COME NASCE UN FIUME
Il fiume nasce in montagna, da un ghiacciaio che si scioglie, oppure da una sorgente. All’inizio è un ruscello che, scorrendo lungo i pendii, si unisce ad altri, si ingrossa e diventa un torrente. Se l’acqua incontra un forte dislivello del terreno, cade verso il basso formando una cascata.
Alcuni torrenti, chiamati fiumare , sono stagionali: per buona parte dell’anno, a causa del clima secco, il loro letto è asciutto, mentre nella stagione delle piogge sono invasi da acque impetuose.
A mano a mano che si avvicina alla pianura, Il torrente rallenta il suo corso, si unisce ad altri torrenti e forma un unico fiume. Ora il fiume scorre nel suo letto, cioè nel solco che ha scavato piano piano nel terreno, delimitato da due rive.
Proseguendo verso il mare il fiume può ricevere le acque di altri fiumi, gli affluenti. Arrivato in pianura, scorre lentamente, formando ampie curve dette meandri o anse.
Il punto in cui il fiume si getta nel mare si chiama foce.
La quantità d’acqua che il fiume trasporta non è sempre la stessa: nei periodi di magra ne ha poca, nei periodi di piena ne ha molta. Le piene, che a volte provocano le alluvioni, avvengono di solito in primavera per lo scioglimento delle nevi e in autunno per le abbondanti piogge.
Flora e fauna
La flora e la fauna cambiano a seconda dell’ambiente in cui scorrono le acque.
Nelle acque fredde del torrente di montagna solo poche varietà di pesci, come la trota, riescono a vivere. Ai bordi del torrente, fra i sassi, crescono le felci.
Dove il fiume scorre tranquillo, la vegetazione è rigogliosa e gli animali numerosi.
Vicino alle rive vi sono canne e giunchi. Dove il terreno è più asciutto crescono grandi alberi come i salici. Le rive del fiume offrono rifugio anche a molti uccelli come le anatre e gli aironi.
Il fiume e l’uomo
L’uomo ha fondato i suoi primi villaggi sulle rive dei fiumi. Fin dall’antichità il fiume è stato importante per dissetare uomini e animali, per irrigare i campi, per il trasporto….
Con il passar del tempo l’uomo ha imparato a sfruttare l’energia dell’acqua, costruendo mulini.
Ancora oggi il fiume è una risorsa molto importante. In montagna l’uomo costruisce dighe per creare laghi artificiali. L’acqua di questi viene fatta cadere verso il basso in delle condotte e la sua forza viene utilizzata per produrre energia elettrica da parte delle centrali idroelettriche.
L’uomo costruisce canali che trasportano l’acqua dei fiumi alle coltivazioni, quando piove poco.
Incanala l’acqua dei fiumi in tubature che arrivano agli acquedotti; da qui l’acqua, depurata e resa potabile, viene fatta arrivare fino alle case.
Se il fiume non è inquinato si può praticare anche la pesca. Alcuni fiumi, inoltre, sono navigabili.
Dal letto del fiume l’uomo può estrarre sabbia e ghiaia che vengono usati come materiali da costruzione per l’edilizia.
I FIUMI ITALIANI
I fiumi italiani sono numerosi, ma hanno un corso breve, ad eccezione del Po, e hanno una portata limitata.
La portata di un fiume è la quantità di acqua che scorre in esso.
I fiumi italiani hanno, generalmente, un percorso breve a causa della forma della nostra penisola.
Essendo essa stretta e allungata, le catene montuose, dalle quali nascono i fiumi, sono spesso vicine alla costa. Per questo i fiumi hanno una scarsa estensione.
I fiumi hanno una maggiore estensione nella zona continentale dell’Italia, proprio perché qui i monti non sono così a ridosso del mare, come accade nel resto della penisola.
I fiumi italiani possono essere raggruppati in base ai monti dai quali traggono origine. Per questo li distinguiamo in:
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fiumi alpini;
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fiumi appenninici.
I primi sono i fiumi che nascono dalle Alpi, mentre i secondi nascono dagli Appennini. Ad essi si aggiungono i fiumi che scorrono nelle principali isole.
