La scuola al tempo del coronavirus
Riflessioni e pensieri dei docenti dell’Istituto “Ilaria Alpi” di Montesarchio durante la pandemia da Covid 19 nell’anno 2020
PREFAZIONE
Il giorno 3 Aprile 2020, in piena emergenza sanitaria per il Covid19 che aveva costretto da quasi un mese a chiudere tutte le scuole d’Italia, invitai i miei colleghi ad esprimere una riflessione durante i consigli di classe che avremo svolto a breve, per la prima volta, in modalità di videoconferenza.
Usai queste parole:
“Accogliendo il messaggio di Papa Francesco di non sprecare questo tempo, trasformandolo da tempo di attesa in tempo di riflessione, invito i coordinatori di classe a scegliere un pensiero che parli di questo tempo, difficile ma anche ricco di opportunità. Un pensiero da condividere all’apertura dei consigli di classe.
Un minuto non di silenzio ma denso di parole per ricordare le vittime di questa pandemia e tutti coloro che lavorano in prima linea.
Un minuto per rafforzare il nostro essere comunità, nel lavoro, al servizio degli alunni e delle loro famiglie che va oltre le norme di Legge, obbedendo solo alla coscienza di ciascuno di noi”.
Tutti i docenti risposero a tale invito e i loro pensieri furono raccolti in questo libro.
Antonietta Simeone
Data: Sabato 4 aprile 2020
Ore: 8:45
Classe: 1B
Docente: prof.ssa Damiano Sara
Cari colleghi, in questo momento di riflessione il nostro primo pensiero deve essere rivolto a tutte le persone che hanno perso la vita a causa di questa terribile epidemia e ai loro familiari. Il dolore del distacco dai propri cari è stato ancora più forte per la sofferenza di non poter essere loro vicini per l’ultimo saluto. Al contempo non possiamo non esprime profonda, profondissima, riconoscenza nei confronti di chi ogni giorno si batte in prima linea contro questo nemico invisibile: medici, infermieri, molti dei quali sono rimasti vittime del loro impegno generoso, Forze dell’Ordine, volontari, tutti i volontari…
Sono i nostri eroi silenziosi, donne e uomini che mai come in queste ore hanno fatto della loro professione una vera e propria missione di umanità.
Stiamo vivendo una delle pagine più tristi della nostra Storia e abbiamo visto immagini che sarà impossibile dimenticare. Proprio per questo oggi più che mai abbiamo bisogno di credere che andrà tutto bene e che insieme ce la faremo e io proprio per questo voglio condividere con voi una bellissima poesia di Simone Cristicchi che vuole essere proprio un raggio di Sole e un messaggio di Speranza. Un testo delicatissimo che esprime il nostro comune sentire, “Il primo giorno del nuovo Mondo”, l’atteso momento in cui tutto questo finirà, finirà la paura, l’insicurezza, l’isolamento, la preoccupazione, il dolore…
L’autore ha sognato il nuovo Inizio, il nuovo Inizio in cui l’Umanità dimostrerà di aver fatto tesoro di questa severa lezione con la Speranza che il primo giorno del nuovo Mondo arrivi presto, vi leggo i versi di questa bellissima poesia:
Il primo giorno del nuovo Mondo
di Simone Cristicchi
Il primo giorno
del nuovo mondo
ci svegliammo
a un accenno dell’alba
salutando con gli occhi
il ritorno del sole.
Nell’aria un profumo
di pane sfornato
e un’improvvisa voglia
di capriole.
“Io sono qui” – disse il mondo
a raggi unificati
“E voi dove siete stati?”
Noi nella tana in letargo
a dormire.
Noi coi gerani ad ornare
i balconi
noi rinchiusi nei giorni
lunghi secoli
con l’unico scopo
di restare vivi.
Il primo giorno
del nuovo mondo
come soldati tornati dal fronte
ammutoliti dallo stupore
scendemmo tutti in strada,
nel silenzio interrotto soltanto
dai nostri “buongiorno”,
e da qualche risata.
I sopravvissuti
chiesero un sorso d’aria,
l’abbraccio negato,
rivedere il mare,
mangiare un gelato:
cose inestimabili
a buon mercato.
I bambini tornarono a scuola,
come andassero a una festa
dopo la lunga ricreazione.
Furono loro alla testa
della rivoluzione.
