IL DISASTRO DI VAJONT
Con disastro del Vajont ci si riferisce alla tragedia avvenuta la sera del 9 ottobre 1963, quando una terribile frana dal pendio del Monte Toc invase il bacino idroelettrico del Vajont, creato artificialmente per mezzo di una diga, allora la più alta del mondo. La massa della frana fu di una tale portata da causare il superamento della diga del Vajont e il divampamento delle sponde del bacino lacustre: si formarono due enormi ondate, che avrebbero portato morte e desolazione in tutta la zona circostante, dalla valle del Vajont fino a quella del Piave. Ad oggi, la stima di persone morte durante il disastro del Vajont ammonta a 1.917 persone. La Diga di Vajont, invece, venne costruita tra il 1957 e il 1960 con lo scopo di ottenere energia idroelettrica dai diversi bacini presenti nella zona del Veneto grazie alla trasformazione dell’energia potenziale dei fiumi che attraversano la zona, tra cui i più importanti sono per l’appunto il Piave e il Vajont. Un progetto ambizioso ma, come tanti in quell’epoca, poco studiato e tutto volto al profitto.Fu così che, alle 22:39 della sera del 9 ottobre 1963, prese vita una tragedia che poteva essere, almeno in parte, arginata. L’inondazione travolse a est della diga la valle del Vajont, ad ovest quella del Piave, distruggendo interi paesini e frazioni del fondovalle veneto. Longarone fu, senza ombra di dubbio, il comune in cui più fortemente si sentirono i tragici effetti di quel disastro: furono 1.450 le vittime lì coinvolte. Ancora oggi non si è però riusciti a stilare una precisa stima dei decessi che la tragedia del Vajont portò con sé, ma si sa con certezza che almeno 1.917 persone persero la vita a causa di quella frana e delle successive inondazioni.Dopo 7 anni e mezzo di processo, nel 1971 la Corte di Cassazione indicò Francesco Sensidoni, capo del servizio dighe del Ministero dei lavori pubblici e componente della commissione di collaudo, e Alberico Biadene, direttore del servizio costruzioni idrauliche della S.A.D.E. (Società Adriatica Di Elettricità) come maggiori responsabili del disastro e li riconobbe colpevoli.
COME È STATO CREATO IL GRANDE VAJONT?
L’idea di mutare in parte il progetto originario formulando l’ipotesi di un unico impianto integrato con gli altri delle valli circostanti viene attribuita a Carlo Semenza, che la formulò la prima volta nel 1929. Il progetto viene normalmente identificato con il nome “Grande Vajont”.
Lo scopo del progetto era quello di creare in mezzo ai monti dolomitici una grossa riserva di acqua (serbatoio di regolazione pluristagionale) che permettesse di sfruttare l’energia potenziale (perché le dighe consentono di utilizzare l’acqua come fluido di lavoro), sotto forma di potenza idrica, per portare energia elettrica a Venezia e a tutto il Triveneto anche nei periodi di secca dei fiumi, in particolare del fiume Piave. L’invaso venne creato per accumulare le acque del Piave dopo il loro passaggio nella diga di Pieve di Cadore, dalla quale l’acqua giungeva nel serbatoio del Vajont tramite tubazioni con dislivello minimo, quindi minor perdita di energia potenziale. A questo sistema si aggiungevano, tramite condotte e ponti-tubo, anche i laghi di Vodo e Valle di Cadore (sul torrente Boite), di Pontesei (sul torrente Maè) e della Val Gallina (bacino di carico della centrale di Soverzene).
Era stato dunque concepito un grande sistema di vasi comunicanti, con piccoli dislivelli tra di loro, sfruttati da piccole centrali (Pontesei, Colomber per il Vajont e Gardona) e tutti confluenti nella centrale principale di Soverzene (da 220 MW, al suo tempo la più grande d’Europa). La profonda gola del torrente Vajont, che nasce dalle Prealpi Carniche e sfocia nel fiume Piave costeggiando il Monte Toc, tra la provincia di Belluno e la provincia di Pordenone, istituita successivamente (nel 1968), sembrava essere il luogo più adatto alla costruzione della diga a doppio arco che risultò essere la più alta del mondo.
La domanda per una diga nella valle del Vajont alta fino a quota 667 m s.l.m. e sbarramento presso il Colomber fu presentata nel 1940. Vi era allegata una relazione di Dal Piaz identica a quella del 1937.
