by Giorgia
Artwork: Giorgia Dal Santo
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GESU’
Capitolo 1
Chi è Gesù?
Al tempo di Gesù la Palestina era occupata dai romani. Al momento della sua nascita probabilmente tra il 6 e il 4 a.C., la Palestina era parte dell’impero di Augusto.
Gli ebrei erano costretti a pagare le imposte ai romani. La provincia della Giudea era governata da un procuratore romano (dal 26 d.C. al 36 d.C. fu Ponzio Pilato di cui parleremo più avanti). A questo procuratore dovevano fare riferimento i re giudei che detenevano il potere e che, per conservarlo, dovevano eseguire scrupolosamente le direttive di Roma. Quando nacque Gesù questo potere era nelle mani di un uomo solo, Erode il grande. Alla sua morte il regno fu diviso tra i suoi tre figli: Erode Antipa, Archelao ed Erode Filippo.
La società al tempo di Gesù era di tipo piramidale.
Al vertice si trovava la corte reale che possedeva grandi palazzi ed un numero imprecisato di servi.
Dopo questa si collocavano i rappresentati della classe ricca, proprietari di latifondi, grandi commercianti di vino, olio e frumento. In questa categoria possiamo inserire anche gli esattori delle tasse che raccoglievano le imposte per i romani traendo grandi profitti per se stessi.
Oltre a questi troviamo la nobiltà sacerdotale composta dal sommo sacerdote e dai sacerdoti capi spesso appartenenti alla sua famiglia.
Più in basso nella piramide dobbiamo collocare la classe media composta da piccoli commercianti, artigiani che possedevano un propria piccola bottega, agricoltori e i pescatori della Galilea. A questo gruppo apparteneva anche la maggioranza dei sacerdoti.
Infine stavano i poveri che rappresentavano il gruppo più consistente a livello numerico. Essi erano lavoratori a giornata senza un lavoro stabile, che speravano di trovare padroni che al mattino avessero bisogno di loro per il lavoro dei campi, oppure per i trasporti o nelle botteghe.
Tra i poveri troviamo i mendicanti, molto numerosi intorno a Gerusalemme ed infine gli schiavi.
Oltre a questa divisione, molto sintetica, possiamo individuare veri e propri gruppi che caratterizzavano la vita sociale.
Copia dell’iscrizione trovata presso il teatro di Cesarea marittima nel 1961. Vi si leggono il committente, con il gentilizio Pontius e il cognomen Pilatus, la carica dello stesso, Prefectus Iudeae (prefetto della Giudea), il nome del dedicatario, Tiberiéum.
Busto di Augusto, Museo del Louvre, Parigi
Sadducei
Al tempo di Gesù rappresentavano i gradi più alti della classe sacerdotale, le classi benestanti e i nobili. Per mantenere il loro potere venivano spesso a compromessi con i romani. Non credevano nella risurrezione dei morti.
Farisei
Il termine Farisei significa separati. Il gruppo dei farisei si caratterizzava per una osservanza scrupolosa della Torah sia scritta che orale (complessivamente 613 precetti) e soprattutto di tre precetti: l’osservanza del sabato, la legge della purità (cibi, persone, cose), la decima (l’offerta data ai poveri corrispondente ad un decimo dei guadagni). Erano molto stimati presso il popolo che li considerava maestri e modelli di religiosità. Credevano nella vita dopo la morte.
Scribi
Gli scribi erano gli specialisti della Torah, dottori della Legge, maestri e teologi. Non costituivano un preciso gruppo politico o religioso; facevano parte del gruppo dei farisei o anche dei sadducei.
Anziani del popolo
Erano chiamati così i capi dell’aristocrazia laica, una componente molto influente nel Sinedrio. Il sinedrio costituiva la suprema assemblea amministrativa e giudiziaria, formata essenzialmente da tre componenti: sacerdoti, scribi e anziani. Erano in gran parte nobili e filoromani.
Esseni
Il termine, deriva dall’aramaico, significa devoti, silenziosi.
Erano un gruppo religioso molto polemico nei confronti del culto che si praticava nel tempio di Gerusalemme ed erano particolarmente attenti alle attese messianiche. Nella località di Qumran sono stati ritrovati i resti di quella che sembra essere stata la comunità principale dove si viveva in celibato, studio e preghiera.
Numerosi studiosi ritengono che l’evangelista Giovanni facesse inizialmente parte di questo gruppo e, forse, lo stesso Gesù visse del tempo con loro.
