“Il senso del dovere, compagno fedele da sempre, era l’unica cosa che mi faceva andare avanti senza cedere”
Emanuela Loi
Era agente della scorta del magistrato Paolo Borsellino. Cadde a 24 anni nell’adempimento del proprio dovere il 19 luglio 1992, vittima della Strage di via D’Amelio a Palermo. Entrata nella Polizia di Stato nel 1988 per seguire l’aspirazione della sorella Claudia, che però non venne ammessa, venne trasferita a Palermo due anni dopo. Avrebbe dovuto sposarsi pochi mesi dopo il fatale attentato.
Agostino Catalano
Era agente di polizia di scorta. Caposcorta del magistrato Paolo Borsellino, venne ucciso un 43 anni nella via di Via D’Amelio.
Eddie Walter Cosina
Era nato a Norwood in Australia ed era un agente di polizia. Nei primi anni della sua carriera è un servizio a Trieste per l’Italia. Dieci giorni dopo la tappa di Capaci chiese di essere trasferito a Palermo. Venne ucciso nella strage di via D’Amelio, all’età di 31 anni.
Vincenzo Fabio Li Muli
Era agente della scorta del magistrato Paolo Borsellino, fu ucciso nella strage di via D’Amelio all’età di 22 anni. Era il più giovane della pattuglia. Da tre anni nella Polizia di Stato, aveva ottenuto pochi mesi prima la nomina ad agente effettivo.
Claudio Traina
Era agente di polizia di scorta a Paolo Borsellino. Arruolato in Polizia giovanissimo, dopo essere stato a Milano e Alessandria, era passato da poco il passaggio nella sua città, Palermo. Sposato e padre di un bimbo in tenera età, morì all’età di 27 anni nella strage di Via D ‘Amelio.
Paolo Borsellino, magistrato
Nacque a Palermo il 19 gennaio 1940. Dopo essere diventato magistrato, si svolse diversi incarichi, e arriva al tribunale di Palermo nel 1975, collaborando all’Ufficio istruzione processi penali, sotto la guida di Rocco Chinnici. Con il capitano Basile si lavora alla prima inchiesta sulla mafia. Partecipato al lavoro del pool antimafia, che comprendeva anche Giovanni Falcone, sotto la guida di Rocco Chinnici. Promosse e partecipò un’iniziativa volta a sensibilizzare i giovani contro la mafia. Il 4 agosto 1983 Chinnici venne assassinato e così a coordinare il pool fu chiamato il giudice Antonino Caponnetto. I magistrati raggiunsero ottimi risultati, con il primo maxiprocesso a Cosa Nostra.Conclusa l’istruttoria processuale, Borsellino chiede il passaggio alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, per ricoprire l’incarico di procuratore capo.
Nel 1987 Capello è la guida della piscina per problemi di salute e la decisione del Consiglio Superiore della Magistratura di sostituzione con Antonino Meli, anziché con Giovanni Falcone come tutti attendevano, spinse Borsellino a denunciare pubblicamente l’errore della scelta ei pericoli di vedere lavoro del piscina, così rischiando anche tramite disciplinari. Sì, chiese e ottenne di essere trasferito alla Procura della Repubblica di Palermo con funzioni di procuratore aggiunto. Borsellino rifiutò l’offerta di prendere il suo posto nella candidatura alla Superprocura, per restare al suo posto, continua la lotta alla mafia e indagare sull’assassinio dell’amico e collega.Alla fine del 1991 fu delegato al coordinamento dei sostituti facenti parte della Direzione Distrettuale Antimafia.Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone viene assassinato a Capaci.Il 19 luglio 1992 venne ucciso a Palermo sotto casa della madre.
Antonio Vullo
Unico agente della scorta di Borsellino sopravvissuto all’attentato di Via D’Amelio.
Gli angeli di Borsellino
Intervista immaginaria alla scorta di Borsellino.
Le domande dei bambini.
“Se potessi tornare indietro, rifaresti la poliziotta?”
“Si perchè è stato un grande onore, anche se sapevo di rischiare la vita ogni giorno”
“Cosa hai provato quando sei entrata nella scorta di Borsellino?”
“Ero lusingata anche perchè ero la prima donna ad entrare a far parte di una scorta, ma ero anche impaurita perchè era rischioso fare la scorta ad una persona così importante. Ricordo il primo giorno il Giudice mi disse “E lei è qui per proteggere me? Dovrei essere io a proteggere lei! -“
“Come ti sei sentita quando hai dato la notizia al tuo papà?”
“Ho provato molto dispiacere e tristezza, non volevo dirglielo”
“Come si è sentita la tua famiglia quando ha ricevuto la notizia che eri entrata nella scorta di Borsellino?”
“Orgogliosi perchè ero la prima donna ad entrare nel programma scorte, ma molto preoccupati perchè sapevano che rischiavo la vita ogni giorno.”
“Eddie, com’era essere un angelo di Borsellino?”
“Bello, il mio sogno era essere utile alla lotta contro la mafia; la tensione, le armi e le macchine mi sono sempre piaciute!”
“Com’era essere il capo della scorta? Avere la responsabilità dei ragazzi che lavoravano con te e della persona che dovevate proteggere?”
“Essere un capo è sempre faticoso, ma ti rende orgoglioso! Sai che la vita dei tuoi ragazzi e della persona da proteggere è nelle tue mani.”
“Cosa ti rendeva forte nei momenti più difficili?”
“Il pensiero della mia famiglia, dei miei cari, degli amici.”
“Se fossi sopravvissuto all’attentato, rifaresti lo stesso percorso?”
“Sono diventato un poliziotto perchè volevo proteggere lo Stato, il senso del dovere mi farebbe ripetere ogni cosa.”
“Ma alla fine … hanno trovato chi ha programmato l’attentato? Chi ha messo l’autobomba? Hanno arrestato i colpevoli?”
“La morte di queste persone è servita a qualcosa?
Ha cambiato le coscienze? “
Published: Apr 1, 2019
Latest Revision: Apr 17, 2019
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