L’Irlanda (in irlandese: Éire, in inglese: Ireland), è uno stato membro dell’Unione europea, costituito come repubblica indipendente e sovrana, che ricopre approssimativamente cinque sesti dell’omonima isola situata a nord-ovest della costa occidentale dell’Europa. L’unico Stato con cui l’Irlanda confina è il Regno Unito, che mantiene la sovranità sul rimanente sesto dell’isola, conosciuto come Irlanda del Nord, comprendente sei delle nove contee della provincia storica dell’Ulster.
Lo Stato, inizialmente Stato Libero d’Irlanda, è stato fondato il 6 dicembre 1922 come un dominion all’interno dell’Impero Britannico a seguito del trattato anglo-irlandese, che ha concluso la guerra d’indipendenza irlandese. Ha guadagnato una maggiore sovranità attraverso lo Statuto di Westminster del 1931 e con la crisi seguita all’abdicazione di Edoardo VIII nel 1936.
Una nuova Costituzione venne introdotta nel 1937, costituendo l’Irlanda come uno Stato completamente sovrano. L’ultimo legame formale con il Regno Unito è stato interrotto nel 1949 quando l’Oireachtas (il parlamento nazionale) ha approvato il Republic of Ireland Act, dichiarando l’Irlanda una repubblica. Di conseguenza, l’Irlanda ha lasciato il Commonwealth britannico.
Durante il governo britannico e l’indipendenza iniziale, l’Irlanda era uno dei Paesi più poveri in Europa occidentale con un forte flusso emigratorio. L’economia protezionista è stata aperta alla fine del 1950 e nel 1973 l’Irlanda entrò nell’Unione europea.Nel 1980 una crisi economica ha portato l’Irlanda ad avviare riforme economiche su larga scala contribuendo nuovamente a una forte emigrazione. La rapida crescita dell’economia irlandese nel corso degli anni Novanta le è valso il nome di “Tigre celtica”,
durato fino alla crisi finanziaria globale del 2007-2010.
L’Irlanda è classificata dal Press Freedom Index ai primi posti per la libertà di stampa e per libertà economica. Raggiunge anche una buona posizione per quanto concerne il suo sistema d’istruzione, la libertà politica e la democrazia. L’Irlanda è membro dell’OCSE, dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e dell’ONU.
La sua popolazione è di poco più di 4,5 milioni di abitanti.La capitale è Dublino, situata al centro della costa orientale. Altre città importanti sono Sligo, Galway, Limerick, Waterford e Cork.
La Costituzione d’Irlanda, redatta nel 1937, afferma che la denominazione ufficiale dello Stato è Éire, in irlandese, e poi Ireland, in inglese (tradotti in italiano con “Irlanda”). Al fine di enfatizzare la forma repubblicana oltre che la totale indipendenza,
nel 1949 il Republic of Ireland Act ha stabilito che la descrizione ufficiale dello Stato è Poblacht na h Éireann, in irlandese, e Republic of Ireland in inglese (tradotti in italiano con “Repubblica d’Irlanda”). Questa forma viene utilizzata per distinguere lo Stato dall’intera isola.
Sebbene spesso sia usata la denominazione ufficiale, che tra l’altro è l’unica accettata dal Regno Unito, nei trattati e nelle iniziative internazionali viene usato Ireland. Questa situazione caotica è stata risolta, almeno in parte, con l’adozione del gaelico irlandese, a partire dal 2007, come ventunesima lingua ufficiale dell’Unione europea; lo Stato viene infatti attualmente chiamato con entrambe le lingue costituzionali, irlandese ed inglese, similmente a quanto accade per Finlandia o Belgio, con i contrassegni Éire e Ireland.
In italiano, generalmente, viene chiamata Irlanda tranne quando si sta facendo riferimento anche all’omonima isola o all’Irlanda del Nord; in tali casi, per non generare incomprensioni, viene chiamata Eire o Repubblica d’Irlanda. In gaelico irlandese invece, come detto, l’utilizzo di Éire (che in italiano viene letto in maniera letterale ma la cui pronuncia esatta è [ˈeːrʲə]) non risolve i problemi in quanto è anche il nome di tutta l’isola.
Il nome Éire è una forma nominativa moderna del gaelico che richiama la divinità chiamata anticamente Ériu, una dea mitologica che aiutò i Gaelici nella conquista dell’isola irlandese, come descritto dal Libro delle Invasioni. La forma dativa Éirinn è anglicizzata in Erin, forma usata occasionalmente per indicare in poesia l’Irlanda nella lingua inglese, fino a divenire anche un nome di persona femminile.
La nazione ha anche altri nomi in inglese, come The Free State (“lo Stato Libero”) e Twenty-six Counties (“le 26 contee”). Spesso nel Regno Unito viene chiamata anche Southern Ireland (“Irlanda del Sud”), sebbene informalmente dato che fu usato ufficialmente solo in un breve periodo transitorio. Gli irlandesi, inoltre, a volte chiamano la propria nazione The South, mentre non è raro sentire nordirlandesi parlare dei confinanti dicendo “andare nel sud” o affermazioni simili. Al contrario l’Irlanda del Nord viene chiamato The North. Sud e nord sono concezioni del tutto politiche, dato che viaggiando dal Donegal (Repubblica d’Irlanda) verso Tyrone o Fermanagh (Irlanda del Nord) si cammina verso sud, essendo la prima contea la più settentrionale di tutte, pur facendo parte della Repubblica.
