Il Parco Civico Meyer-Wenner (già Villa Comunale) di Scafati rappresenta, non solo a livello locale, un patrimonio botanico-ambientale unico, sia per l’estensione (quasi ventisettemila metri quadrati), sia per la bellezza, lo sviluppo e la rarità delle essenze Esso nacque dall’acquisizione di terreni agricoli nella prima metà dell’Ottocento dal maestro tintore svizzero Giovanni Giacomo Meyer, originario delle sponde del lago di Zurigo, giunto a Scafati nel 1824 assieme alla moglie Rachele Wunderli, per impiantarvi una tintoria di “rosso di Adrianopoli.”
n un momento imprecisabile ma che si può far risalire una poco prima della metà dell’Ottocento, quando le sue fortune si erano ormai consolidate, Meyer pensò di ricavare in quell’ampio appezzamento di terreno di sua proprietà un giardino familiare, e cominciò dalla parte più lontana dalla sua residenza, verso sud-ovest – probabilmente con l’intento di mantenere il resto dell’appezzamento libero per eventuali successivi ampliamenti dell’area industriale.
Nell’ambito dell’assetto paesaggistico concepito per il giardino, Meyer fece lì realizzare, all’interno di una delle grandi aiuole in cui si articolava il campo, un rilievo circolare di circa tre metri d’altezza, dalla sommità percorsa tutt’intorno da un sedile in muratura, aperto solo in corrispondenza dell’accesso dalla gradinata ricurva. L’opera, dal diametro complessivo di circa nove metri, non potrebbe avere altra destinazione d’uso che non sono incontri, concerti e concerti nella bella stagione.
Fu solo quando gli subentrò nel 1887 il genero Roberto Wenner, una volta marito di Giovanna Freitag sposata nel 1881, che il parco ricevette un impulso decisivo sull’arco di un trentennio, raggiungendo l’estensione, la ricchezza e la complessità che chi scrive , per sua buona sorte, conosce, da frequazioni iniziate tre quarti di secolo fa, da precisi ricordi, da immagini e da documenti d’ogni genere.
Roberto era figlio di Federico Alberto Wenner, il principale dei fondatori svizzeri dell’industria tessile salernitana di Fratte, nella valle dell’Irno, dov’era nato nella sontuosa villa paterna di Pellezzano, circondata da un incantevole giardino tuttora in essere. Lì, Roberto sviluppa una grande passione per il giardinaggio e la floricoltura, unitamente alla competenza, alla visione e all’intraprendenza che più tardi, con la creazione delle Manifatture Cotoniere Meridionali, diventare uno dei più famosi “capitani d’industria” dei suoi tempi.
Published: Apr 2, 2019
Latest Revision: Apr 2, 2019
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