MENDEL E LA GENETICA
Johan Mendel nacque il 20 luglio 1822 da Anton e Rosina Mendel a Heinzendorf nell’impero austriaco, al confine tra la Moravia e la Slesia. La famiglia di Mendel era profondamente cristiana e questo influenzò tanto lui quanto le due sorelle. Terminate le scuole superiori, nel 1843 entrò come novizio nel monastero agostiniano di S. Tommaso di Bruno, dove i monaci si dedicavano all’insegnamento delle scienze e alla ricerca scientifica e tre anni più tardi divenne un sacerdote ordinato.
Oltre che monaco agostiniano, Gregor Mendel fu un biologo e matematico ed è universalmente riconosciuto come il padre della genetica. Nel monastero avviò infatti un programma di ricerche sull’ibridazione delle piante che, portò a risultati che permisero l’individuazione delle leggi alla base dell’ereditarietà.
Durante tutta la sua vita Mendel assecondò totalmente i suoi voti accettando gli obblighi imposti dal suo ordine e nel 1866 fu eletto all’unanimità dai suoi confratelli successore dell’Abate Cyrill Napp.
In precedenza erano stati fatti molti studi nel campo della genetica, i quali hanno portato alla “TEORIA DELLA MESCOLANZA” . Essa diceva che:
• I due genitori danno un uguale contributo alle caratterisctiche della prole;
• Nella prole i fattori ereditari si mescolano
Mendel, attraverso i suoi studi, ha confermato la prima ipotesi e smentito la seconda.
La genetica moderna è basata sul concetto di gene, l’unità fondamentale dell’ereditarietà e Mendel, negli anni ’60 dell’Ottocento, fu il primo a riconoscerne l’esistenza, grazie ad una serie di esperimenti condotti su piante di pisello scelte in quanto facilmente reperibili, economiche, facilmente coltivabili e presenti in una gran varietà di forme e colori. Queste piante possono riprodursi per autoimpollinazione.
Per prima cosa Mendel produsse piante di ceppo pure cioè piante che generano nuove piante identiche a quelle da cui derivano.
Nel corso degli anni Mendel incrocia vari tipi di piante di pisello di diversi ceppi puri.( IMPOLLINAZIONE INCROCIATA)
Mendel impediva alla pianta di ceppo puro di impollinarsi poi, impollinava il fiore con una diversa varietà di polline.
Mendel scoprì che, incrociando i ceppi puri di un fiore bianco ai ceppi puri di un fiore rosso, producono sempre piante che hanno i fiori rossi, quindi le due varianti non si erano mescolate, ma una prevaleva sull’altra.
Fiore rosso= Variante R dominante
Fiore bianco= Variante r recessiva
Prima legge di Mendel:
nell’ incrocio tra individui con varianti diverse di un certo carattere, ciascun genitore trasmette una variante;il figlio così le ha entrambe, ma solo la variante dominante si manifesta.
Mendel, poi, incrociò tra loro le piante figlie ottenute dal primo incrocio: scoprì, che in media, una volta su quattro li piante della seconda generazione avevano fiori bianchi, la variante reccessiva riappariva.
Le piante figlie di prima generazione sono di tipo Rr cioè hanno entrambe le varianti pertchè le hanno ereditate dai genitori che erano ceppi puri.
Ciascuna coppia di piante figlie può poi dare origine a quattro combinazioni diverse, infatti dall’incrocio di due piante Rr si possono ottenere piante RR, Rr,rr. Questa interpretazione porta alla Seconda legge di Mendel:
nella discendenza delle piante che derivano dall’incrocio di ceppi puri, le varianti recessive si manifestano nel 25% dei casi.
L’ereditarietà di caratteri diversi tra loro
Seme del pisello:
• Giallo e liscio (varianti dominanti)
• Verde e rugoso (varianti reccesive)
Terza legge di Mendel:
I diversi caratteri ereditari sono trasmessi alla discendenza in modo indipendente gli uni dagli altri.
Perciò, nella discendenza, i vari caratteri si possono trovare combinati in tutti i modi possibili.
I risultati di Mendel furono ignorati dalla comunità scientifica per molti anni. Furono poi riscoperti e confermati solo all’inizio del 1900. Oggi noi sappiamo che le leggi di Mendel hanno valore generale e perciò si applicano anche all’ereditarietà di caratteri negli esseri umani. Ad esempio il colore degli occhi è un carattere ereditario con variante dominante e variante recessiva.
Occhi marroni: variante dominante
Occhi azzurri: variante recessiva
1. Le varianti dominanti si ereditano soltanto se almeno un genitore le ha
2. Le varianti recessive possono “saltare le generazioni”
3. Il colore degli occhi e il colore dei capelli sono indipendenti tra loro.
Questi tre punti corrispondono alle tre leggi di Mendel.
In genetica, che è la scienza che studia l’ereditarietà, i caratteri si chiamano Geni e le varianti si chiamano Alleli. Per esempio il gene del colore degli occhi, ha come alleli gli occhi marroni e gli occhi azzurri. Alcuni geni come la capacità di arrotolare la lingua o una fossetta sul mento, possono manifestarsi soltanto in due forme: possono essere presenti oppure no.
sono geni che presentano alleli multipli, basta pensare alla varietà del colore dei capelli o la forma del naso. Quindi, in natura, possono esistere molti allei per un determinato gene ma ognuno di noi ne possiede sempre e soltanto due.
• Ogni individuo possiede per ciascun gene due alleli, uno ereditato dalla madre e uno ereditato dal padre.
• Per un dato gene, un individuo può essere:
○ Omozigote, quando i due alleli che ha sono uguali
○ Eterozigote, quando i due alleli che ha sono diversi.
Published: May 11, 2020
Latest Revision: May 11, 2020
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