“Viaggio all’interno di una cellula” Racconti fantastici ma…scientifici by Claudia - Illustrated by Alunni della classe 1^A di MSP - Ourboox.com
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“Viaggio all’interno di una cellula” Racconti fantastici ma…scientifici

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Artwork: Alunni della classe 1^A di MSP

  • Joined Nov 2016
  • Published Books 2

Una serata di curiosità…

Sofia e Alessia erano due famose scienziate che avevano scoperto, grazie ai loro esperimenti, la funzione di quasi tutte le cose…

Una bella mattina conclusero che ciò che non avevano ancora osservato era il mondo visto da un’altra prospettiva.

A Sofia venne così l’idea di inventare una pozione che rimpiccioliva ogni cosa; quello stesso pomeriggio la volle far vedere ad Alessia, così la invitò nel suo laboratorio…

-Guarda, Alessia! Ho qualcosa che fa al caso nostro! Indovina un po’, una pozione che è in grado di rimpicciolire tutte le cose!-

-Brava Sofia! Grazie a questa pozione potremmo finalmente osservare il mondo da un’altra prospettiva!- Rispose Alessia meravigliata -Dai che cosa aspettiamo?!-

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Allora Sofia aprì la boccetta che conteneva la pozione, successivamente la versò sopra ad un tavolino, che si rimpicciolì.

Le ragazze entusiaste toccarono il liquido magico, così si rimpicciolirono anche loro.

-Adesso cosa facciamo?-Chiese Sofia curiosa ad Alessia.

-Che domande, esploriamo!-Esclamò Alessia gioiosa.

Era ormai sera e le scienziate erano affamate, decisero di cercare cibo nelle case: entrarono tranquille, consapevoli che nessuno le poteva vedere data la loro grandezza, così entrarono nella grande porta, o meglio, nella porticina per i cani e per i gatti posizionata all’interno della porta per gli umani.

-Che casa gigantesca!-Esclamò Alessia-Siamo all’interno di una vera villa!-

-Tonta, non è la casa grande, siamo noi piccole!- Affermò Sofia

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sorridendo.

-Guarda, un cane!-Disse Alessia.

-Non guardare il cane guarda piuttosto cosa fa…Mangia!!!!!- Urlò Sofia!

Le ragazze, quando la bestia se ne andò, si tuffarono all’interno della ciotola del cane, ma…

-Non croccantini, ma croccantoni!!-Affermò delusa Alessia.

Così le ragazze non riuscirono ad addentare neanche un croccantone.

Poco dopo tornò il cane e le due ragazze non se ne resero conto, la bestia si pappò altri croccantini, ma all’interno…VI ERANO ALESSIA E SOFIA!

-Aiutooooooo!-Urlarono le due in coro.

In un battibaleno Sofia e Alessia erano già nello stomaco del cane, la situazione migliorò: infatti le due ragazze erano

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tranquille, o meglio un po’ più serene.

-Questa sarà la nostra nuova scoperta, Sofia, speriamo di finire su tutte le riviste più famose!-

-Spera prima di uscirne viva!-

Le due scienziate andarono così alla scoperta del corpo del cane, per trovarne qualche uscita; viaggiarono per giorni e notti in lungo e in largo.

Dopo parecchio tempo trovarono una cosa che le incuriosì, avanzarono verso la cosa sconosciuta: fino a quando…

-Che schifo, che roba è?-Esclamò Alessia.

-Per precisione si chiama MEMBRANA PLASMATICA ed è il confine della cellula e regola il passaggio delle sostanze tra interno ed esterno, cara Alessia!-

-Ehh, membrana che?-Disse la più ignorante.

PLASMATICA!-Urlò la più intelligente.

 

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Le ragazze oltrepassarono la membrana plasmatica, così chiamata da Sofia.

-Che materia è questa, è molliccia!-

-La materia molliccia come la chiami tu sia chiama CITOPLASMA, in esso avvengono le reazioni cellulari.- Spiegò Sofia.- Guarda un MITOCONDRIO!-

-Come hai chiamato quel salame?- Chiese Alessia.

-M-I-T-O-C-O-N-D-R-I-O, serve a produrre energia utile alla cellula per svolgere le sue funzioni.

-Guarda Sofia, un altro intestino!-

-Macchè è l’APPARATO DI GOLGI!-Gridò Sofia.-

-A che cosa serve?-

-Smista le diverse sostanze all’interno della cellula.-

-Quindi siamo all’interno di una Cellula?-Chiese sbalordita Alessia.

