medicina usando le sostanze che aveva preso l’amica da scuola.
Fecero miscugli vari e lo provano su una persona contagiata .
Il risultato fu catastrofico e peggiorarono le cose. Infatti invece di scomparire, i sintomi del Fruttivirus peggiorarono. Chi mangiava il cocomero si vedeva spuntare dei semini neri su tutto il viso, chi invece mangiava delle mele si vedeva spuntare dei piccioli ovunque…insomma un vero disastro. I ragazzi decisero perciò di fare una seconda prova.
Non funzionando il primo vaccino, Skeggia e Elena chiedono a Gianmarco di poter avere un cesto pieno di ogni tipo di frutta presente sulla sua bancarella da poterlo analizzare. Cosìgrazie ad una grande centrifuga, decisero di estrarre l’essenza da ogni frutto; poi con l’aiuto di un frullatore abbinarono l’essenza di un frutto con una verdura dello stesso colore: ad esempio unirono essenza di mela rossa frullata con dei pomodori, oppure essenza di pesca frullata con delle carote e crearono così dei frullati da far bere alle persone: un gran bel vaccino!
Ora non restava che fare una prova: proprio in quel momento passò di lì un signore contagiato, aveva la faccia “giallo banana” allora gli fecero bere un frullato di peperone giallo… attesero qualche minuto, la persona tossì un pochino, incrociò gli occhi e ZAC di colpo si ritrovò guarita.
Fantastico….il vaccino funzionava!.
Adesso era arrivato il momento di farlo provare a tutti i cittadini del quartiere. Erano felici e soddisfatti del loro lavoro.
Skeggia, orgoglioso, ricevette un premio dalla città e ritornò a casa
Una volta sconfitto il malefico Fructivirus Skeggia e la sua amica furono intervistati dalla tv locale che trasmise subito l’intervista alla televisione .
Furono premiati con un premio molto speciale, il premio era dell’attrezzatura di scienze così avrebbero potuto scoprire nuove cose.
La mamma di Enrico che stava guardando la tv saltò dalla sedia e chiamò suo marito:
-Ecco dove si trova Enrico! Andiamo e riportiamolo a casa!
Finalmente la famiglia era di nuovo riunita anche Zoe voleva partecipare a quel grande abbraccio e saltellava attorno alla Skeggia e alla sua famiglia:
-Lo so che a volte sei un po’ distratto ma sono orgoglioso di te- gli disse il papà e gli fece schioccare un grosso bacio in fronte
-Driiinn… Driiinnn
– Mamma ? chiamò la sorella maggiore- vieni al telefono, poi sussurrò all’orecchio della mamma appena le passò accanto:
-……è la Petronicchio – e le strizzò l’occhio.
– Buongiorno signora, iniziò la maestra, mi complimento con Enrico per quello che ha fatto ma gli dica che domani lo aspetta la verifica di grammatica.
Published: Oct 24, 2020
Latest Revision: Oct 24, 2020
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