Il fiume italiano più lungo è il Po. Esso nasce dal Monviso e sfocia nel mare Adriatico.
Tra gli altri fiumi di maggiore lunghezza abbiamo l’Adige. Segue poi un fiume appenninico: il Tevere.
Poiché la distanza delle Alpi dal mare è maggiore rispetto alla distanza degli Appennini dal mare, i fiumi alpini hanno una maggiore lunghezza rispetto a quelli appenninici.
Dato che le Alpi sono più alte rispetto agli Appennini, i fiumi alpini sono più ricchi di acque essendo continuamente alimentati dai ghiacchiai. I fiumi appenninici, invece, sono soggetti a periodi di piena e altri di magra essendo alimentati soprattutto dalle pioggie.
I FIUMI ALPINI E APPENNINICI.
I fiumi che nascono dalle Alpi sono i fiumi italiani più lunghi. Il più lungo in assoluto è il Po.
Essi hanno una portata più costante rispetto ai fiumi appenninici.
I fiumi appenninici sono più brevi rispetto a quelli alpini e hanno una portata meno costante.
I fiumi alpini sono più lunghi di quelli appenninici perché le Alpi distano maggiormente dal mare rispetto agli Appennini.
I fiumi alpini hanno una portata più costante rispetto ai fiumi appenninici per varie ragioni:
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soprattutto in primavera e, meno, in autunno i loro bacini sono alimentati da piogge abbondanti;
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in inverno, pur essendo le precipitazioni scarse, non mancano del tutto;
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in estate sono alimentati dallo scioglimento delle nevi e dei ghiacciai.
I fiumi alpini, quindi, hanno
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un periodo di piena nel semestre estivo;
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un periodo di magra nel semestre invernale.
Gli Appennini sono meno alti delle Alpi: quindi su di essi troviamo meno nevai e ghiacciai. Di conseguenza i fiumi appenninici sono alimentati quasi esclusivamente dalle piogge: per questa ragione sono detti fiumi a regime pluviale.
I fiumi appenninici hanno un carattere torrentizio, cioè sono soggetti a periodi di piene improvvise in primavera e in autunno, quando le piogge sono abbondanti, e a periodi di magra in estate.
I FIUMI DELL’ITALIA SETTENTRIONALE
Oltre al Po e ai suoi affluenti, i principali fiumi dell’Italia settentrionale sono:
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l’Adige;
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Il Brenta;
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Il Piave;
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Il Tagliamento;
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l’Isonzo;
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Il Reno.
Tra questi fiumi il più lungo è l’Adige, che è il secondo fiume italiano.
I FIUMI DELL’ITALIA CENTRALE E MERIDIONALE
I fiumi dell’Italia centrale e meridionale possono essere divisi in due gruppi:
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da una parte, i fiumi del versante ligure e tirrenico;
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dall’altra, i fiumi del versante adriatico e ionico.
Lo spartiacque tra questi due gruppi di fiumi è rappresentato dall’Appennino.
I fiumi del versante adriatico sono, generalmente, più brevi rispetto a quelli del versante tirrenico, perché le catene montuose giungono fino quasi a ridosso della fascia costiera nel versante adriatico, mentre distano maggiormente dalla costa nel versante tirrenico.
I fiumi del versante ligure presentano caratteri simili a quelli del versante adriatico: sono fiumi brevi a causa della vicinanza delle montagne alla costa.
Tutti i fiumi appenninici, a prescindere dal loro versante, hanno normalmente una portata d’acqua piuttosto limitata, con magre estive causate dalle scarse precipitazioni e dalla mancanza di nevai e ghiacciai che li alimentano.
Per quanto riguarda i fiumi dell’Italia centrale e meridionale, dobbiamo dire che:
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quelli del versante ligure hanno tutti scarsa importanza;
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i principali fiumi del versante tirrenico sono:
o l‘Arno;
o il Tevere;
o l’Ombrone;
o il Liri;
o il Voltruno.
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I Principali fiumi del versante adriatico Sono:
o il Pescara;
o il Sangro;
o l’Ofanto;
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I Principali fiumi del versante ionico Sono:
o il Bradano;
o il Basento.
Published: Mar 25, 2020
Latest Revision: Mar 25, 2020
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