RIFORMA PROTESTANTE E CONCILIO DI TRENTO

by Elena Fanton

Artwork: ELENA FANTON

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RIFORMA PROTESTANTE E CONCILIO DI TRENTO

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Artwork: ELENA FANTON

  • Joined May 2020
  • Published Books 2

CAUSA DELLA RIFORMA PROTESTANTE

 

In più circostanze era stato chiesto alla chiesa cattolica un concilio ecumenico per riorganizzare le cose ma la chiesa rimandò sempre fino a che non divenne assolutamente necessario. La riforma fu fatta anche in risposta a questa esigenza.
La riforma protestante non si afferma improvvisamente, tra i suoi prosecutori si può riconoscere:
• San Francesco e in generale tutti i movimenti pauperistici.
• Luigi pulci che scrive un poema cavalleresco in cui contrasta (il Morgante) la Chiesa, grazie alla protezione di Lorenzo il magnifico.
• Jean Hus, un sacerdote boemo che critica le gerarchie ecclesiastiche dicendo che non rispecchiano le idee di Dio.
• Paolo Giustiniani e Pietro Quirini, due veneziani che affermano nel Libello e Leonem X che tutti gli ecclesiastici di Venezia dovevano essere giudicati da tribunali laicie non da corti ecclesiastiche.
Tutto ciò che precedette Lutero o gli fu contemporaneo. Lutero si distingue dai suoi precedenti perché rimette in discussione anche i dogmi della fede e non solo le gerarchie ecclesiastiche.Riforma protestante e Controriforma cattolica: cause e differenze ...

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LE 95 TESI DI LUTERO

Le 95 tesi coinvolgono soprattutto la vendita delle indulgenze, il ruolo ei poteri del Papa e il rapporto tra il credente e Dio. La vendita delle indulgenze era praticata dalla Chiesa di Roma per finanziare la costruzione della Basilica di San Pietro. I fedeli desiderosi di purificarsi eventualmente comprendono, una seconda delle loro possibilità economiche, la remissione totale o parziale dinanzi a Dio dei loro peccati. Questa remissione potrebbe essere compresa sia per i vivi che per i defunti. In realtà, questa pratica è un luogo di ogni genere di abusi, di ricatti morali e di corruzione. E oltre alla chiesa di Roma, erano alla fine soprattutto i Fugger, i ricchissimi banchieri di Augsburg, a guadagnare dalle ingenti somme di denaro raccolte in questa maniera. La ribellione contro questa pratica costituisce uno dei punti di partenza di Martin Lutero per chiedere riforme e, quando non fu concesse, per rompere definitivamente con la chiesa di Roma. Dato che nel ‘500 religione e potere politico erano fortemente intrecciati, la spaccatura religiosa e la reazione della chiesa di Roma portarono inevitabilmente anche una spaccatura politica profonda e molto dolorosa, con più di una guerra tra le opposte fazioni che spesso usavano la religione solo per portare avanti scopi ben più “terreni”.

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LA RIFORMA PROTESTANTE E LA SUA DIFFUSIONE IN EUROPA

SUBITO DOPO LA PREDICAZIONE DI LUTERO E LA ROTTURA CON LA CHIESA DI ROMA, IL VENTO DELLA RIFORMA SI DIFFUSE IN MOLTI PAESI EUROPEI, QUALI LA DANIMARCA, LA SVEZIA, LA NORVEGIA EI PAESI BASSI, DOVE LA NUOVA FEDE VENNE ABBRACCI SAGLI
A ZURIGO EBBERO LARGA DIFFUSIONE LE IDEE DI HULDRYCH ZWINGLI, IL QUALE MIRAVA AL RITORNO AL MESSAGGIO ORIGINARIO DI CRISTO, SENZA LA MEDIAZIONE DELLA CHIESA. A GINEVRA LA RIFORMA ATTECCHÌ GRAZIE ALL’OPERA DI UN ALTRO PREDICATORE, GIOVANNI CALVINO CHE RITENEVA CHE DIO DECIDE MISTERIOSAMENTE E LIBERAMENTE CHI SALVARE E CHI CONDANNARE). IN INGHILTERRA IL RE ENRICO VIII NELLA LOTTA TRA CATTOLICI E PROTESTANTI INIZIALMENTE SI ERA SCHIERATO CON I CATTOLICI, MA SUCCESSIVAMENTE QUANDO IL PAPA RIFIUTÒ LA SUA DOMANDA DI DIVORZIO, INDUSSE IL PARLAMENTO E APPROVARE L’ALTA DI REZE BENE PROCLAMATO CAPO SUPREMO DELLA CHIESA D’INGHILTERRA E SCIOLTO DA OGNI VINCOLO DI OBBEDIENZA VERSO IL PAPA.
IN ITALIA E SPAGNA LA RIFORMA EBBE POCO SUCCESSO.
LA POPOLAZIONE RESTÒ FEDELE AL CATTOLICESIMO GRAZIE A UN VIVACE E INTENSO MOVIMENTO SPIRITUALE DI RINNOVAMENTO DELLA CHIESA.

 

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LA CONTRORIFORMA

Dopo la rottura con il protestantesimo la Chiesa cattolica mette in atto un insieme di iniziative per la riconquista della centralità politico-religiosa e la riaffermazione della propria autorità. Le nuove congregazioni di chierici regolari che vengono fondate perseguono il rinnovamento interiore dello stato sacerdotale (teatini, somaschi, barnabiti, ecc.) attraverso la preghiera, lo studio, la predicazione. Figure femminili diventano protagoniste nell’assistenza e nell’educazione cristiana (per esempio, Angela Merici e le orsoline). Laici irrequieti ma risoluti organizzano ospedali per i malati (Giovanni della Misericordia e i fatebenefratelli). In questo contesto la Compagnia di Gesù, fondata da Ignazio di Loyola nel 1539, rappresenta una proposta di autenticità cristiana di enorme successo e diffusione attraverso il rigore personale, lo studio teologico approfondito, l’introspezione spirituale (esercizi spirituali), la vita di povertà e il servizio al pontefice.