Tra il V e il IV secolo a.C in Irlanda si insediarono i gaeli, una popolazione di origine celtica. Dopo il 400 ebbe inizio l’opera di evangelizzazione del paese a cura dei primi missionari cristiani, tra cui il monaco Patrizio, diventato poi patrono dell’isola. Nel XII secolo gli inglesi ne cominciarono la conquista e nel 1541 il sovrano inglese Enrico VIII si proclamò re d’Irlanda. Dopo la nascita del Partito irlandese e il manifestarsi di volontà autonomiste, il parlamento inglese riconobbe l’identità nazionale d’Irlanda, ma fu solo nel 1921, a seguito di scontri sanguinosi, che le 26 contee del sud del paese (a maggioranza cattolica) ottennero l’indipendenza. Le 6 contee del nord, a forte presenza protestante, restarono unite alla Gran Bretagna formando l’Irlanda del Nord. Dal 1º gennaio 1801 fino al 6 dicembre 1922 l’Irlanda fece parte del Regno Unito (di Gran Bretagna e Irlanda). Durante la grande carestia,
dal 1845 al 1849, la popolazione dell’isola crollò del 30% passando da oltre 8 milioni a meno di 6 milioni. Un milione di irlandesi morirono di fame e/o malattia e altri 1,5 milioni emigrarono, in particolare verso gli Stati Uniti.[11]
L’emigrazione continuò anche nel secolo successivo, con un conseguente calo costante della popolazione fino al 1960.
Dal 1874, un’importante figura della politica irlandese fu Charles Stewart Parnell, leader del Partito Parlamentare Irlandese. Fu il principale partito che cercò di ottenere l’Home rule (autogoverno), con una limitata autonomia nazionale, dal Regno Unito. Nelle elezioni generali britanniche del dicembre 1918, il partito indipendentista Sinn Féin conquistò 73 dei 106 seggi della Camera dei Comuni (Londra) che si assegnavano in Irlanda. Nel gennaio 1919, i membri del parlamento eletti per il Sinn Fein rifiutarono di prendere possesso del loro seggio a Westminster ed insediarono un parlamento irlandese
fuorilegge, il Dáil Éireann, che proclamò immediatamente ed in via unilaterale l’indipendenza della Repubblica irlandese, la quale però non ottenne alcun riconoscimento internazionale. Dopo l’aspra guerra di indipendenza i rappresentanti del governo britannico e l’Aireacht (gabinetto) dell’Eire nel 1921 negoziarono il Trattato Anglo-Irlandese.
In ambito internazionale fu riconosciuto uno Stato irlandese con il nome di Stato Libero d’Irlanda (in gaelico: Saorstát Éireann, in inglese: Irish Free State). Il nuovo Stato avrebbe dovuto coprire in teoria l’intera isola, ma le due parti concordarono che l’Irlanda del Nord (che era già diventata un’entità autonoma) potesse scegliere se rimanere sotto il Regno Unito, e così avvenne. Il Dáil approvò il trattato di pace.
Le 26 contee rimaste entrarono a far parte dello Stato Libero, che avrebbe avuto lo status di dominion all’interno dell’Impero britannico
il cui capo dello Stato era il Re del Regno Unito). Aveva un Governatore generale, un Parlamento bicamerale, un gabinetto chiamato Executive Council ed un Primo ministro (President of the Executive Council).
Una parte del movimento indipendentista, guidata da Éamon de Valera, non accettò gli accordi con il governo britannico, in quanto non garantivano l’unità dell’isola e mantenevano i citati legami costituzionali con il Regno Unito. Ne conseguì una guerra civile, che si concluse con la sconfitta della fazione contraria agli accordi.
Il 29 dicembre 1937 fu promulgata una nuova Costituzione, la Bunreacht na hÉireann. Sostituì l’Irish Free State con un nuovo Stato, l’Éire o, in lingua inglese, Ireland (Irlanda). Sebbene questa struttura costituzionale dello Stato prevedesse un presidente invece che un re, non era una repubblica effettiva.
Il re, infatti, rimaneva il simbolo politico che rappresentava la nazione. Il Republic of Ireland Act, approvato nel 1948 dall’Oireachtas (il Parlamento irlandese) ed entrato in vigore il 18 aprile 1949, dichiarò l’Éire una repubblica, uscendo dal Commonwealth e dando al Presidente della Repubblica anche quel ruolo di rappresentanza effettivo.
Durante la seconda guerra mondiale l’Irlanda, dissestata dalla recente guerra d’indipendenza sfociata poi in guerra civile, scelse un’attenta e cauta neutralità per evitare ulteriori fardelli socio-economici. Dublino venne però bombardata per errore dalla Luftwaffe il 31 maggio 1941, da aerei tedeschi che erano diretti a bombardare il porto di Belfast e ciò spinse molti irlandesi ad arruolarsi come volontari nell’esercito inglese.
L’Irlanda abbandonò il Commonwealth nel 1949, quando divenne una repubblica, ed aderì alle Nazioni Unite nel 1955 e alla CEE (ora Unione europea) nel 1973. I governi irlandesi hanno spesso auspicato una pacifica riunificazione dell’isola e hanno cooperato con la Gran Bretagna per dissipare i violenti conflitti fra i gruppi paramilitari nell’Irlanda del Nord, conosciuti come i Troubles.
Un accordo di pace per l’Irlanda del Nord, conosciuto come Good Friday Agreement o Accordo di Belfast, approvato nel 1998 con referendum in entrambe le nazioni (Irlanda del Nord e Repubblica d’Irlanda), è in fase di attuazione.
Nel 2008, con un referendum popolare, il popolo irlandese si è espresso contro la ratifica del Trattato di Lisbona, bloccando l’approvazione della Costituzione europea e creando una impasse all’interno dell’Unione, che si è però risolta con un ulteriore referendum, il 2 ottobre 2009, che ha invece sancito l’approvazione del documento.
Published: Jul 4, 2019
Latest Revision: Jul 4, 2019
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