MUSICA E PUBBLICITA’
La pubblicità è una forma di comunicazione che ha lo scopo di farci ricordare il prodotto reclamizzato e di indirizzare su di esso la nostra scelta al momento dell’acquisto. La pubblicità può anche avere uno scopo sociale per campagne di persuasione organizzate dallo Stato, da Enti Locali o da Associazioni su temi di significato civile o sanitario (per donare il sangue, per la sicurezza stradale, per la difesa del verde, per la lotta contro il fumo, per tenere le città pulite, ecc.). La pubblicità non lascia nulla al caso e ogni suo elemento è attentamente studiato, previsto e programmato da un’agenzia pubblicitaria che predispone una campagna pubblicitaria per un determinato prodotto. Per raggiungere questo obiettivo la pubblicità utilizza un particolare linguaggio basato su collaudati meccanismi di persuasione che fanno leva sui nostri desideri, sulle nostre aspirazioni e convinzioni. Leggere la pubblicità Saper leggere la pubblicità significa essere liberi di scegliere, saper scoprire ciò che oggettivamente è vero e ciò che invece è soltanto finalizzato ad influenzare l’ascoltatore. Il linguaggio della pubblicità utilizza la collaborazione tra codici diversi(verbale, visivo, sonoro, gestuale) tipica del linguaggio cinematografico e anche la musica svolge un’importante funzione che va analizzata e compresa. La pubblicità presente nella stampa e nei manifesti utilizza il codice verbale e il codice grafico-visuale; quella trasmessa alla radio utilizza il codice verbale e quello sonoro, al cinema e alla televisione si arricchisce anche del codice gestuale. C’è anche da sottolineare che il linguaggio verbale, utilizzato nella pubblicità, fa spesso ricorso a figure retoriche di suono quali l’allitterazione, l’onomatopea, l’assonanza e la rima, che facilitano la memorizzazione e aumentano, di conseguenza, il potere di persuasione dei messaggi. Anche la musica, che è naturalmente presente solo negli spot radiofonici e televisivi, è impiegata con grande attenzione e intelligenza, dovendo concorrere, alla pari dell’immagine e del parlato, al convincente risultato finale. La pubblicità su periodici Le immagini pubblicitarie che sono inframmezzate agli articoli dei periodici e dei quotidiani sono caratterizzate dai seguenti elementi: Visual: l’immagine, unica o principale, costituita da una fotografia o, più raramente, da un disegno, che comuni-ca il messaggio della pubblicità. Headline: titolo cioè riga di testo in carattere più grande che rafforza e sottolinea l’immagine del visual (è detta anche slogan). Bodycopy: è formato da alcune righe di testo in carattere minore, che illustrano più in dettaglio le caratteristiche e l’impiego del prodotto pubblicizzato. Marchio: è un
contrassegno distintivo di un prodotto o di un’azienda, costituito da quattro elementi fondamentali: il nome, il logotipo, i colori e il simbolo (la mela di Apple o il coccodrillo di Lacoste). Logotipo o logo: è il modo particolare con cui sono tracciati i segni grafici (in genere le iniziali) del nome di un’azienda o di un prodotto, di cui, di solito, costituisce anche il marchio. Molto spesso, marchio e logotipo coincidono. Gli spot televisivi Gli spot sono brevi filmati che in pochi secondi (da 10 a 30 circa) con immagini in movimento, parole e musica illustrano le caratteristiche e le qualità del prodotto. Spesso nello spot c’è una storiella o scenetta con una semplice trama, chiamata story-board (piano della storia). Ogni spot, in base alle indagini di mercato, che stabiliscono chi siano i consumatori preferenziali di un dato prodotto, si rivolge ad un pubblico determinato, che è il target (la parola significherebbe “bersaglio”). Di norma il target di una pubblicità viene stabilito in base al sesso, all’età, all’area geografica e alla classe sociale. Uno spot che reclamizzi un’auto di grossa cilindrata dovrà colpire l’attenzione e soddisfare le aspettative di un pubblico adulto, prevalentemente maschile, appartenente alla classe sociale alta o me-dio-alta; il target degli spot sui detersivi sono, normalmente, le donne, ecc. Ci sono però prodotti, come la pasta, che hanno il target indifferenziato, perché si suppone che tutti ne mangino. Una volta stabilito il target tutte le altre componenti del messaggio pubblicitario devono adeguarsi ad esso. Vi sarete già accorti anche voi, inoltre, che ogni spot si riassume, generalmente alla fine del filmato, in una frase che concentra il nucleo del messaggio che si vuole trasmettere, cioè le qualità del prodotto sulle quali si intende attirare l’attenzione dei consumatori: questa frase è detta head-line o slogan. Spesso, per la head-line, oppure semplicemente per il nome del prodotto, viene ideata una piccola melodia – detta jingle – che deve servire a “stamparla” nella memoria dello spettatore. Il jingle è costruito in modo tale da entrare prepotentemente nella mente del video ascoltatore, in modo da determinare una stabile associazione tra una breve melodia e un certo prodotto.
In particolare il jingle deve avere come caratteristiche: • una melodia breve e accattivante, facile da ricordare, ma allo stesso tempo avvincente e non banale; • una sonorità complessiva vicina ai gusti musicali del pubblico che si intende raggiungere con la campagna pubblicitaria; • un andamento musicale adeguato all’immagine che si vuole dare del prodotto. Nella composizione di un jingle si deve dunque tener conto anche dei gusti musicali di chi viene individuato come potenziale consumatore del prodotto pubblicizzato (target). Se, ad esempio, il prodotto è destinato ai bambini, il motivetto orecchiabile dovrà essere allegro e un po’ infantile. Il jingle deve anche rispecchiare, nel suo andamento, l’immagine che del prodotto si vuole dare: i prodotti della serie “Mulino Bianco” vengono da tempo presentati ponendo l’accento sull’aspetto della naturalità e genuinità degli ingredienti (“come si faceva una volta”); questo aspetto viene sottolineato anche dal motivo musicale che ha un carattere un po’ antico e campagnolo, carattere suggerito dall’immagine del mulino, bianco di farina. In molti spot pubblicitari la presenza della musica non si limita al jingle, ma accompagna tutte le immagini. Spesso si tratta di brani musicali composti per tutt’altro scopo. In questo caso la musica non è costruita e pensata per un uso pubblicitario, com’era nel jingle, ma viene utilizzata per suggerire una certa immagine del prodotto, rimandan-do il consumatore a modelli di vita e a valori da abbinare al prodotto stesso. Questi concetti chiave, chiamati “items”, rappresentano l’essenza più intima di una pubblicità, cioè il suo vero significato nascosto. Se ci pensate bene, vi accorgerete che tante pubblicità vogliono comunicarci l’idea, ad esempio, di “Prestigio/Successo ” o di “Giovinezza / Dinamismo”, o, ancora, di “Genuinità/Tradizione”. Si tratta di concetti che le pubblicità cercano di legare indissolubilmente al prodotto reclamizzato. Naturalmente non è detto che un tipo di prodotto sia sempre associato agli stessi items: l’auto di grossa cilindrata potrà essere legata all’idea di “Prestigio/Successo”, ma anche a quella di “Tecnologia/Affidabilità” o ad altro ancora. Ciò che conta è che in uno spot televisivo l’immagine, il testo parlato, la musica e persino i rumori contribuiscano tutti insieme a comunicare in forma più o meno nascosta gli items stabiliti. Spesso nei messaggi pubblicitari appaiono anche personaggi famosi che vengono utilizzati come “Testimonial” del prodotto; la loro immagine rappresenta la garanzia della bontà e affidabilità del prodotto stesso.