 

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A quella domanda però Alessia non ricevette risposta.

-Guarda quella roba, Sofia, è granulosa, si può mangiare?-

-Noo, è il RETICOLO ENDOPLASMATICO RUVIDO, esso produce le proteine, il suo aspetto granuloso è dovuto agli organuli di cui è circondato, che sono chiamati ribosomi.-

-Ah!-Disse -Ne vedo un altro ma più liscio!-

-Quello è il RETICOLO ENDOPLASMATICO LISCIO, produce i grassi e neutralizza alcune sostanze tossiche.- Disse l’altra.

-Guarda, una pallina di gelato alla fragola!-

-Ma che dici, sciocca! E’ il NUCLEO, ricoperto da una MEMBRANA NUCLEARE che lo protegge, perché esso dirige e controlla tutte le funzioni della cellula!-

-Alessia questi sono dei LISOSOMI, digeriscono le molecole ingerite o prodotte della

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cellula; questi invece sono i CENTRIOLI, sono coinvolti nella divisione della cellula.-

-Guarda Alessia, un CITOSCHELETRO!-Esclamò Sofia.

-Scheletro, cosa?-

-Citoscheletro, è un sistema di filamenti che sostiene la cellula.-

Le due, non sapevano di essere finite in una cellula in prossimità del mantello peloso dell’animale, perciò, dopo aver oltrepassato la membrana plasmatica, videro qualcosa di inaspettato…

-Sofia ho paura, dove siamo?-

-Non ne ho la più pallida idea, tutto ciò che vedo è una foresta infestata da alberi dal tronco sottile ma lungo!-

Il momento di timore finì presto, infatti poco dopo quelle parole Sofia e Alessia erano finalmente uscite dal corpo dell’animale, dopo poco tempo anche dalla grande villa!

 

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Le ragazze tornarono nel laboratorio ridendo a crepapelle, ma il sorriso sulle loro labbra durò poco perché una domanda lo interruppe:

-Adesso come ritorniamo nelle dimensioni naturali?-

-Oh oh…?!-

Orlandi Sofia e Stanzani Alessia

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Lo scienziato e la formica

 

Uno scienziato stava lavorando ad un progetto per un concorso scientifico per studiare meglio le cellule animali.

Al termine della progettazione ed elaborazione del progetto, lo scienziato si presentò al concorso.

Durante l’esposizione del progetto, lo scienziato, con la sua macchina inverti-dimensione, invece di ingrandire la formica, che in quel momento era la cavia per l’esperimento, si rimpicciolì lui, ed esclamò:

-Oddio, cos’è successo, sono piccolissimo!!!-

Le persone che stavano assistendo all’esperimento si impaurirono vedendo lo scienziato sparire e quindi scapparono.

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Erano rimasti solo lui e la formica, che affamata, ingoiò il piccolo scienziato.

Cominciò per lui un’esplorazione dentro il corpo di una formica.

Lo scienziato, impaurito, cercò di uscire dal corpo della formica; ma quando capì che quegli sforzi erano inutili, si mise ad esplorarne il corpo.

Concentrò la sua esplorazione sulle cellule animali, un argomento che trattava già da anni e che voleva portare a termine.

Lo scienziato, una volta arrivato alle prime cellule, decise di diventare ancora più piccolo, in modo da poterle osservare meglio.

Quando arrivò al nucleo di una cellula, meravigliato da quello che vide prese in mano il suo taccuino e incominciò a prendere appunti;  la prima cosa che fece fu quella di contemplare il nucleo della cellula, ma quando vide il reticolo endoplasmatico ruvido si stupì perché credeva ci fosse solo nella cellula vegetale.

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Vide anche uno strano reticolo che non aveva mai visto fino ad ora, e visto che non era ricoperto di granuli come il reticolo endoplasmatico ruvido decise di chiamarlo reticolo endoplasmatico liscio, allora essendo curioso di vedere le strane parti di cellule sconosciute, volle esplorarla tutta; vide diverse parti di cellule che c’erano anche nella cellula vegetale, ma quelle che lo stupirono di più furono i lisosomi, dove lo scienziato, fece merenda e i centrioli dove per sbaglio ruppe un microtubulo.

Lo scienziato durante il viaggio oltre ad esplorare la cellula, pensava anche a come tornare fuori dal corpo della formica.

Così gli venne un’idea, costruire una macchina come quella che lo aveva fatto diventare piccolo, ma questa volta lo doveva far tornare umano, distruggendo il corpo della formica.

