CAPPUCCETTO ……………… (nuove fiabe inedite)

by A.VACCHI

Artwork: Alunni 2A - Vacchi - in DAD

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CAPPUCCETTO ……………… (nuove fiabe inedite)

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Artwork: Alunni 2A - Vacchi - in DAD

  • Joined Mar 2019
  • Published Books 4

CAPPUCCETTO MORTO

di Federico

C’era una volta una bambina fantasma che andava spesso a trovare la sua nonna nel mondo dei vivi.

Per non farsi riconoscere si nascondeva sotto un mantello nero.

Chi aveva avuto la sfortuna di incontrarla nel bosco la chiamava Cappuccetto Morto.

Un giorno la mamma le disse: “Porta questa focaccia avvelenata alla nonna che è malata e finalmente può raggiungerci.”

Arrivata nel bosco, incontrò un lupo che pensò fosse una bambina viva e decise di saltarle addosso.

Quando le fu vicino però, capì che era un fantasma e terrorizzato fuggì nel bosco.

Cappuccetto Morto giunse dalla nonna e le diede la focaccia.

Di colpo si ritrovarono a casa con la mamma, e tutte e tre vissero felici e contente per l’eternità.

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                     CAPPUCCETTO ROTTO 

di Emma

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Rotto. Tutti la chiamavano così perchè era molto distratta, cadeva sempre e si faceva male dappertutto, perciò era necessario mettere tanti cerotti. Un giorno la mamma disse a Cappuccetto Rotto di portare un cesto con la torta alla nonna malata, le raccomandò di stare attenta a non cadere. Mentre la bambina camminava lungo il sentiero del bosco, da dietro un albero comparve un lupo, ma siccome era un lupo fifone appena la vide con tutte quelle  ferite, scappò via terrorizzato. Cappuccetto Rotto arrivò a casa della nonna, bussò alla porta, ma quando fece per entrare rotolò giù dalle scale.La nonna spaventata gridò aiuto, quando ad un tratto passò da lì un cacciatore che vide la povera Cappuccetto Rotto con un ginocchio sbucciato, allora prese dalla borsa un enorme cerotto e la medicina. Alla fine la nonna e Cappuccetto Rotto per ringraziare il cacciatore lo invitarono a mangiare la torta.               

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CAPPUCCETTO BUFFO

di Anna

Cappuccetto Buffo era una bambina che viveva al mare, amava fare scherzi e si vestiva in modo bizzarro. Infatti indossava stivali di colori diversi, pantaloni a strisce, maglia colorata e giacca da pescatore. Quel giorno Cappuccetto era stata messa in castigo perché aveva colorato di rosso l’acqua per annaffiare i fiori.

Per punizione la mamma disse a Cappuccetto che la torta per merenda l’avrebbe offerta alla nonna.

Così la depose nel cestino e disse a Cappuccetto di portarla alla nonna. Però Cappuccetto, che era golosa, lungo la strada se la mangiò tutta.

Cappuccetto pensò che non avrebbe dovuto andare dalla nonna a mani vuote, quindi andò da un amico pescatore, gli chiese due o tre granchi, li mise nel cesto, li portò alla nonna e le disse: “Ti ho portato la merenda”. In quel momento arrivò il lupo che le rubò il cestino. Quando aprì il cesto, il lupo trovò i granchi e uno gli pizzicò il naso; allora il lupo scappò via ululando.

La nonna divertita prese il cesto con i granchi e insieme a Cappuccetto riportò i granchi nel mare e tornò dalla mamma a fare la merenda con tante arance.

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CAPPUCCETTO LILLA

di Margherita

C ‘era una volta una bambina di nome Cappuccetto Lilla.

Era una bambina molto educata e profumata perché indossava sempre una ghirlanda di fiori Lilla.

Un giorno la mamma la chiamò mentre lei si stava facendo un bagnetto.

Cappuccetto Lilla, devi andare dalla nonna a farle compagnia perché ha il raffreddore, mi raccomando passa attraverso il bosco così farai prima”.

“Ok Mamma mi asciugo, mi profumo e vado subito”.

Mentre attraversava il bosco e incontrava i suoi amici animali, ad un certo punto si imbattè nel Lupo Carogna, il più puzzone di tutti.

Mentre tutti gli altri animali scappavano, Cappuccetto Lilla, a debita distanza, si mise a parlare con Lupo Carogna.

“Ma Lupo Carogna ti rendi conto che puzzi talmente tanto che nessuno ti vuole stare vicino, perché non ti lavi?”

“Non mi lavo perché da piccolo sono caduto nel laghetto delle anatre e nessuno è venuto a salvarmi e così per paura dell’acqua non mi sono più lavato”.