Zeloti
La parola “zelota” significa ardente, pieno di zelo per la patria. Erano i più decisi oppositori dell’occupazione romana. Erano considerati dai romani alla stregua di terroristi e criminali comuni, si ribellavano con le armi alla presenza romana in Israele. Saranno loro a provocare la rivolta del 66 e la conseguente catastrofe del 70 (nella quale i romani misero a ferro e fuoco Gerusalemme e distrussero il tempio). Tra di loro erano presenti i Sicari, uomini che giravano armati di un piccolo pugnale (sica).
Samaritani
Con il termine samaritani non intendiamo indicare principalmente gli abitanti della regione della Samaria, quanto gli appartenenti ad una setta nata all’interno del giudaismo. Il termine samaritano, infatti, non deriva dal fatto che i Samaritani abitino in Samaria, ma dall’ebraico Shamerim, cioè “Custodi” (della Legge).
Essi costituivano un gruppo religioso a sé e si consideravano i veri adoratori di JHWH. La loro religione è caratterizzata da alcuni elementi tipici: il monoteismo radicale, l’esaltazione di Mosè come il più grande dei profeti, l’importanza del monte Garizim, l’interpretazione letterale della Torah considerata l’unico testo sacro. Al tempo di Gesù erano considerati nemici dai Giudei. Oggi gli appartenenti a questa setta sono poche centinaia e sono concentrati per lo più intorno a Nablus.
Capitolo 2
Gesù è un personaggio storico?
L’esistenza storica di Gesù trova conferma in documenti cristiani e in documenti non cristiani. Tra questi troviamo fonti pagane (soprattutto scrittori romani) e fonti ebraiche.
Le testimonianze che ci sono giunte provengono da autorevoli rappresentanti della cultura del tempo (I sec. d.C.) che con i loro scritti hanno dimostrato l’esistenza storica di Gesù di Nazareth, un galileo condannato al supplizio della croce, nella lontana Palestina.
Capitolo 3
Quali sono le fonti che attestano che Gesù è realmente esistito?
Documenti non cristiani (fonti pagane)
Tacito
(55-120 d.C.)
Verso il 116 d.C., sotto l’imperatore Traiano, descrive nei suoi Annali la storia degli anni dal 14 al 68 d.C.
Nel brano in cui egli parla dell’incendio di Roma, avvenuto nel 64 d.C. sotto Nerone, parla dei cristiani e delle accuse lanciate contro di loro di aver appiccato il fuoco. Descrive, poi, la crudeltà delle prime persecuzioni scatenate contro i cristiani.
Testo
Ma l’oltraggiosa convinzione che l’incendio fosse stato ordinato (dall’imperatore) non cessava né con mezzi umani, né con le elargizioni sovrane, né con i sacrifici espiatori, per cui Nerone, volendo mettere a tacere questa diceria, diede la colpa ad altri e punì con raffinati supplizi coloro che la gente chiamava cristiani e che, a causa delle loro scelleratezze, erano odiati da tutti. Questo nome ha avuto origine da Cristo, che fu condannato a morte sotto il regno di Tiberio dal procuratore Ponzio Pilato.
(Annales XV, 44)
Svetonio
(75-150 d.C.)
Verso il 115-120 d.C. sotto gli imperatori Traiano e Adriano, compose Le vite dei Cesari (i primi dodici imperatori da Giulio Cesare a Domiziano). Il riferimento a Cristo è contenuto in Vita di Claudio, in cui si accenna all’espulsione dei giudei e dei cristiani da Roma (attestata anche in At 18,2).
Testo
Espulse da Roma i giudei i quali, istigati da un certo Cresto, provocavano spesso tumulti.
(Vita Claudii, 25).
Che con Cresto ci si riferisca a Cristo risulta dal fatto che era usuale, accanto a Christus, la scrittura Chrestos.
Plinio il Giovane
(62-114 d.C.)
Verso il 112 d.C., durante il periodo in cui esercitò la funzione di governatore nella Bitinia in Asia Minore, scrisse una lettera all’imperatore Traiano in cui chiedeva istruzioni sul modo di comportarsi nei confronti dei cristiani e nei processi contro di loro.
