Le Scene Rupestri più antiche del mondo by Giulia Gumina - Ourboox.com
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Le Scene Rupestri più antiche del mondo

  • Joined Nov 2016
  • Published Books 9

La varietà della forma, del tema e del linguaggio esiste certamente nell’arte rupestre. Possiamo dire con certezza che l’uomo ha sempre avuto dentro di sé tutte le forme di creatività che abbiamo oggi.

Contesto storico

L’arte rupestre ha origine nel Paleolitico superiore. Nel continente africano, più a sud del deserto del Sahara, in Tanzania, sono custodite, in caverne di granito e in gallerie di arenaria o su pareti laviche lisce, pitture monocromatiche gialle, nere e graffiti dei cacciatori primitivi all’opera.

A queste sono sovrapposte altre opere in policromia appartenenti ad epoche posteriori: segni ideografici e pitture, segni impressi con le mani, figure umane sporadiche e di piccole dimensioni con enormi animali – generalmente in coppia – spesso elefante e giraffa.

Altre testimonianze di questa grande arte si trovano nel Nord-Africa, allora densamente popolata, con pitture e incisioni su pareti all’aperto, ai piedi di massicci (Tibesti, Tassili), oggi purtroppo perduti in vastissimi deserti.

 

 

 

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L’Arte Rupestre

Molte sono le caratteristiche da prendere in considerazione nell’arte rupestre: le rappresentazioni delle figure umane sono sempre vaghe e generalizzate, salvo qualche rara personalizzazione, mentre le vedute paesaggistiche sono semplici e toccanti, con ambienti agresti arricchiti di vegetazione di vario genere.

 

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In questa immagine è rappresentato, su supporto in pietra, un ornamento con la figura di un uomo -uccello.

Nella grande maggioranza delle opere rupestri ritrovate, gli enormi animali sono sempre raffigurati senza l’uomo, mentre quelli piccoli sono sempre accompagnati da presenze umane che variano di numero.

 

In questo tipo di pittura si impiegavano ocre di vario genere con gradazioni gialle, rosse, viola e nero di biossido di manganese, stemperati in grassi e stesi sui supporti impiegando dita, bastoncini ed anche pennelli rudimentali a pelo di animale.

 

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In Africa, ai primi cacciatori seguirono coltivatori primitivi di frutti spontanei, con raffigurazioni umane nell’atto di danzare, alberi, frutti e tutto ciò che si trova natura. Erano preferiti quasi sempre gli elefanti abbinati alle capre, e le giraffe.

L’arte parietale scomparve completamente quando finì la sua funzione di comunicazione, ma tutte le sue conoscenze ed i linguaggi espressivi si trasferirono nell’arte vascolare.

 

Ideogrammi nelle incisioni rupestri (XII-V millennio a.C. Sud Australia)

 

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Oltre a queste ci sono alcune scene rupestri, le più antiche del mondo. Picasso, dopo averle viste, disse una volta che dopo quello che aveva visto nelle famose grotte di Altamira tutto ciò che ne era seguito era decadenza.

 

La prima è la grotta di Magura nel nord ovest della Bulgaria che è una delle più grandi del paese. All’interno sono visibili pitture risalenti a 4000-8000 anni fa, realizzate con guano di pipistrello un “pigmento” di cui c’era grande abbondanza all’interno delle grotte .Le cose raffigurate erano essenzialmente scene di caccia o di danza oltre a una grande varietà di animali.

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La Cueva de las Manos; il nome dice tutto, letteralmente “la caverna delle mani” è stata scoperta in una landa desolata della Patagonia, la regione desertica e freddissima del sud dell’Argentina. Le mani raffigurate sono un bellissimo esempio di composizione modulare dove il modulo è rappresentato dalla mano dell’uomo preistorico che l’ha eseguita in numerose sequenze. Si pensa che siano state realizzate a “stencil” spruzzando pigmento colorato sulla mano che una volta sollevata lasciava l’impronta che vedete. Molto probabilmente il colore veniva spruzzato con la bocca. Questi sono disegni databili tra i 9500 e i 13000 anni fa.

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Bhimbetka: situata nell’India centrale, Bhimbetka è una zona archeologica dove è possibile vedere circa 600 siti rocciosi riparati dalle piogge, decorati con pitture rupestri preistoriche realizzate principalmente in rosso e bianco con l’uso occasionale di verde e giallo raffiguranti semplici scene di vita quotidiana. Malgrado la semplicità dei tratti sono riconoscibili chiaramente diverse tipologie animali come bisonti, tigri, leoni e coccodrilli. Le pitture più antiche sono risalenti a 12.000 anni fa.

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Serra da Capivara; il parco nazionale Serra da Capivara nel Brasile nord-orientale è sede di numerosi anfratti rocciosi decorati con pitture rupestri. Le pitture raffigurano scene di rituali e animali tipici della zona (come i capivara) ma anche alberi e altri animali. Alcuni archeologi sono propensi ad attribuire la datazione delle pitture più antiche a circa 25000 anni fa anche se questo metterebbe in discussione la datazione che ufficialmente viene attribuita per i primi insediamenti umani nelle Americhe.

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Invece Laas Gaal è un complesso di grotte e ripari di roccia in Somalia nordoccidentale che conservano i più antichi esempi di arte primitiva di tutto il continente africano stimati tra 5.000 e 11.000 anni fa. In queste pitture troviamo spesso mucche addobbate per cerimonie religiose accompagnate da esseri umani,ma si possono distinguere anche cani e perfino una giraffa. Le pitture rupestri sono ottimamente conservate grazie al clima caldo e asciutto che ha permesso la conservazione oltre che dei tratti, anche del pigmento.

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Tadrart Acacus; si tratta di un’area montuosa del Sahara, che si trova nel Fezzan, nella parte sud-ovest della Libia,appartenente al massiccio del Tadrart (Tadrart significa ‘montagna’ nel linguaggio dei nativi dell’area). La zona è notissima agli archeologi per le pitture rupestri databili dal 12000 ac fino al 100 dc.Oltre alla bellezza dei disegni è interessante anche la “documentazione” che ci è giunta fino a noi sulla fauna e flora dell’epoca, piena di laghi, foreste, elefanti, struzzi insomma completamente diversa da quella desertica di oggi.

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