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La musica afroamericana

Questo libro contiene le ricerche su alcuni musicisti afroamericani realizzate dai corsisti del laboratorio di musica coordinati dal prof. Giuseppe Read More
  • Joined Jun 2019
  • Published Books 2

BESSIE SMITH

 

Nasce a Chattanooga il 15 aprile 1894, muore a Clarksdale il 26 settembre 1937.

Cantante blues e jazz, raggiunse il massimo del suo successo dagli anni venti agli anni trenta del 900; venne soprannominata “imperatrice del Blues” per la sua voce elegante.

Proveniva da una famiglia non molto ricca, dopo la morte del padre dovette iniziare a lavorare per aiutare la madre e i sette fratelli, perciò iniziò a lavorare nei teatri, come ballerina, attrice e cantante.

Nel 1922 iniziò a cantare con l’orchestra di Charlie Johnson ad Atlantic City, ma la carriera con loro non proseguì a causa di liti interne…

Nel 1923 si trasferisce assieme al marito Jack Gee nel quartiere di Harlem (New York) successivamente fu convocata negli studi della Columbia Records per un ingaggio.

Sempre nel 1923, registrò “Down Hearted Blues”, vendendo oltre 800.000 copie.

In seguito venne avviata la sua tournée, che coprì gli stati del sud fino a quelli del nord-est.

Continuò a registrare brani che rimandavano alle melodie dalla ricca tradizione dei neri d’America; infatti collaborò anche con jazzisti di rango tra cui Louis Armstrong.

A causa del crollo della borsa di Wall Street (1929), la sua carriera ne risentì sul piano delle vendite, in quando la richiesta dei suoi lavori era diminuita; quindi si allontanò lentamente dalle luci della ribalta fino al 1933.

Nel 1933 grazie ad una collaborazione con John Hammond, riuscì per l’ultima volta ad incidere in uno studio di registrazione quattro celebri brani: Gimme a pigfoot, Do your Duty, Take me for a Buggy Ride e Down in the Dumps.

1936 si esibì’ allo spettacolo Hot from Harlem (dovette sostituire Billie Holiday) dove diede di nuovo prova di se stessa ricevendo la stima di molti musicisti.

 

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Down Hearted Blues -1923

 

Gee, but it’s hard to love someone
When that someone don’t love you
I’m so disgusted, heartbroken, too
I’ve got those down-hearted blues

Once I was crazy ’bout a man
He mistreated me all the time
The next man I get has got
To promise to be mine, all mine

Trouble, trouble, I’ve had it all my days
Trouble, trouble, I’ve had it all my days
It seems that trouble’s going to follow me to my grave

I ain’t never loved but three men in my life
I ain’t never loved but three men in my life
My Father, my brother and the man that wrecked my life

It may be a week, it may be a month or two
It may be a week, it may be a month or two
But the day you quit me honey, it’s coming home to you

I got the world in a jug, the stopper’s in my hand
I got the world in a jug, the stopper’s in my hand
I’m going to hold it until you didn’t come under my command.

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LEMON HENRY JEFFERSON 

 

Nato a Coutchman il 24 settembre 1893.

Morto a Chicago il 29 dicembre del 1929 in circostanze mai del tutto chiarite.

Chitarrista/Cantante blues

Fu il primo musicista della scena texana ad aver inciso un brano – I Want to Be Like Jesus in My Heart – nel dicembre del 1925.

Nel 1927 registrò la canzone See That My Grave Is Kept Clean.

Ideatore delle seguenti tecniche per chitarra: choking o damping, hammering.

La canzone “Matchbox Blues” (1927) fu inserita nella Rock and Roll of Fame.

In totale registrò 79 canzoni (tra il 1925 e il 1929)

Fu tra i primi musicisti ad essere inserito nella Blues Hall of Fame

Dopo il suo decesso nel 1929, la Paramount Records pagò per far tornare il suo corpo in Texas.

Per rendere omaggio al musicista texano, il cimitero (dove risiede la sua sepoltura) cambiò nome in “Blind Lemon Memorial Cemetery”.