Testo
Non ho partecipato mai a nessuna istruttoria sul conto dei cristiani; pertanto ignoro quali comportamenti, e in quale misura, siano oggetto di punizione e di inchiesta.(…)
Fu presentata una denunzia anonima che conteneva i nomi di molte persone. Ritenni che bisognasse rilasciare coloro che negavano di essere cristiani o di esserlo mai stati. (…) Dichiararono poi che tutta la loro colpa o il loro errore erano consistiti nell’uso di riunirsi in un determinato giorno prima dell’alba, di cantare tra di loro a cori alterni un inno a Cristo, ritenendolo un dio (…). L’affare mi è parso infatti tale da bisognare della tua consultazione, specialmente in considerazione del gran numero delle persone che rischiano l’incriminazione: molte, d’ogni età, di ogni ceto sociale, perfino d’ambo i sessi, sono coinvolte, e ancora lo saranno. Non soltanto nelle città, ma anche nei villaggi e nelle campagne, s’è propagato il contagio di questa superstizione, che però credo si possa arginare e correggere.
(Epistola X, 96)
Documenti non cristiani
(fonti giudaiche e musulmane)
Giuseppe Flavio
(37-97 d.C.)
Verso il 93 d.C. circa compose l’opera Antichità giudaiche in cui narrò la storia del popolo ebreo. Il brano in cui egli parla dell’esistenza e della morte di Cristo prende il nome di Testimonium Flavianum.
Testo
A quell’epoca viveva un saggio di nome Gesù. La sua condotta era buona, ed era stimato per la sua virtù. Numerosi furono quelli che, tra i giudei e le altre nazioni, divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò a essere crocifisso e a morire. Ma coloro che erano divenuti suoi discepoli non smisero di seguire il suo insegnamento. Essi raccontarono che era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione e che era vivo. Forse era il messia di cui i profeti hanno raccontato tante meraviglie.
(Antichità giudaiche, XVIII, 3).
Talmud
Commentario alla Mishna (insegnamento di leggi, consuetudini della scuola farisaica, II sec).
Testo
Viene tramandato: alla vigilia della pasqua si appese Jeshu. Un banditore per quaranta giorni andò gridando nei suoi confronti: “Egli esce per essere lapidato, perché ha praticato la magia e ha sobillato e deviato Israele. Chiunque conosca qualcosa a sua discolpa, e lo appesero alla vigilia della pasqua. (R. Penna, L’ambiente storico-culturale delle origini cristiane, EDB)
Corano
Testo sacro dei musulmani scritto tra il VI-VII secolo d.C., racconta alcuni episodi della vita di Gesù.
Testo
Cristo Gesù, figlio di Maria.
(Sura IV, 171)
Sua madre santa.
(Sura V, 75)
Documenti cristiani (non canonici)
Vangeli Apocrifi
Scritti che cercano di imitare i libri sacri canonici, ma che non appartengono all’elenco dei libri biblici ufficialmente riconosciuti dalla Chiesa. Redatti tutti dopo il I secolo d.C., tentano di colmare le presunte lacune dei quattro Vangeli ufficiali, in particolare per il periodo dell’Infanzia e la passione di Gesù. Con il pretesto di esaltare la figura di Gesù, abbondano di miracoli (inventati), di dati storici (non corretti), attribuiscono a Gesù poteri magici.
Testo
– Protovangelo di Giacomo
– Vangelo Pseudo Matteo
– Vangelo Pseudo Tommaso
– Vangelo dell’Infanzia Arabo Siriaco
– Vangelo dell’Infanzia Armeno
– Vangelo degli Ebioniti
Ebioniti: giudeo-cristiani che identificano Cristo con il Messia, secondo l’attesa giudaica, ma non lo riconoscono come Figlio di Dio.
Documenti cristiani (canonici)
Vangelo di Matteo, Marco,
Luca e Giovanni
Il termine vangelo (o e-vangelo) deriva dal greco eu-anghelion cioè buona notizia. I Vangeli, infatti, sono la buona notizia che Gesù è risorto da morte il terzo giorno dopo essere stato crocifisso.
Non sono una biografia della vita di Gesù: infatti non seguono un preciso ordine cronologico e non parlano di tutta la vita di Gesù.
Sono soprattutto una testimonianza di fede su Gesù morto e risorto che le varie comunità cristiane hanno tramandato e che si basano su avvenimenti realmente accaduti.
La loro composizione scritta è avvenuta a ritroso: risulta infatti che siano stati messi per iscritto dapprima i testi degli ultimi eventi della vita di Gesù (la passione, la morte e la risurrezione) e poi si siano aggiunti gli altri (la predicazione, i miracoli, la nascita e l’infanzia).