Il primo giorno
del nuovo mondo
fu il tempo di uscire
al di fuori di noi
dalla Terra imparammo
la grande lezione
rinati alla vita,
più umani di mai.
Così al suo segnale,
in mondovisione
ci scrollammo di dosso
il mille e novecento
e i sospiri di sollievo
divennero il vento.
Data: Sabato 4 aprile 2020
Ora: 10:15
Classe: 2B
Docente: prof.ssa Vigliotta Diana
Stiamo vivendo un momento davvero particolare della nostra esistenza. Ognuno a suo modo sta affrontando una quotidianità diversa da qualsiasi altro momento della propria vita, tra preoccupazioni e desiderio di superare al meglio questo periodo. In questo contesto che a tratti è surreale, il pensiero va a tutti coloro che ogni giorno si adoperano per assicurare i servizi essenziali per il benessere della comunità: medici, infermieri, volontari della Caritas, uomini delle Forze dell’Ordine…
Il pensiero va anche alle vittime di questa pandemia.
Anche noi docenti abbiamo un compito particolare: mantenere vivo l’interesse dei ragazzi che ci sono stati affidati. Per questo vanno tentate tutte le strade soprattutto nel loro interesse perché sarebbe bello se comprendessero che impegnarsi in attività che richiamano la routine scolastica serve a loro ad avere un punto di riferimento importante. A dire il vero, ho la speranza che qualcuno degli alunni, finita l’emergenza, potrebbe anche arrivare ad ammettere che è stato un bene continuare a studiare anche perché finalmente avranno imparato ad utilizzare il pc e lo smartphone per cose serie oltre che per giocare o navigare sui social. Davvero spero che ciò accada!
Data: Sabato 4 aprile 2020
Ora: 11:45
Classe: 3D
Docente: prof.ssa Pignatiello Rosanna
Volevo donare un fiore a tutte le vittime, alle persone che ci hanno lasciato in solitudine, senza il conforto dei propri cari, lontani dalla propria casa. Credo che le immagini che abbiamo visto tutti in tv di queste bare, quasi anonime, parlino da sole. Questo è l’aspetto più forte, l’aspetto più triste di quello che sta accadendo e quindi il mio pensiero va innanzitutto a loro. Ovviamente poi anche a tutte le persone che lavorano in prima linea, a partire dai medici, gli infermieri, le Forze dell’Ordine, in questo mi sento esposta in prima persona avendo dei familiari che fanno questo.
Mi piaceva poi condividere con voi alcuni pensieri dei nostri alunni, ne ho ricevuti tantissimi, ho fatto una cernita giusto per questo momento. Devo dire che non si discostano tantissimo da quello che pensiamo noi, da quello che proviamo noi in questo momento. L’aspetto che mi ha meravigliato è che pur essendo così piccoli, hanno compreso l’emergenza e hanno capito l’importanza della libertà, hanno capito il valore degli affetti e il valore delle piccole cose. Questo mi ha sorpreso veramente tanto e mi ha emozionato. Vado alla lettura veloce e concludo.
Uno di loro dice:
“A volte mi sembra di rivivere tutte le cose che mi raccontava mia nonna cioè quando era piccola e c’era la guerra e le persone avevano paura. Quando guardo il telegiornale ho paura perché vedo le persone che muoiono. Secondo me quando sarà possibile uscire di nuovo, la gente darà più valore alla libertà, agli abbracci, a tutto quello che finora ci è sembrato scontato. Inizieremo ad amare anche le cose che ci sembravano piccole e sarà bellissimo!”
Un’altra ragazza scrive:
“Caro diario, non ti nascondo che a volte sembra che mi manchi il respiro perché sento la mancanza delle persone a cui tengo e che sono lontane ma voglio dare uno sguardo al futuro e pensare positivo: ne usciremo più forti di prima perché sapremo dare il giusto valore alle cose. Un bacio e un abbraccio saranno dati perché sentiti e cercati e non dovuti dalle circostanze. Il mio primo abbraccio lo darò a mio nonno, sempre presente nella mia vita e che solo il coronavirus è riuscito ad allontanare”.
E poi concludo con un pensiero rivolto a noi, a noi insegnanti:
“Non avrei mai pensato di dirlo ma mi sta iniziando a mancare la scuola. Quando torneremo alla normalità? Quando torneremo a correre nei corridoi della nostra scuola per raggiungere il distributore automatico? Spero presto! I giorni sono tutti uguali, scanditi ora da questa didattica a distanza, ma io rivoglio i miei prof, le loro spiegazioni, i loro rimproveri e i loro incoraggiamenti. Tutto questo non traspare dalla piattaforma, non c’è il calore e la complicità che invece si respirava in classe”.