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See That My Grave Is Kept Clean Well – 1927

 

Well, there’s one kind-a favor I’ll ask of you
Well, there’s one kind-a favor I’ll ask of you
There’s just one kind favor I’ll ask of you
You can see that my grave is kept clean

And there’s two white horses following me
And there’s two white horses following me
I got two white horses following me
Waiting on my burying ground

Did you ever hear that coughin’ sound?
Did you ever hear that coughin’ sound?
Did you ever hear that coughin’ sound?
Means another poor boy is underground

Did you ever hear them church bells tone?
Have you ever hear that church bells tone?
Did you ever hear them church bells tone?
Means another poor boy is dead and gone

And my heart stopped beating and my hands turned cold
And my heart stopped beating and my hands turned cold
And my heart stopped beating and my hands turned cold
Now I believe what the Bible told

There’s just one last favor I’ll ask of you
And there’s one last favor I’ll ask of you
There’s just one last favor I’ll ask of you
See that my grave is kept clean.

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CHARLEY PATTON

 

Charley, Chas, Charlie, Charles (vi sono molte incertezze in tal senso a causa della scarsità dei documenti ufficiali)

Cognome: Patton

Nato il 1 maggio 1891 (?) località (?) e morto il 28 aprile 1934 (?) località (?). Si dice sia stato sepolto presso un Cimitero Africano, dove molte tombe risultano anonime.

Raccoglitore di cotone (da una piantagione all’altra nel sud dell’America) e cantante-chitarrista blues itinerante.

Viene considerato il “Padre del Delta Blues”.

Non si conosce il numero preciso delle registrazioni, ma alcuni studiosi sostengono che la quantità dei pezzi varia tra le 70 e le 92 incisioni.

Il 14 giugno del 1929 effettuò la sua prima registrazione (per conto della Paramount Records) che comprendeva i seguenti pezzi: Pony Blues, Banty Rooster Blues, Down the Dirty Blues.

H.C. Speir (proprietario di un negozio di dischi e scopritore di talenti musicali) fu determinante per le registrazioni effettuate nella sessione del 1929.

La canzone Pony Blues è stata inclusa dalla National Recording Preservation Board nella Library of Congress National Recording Industry (nel 2006), per il valore altamente storico e culturale.

Coniò la tecnica slide-bottleneck.

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Pony Blues – 1929

 

Baby, saddle my pony, saddle up my black mare
Baby, saddle my pony, saddle up my black mare
I’m gonna find a rider, baby, in the world somewhere

“Hello central, the matter with your line?”
“Hello central, matter, Lord, with your line?”
“Come a storm last night an’ tore the wire down”

Got a brand new Shetland, man, already trained
Brand new Shetland, baby, already trained
Just get in the saddle, tighten up on your reins

And a brownskin woman like somethin’ fit to eat
Brownskin woman like somethin’ fit to eat
But a jet black woman, don’t put your hands on me

Took my baby, to meet the mornin’ train
Took baby, meet that mornin’ train
An’ the blues come down, baby, like showers of rain

I got somethin’ to tell you when I gets a chance
Somethin’ to tell you when I get a chance
I don’t wanna marry, just wanna be your man.

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CHUCK BERRY

 

Nato a Saint Louis il 18 ottobre 1926 e deceduto a Wentzville il 18 marzo 2017Viene considerato il padre del R&R

Cantautore, chitarrista e compositore

Periodo di attività musicale: 1941/2017

Ha suonato con Muddy Waters

Ha pubblicato più di 60 dischi (studio, live e raccolte)

Ha inventato il celebre passo denominato “Duck Walk” (passo dell’anatra)

Ha ricevuto, il 3 dicembre del 2000, l’onorificenza denominata “Kennedy Center Honors”

John Lennon disse di lui: “Se vuoi provare a dare un altro nome al rock and roll, puoi chiamarlo Chuck Berry”

Il brano “School Days” è incluso nel primo disco (uscito nel 1958) chiamato After School Session, pubblicato su etichetta Chess Records. In questo pezzo suona il basso il mitico bluesman Willie Dixon. Il testo narra di una tipica giornata di uno studente, tra incertezze paure, speranze e affanni.