 

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Così si mise al lavoro, cercò prima di tutto se la formica aveva ingoiato la macchina, ma niente, così si mise a cercare dei pezzi per il corpo della formica. Dopo ore e ore di ricerca, trovò una serie di pezzi, tra briciole e semi, mise insieme una rudimentale macchina inverti-dimensione.

Era il momento di testarla e tornare agli aspetti umani: la afferrò e puntò il mirino verso la sua pancia……in un attimo lo scienziato tornò al suo aspetto originario.

L’anno dopo, lo scienziato si ripresentò al concorso scientifico, ma non presentò la sua macchina inverti-dimensione bensì il suo taccuino, dove c’erano scritte tutte le informazioni sulla cellula animale.

La concorrenza si stupì molto e lui vinse il premio come miglior scienziato dell’anno.

Ferrari Nicolò e Orlandi Simone

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Una scoperta sensazionale

 

Lo scienziato Elia Morelli desiderava da tanti anni diventare molto famoso: lavorava nel laboratorio C.E. molto importante per le invenzioni e le scoperte scientifiche.

Un giorno lo scienziato Elia Morelli si decise a fare una nuova scoperta sulla cellula batterica, cosí andó a prendere un campione di acqua stagnante che poi esaminó con il suo microscopio.

Iniziò così l’osservazione: appena appoggiò l’occhio sul microscopio iniziò a vibrare, quando il suo cane gli saltò alle spalle facendolo sbilanciare in avanti, sbattere la testa contro il tavolo e perdere i sensi.

 

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Lo scienziato si risvegliò con il suo cane all’interno della  cellula batterica che era totalmente diversa da quella animale e quella vegetale. Le  sue dimensioni di solito sono tra i 2 e i 5 millesimi di millimetro.

Lo scienziato si incamminò con il suo cane nella cellula batterica, qui si meravigliò molto. Osservò che la cellula batterica non aveva il nucleo e tutti i tipi di cellula che non hanno il nucleo sono dette procarioti; Elia sapeva che queste erano state le prime forme di vita a comparire sulla Terra. Questa cellula presentava il flagello che serviva a far spostare la cellula nei liquidi; appena il cane vide l’escrescenza la azzannò pensando fosse un salsicciotto. Preoccupato la scienziato lo allontanò e lo sgridò,  la stessa funzione l’hanno i pili che però sono più piccoli.

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La cellula batterica inoltre è circondata dalla parete cellulare, un rivestimento rigido esterno alla membrana plasmatica. Il cane, dopo quello che aveva combinato guardò Elia con degli occhi dolci  e Elia gli fece un cenno e disse:

-Se vogliamo continuare il viaggio lo dobbiamo fare-.

Quindi il cane strappò a morsi la parete cellulare creando un varco attraverso essa ma un altro ostacolo li attendeva. La membrana plasmatica è il confine della cellula e regola il passaggio di sostanze tra interno ed esterno e quindi i due avventurieri la oltrepassarono.

All’interno della cellula è presente il citoplasma  il liquido presente in tutte le cellule, lo scienziato scivolò all’interno del liquido insieme al suo cane.

 

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All’interno è presente il nucleoide che è formato da materiale nucleare, il cane incuriosito come sempre, iniziò a correre verso il nucleoide ma Elia lo rincorse e lo placcò, dopo la splendida azione disse:

-Allora 5 anni di football sono serviti a qualcosa!!!-

Lo scienziato, proseguendo vide che all’interno del nucleoide c’era il DNA: le informazioni che servono alla cellula per vivere.

Elia si ricordò che quando fu rimpicciolito portò con sè la sua macchina fotografica, così decise di scattare delle foto per testimoniare il suo viaggio.

Dopo ore di osservazione, però, lo scienziato e il suo cane  iniziarono di nuovo a vibrare e ritornarono alle loro dimensioni originarie.

 

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Dopo quello che era successo decise di andare a letto a dormire e riposarsi un pò.

Il giorno successivo Elia Morelli pubblicò le foto scattate sul sito della C.E., nel giro di pochi minuti le foto vennero visualizzate in tutto il mondo e il giorno dopo venne proclamato uno degli scienziati più famosi al mondo, grazie alla sua scoperta.

 

Elia Maurizzi e Carlo Morelli

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Giuditta e la cellula vegetale

In un laboratorio uno scienziato e sua nipote Giuditta vogliono osservare in prima persona l’interno di una cellula vegetale.

Come cavia da rimpicciolire utilizzano proprio Giuditta.