Ho finito. Io credo che i ragazzi abbiano bisogno di noi e noi dobbiamo mantenere questa relazione che abbiamo comunque costruito anche se forse qualche nostro alunno non voleva ammetterlo, ma adesso manca questa relazione. Quindi penso che il nostro primo obiettivo, al di là di tutte le competenze, di tutti i compiti che vogliamo inviare, sia proprio questo: mantenere questa relazione, come docenti e come genitori.
Data: Sabato 4 aprile 2020
Ora: 15:45
Classe: 1A
Docente: prof.ssa Perone Concetta
Viviamo questo tempo alla luce della Fede, cogliendo tutte le opportunità come occasione per vivere con intensità questo tempo di preparazione alla Pasqua. Siamo forti nell’affrontare queste dure giornate e ricchi di speranza per accogliere tempi migliori che presto verranno! Insieme ce la faremo! Non scoraggiamoci!
Data: Sabato 4 aprile 2020
Ora: 17:15
Classe: 2A
Docente: prof. Cecere Gaetano
Voglio salutare tutti voi colleghi, ringraziandovi per l’impegno dimostrato in questi giorni molto difficili. Un ringraziamento va a voi ma soprattutto ai ragazzi che hanno dimostrato una maturità e un attaccamento allo studio che veramente mi hanno sorpreso, alle volte mi hanno quasi commosso perché si capisce che i ragazzi vivono una situazione difficile, di disorientamento e quindi la figura del docente diventa probabilmente una specie di àncora, di punto di riferimento che è ancora più importante che non nella didattica in presenza.
Quindi grazie ai ragazzi, grazie a voi e un ringraziamento chiaramente va a tutti coloro i quali sono in prima linea nella lotta a questa malattia, parliamo dei medici, degli infermieri, degli operatori sanitari, dei volontari…tutti quelli che, mettendo a rischio la propria vita, si danno da fare per salvare la vita degli altri. Ovviamente un pensiero va a tutti coloro i quali hanno perso questa terribile battaglia, un pensiero va a loro. Noi del resto siamo dei privilegiati, io penso sempre questo, siamo dei privilegiati perché lavoriamo in condizione di assoluta sicurezza. Io non mi lamenterei mai di quello che sta capitando a noi, ripeto, io mi sento un privilegiato. Quindi per quanto possiamo, noi dobbiamo cercare di fare tutto quello che possiamo fare, anzi anche più di quello che possiamo fare.
Data: Sabato 4 aprile 2020
Ora: 18:45
Classe: 3A
Docente: prof.ssa Ciardiello Angelica
Il nostro primo pensiero va alle persone che non ci sono più, alle loro famiglie e a chi ancora sta combattendo questa battaglia, agli operatori sanitari che si sono esposti in prima linea. È vero che questa emergenza ci ha reso un po’ più vulnerabili, più fragili, abbiamo imparato a distribuire le nostre risorse, a capire quello che è necessario da quello che non lo è. Però è anche vero che ci ha indotto a capire quanto è importante essere una comunità e il senso di responsabilità dei suoi appartenenti.
In quanto comunità scolastica, l’augurio è di vivere responsabilmente il nostro ruolo di docenti, di essere, nonostante le difficoltà riscontrate, sempre un punto di riferimento per i nostri ragazzi, di far percepire la nostra presenza nonostante l’assenza fisica soprattutto in quelle situazioni di disagio degli studenti che questa condizione ha acuito ancora di più.
Data: Lunedì 6 aprile 2020
Ora: 15:45
Classe: 1C
Docente: prof.ssa Zampiello Giuseppina
Colleghi, stiamo vivendo un momento della nostra vita molto difficile. Questo virus invisibile, subdolo che di fatto si insinua tra la gente comune in ogni ambito, ci ha sconvolti. Sicuramente, da un verso, ci ha trovati impreparati e dall’altro costretti a palesarci per quello che veramente siamo. Sono cambiate le nostre abitudini in famiglia, con gli amici, con i colleghi e soprattutto con i nostri alunni. Tutti stiamo prendendo atto di una condizione che non ci appartiene. Affrontare questa situazione richiede uno sforzo non indifferente.