I Led Zeppelin ripresero, dal vivo, molte volte la canzone. Addirittura c’è una registrazione, che gli stessi svolsero durante il soundcheck al Chicago Stadium, il 6 luglio 1973.

Una versione di School Days fu inclusa nell’album The Simpson Sing the Blues, con le voci di Buster Poindexter (che imita la voce di Homer Simpson) e Bart Simpson.

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School Days – 1958

 

Up in the mornin’ and out to school

The teacher is teachin’ the Golden Rule
American history and 
practical math
You study’ em hard and hopin’ to pass
Workin’ your fingers right down to the bone
And the guy behind you won’t leave you alone

Ring ring goes the bell
The cook in the lunchroom’s ready to sell
You’re lucky if you can find a seat
You’re fortunate if you have time to eat
Back in the classroom open your books
Gee but the teacher don’t know how mean she looks

Soon as three o’clock rolls around
You finally lay your burden down
Close up your books, get out of your seat
Down the halls and into the street
Up to the corner and ’round the bend
Right to the juke joint you go in

Drop the coin right into the slot

You gotta hear something that’s really hot
With the one you love you’re makin’ romance
All day long you been wanting to dance
Feelin’ the music from head to toe
‘Round and ’round and ’round you go

Hail, hail rock’n’roll
Deliver me from the days of old
Long live rock’n’roll
The beat of the drum is loud and bold
Rock rock rock’n’roll
The feelin’ is there body and soul

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DADDY STOVEPIPE

 

All’anagrafe Johnny Watson. Nato a Mobile il 12 aprile 1867.

Morto a Chicago il 1 novembre del 1963.

Cantante, chitarrista e armonicista del genere blues (fu tra i massimi precursori)

Si esibì come One man band (artista di strada) nella Maxwell Street di Chicago.

Il suo soprannome deriva dal dalla forma caratteristica del suo cappello che indossava durante le esibizioni, infatti Daddy Stovepipe significa (letteralmente) Babbo Tubo di Stufa.

Viene considerato tra i primi bluesmen (se non il primo) ad aver registrato come One Man Band.

La sua prima registrazione è del 1924, con il brano Sundown Blues.

Tra il 1927 e il 1931 incise nuovi brani, di cui alcuni con la moglie, accreditata come Mississipi Sarah.

Nel 1948 tornò a fare il musicista di strada e nel 1963 registrò gli ultimi brani tradizionali per il genere afroamericano.

Fu uno dei più importanti pionieri della cultura afroamericana.

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Sundown Blues – 1924

 

Mama I woke up this morning, mama had the sundown blues

Woke up this morning, mama had the sundown blues

And my fair brown told me, I refuse to go Mama I had so much chicken, mama cackles in my sleep

So much chicken, mama cackles in my sleep

You don’t like my potatoes mama, oh don’t you plow so deep I got nineteen fair browns, said I want you all to know

Nineteen fair browns, I said I want you all to know

Mama if you want to see me, mama I’ll let the nineteen go

Now you see my little fair brown, tell her to bring me meat

My little fair brown, tell her to bring me meat

When the wintertime gets here, I’ll wear the BVDs.

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ROBERT JOHNSON

 

Nascita: 8 maggio 1911 Hazlehurst (?)

Morte: 16 agosto 1938 Greenwood (?)

Ike Zimmerman è stato il suo maestro di chitarra

Musicista itinerante

Ha registrato 29 brani in 42 takes

Tutte le incisioni, furono pubblicate nel cofanetto (2cd e un booklet) denominato “The Complete Recordings of Robert Johnson”, su etichetta discografica Columbia Records, nel 1990 (prima edizione formato cd).

L’album fu introdotto nella Blues Hall of Fame e nella National Recording Preservation Board della Library of Congress National Recording Registry come opera da tramandare ai posteri.

Numerose le band che hanno ripreso i suoi brani. Tra questi abbiamo: Led Zeppelin con Travelling Riverside Blues, White Stripes con Stop Breakin’ Down Blues, Rolling Stones con Love In Vain e Stop Breakin’ Down Blues, Red Hot Chili Peppers per They’re Red Hot, Cream con Crossroad (invece di Crossroad Blues), Blues Brothers con Sweet Home Chicago, Gun Club con Preaching Blues ecc.