Matteo
Era un Ebreo convertito,
esattore delle tasse e poi
discepolo di Gesù (chiamato anche Levi). Scrisse per una comunità di ebrei convertiti al cristianesimo verso il
70-80 d.C. Suo simbolo uomo alato. Il suo libro ha
28 capitoli. Le caratterisctiche del vangelo sono:che
viene dato molto spazio ai discorsi di Gesù che viene presentato come il Messia, il Figlio di Dio, annunciato dall’Antico Testamento.
Marco
Era un discepolo di Pietro.
Scrisse per una comunità di romani convertiti al cristianesimo verso il 60-70 d.C. Il simbolo di Marco è il Leone. I capitoli del suo libro sono 16. Le caratteristiche del vangelo sono: viene dato risalto ai fatti concreti, ai miracoli di Gesù per far capire che Gesù è davvero il Figlio di Dio. Usa un linguaggio semplice.
Luca
Era un medico e un discepolo di Paolo. Scrisse per una comunità di greci convertiti verso il 80-90 d.C. Il suo simbolo era di un Bue. I capitoli del suo libro sono: 24. Le caratteristiche del vangelo sono:
Molti i particolari storici e geografici
Si presenta l’aspetto di Gesù misericordioso, attento ai poveri, ai peccatori., portatore di un messaggio di salvezza per tutti.
Giovanni
Era un pescatore, fratello di Giacomo, discepolo più giovane e il “più amato”. Scrisse per una comunità di Efeso in Asia Minore verso il 95-100 d.C. Il suo simbolo era l’Aquila.
Il capitoli del suo libro sono:21. Le caratteristiche del Vangelo sono: è il vangelo con più alto contenuto di riflessione teologica. È una lunga meditazione su Gesù che è presentato come la via, la verità e la vita.
Capitolo 4
La vita in Palestina al tempo di Gesù.
La Palestina è una delle regioni del Medio Oriente. È divisa in tutta la sua lunghezza da una valle profonda, larga da 2 a più di 20 kilometri: è la più profonda depressione della terra e ha il punto più basso nel fondale del Mar Morto che arriva a sfiorare la profondità di 800 metri sotto il livello del mare.
IL FIUME GIORDANO
All’interno di questa enorme gola scorre il fiume Giordano che attraversa la regione in tutta la sua lunghezza: si getta prima nel lago di Tiberiade o Mar di Galilea, le cui acque sono ricche di pesci, e poi riprende la sua corsa fino a sfociare nel Mar Morto.
IL MAR MORTO
La superficie delle sue acque si trova a 395 metri s.l.m. e per la sua eccezionale salinità non permette nessuna forma di vita. Lungo le sue rive ci sono molte grotte naturali, servite in passato come nascondiglio per i briganti o per difendersi dalle incursioni nemiche.
In una di queste grotte, a Qumran, sono stati scoperti nel 1947 i manoscritti più antichi finora conosciuti della Bibbia.
GALILEA, SAMARIA E GIUDEA
La Palestina è divisa essenzialmente in 3 regioni:
La Giudea è una regione montagnosa e arida: vi sono infatti il deserto di Giuda e quello del Neghev e le rive del Mar Morto. L’attività più praticata è la pastorizia, ma nelle oasi verdeggianti, come quella di Gerico, si coltiva vite e olive.
LA TRANSGIORDANIA
È la regione a est del fiume Giordano. Anticamente era una terra ricca dove si coltivava frumento.
La Galilea è la zona più fertile di tutto il territorio: vengono coltivati l’olivo, la vite, gli ananas e gli agrumi. Ricca di vie di comunicazione, fu il centro principale dell’attività di Gesù.
La Samaria è una regione molto vasta e montagnosa. Scarsa di acqua, ma ricca di pascoli.
La Galilea al NORD
La Samaria al CENTRO
La Giudea al SUD
LE CITTÀ PRINCIPALI
La città più importante era Gerusalemme, una delle più antiche del mondo: si trovava in Giudea a circa 750m. di altezza; tra le sue mura sorgeva il Tempio, centro religioso di tutto il paese.
Per i samaritani, il centro più importante era la città di Samaria, anch’essa molto antica.
Tra le altre città importanti all’epoca di Gesù, ricordiamo: Gerico, Betlemme, Emmaus, Betania in Giudea; Tiberiade, Cafarnao, Nazaret e Cana in Galilea.