A tale proposito voglio onorare tutti coloro che operano in prima linea, parlo del personale sanitario e non, che rischiano la vita per salvare quella degli altri. Sicuramente ognuno di noi sta reagendo in modo diverso ma una cosa ci accomuna; l’ansia, la paura di infettarsi e di poter infettare gli altri. Infine mi sembra doveroso ricordare tutte le vittime di questa epidemia e invito tutti a pregare per le persone affette da coronavirus.
Data: Lunedì 6 aprile 2020
Ora: 17:15
Classe: 2C
Docente: prof.ssa Conte Federica
Premesso che sono fermamente convinta che ciò che stiamo vivendo sia un messaggio, bello, forte, che la Natura ci sta mandando e che solo i malvagi, i maliziosi, non sapranno tenerne in dovuto conto quando tutto questo sarà passato.
Premesso ciò, vorrei citare una canzone di Gaber che immagino conosciate, quella che si intitola “La libertà” il cui ritornello dice: “La libertà non è stare sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, non è uno spazio libero, la libertà è partecipazione”.
Io credo che in questo periodo, insieme alla libertà di cui sembra ci abbiano privato, ma badate bene non è così, sia importante parlare di partecipazione: ognuno di noi deve fare la propria parte e la nostra parte da insegnanti è solo un puntino rispetto al lavoro immenso fatto dai medici e dagli infermieri, ma comunque sarà stata una partecipazione di cui ci ricorderemo e ci renderà fieri.
Data: Lunedì 6 aprile 2020
Ora: 18:45
Classe: 3C
Docente: prof.ssa Compare Antonietta
All’improvviso il macigno della precarietà è piombato su di noi, togliendoci ogni certezza e mostrandoci la fragilità dell’essere umano. Intorno a noi aleggiano il terrore del contagio, l’ansia, la paura e la consapevolezza di essere tutti uguali, tutti travolti da questa immane tragedia che ci sembra surreale. Solo adesso ci rendiamo conto che in un attimo si può perdere tutto anche ciò che ci sembrava inutile o troppo oneroso. Allora facciamo tesoro di questo momento, impossessiamoci della nostra inferiorità, facciamo tesoro dell’esempio offerto dagli eroi che quotidianamente non esitano a mettere in pericolo la loro vita per salvare quella degli altri.
Il dolore per le numerose storie di vita spezzate è una ferita che ci unisce e ci rende comunità. Ieri Papa Francesco nell’omelia della Messa delle Palme ci ha esortato a reagire con queste parole: “Non pensiamo solo a quello che ci manca ma al Bene che possiamo fare”. Anche noi come docenti non ci siamo fermati, con grande senso di responsabilità non abbiamo interrotto i contatti con i nostri studenti e le loro famiglie. Ogni giorno utilizziamo gli strumenti tecnologici disponibili per stare accanto ai nostri ragazzi. Per dare un senso di normalità e di relazione sociale all’isolamento imposto. Siamo certi che quando ci risolleveremo saremo diversi, donne e uomini forti, nei quali i rischi e le incognite e le sofferenze hanno fatto venir fuori il senso della vita e soprattutto il senso di comunità.
Data: Martedì 7 aprile 2020
Ora: 15:45
Classe: 3B
Docente: prof.ssa Taddeo Maria Pia
Ho deciso di affidare a una mia umile e breve poesia il difficile compito di provare a raccontare la situazione dolorosa che stiamo vivendo con la speranza che nel suo piccolo possa aiutarci a riflettere su quelli che sono i veri valori della vita. La poesia si intitola proprio “Vita”:
“Economia
borse
crack
spread
quote
perdite
rialzi…
tutte invenzioni effimere,
tremendamente umane.
Un gioco,
in fondo,
che si può decidere
di non giocare per un po’!
La Vita,
la Salute,
la Malattia,
la Morte…
tutta la nostra essenza,
tremendamente vera.
L’Uomo è Uomo
anche senza
sovrastrutture sociali!
Ma cosa resta senza umanità?
Semplicemente,
il Nulla.”