Il momento culminante della volontà di riorganizzare e disciplinare la Chiesa cattolica è rappresentato dal concilio di Trento (1545-63), i cui decreti condannano le tesi protestanti ed espongono la dottrina cattolica sulla Scrittura, il peccato originale, la giustificazione e i sacramenti. La vita ecclesiale viene riorganizzata con la promulgazione del Catechismo romano (1566), con l’istituzione di seminari (1563) per la formazione del clero, con l’unificazione delle pratiche liturgiche (Breviario e Messale romano). La custodia della dottrina è affidata più all’autorità di un magistero centrale infallibile e a una rigida disciplina che alla libera ricerca della verità, come indicano la costituzione della Congregazione dell’Inquisizione (o Sant’Ufficio) e dell’Indice dei Libri proibiti. Dal punto di vista teologico uno straordinario sviluppo ha la teologia controversistica, fondata sulla convinzione che l’interpretazione della Bibbia vada fatta alla luce della tradizione dei papi, dei Padri della Chiesa e dei concili, con lo scopo di contestare le tesi protestanti. Si assiste anche a una ripresa della scolastica, attraverso un “tomismo moderno” di scuola domenicana e la riflessione casistica sulla morale da parte dei gesuiti.La Controriforma, ovvero l'automodernizzazione conservatrice della ...

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Il Concilio di Trento (1545-1563 )

Il diciannovesimo concilio ecumenico si tenne a Trento, la città del Sacro Romano Impero più vicina all’Italia, dal 1545 al 1563. Venne indetto da papa Paolo III su pressione dell’imperatore Carlo V, che sperava di ottenere la riunificazione religiosa della Germania. Legati pontifici presiedettero un’assemblea composta da vescovi, abati di grandi conventi, superiori di ordini religiosi e teologi, a cui assistettero inoltre diversi rappresentanti degli Stati catt. Delegati prot. parteciparono alla seconda e alla terza sessione, ma rimasero solo per breve tempo. Il Concilio aveva lo scopo di definire le posizioni catt. nei confronti del protestantesimo, avviare le necessarie riforme ecclesiastiche e, se possibile, organizzare la resistenza di fronte all’invasione turca.

La prima sessione, aperta il 13.12.1545, ebbe come oggetto i decreti sulla Sacra Scrittura, sulla tradizione, sul peccato originale, sui sacramenti e quello, importante, sulla giustificazione per fede. Per sottrarsi alla forte pressione imperiale, il Concilio venne trasferito a Bologna (11.3.1547) e poi sospeso il 14.9.1549. La seconda sessione (1.5.1551), sotto il pontificato di Giulio III, si riunì a Trento per redigere i decreti sull’eucaristia, sulla penitenza e sull’estrema unzione. L’assemblea venne sciolta il 28.4.1552 a causa della decima guerra d’Italia (1552-56). La terza sessione (18.1.1562), sotto Pio IV, promulgò i decreti sulla comunione, sul sacrificio della messa, sull’ordinazione sacerdotale e sulla venerazione dei santi e si concluse il 4.12.1563. Il papa confermò le decisioni del Concilio il 26.1.1564.

La partecipazione conf. fu modesta: Thomas Planta, vescovo di Coira, e Christoph Metzler, vescovo di Costanza, assistettero alla seconda fase. Nel 1560 Melchior Lussi, ambasciatore dei sette cant. catt., pregò Pio IV di convocare nuovamente il Concilio. Il nunzio Giovanni Antonio Volpe negoziò con i cant. l’invio di una delegazione a Trento per la riapertura dell’assemblea a Pasqua del 1561. Uri, Svitto, Untervaldo, Lucerna e Zugo vi acconsentirono solo nel dicembre del 1561, Friburgo e Soletta ancora più tardi. Lussi fu il rappresentante laico e Joachim Eichhorn, abate di Einsiedeln, fu il delegato ecclesiastico dei sette cant. al Concilio. Mark Sittich von Hohenems, cardinale e vescovo di Costanza, incaricato di presiedere l’assemblea, non si dimostrò all’altezza del compito e lasciò la città. Planta rinunciò prima di arrivare a destinazione. Il vescovo di Sion si fece rappresentare dall’abate di Saint-Maurice, Jean Miles, e quello di Basilea dal suo coadiutore Georg Hohenwarter. Lussi ed Eichhorn, a nome dei loro mandanti, accettarono i decreti conciliari nel marzo del 1564, ma le autorità dei cant. catt. si dimostrarono prudenti nella loro applicazione. La creazione della Nunziatura a Lucerna nel 1579, l’azione di Carlo Borromeo, arcivescovo di Milano e Protector Helvetiae, l’impegno di Pietro Canisio, che propagò i decreti nelle regioni di lingua ted., e quello dei gesuiti e dei cappuccini diedero un impulso decisivo alla Riforma cattolica in Svizzera. La sua introduzione richiese un certo tempo (nei seminari si affermò solo nel XVIII sec.), ma influenzò profondamente la Chiesa catt. fino al Concilio Vaticano II.

Concilio di Trento - Wikipedia

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