Eric Clapton pubblicò un disco tributo a Robert Johnson intitolato “Me and Mr. Johnson”, che contiene 14 brani del mitico bluesman del Delta

Si dice che le registrazioni siano state effettuate all’interno di due alberghi: Gunter Hotel di San Antonio e 508 Park di Dallas.

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Crossroads Blues – 1936

 

I went to the crossroad, fell down on my knees

I went to the crossroad, fell down on my knees

Asked the Lord above “have mercy, now save poor Bob, if you please”

Ooh, standin‘ at the crossroad, tried to flag a ride

Ooh-ee, I tried to flag a ride

Didn’t nobody seem to know me, babe, everybody pass me by

Standin’ at the crossroad, baby, risinsun goin’ down

Standin’ at the crossroad, baby, eee-eee, risin’ sun goin’ down I believe to my soul, now, poor

Bob is sinkin’ down

You can run, you can run, tell my friend Willie Brown

You can run, you can run, tell my friend Willie Brown

That I got the crossroad blues this mornin‘,

Lord, babe, I’m sinkin’ down

And I went to the crossroad, mama

I looked east and west

I went to the crossroad, baby,

I looked East and West Lord,

I didn’t have no sweet woman, ooh well, babe, in my distress.

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TREEMONISHA

 

Scott Joplin, celebre pianista e compositore di colore, era considerato ‘il re del ragtime’ (letteralmente ‘tempo a brandelli, stracciato’), il genere musicale pre-jazzistico di origine afroamericana in cui la mano sinistra del pianista scandisce un tempo uniforme e regolare, mentre alla destra sono affidate melodie sincopate. L’esempio principe di questo genere, che diede la notorietà a Joplin ed è ancor oggi famoso, è il Maple Leaf Rag(1899). Ma il suo sogno fu quello di dare piena dignità al ragtime, perchè venisse considerato un genere colto e non semplicemente della musica da intrattenimento e da locale notturno. Scrisse così due opere: A Guest of Honour, che è andata perduta, eTreemonisha, di cui si conserva solo lo spartito. Joplin cercò per anni un editore disposto a pubblicarla, finché lo fece egli stesso a proprie spese. Poi, nel 1915, la fece eseguire in forma di concerto a Harlem, in una piccola sala-prove davanti a un pubblico di invitati. Ma il lavoro non piacque: Joplin cadde in preda a un forte esaurimento nervoso e morì un anno dopo. Nel 1971 la musicologa americana Vera Brodsky Lawrence curò la pubblicazione degli opera omnia di Joplin, dando inizio alla riscoperta del ragtime.The EntertainereSolace, due pagine di Joplin, vennero utilizzate nella colonna sonora di un film di successo, La stangata. Gunther Schuller curò l’orchestrazione diTreemonisha(la partitura originale è andata perduta) e l’opera andò finalmente in scena nel 1972.

Atto primo. In una piantagione dell’Arkansas, a nord-est della città di Texarkana, a tre o quattro miglia dal Red River, nel 1884. Diciotto anni prima Ned e sua moglie Monisha, due neri che vivono nella piantagione, hanno trovato una bambina sotto un albero davanti alla loro capanna. A tutti hanno fatto credere che la bambina fosse loro figlia e l’hanno chiamata Monisha, come la mamma. Ma dal momento che la bambina, dall’età di tre anni, aveva preso l’abitudine di giocare nei pressi dell’albero sotto il quale era stata trovata, venne chiamata Treemonisha (‘Monisha dell’albero’). Volendo istruire la bambina, ma non essendoci d’altra parte nessuna scuola nelle vicinanze, Monisha e Ned strinsero un patto con una famiglia di bianchi: i genitori avrebbero lavorato per loro se la padrona di casa avesse impartito un’educazione a Treemonisha. Ora Treemonisha, diciottenne, è una ragazza istruita. Nella piantagione ci sono tre vecchi: Zodzetrick, Simon e Luddud, che si dilettano di stregoneria approfittando dell’ignoranza della gente. Zodzetrick vuole vendere a Monisha un amuleto, ma Ned glielo impedisce. Treemonisha cerca di spiegare a Zodzetrick la falsità della sua stregoneria, ma il vecchio si allontana predicendole un futuro di sventura. I raccoglitori di pannocchie di granoturco, prima di sedersi in cerchio per scartocciarle, danzano. Treemonisha vede che tutte le ragazze hanno delle ghirlande fatte con le foglie e decide di procurarsene una. La madre le raccomanda di non strapparle al ‘suo’ albero: lì diciotto anni prima lei e il marito avevano trovato la neonata Treemonisha. Tutti si stupiscono alla rivelazione dell’adozione. Arriva di corsa Lucy: era andata con Treemonisha a raccogliere le foglie, quando sono state circondate da Zodzetrick e Luddud e Treemonisha è stata rapita. Gli uomini si lanciano all’inseguimento.