“ Allora se vuoi che tutti ti accolgano ti devi lavare!”

“ Si ma come faccio? Ho paura io!”

“ Vieni con me dalla nonna, la convinco a farti entrare in casa sua così tu potrai lavarti e  profumarti,  così  non   sarai più Lupo Carogna ma Lupo Bello”.

Arrivati a casa della nonna c’era Cacciatore Salvatore che sentendo l’odore di Lupo Carogna svenne in un secondo. La nonna non svenne perché aveva il raffreddore.

La nonna impaurita parlò con Cappuccetto Lilla che la rassicurò e la convinse a fare entrare Lupo Carogna per fargli fare il bagnetto profumato.

Quando Lupo Carogna finì di lavarsi e profumarsi, Cacciatore Salvatore si svegliò, vide Lupo trasformato in un lupo pulito e profumato, allora da quel giorno diventarono amici inseparabili.

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CAPPUCCETTO RICCO 

di Leonardo

C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Ricco perchè viveva in una villa enorme con una piscina e un campo da tennis. La bambina passava le giornate mangiando gelati e bevendo cocktail all’arancia.

Un giorno la mamma le disse: “La nonna è malata; portale un tacchino arrosto con patate al forno, agnello e una bottiglia di champagne”.

Cappuccetto con la sua Limousine attraversò il bosco. Sul sentiero il lupo aspettava una preda e quando vide avvicinarsi la Limousine buttò a terra dei chiodi, così Cappuccetto bucò una gomma e dovette fermarsi.

Il lupo si avvicinò e disse: “Dove vai bella bambina?”

“Non osare chiamarmi semplicemente bambina, io sono una contessa. Ti vedo un po ‘stanco, se mi dai 100 € ti do un passaggio.”

Il lupo era al verde ma con una mossa lesta prese i soldi dalla tasca dello stessCappuccetto. Il lupo disse: “Ecco a te!”.

Cambiata la gomma ripartì e si fermò in un bar di lusso a bere whisky and soda.

Il lupo che non era abituato a bere alcolici stramazzò a terra mentre Cappuccetto pagò il conto e ripartì.

Quando arrivò al palazzo della nonna consegnò il cestino. La nonna però si lamentò: “Ma cosa mi hai portato? E ‘uno schifo! Il tacchino è freddo e io volevo aragosta e caviale “.

La nonna buttò il cestino dalla finestra e Cappuccetto tornò a casa nella sua Limousine.

Sotto la finestra della nonna passò un cacciatore: “Oggi non si lavora! Ecco un tacchino e un agnello già ben cotti “.

Il cacciatore se ne andò a casa soddisfatto dalla sua famiglia che lo aspettava.

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CAPPUCCETTO BULLO

di Lorenzo Cor

C’era una volta Cappuccetto Bullo e un giorno mentre picchiava gli animali la mamma gli disse: “Porta la torta alla nonna perché è malata” e Cappuccetto Bullo le rispose: “Non voglio”, ma la mamma la obbligò. Allora Cappuccetto, mentre camminava verso la casa della nonna, mangiò la torta e il lupo sentì il profumo della torta e si avvicinò a Cappuccetto e le chiese: “Mi puoi dare una fetta di torta?” e Cappuccetto le disse: “Ma certo” e gliela tirò in faccia. Il lupo se ne andò via arrabbiato. Cappuccetto era arrivata a casa della nonna e bussò. Toc toc “Chi è?” domandò la nonna. “Sono Cappuccetto Bullo”. “Entra pure,” disse la nonna “mi hai portato la torta?”  Cappuccetto Bullo rispose: “No perché me la sono mangiata tutta io”. Allora la nonna si arrabbiò tantissimo e cominciò a urlare e il cacciatore che passava da quelle parti sentì le urla e corse a casa della nonna. La nonna gli spiegò che Cappuccetto Bullo si era mangiata la torta che doveva darle e allora anche il cacciatore si arrabbiò con Cappuccetto e i tre cominciarono a picchiarsi e andarono all’ospedale con un occhio nero.

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CAPPUCCETTO PAZZO

di Lorenzo Cos

C’era una volta Cappuccetto Pazzo che amava fare gli esplosivi. Un giorno la mamma gli disse di portare la torta alla nonna malata.

Cappuccetto Pazzo prima di partire mise nella torta un esplosivo.

Nel bosco incontrò il lupo, il lupo le chiese: “Cappuccetto Pazzo, dove stai andando?” Lei rispose: “Vado dalla nonna”. Allora Cappuccetto Pazzo mise dell’esplosivo in tasca al lupo che esplose in mille pezzi.