LA SITUAZIONE POLITICA
Il regno di Erode il Grande durò dal 37 a.C. al 4 a.C. Alla sua morte la Palestina fu suddivisa tra i quattro figli:
Lisania invece aveva l’ultima parte del territorio che confinava coi possedimenti di Filippo.
IL SINEDRIO
Al tempo di Gesù l’istituzione più importante era il Sinedrio, che aveva a capo il Sommo Sacerdote: era formato da 71 membri scelti tra i sommi sacerdoti destituiti e tra gli anziani appartenenti alle famiglie più abbienti di Gerusalemme. Il Sinedrio aveva il compito di amministrare la vita religiosa, giuridica ed economica degli ebrei e a tale scopo aveva alle sue dipendenze un proprio corpo di polizia; inoltre poteva emettere sentenze di morte , che tuttavia dovevano essere sottoposte al consenso dei romani.
LA SOCIETÀ GIUDAICA
La Palestina al tempo di Gesù era abitata da poco più di mezzo milione di persone, distribuite in piccoli villaggi. Accanto alla gran parte che viveva in condizioni modeste del proprio lavoro quotidiano vi erano ricchi commercianti, proprietari terrieri, usurai e i cosiddetti “pubblicani”, ovvero gli esattori delle tasse per conto dei romani, che facevano di questa attività una fonte di lucro personale.
Numerosi erano i poveri, i mendicanti, i malati, i portatori di handicap fisici e psichici che erano disprezzati ed emarginati in quanto ritenuti peccatori e impuri.
Archelao ereditò la Giudea, la Samaria e l’Idumea, ma fu un sovrano talmente crudele che i romani lo deposero ed esiliarono in Gallia nel 6 d.C. e nominarono al suo posto un governatore o “procuratore” romano che doveva rispondere del suo operato direttamente all’imperatore. Egli disponeva di un esercito, aveva il suo quartier generale a Cesarea e, quando veniva a Gerusalemme, risiedeva nel palazzo che era stato di Erode il Grande.
Erode Antipa era tetrarca della Galilea (il tetrarca indicava nell’antichità il re che dominava sulla quarta parte del regno).
Filippo era il tetrarca delle regioni a nord-est del fiume Giordano. Sua moglie Erodiade l’aveva lasciato per il fratello Erode.
I GRUPPI RELIGIOSI
La società giudaica era frammentata in gruppi religiosi e sette che, pur accumunati dalla fede in JHWH, davano interpretazioni diverse della tradizione e della Legge. Gesù ebbe spesso con alcuni di loro incontri e scontri. Questa frammentazione aveva anche un carattere politico: in genere le classi più abbienti erano favorevoli al dominio romano, o quanto meno vi collaboravano, invece i ceti più popolari erano fortemente antiromani.
I principali gruppi religiosi erano:
I FARISEI
La corrente spirituale dei farisei costituisce, probabilmente, il gruppo religioso più significativo all’interno del giudaismo. I farisei corrispondono ad una nuova aristocrazia fondata sulla cultura, ossia sulla conoscenza della Scrittura. L’ambiente fariseo comprendeva gli scribi, vale a dire quanti insegnavano la Legge; ma gli scribi non erano necessariamente farisei. Il loro compito consisteva nel custodire la Legge e nell’interpretarla, adattandola alle situazioni nuove. Intransigenti sulla sostanza della fede e della legge, si mostrano duttili sulle sue applicazioni. Le tendenze progressiste dei farisei si ritrovano sul piano teologico: credevano nella risurrezione dei morti e nel premio o castigo delle anime.
I SADDUCEI
Rappresentata eminentemente dall’aristocrazia delle antiche famiglie, nell’ambito delle quali venivano reclutati i sacerdoti dei ranghi più alti, nonché, in particolare, il Sommo Sacerdote, la corrente dei sadducei, si richiamava, nel proprio nome, all’antico e leggendario, sommo sacerdote al tempo di Salomone.
I sadducei, a differenza dei farisei consideravano vincolante solamente la Legge scritta, ossia quanto tramandato nei libri della bibbia ebraica, o Torah. Al contrario dei farisei, i sadducei non credevano alla resurrezione dei morti. Sembra che essi respingessero anche l’esistenza di un’anima immortale. Pare che non accettassero nemmeno la dottrina degli angeli.