– Zio sono pronta a rimpicciolirmi, però prima dammi la maschera da sub.-

– Certo, vai sotto quella macchina.-

Lo zio spinge il bottone di accensione e Giuditta viene rimpicciolita a dimensioni atomiche.

Lo zio la inserisce in una cellula già prelevata in precedenza. Giuditta quindi inizia il suo viaggio dentro la cellula.

-Questa deve essere la parete cellulare, lo zio mi ha detto che è composta da cellulosa,

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come quella degli alberi; per attraversarla senza ucciderla lo zio mi ha fabbricato questo raggio-

Giuditta afferra il raggio e lo accende.

-Eccoci entrati!

Mi metto la maschera perchè all’interno della cellula c’è molta acqua, ora devo rompere la membrana cellulare; che schifo è molle!

La membrana cellulare è composta da fosfolipidi, cioè grassi, le loro teste sono idrofile cioè gli piace l’acqua, invece le loro code la detestano quindi sono idrofobe.-

Giuditta riprende il raggio e rompe anche la membrana cellulare.

-Sono entrata!

Oh, ci sono già i mitocondri, loro generano energia per la cellula attraverso la molecola ATP.

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Sembrano delle giostrine del parco, provo a saltarci sopra.

Sono molli pure questi, non ci gioco sopra!-

-Quello deve essere il vacuolo centrale, qual era la sua funzione? Ah sì, contiene l’acqua che serve alla cellula e in momenti di siccità riesce a far viverla in autonomia per un po’ di tempo.

Sembra un gavettone, provo ad arrampicarmi.-

Giuditta sale sul vacuolo e ci salta sopra.

-Wee! Ora smetto sennò lo rompo e dopo si forma uno tsunami!-

Giuditta prosegue il suo cammino, ma si interrompe quando trova l’apparato di Golgi.

-Che bello! Alla scuola media ho imparato che l’apparato di Golgi prende il suo nome dallo scienziato italiano che l’ha scoperto, mi hanno anche detto che serve a portare le sostanze create dentro la cellula all’esterno.-

 

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Giuditta ha la testa perennemente tra le nuvole quindi non si accorge che davanti a sé c’è il reticolo endoplasmatico ruvido  e ci sbatte contro il naso.

-Ahi! Questo deve essere il reticolo endoplasmatico ruvido e più in alto quello liscio.

I due reticoli servono a produrre le proteine utili alla cellula.

Il reticolo liscio sembra formato da tante ciambelle allungate, invece quello ruvido sembra un labirinto…. ho un’idea: per raggiungere il nucleo userò questo labirinto!-.

Giuditta entra nel labirinto, ma non ne riesce a venire a capo!

-Qui ci sono già passata!

Proviamo ad andare di qua, uff è un vicolo cieco!

Non ce la faccio più……., aspetta posso arrampicarmi sopra!-

 

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Giuditta allora si arrampica sopra il reticolo endoplasmatico ruvido, poi si arrampica anche su quello liscio, riesce a vedere per la prima volta il nucleo e ne è meravigliata.

E’ distante dal nucleo di un salto, ma Giuditta non è nota per le sue doti fisiche.

-Sono vicinissima al meraviglioso nucleo, devo solo fare un piccolo saltello.

Al mio tre salto: uno….. due ……..tre!

No no no, non cadere!

Fiuuu, non sono scivolata, ci credo che sono quasi caduta, qui è tutto viscido e molle!-

-Che bello il nucleo, fa strano ricordarsi di essere la prima persona a vederlo dal vivo, chissà lo zio cosa dirà! Allora il nucleo serve a contenere tutte le informazioni per far vivere la cellula e contiene anche le sue informazioni, cioè il famoso DNA.-

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Giuditta si appollaia sul nucleo e rimane incantata a fissare il vuoto per molti minuti, però quando sente il suo stomaco brontolare ritorna tra noi.

-Adesso devo ritornare dallo zio, per chiamarlo mi ha dato questo telefonino, ora lo chiamo così mi estrae.-

-Ciao zio, ho fatto e visto tutto, mi puoi estrarre….. sì è tutto bellissimo qui, poi ti racconto!-

Lo zio estrae la nipote e la riporta alla sua misura naturale.