Cappuccetto Pazzo arrivò a casa della nonna, le diede la torta e  scappò via. La nonna mangiò la torta e volò sulla luna.

 

 

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CAPPUCCETTO ROZZO 

di Tommaso

C’era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Rozzo. Era una bambina molto maleducata.

Un giorno la mamma le disse di andare dalla nonna. Cappuccetto Rozzo andò dalla nonna passando dal bosco e trovò un lupo che le disse: – Ciao sono il Lupo Cattivo e tu?

– Sono una bambina

– E allora ti mangio!

Ma Cappuccetto Rozzo fece scappare il Lupo con una enorme puzza.

Finalmente arrivò alla casa della nonna e bussò alla porta. La nonna e il Cacciatore e Cappuccetto Rozzo mangiarono tutta la torta e alla fine fecero un bel ruttino.

 

 

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CAPPUCCETTO ROTTO

di Riccardo

C’era una volta una bambina che qualsiasi cosa toccasse si rompeva, per questo la chiamavano Cappuccetto Rotto.

Un giorno, mentre cercava di aggiustare un gioco che aveva rotto, la mamma la chiamò: ”Cappuccetto Rotto! Cappuccetto Rotto! ”

“Eccomi mamma, arrivo subito!” rispose la piccola, che aveva rotto il vestito, però era una bambina brava. “No, no … resta dove sei sennò rompi tutto!” si affrettò ad aggiungere la mamma “Ti lascio qui un cesto di ferro con la torta per la nonna che è malata. Portagliela e, mi raccomando, non toccarla con le tue manine perché sennò la torta si rompe! ”. Cappuccetto prese il cesto e partì.

Mentre la disastrosa bambina camminava lungo il sentiero, attorno a lei gli animaletti del bosco cercavano di proteggere le loro tane, per paura che Cappuccetto le rompesse.

La bambina giunse, infine, in una radura dove crescevano delle margherite, decise di farne un mazzetto per la nonna, ma quando cercò di raccogliere i fiori, questi si staccavano dallo stelo perchè era troppo maldestra!

Mentre stava per rimettersi in cammino, da dietro un albero comparve un lupo: “Dove vai bella bambina …?” ma quando la bambina si appoggiò ad un albero, questo cadde sulla testa del lupo. “uuuuhhhhhh !!!!!” gridò dolorante, e l’animale fuggì nel bosco.

Cappuccetto Rotto guardò il lupo sparire nel bosco, poi alzò le spalle e riprese il sentiero che portava a casa della nonna.

Quando arrivò a casa della nonna, la bambina bussò alla porta: “Chi e ‘?” chiese una vocina dall’ interno. ” Sono Cappuccetto Rotto … nonna”. ” Oh, che peccato, non sono in casa, sono nel bosco a raccogliere le more! ” disse la nonna” … lascia la torta davanti alla porta, ma mi raccomando non toccare la maniglia altrimenti la rompi “.

Cappuccetto Rotto posò la torta davanti alla porta e riprese la strada di casa. La nonna aprì la porta solo verso sera, la torta non c’era più: un cacciatore l’aveva portata via e trovò lo zerbino rotto.

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CAPPUCCETTO BUFFO

di Giorgia

C’era una volta una bambina che amava far divertire gli altri. Tutti la chiamavano Cappuccetto Buffo.

Un giorno la mamma le chiese di andare a trovare la nonna perché era malata.

La nonna era triste perché viveva da sola così Cappuccetto Buffo preparò una torta e si recò a casa della nonna per farla divertire con le sue storie buffe.  Mentre camminava lungo il sentiero del bosco incontrò il lupo che le chiese di raccontargli una barzelletta. Cappuccetto Buffo era famosa per le sue storie divertenti e così si unirono anche gli animali del bosco.

Arrivata a casa della nonna Cappuccetto Buffo le diede la torta. Vedendola triste organizzò un piccolo spettacolo con barzellette divertenti. La nonna si divertì molto. Le sue risate erano così forti che le sentì un cacciatore che passava lì vicino. Bussò alla porta e l’invitarono ad entrare. Il cacciatore e la nonna si divertirono tantissimo e conclusero il pomeriggio facendo merenda con la torta.

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CAPPUCCETTO TONTA

di Rosa

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Tonta.

Un giorno la mamma le disse:” Cappuccetto, porta il dolce

alla nonna” e lei andò.  

Mentre andava sulla strada del bosco incontrò un lupo che le disse:” Vuoi venire con me?”

“Sì” gli disse Cappuccetto Tonta.

Mentre andavano Cappuccetto inciampò sul lupo.

Il lupo si fece male alla coda e scappò via e così Cappuccetto

portò il dolce alla nonna e il lupo restò a bocca asciutta.