I farisei
I sadducei
Gli scribi
I sacerdoti
Gli esseni
Gli zeloti
I samaritani
GLI SCRIBI
Esperti di scrittura, tra i quali figuravano non pochi sacerdoti colti, gli scribi erano specializzati nella trascrizione dei testi sacri, sempre in lingua ebraica, quindi dotti conoscitori di dottrine e di regole cultuali ed etiche. Lo scriba era colui che, nei primi tempi, doveva anzitutto conservare la Legge di Dio contenuta nelle Scritture, ma a partire dall’esilio, ebbe anche l’incarico di leggerle, tradurle e interpretarle al popolo.
I SACERDOTI
In Israele il sacerdozio costituisce un’istituzione permanente di uomini dedicati al servizio di YHWH. L’organizzazione del sacerdozio era strettamente gerarchica ed ereditaria: appartenendo alla tribù di Levi, i sacerdoti erano tali in quanto discendenti di Aronne ed erano i soli che potevano officiare al Tempio; fra questi il Sommo Sacerdote rappresentava la linea primogenita. Egli aveva funzioni religiose ed insieme civili e politiche ed era, dopo l’esilio, il vero capo della comunità di Israele. Solo il Sommo Sacerdote poteva entrare nel luogo Santissimo nel giorno delle espiazioni. Divisi in gruppi, servivano nel Tempio per una settimana l’anno e durante le feste annuali. Potevano svolgere altri lavori, ma non quelli agricoli, e dovevano rispettare le regole di purità prescritte nella Bibbia. Usufruivano delle decime e delle offerte fatte al Tempio.
GLI ESSENI
Gli appartenenti a questo gruppo costituivano la setta dei “puri”. Avevano abbandonato Gerusalemme e il Tempio, contaminati da comportamenti che loro giudicavano impuri, e si erano rifugiati nel deserto di Giuda, a ovest del Mar Morto, dove vivevano in povertà e in comunità, con uno stile di vita ascetico, attendendo il Messia e osservando scrupolosamente la Legge.
GLI ZELOTI
Membri di una fazione politica fortemente antiromana. Loro obiettivo era la cacciata degli invasori romani e la costruzione del regno di Dio sulla terra, attraverso una rivoluzione violenta. Incontrarono la simpatia del popolo e si diffusero clandestinamente, provocando attentati e sommosse. Estremisti di questo gruppo erano i Sicari (da sicar, il coltello usato per gli omicidi).
I SAMARITANI
Erano gli abitanti della Samaria; essi ritenevano che il Monte Garizim e non il Tempio di Gerusalemme, fosse il luogo prescelto da Dio per i sacrifici. Riconoscevano come sacri solo i primi 5 libri della Bibbia e attendevano la venuta del nuovo Mosè.
IL TEMPIO DI GERUSALEMME
Il Tempio era il segno della presenza di Dio in mezzo agli uomini. Il primo Tempio fu fatto costruire da Salomone, durante il periodo monarchico nel X sec. a.C. Distrutto dal babilonese Nabucodonosor, il conquistatore di Gerusalemme, fu nuovamente ricostruito dopo l’esilio. Raggiunse una magnificenza senza pari sotto Erode il Grande (ai tempi di Gesù) e venne definitivamente distrutto dai Romani nel 70 d.C.
Il Tempio di Salomone era costituito da 3 cortili: in quello più esterno, l’Atrio dei Gentili, vi potevano accedere tutti, anche forestieri; nel 2° cortile, entravano solo gli ebrei, compresi le donne e i bambini; nel 3° accedevano solo gli uomini per portare i sacrifici ai sacerdoti che officiavano nella zona più interna, il Santo. Infine vi era il Santo dei Santi, luogo a cui poteva accedere solo il Sommo Sacerdote nel giorno dello Yom Kippur (giorno dell’espiazione, del perdono). Nel Santo dei Santi inizialmente era contenuta l’Arca dell’Alleanza, di cui si persero le tracce dopo l’invasione dei babilonesi; ai tempi di Gesù era presente la Menorah d’oro, il candelabro a sette bracci.
LA SINAGOGA
Durante l’esilio a Babilonia gli Ebrei, “orfani” del Tempio, iniziarono a radunarsi nelle sinagoghe, luoghi di culto e di preghiera. Dopo la distruzione definitiva del Tempio nel 70 d.C., l’uso della Sinagoga divenne una consuetudine. Ancora oggi gli Ebrei si radunano nelle sinagoghe.
Published: May 19, 2020
Latest Revision: May 19, 2020
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