Al termine della seconda guerra mondiale, i progetti sul Vajont vennero ripresi. La concessione definitiva venne accordata con D.P.R. nr. 729 del 21 marzo 1948; il progetto iniziale prevedeva una diga a doppio arco alta 202 m con un invaso di 58,2 milioni di metri cubi. Sempre nel 1948, cominciò a svilupparsi l’idea di poter innalzare il coronamento della diga fino a 679 m s.l.m. appieno le caratteristiche geologiche del calcare del Vajont, che caratterizzava il punto di innesto della diga nei fianchi della valle.
LA CENTRALE GEOTERMICA
La centrale geotermoelettrica trasforma il calore proveniente dall’interno della terra in energia elettrica.
Gli strati interni alla crosta terrestre hanno temperature molto alte dovute al decadimento radioattivo delle rocce.
In questi strati interni troviamo delle vere e proprie riserve naturali d’acqua dovute alle piogge, queste attraverso il calore delle rocce si riscaldano e cominciano ad evaporare.
Attraverso delle trivellazioni nel terreno (più o meno profonde tra i 50 ai 150 mt) il vapore provocato da queste riserve d’acqua viene incanalato dentro delle tubature in acciaio chiamate “vapordotti”.
Le temperature del nostro pianeta aumenta mano a mano che si scende in profondità, infatti più il foro della centrale geotermica è profondo, maggiore è il gradiente geotermico e la conseguente energia elettrica che si produce.
Il vapore, una volta raggiunta la centrale geotermica, attiva un albero motore delle turbine che trasformano l’energia meccanica prodotta dalla loro rotazione in energia elettrica attraverso l’uso di un alternatore.
Esistono tre tipologie di impianti geotermici:
- a contropressione;
- a condensazione;
- a flash.
Nelle prime il vapore dopo essere stato sfruttato per produrre energia elettrica viene liberato nell’atmosfera. Nelle seconde invece il vapore una volta utilizzato viene condensato e nuovamente iniettato nel sottosuolo.
Infine nelle centrali geotermiche “a flash” sono dotate di un separatore che divide il vapore che attiva le turbine dall’acqua che viene poi eliminata.
COME FUNZIONA LA CENTRALE GEOTERMICA?
una centrale geotermica è composta da:
- pozzi di estrazione del vapore termico;
- vapordotti;
- turbina a vapore;
- condensatore;
- pompa;
- torre di raffreddamento;
- pozzo di reiniezione;
- generatore di corrente elettrica;
- trasformatore.I pozzi di estrazione consistono in delle tubature in acciaio che scendono nelle profondità della terra vicino i serbatoi naturali di acqua sedimentata.Questi sono connessi con i vapordotti che permettono il trasporto di questi vapori caldi fino alla vera e propria centrale geotermica.Nella centrale geotermica troviamo la turbina a vapore essa consiste in una grande macchina in acciaio a forma di cilindro nel quale sono fissate delle “palette” che indirizzano il vapore da una fila di palette all’altra.Il vapore che arriva dai vapordotti ad alte velocità mettono in moto un rotore così da trasformare la pressione del vapore in energia meccanica. Collegato allo scarico della turbina troviamo un condensatore nel quale vengono spruzzate delle gocce d’acqua in modo da mettere in contatto l’acqua con il vapore.L’acqua condensata viene raccolta in una specie di “pozzo caldo” da dove viene inviata tramite una pompa di calore elettrica verso la torre di raffreddamento.La torre di raffreddamento è una costruzione circolare molto larga in cemento a volte alta fino ai 100 mt. In questa torre l’acqua calda evapora nell’atmosfera mentre nelle sue pareti interne si forma la condensa di acqua fredda che gocciola verso il basso e viene raccolta in una vasca piena di acqua condensata fredda.
Successivamente in una centrale geotermica troviamo un pozzo di reiniezione che raccoglie l’acqua dallo scarico della centrale e la reimmette nel serbatoio geotermico di origine.
La parte più importante di una centrale geotermica è il generatore di corrente elettrica perché appunto attraverso un rotore riesce a trasformare l’energia meccanica in energia elettrica.
Infine c’è un trasformatore che consente di trasferire l’energia elettrica alternata proveniente dal generatore ad un altro circuito elettrico (di solito nella rete energetica nazionale) modificandone le caratteristiche.
INDICE
pag.1 il disastro di Vajont
pag.2 immagine(il grande Vajont)
pag.3 come è stato creato il grande Vajont
pag.4 immagine(costruzione del grande Vajont)
pag.5 video(il disastro del grande Vajont)
pag.6 la centrale geotermica
pag.7 immagine(centrale geotermica)
pag.8 centrale geotermica
pag.9 come funzione la centrale geotermica
pag.10 immagine(centrale geotermica)
Published: May 11, 2020
Latest Revision: May 11, 2020
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