Atto secondo. In uno sperduto angolo del bosco sono riuniti gli stregoni: arrivano i due vecchi con la prigioniera. Tutti, tranne uno, decidono che la ragazza va punita. Nella radura arrivano otto orsi alla ricerca di cibo, ma si allontanano quando odono le voci degli uomini. Su suggerimento di Simon, gli stregoni stanno per spingere la ragazza in un cespuglio pieno di nidi di vespe, quando appare il diavolo e tutti fuggono. Il diavolo è in realtà Remus, un amico di Treemonisha vestito da spaventapasseri, che porta in salvo la ragazza. Nella loro fuga i due incontrano un gruppo di raccoglitori di cotone che festeggiano la fine del turno di lavoro.

Atto terzo. Ned conforta Monisha, preoccupata per la sorte della figlia. Treemonisha arriva mentre una squadra di uomini ha catturato Zodzetrick e Luddud. Gli uomini vorrebbero picchiarli, ma Treemonisha li invita a desistere: meglio una bella predica per convincerli del loro errore. Così Remus e Ned spiegano loro come comportarsi correttamente. Treemonisha invita gli uomini a stringere la mano agli stregoni e a perdonarli. Poi tutti chiedono alla ragazza di aiutarli a sconfiggere l’ignoranza per vivere meglio e la invitano a diventare il loro capo. Treemonisha accetta e gli abitanti della piantagione festeggiano con una danza.

Treemonisha è considerata la prima opera dai caratteri tipicamente americani. Joplin ha sì seguito le forme dell’opera tradizionale (non mancano arie, cori e scene di danza, con indicazioni coreografiche del compositore stesso), ma l’ispirazione nasce unicamente dal patrimonio del Nuovo Mondo, con melodie e ritmi della tradizione afroamericana e citazioni dall’amato ragtime. Il fine di Joplin era anche didattico e morale: mostrare come l’educazione e lo studio possano essere una via di salvezza, liberando dall’ignoranza e dalla sottomissione. Oltre ai cori di vivace forza espressiva e al divertente balletto degli orsi (“Frolic of the Bears”), si segnalano il lirico racconto del ritrovamento di Treemonisha cantato da Monisha nel primo atto (“One autumn night”) e il trascinante finale intonato, ballando, da Treemonisha, Lucy e dal coro (“Marching onward”). Frank Corsaro, regista diTreemonishaalla Grand Opera di Houston nel 1975, la definì «una sorta di Flauto magico in stile americano».

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WORKSONG

Rappresentano le origini della musica afroamericana

Brano storico: This Old Hammer.

GOSPEL

Genere che si ricollega agli inni sacri di carattere afroamericano.

SPIRITUAL

Evoluzione musicale delle WorkSongs

Brani storici: Wade In The Water, Swing Lord Sweet Chariot.

BLUES

Genere afroamericano nato nei primi anni del 1900.

Parole chiave: Piantagioni di cotone, Henry Sloan, Ike Zimmermann, William Christopher Handy, Charley Patton, Robert Johnson ecc.

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COORDINAMENTO: PROF. GIUSEPPE FIORINO

 

EDITING DIGITALE: PROF. SANTO GRASSO

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