Maria Pia Taddeo
Data: Martedì 7 aprile 2020
Ora: 17:15
Classe: 2D
Docente: prof.ssa Boffa Rosilena
In questi giorni stiamo rivalutando il valore della Vita e con esso anche l’importanza delle relazioni sociali. È cambiato tutto: è cambiato il nostro piccolo mondo, è cambiato il nostro quotidiano. Tuttavia non per tutti è così. Ci sono persone impegnate in prima linea, proprio sul fronte del coronavirus, non sto parlando soltanto di medici, infermieri e paramedici, io penso anche a quelle persone che lavorano nei supermercati, agli autotrasportatori, agli operai che lavorano, penso a tutti coloro che, nonostante tutto, ci consentono di avere una sorta di normalità, normalità rispetto a questo isolamento.
Mi chiedo spesso anche come stanno vivendo questo periodo i nostri alunni. Prendendo spunto dalla prof.ssa Pignatiello, che ha letto alcune frasi, io proverò a condividere lo schermo e vi mostrerò alcuni disegni che mi hanno inviato i ragazzi perché per esorcizzare questo momento, ho pensato di farli disegnare, per far loro esprimere le emozioni non solo con lo scritto ma anche con il disegno.
La prof.ssa Boffa presenta il power point da lei realizzato dal titolo “Un immagine vale più di mille parole” e mostra, commentandoli, alcuni disegni dei nostri alunni.
Data: Martedì 7 aprile 2020
Ora: 18:45
Classe: 3E
Docente: prof.ssa Donisi Antonella
Cari colleghi, io vorrei condividere con voi il mio pensiero personale su questo periodo di emergenza globale che spinge ognuno di noi, ogni singola persona, a trasformare questo tempo di attesa in un tempo di riflessione. Io credo che, come docenti, siamo tenuti, oggi più che mai, ad interrogarci sul senso del nostro ruolo e a riflettere sui cambiamenti che lo riguardano perché, in effetti, la didattica a distanza rappresenta un nuovo modo di insegnare.
Ora dire “nuovo” non significa dire “peggiore” bensì “diverso”. Allora dobbiamo interrogarci profondamente sul senso di questa diversità perché nel momento in cui noi prendiamo consapevolezza di questo cambiamento ecco che possiamo intervenire, io credo, nella maniera più appropriata. Parliamo di diversità perché ogni tipo di relazione, nello specifico adesso pensiamo alla relazione docente-alunno, presenta degli elementi basilari cioè degli elementi imprescindibili che sono: la presenza, la reciprocità e il cambiamento. Se noi riflettiamo su questo, comprendiamo che la presenza è in parte penalizzata o comunque diversa perché non troviamo più in questa relazione una presenza fisica, tangibile bensì una presenza virtuale.
Il secondo elemento è la reciprocità: ogni relazione è fatta di reciprocità quindi il docente mette a disposizione le proprie competenze e l’alunno da parte sua corrisponde in maniera positiva oppure è latitante, noi di questo siamo in parte responsabili.Infine la relazione deve produrre un cambiamento, ogni relazione che non produca un cambiamento cioè che non lasci traccia è una relazione fallimentare. In ogni relazione dobbiamo lasciare traccia di noi stessi altrimenti non abbiamo lavorato nella maniera più appropriata. Dove voglio arrivare? Voglio arrivare a una riflessione da condividere con voi in questo periodo così particolare.
Io credo che l’insegnante sia non solo un dispensatore di nozioni ma un “magister”, un maestro di vita, un educatore e soltanto nel momento in cui noi ci apriamo al cambiamento e ci predisponiamo ad essere persone migliori, soltanto in questo caso, noi saremo e potremo essere insegnanti migliori. Quindi dobbiamo interrogarci per operare nella maniera più appropriata e per poter dare il meglio di noi stessi ai nostri alunni. Concludo qui il mio pensiero però vi voglio lasciare con un pensiero positivo, con un messaggio di speranza che riguarda un po’ il senso della vita.
È un pensiero che ho condiviso con gli alunni delle mie classi, quindi lo prendo dal libro che ho deciso di leggere con loro in questo periodo di emergenza e riguarda proprio il senso della vita sul quale, oggi più che mai, siamo chiamati ad interrogarci:
“La vita è un percorso in cui bisogna gustare ogni attimo senza avere la fretta di correre. È un viaggio in cui il nostro quotidiano diventa il luogo da scoprire e da visitare. È una lotta in cui l’amore vince sempre. Ma la vita è anche un meraviglioso dipinto e siamo proprio noi a sceglierne il soggetto e i colori da usare. La vita è tutto quello che la nostra storia sarà in grado di inventare.”
BUONA PASQUA A TUTTI!
Published: Apr 11, 2020
Latest Revision: Apr 11, 2020
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