L’Irlanda (in irlandese: Éire, in inglese: Ireland), è uno stato membro dell’Unione europea, costituito come repubblica indipendente e sovrana, che ricopre approssimativamente cinque sesti dell’omonima isola situata a nord-ovest della costa occidentale dell’Europa. L’unico Stato con cui l’Irlanda confina è il Regno Unito, che mantiene la sovranità sul rimanente sesto dell’isola, conosciuto come Irlanda del Nord, comprendente sei delle nove contee della provincia storica dell’Ulster.Durante il governo britannico e l’indipendenza iniziale, l’Irlanda era uno dei Paesi più poveri in Europa occidentale con un forte flusso emigratorio.
L’economia protezionista è stata aperta alla fine del 1950 e nel 1973 l’Irlanda entrò nell’Unione europea.[7] Nel 1980 una crisi economica ha portato l’Irlanda ad avviare riforme economiche su larga scala contribuendo nuovamente a una forte emigrazione. La rapida crescita dell’economia irlandese nel corso degli anni Novanta le è valso il nome di “Tigre celtica”,[8] durato fino alla crisi finanziaria globale del 2007-2010.
L’Irlanda è classificata dal Press Freedom Index ai primi posti per la libertà di stampa e per libertà economica. Raggiunge anche una buona posizione per quanto concerne il suo sistema d’istruzione, la libertà politica e la democrazia. L’Irlanda è membro dell’OCSE, dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e dell’ONU.
La sua popolazione è di poco più di 4,5 milioni di abitanti.[9] La capitale è Dublino, situata al centro della costa orientale.
Altre città importanti sono Sligo, Galway, Limerick, Waterford e Cork. Tra il V e il IV secolo a.C in Irlanda si insediarono i gaeli, una popolazione di origine celtica. Dopo il 400 ebbe inizio l’opera di evangelizzazione del paese a cura dei primi missionari cristiani, tra cui il monaco Patrizio, diventato poi patrono dell’isola. Nel XII secolo gli inglesi ne cominciarono la conquista e nel 1541 il sovrano inglese Enrico VIII si proclamò re d’Irlanda. Dopo la nascita del Partito irlandese e il manifestarsi di volontà autonomiste, il parlamento inglese riconobbe l’identità nazionale d’Irlanda, ma fu solo nel 1921, a seguito di scontri sanguinosi, che le 26 contee del sud del paese (a maggioranza cattolica) ottennero l’indipendenza.
Le 6 contee del nord, a forte presenza protestante, restarono unite alla Gran Bretagna formando l’Irlanda del Nord. Dal 1º gennaio 1801 fino al 6 dicembre 1922 l’Irlanda fece parte del Regno Unito (di Gran Bretagna e Irlanda). Durante la grande carestia, dal 1845 al 1849, la popolazione dell’isola crollò del 30% passando da oltre 8 milioni a meno di 6 milioni. Un milione di irlandesi morirono di fame e/o malattia e altri 1,5 milioni emigrarono, in particolare verso gli Stati Uniti. L’emigrazione continuò anche nel secolo successivo, con un conseguente calo costante della popolazione fino al 1960.
Dal 1874, un’importante figura della politica irlandese fu Charles Stewart Parnell, leader del Partito Parlamentare Irlandese. Fu il principale partito che cercò di ottenere l’Home rule (autogoverno), con una limitata autonomia nazionale, dal Regno Unito.
Nelle elezioni generali britanniche del dicembre 1918, il partito indipendentista Sinn Féin conquistò 73 dei 106 seggi della Camera dei Comuni (Londra) che si assegnavano in Irlanda. Nel gennaio 1919, i membri del parlamento eletti per il Sinn Fein rifiutarono di prendere possesso del loro seggio a Westminster ed insediarono un parlamento irlandese fuorilegge, il Dáil Éireann, che proclamò immediatamente ed in via unilaterale l’indipendenza della Repubblica irlandese, la quale però non ottenne alcun riconoscimento internazionale. Dopo l’aspra guerra di indipendenza i rappresentanti del governo britannico e l’Aireacht (gabinetto) dell’Eire nel 1921 negoziarono il Trattato Anglo-Irlandese.
In ambito internazionale fu riconosciuto uno Stato irlandese con il nome di Stato Libero d’Irlanda (in gaelico: Saorstát Éireann, in inglese: Irish Free State).
Il nuovo Stato avrebbe dovuto coprire in teoria l’intera isola, ma le due parti concordarono che l’Irlanda del Nord (che era già diventata un’entità autonoma) potesse scegliere se rimanere sotto il Regno Unito, e così avvenne. Il Dáil approvò il trattato di pace. Le 26 contee rimaste entrarono a far parte dello Stato Libero, che avrebbe avuto lo status di dominion all’interno dell’Impero britannico (il cui capo dello Stato era il Re del Regno Unito). Aveva un Governatore generale, un Parlamento bicamerale, un gabinetto chiamato Executive Council ed un Primo ministro (President of the Executive Council).
Una parte del movimento indipendentista, guidata da Éamon de Valera, non accettò gli accordi con il governo britannico, in quanto non garantivano l’unità dell’isola e mantenevano i citati legami costituzionali con il Regno Unito. Ne conseguì una guerra civile, che si concluse con la sconfitta della fazione contraria agli accordi. Il 29 dicembre 1937 fu promulgata una nuova Costituzione, la Bunreacht na hÉireann. Sostituì l’Irish Free State con un nuovo Stato, l’Éire o, in lingua inglese, Ireland (Irlanda). Sebbene questa struttura costituzionale dello Stato prevedesse un presidente invece che un re, non era una repubblica effettiva. Il re, infatti, rimaneva il simbolo politico che rappresentava la nazione. Il Republic of Ireland Act, approvato nel 1948 dall’Oireachtas (il Parlamento irlandese) ed entrato in vigore il 18 aprile 1949, dichiarò l’Éire una repubblica, uscendo dal Commonwealth e dando al Presidente della Repubblica anche quel ruolo di rappresentanza effettivo.
Durante la seconda guerra mondiale l’Irlanda, dissestata dalla recente guerra d’indipendenza sfociata poi in guerra civile, scelse un’attenta e cauta neutralità per evitare ulteriori fardelli socio-economici. Dublino venne però bombardata per errore dalla Luftwaffe il 31 maggio 1941, da aerei tedeschi che erano diretti a bombardare il porto di Belfast e ciò spinse molti irlandesi ad arruolarsi come volontari nell’esercito inglese.
L’Irlanda abbandonò il Commonwealth nel 1949, quando divenne una repubblica, ed aderì alle Nazioni Unite nel 1955 e alla CEE (ora Unione europea) nel 1973. I governi irlandesi hanno spesso auspicato una pacifica riunificazione dell’isola e hanno cooperato con la Gran Bretagna per dissipare i violenti conflitti fra i gruppi paramilitari nell’Irlanda del Nord, conosciuti come i Troubles.
Published: Jul 3, 2019
Latest Revision: Jul 3, 2019
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