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CAPPUCCETTO TONTO

di Vittoria L

C’era una volta una bambina che era sempre tanto sbadata.

Per questo tutti la chiamavano Cappuccetto Tonto.

Un giorno Cappuccetto Tonto era in giardino a cercare di capire perché i pedali della sua bicicletta non giravano, quando la mamma la chiamò: “Cappuccetto Tonto, togli il cavalletto alla bicicletta e vieni qui subito!”. Cappuccetto Tonto capì perché i pedali non giravano e fu così contenta che corse subito dalla mamma. “Cappuccetto Tonto, ti lascio un cesto con la torta da portare alla nonna che è malata e ti do la mappa della strada, così non ti perdi”.

Cappuccetto partì subito e dopo pochi minuti si accorse che aveva dimenticato la mappa! Tempo dieci minuti e si era persa nel bosco e, mentre guardava i fiorellini, non si ricordò più cosa ci era venuta a fare. La bambina arrivò in una radura dove da dietro un albero comparve un lupo. “Dove vai, bella bambina?” le disse il lupo. “Sai che non me lo ricordo?” rispose Cappuccetto Tonto. “So solo che è ora di merenda e ho tanta fame”. Il lupo la guardò, l’annusò e disse: “Io sento profumo di torta; se la mangiamo metà ciascuno non ti farò niente ”.

Dopo la scorpacciata la bambina si accorse che doveva andare in bagno e il lupo fu così gentile che l’accompagnò fino alla casa della nonna. Cappuccetto Tonto bussò e chiese alla nonna di andare in bagno; la nonna la lasciò fare e poi le domandò: “Sei venuta qui solo per andare in bagno?” E Cappuccetto Tonto: “No! Dovevo portarti qualcosa, ma non mi ricordo più cosa. Se aspetti un attimo, lo chiedo al mio amico qui fuori”. Cappuccetto Tonto aprì la porta, il lupo entrò e si mangiò lei e la nonna in un sol boccone. Passò di lì un cacciatore e chiese al lupo: “Dove sono finite Cappuccetto Tonto e la nonna ?”; il lupo rispose: “Me le sono mangiate!”. Allora il cacciatore lo uccise e tirò fuori la bambina e la nonna sane e salve.

La sera la mamma di Cappuccetto chiese al cacciatore: “Come hai fatto a capire che il lupo le aveva mangiate?”. Il cacciatore rispose: “Mangiando Cappuccetto Tonto, il lupo è diventato così tonto che me l’ha detto lui!”.

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CAPPUCCETTO BUFFO

di Edoardo

C’era una volta una bambina di nome Cappuccetto Buffo. Un giorno la mamma le disse: “Porta questo cestino pieno di buon cibo alla nonna, ma stai attenta a non cadere perché è molto pesante”. Nel bosco però Cappuccetto inciampò in un ramo e tutto il cibo si spiaccicò per terra e gli schizzi di marmellata le arrivarono in faccia e nei capelli. Passò di lì un suo amico coniglietto che la vide tutta sporca di marmellata e le disse: “Come sei buffa tutta sporca di marmellata!” . Cappuccetto Buffo riprese il cammino e non si accorse che il lupo la stava spiando e che pensava tra sé: “E’ veramente buffa con quella marmellata addosso, ma sarà ancora più buona da mangiare”. Quando Cappuccetto Buffo arrivò a casa della nonna, bussò alla porta proprio quando il lupo stava per mangiarla. Quando la nonna la vide scoppiò a ridere e disse: “Sei veramente buffa con la marmellata spiaccicata in faccia e nei capelli!” e anche Cappuccetto si mise a ridere così tanto che il lupo non riusciva ad acchiapparle. Passò di lì anche un cacciatore che si mise a ridere e alla fine il lupo se ne andò dicendo:” Maledetto Cappuccetto Buffo!”

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CAPPUCCETTO CORTO

di Simone

C’era un volta una bambina con le braccia e le gambe corte, per questo tutti la chiamavano Cappuccetto Corto.
Un giorno sua mamma la chiamò:
“Cappuccetto Corto, Cappuccetto Corto”.
“Dimmi mamma” rispose la bambina.
“Vai a portare questo cesto di frutta alla nonna nel bosco”.
La bambina si incamminò, ad un certo punto incontrò il lupo.
L’animale era spaventato, chiese a Cappuccetto Corto indicazioni per scappare dal cacciatore che l’inseguiva.
La bambina gli indicò il sentiero, e lei proseguì fino alla casa della nonna.
Quando arrivò entrò in camera e passarono un bel pomeriggio insieme mangiando la frutta.

 

 

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