-Zio, zio ti devo raccontare tutto, lì è tutto bellissimo e.. e.. è proprio come me lo hai detto tu!-

-Certo Giuditta, ma raccontamelo a cena perchè ci sono anche i tuoi genitori, saremo tutti entusiasti di ascoltarti.-

 

Arianna Costa e Anna Sofia Cantelmo

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Quando il batterio scoprì la cellula

 

Stavo tranquillamente viaggiando come ogni giorno quando mi sono imbattuto in una strana costruzione. All’inizio mi sono chiesto cos’era  poi ho capito che era una cellula animale, non ne avevo mai vista una! E’ differente da me che sono un batterio e sono formato da pochi componenti: il materiale nucleare, cioè il DNA circolare e aggrovigliato, che è la mia centrale di comando, il citoplasma che è la sostanza gelatinosa, i ribosomi che sono organuli costituiti da proteine ed RNA, la membrana plasmatica e la parete cellulare che mi protegge dall’esterno… la cellula animale invece ha molti più elementi!

 

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Tra i numerosi elementi della cellula ne scorsi uno più grande degli altri, prima non capii che cosa fosse ma poi intuii che era il nucleo, io non ho un nucleo, ne avevo sentito parlare ma non l’avevo mai visto di persona, scusate volevo dire di batterio.

Incuriosito entrai nella cellula che mi lasciò passare, compresi che il nucleo era importante e che dirigeva tutte le funzioni della cellula, poi conobbi tutti gli altri: la membrana plasmatica, i lisosomi, i centrioli, l’apparato di Golgi, i reticoli endoplasmatici liscio e ruvido (ricoperto da ribosomi più grandi dei miei), il citoscheletro e il flagello (che ho anche io).

Mi trovavo bene lì e dopo un po’ decisi di stabilirmi definitivamente perché collaborando la cellula aiutava me e io aiutavo lei producendo energia, quindi tutti e due ne traevamo profitto. Da allora mi chiamo mitocondrio.

Fabio Barberini e Michelangelo Fabbri

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 Una giornata da non dimenticare 

Un giorno del lontano 1999 Luca e Natan entrarono nel laboratorio del dott. Giangilberto I, scienziato e naturalista di fama mondiale. Quando entrarono videro l’ultima invenzione dello scienziato Giangilberto I una specie di navicella spaziale, ci entrarono e la navicella si chiuse, all’interno erano presenti milioni e milioni di fili e bottoni. Era presente anche il famigerato bottone rosso con la scritta “ATTENZIONE NON TOCCARE SE NON IN CASO DI APOCALISSE ZOMBIE” , però il curioso Natan lo toccò e la macchina iniziò a girare su se stessa a velocità supersonica, finchè, dopo un tempo che a loro due sembrò interminabile, si ritrovarono rimpiccioliti a dimensioni atomiche.

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Iniziarono ad esplorare il laboratorio con la navicella e notarono un altro bottone rosso con su scritto “VIAGGIO NELLA CELLULA VEGETALE” e, visto che erano curiosi, spinsero anche quello e furono proiettati all’interno di una foglia; iniziarono ad esplorare l’interno della cellula e videro cellule a forme rettangolari di colore verde ma distaccate da linee spezzate di colore bianco. Luca chiese a Natan cos’erano quelle linee e Natan rispose: ”Sono pareti cellulari, cioè una struttura composta da una sostanza chimica chiamata cellulosa, questa parete forma un rivestimento rigido della membrana plasmatica.

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Attraversarono la parete cellulare con facilità e continuarono il loro viaggio attraversando anche una parete alquanto gelatinosa e grassa chiamata Membrana Plasmatica, videro il citoscheletro che sorregge la cellula  e i mitocondri che producono energia, Luca chiese a Natan: “Che tipo di energia producono i mitocondri?” Natan gli rispose: “I Mitocondri producono energia sotto forma di ATP”. Proseguendo il loro viaggio videro una grossa bolla, Luca, pensando che fosse un trampolino, iniziò a saltarci sopra però dopo un po’ la bolla diede segni di cedimento e scoppiò riversando all’interno della cellula tutti i liquidi di scarto. Luca si ricordò che quello che aveva rotto era il Vacuolo centrale: una grossa bolla piena di liquidi che accumula le sostanze di rifiuto e dà sostegno alla cellula.

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Erano stanchi di camminare quindi dormirono per 2-3 ore dentro l’apparato di Golgi anche se Luca non riuscì a dormire molto bene perchè l’apparato di Golgi è un grande magazzino in cui si smistano le proteine che finiscono nelle varie parti della cellula. Prima di andare via Luca e Natan presero un po’ di proteine per il viaggio. Accanto a questo videro una grossa bolla gigante simile ad una palla da calcio, quando ci si avvicinarono scoprirono che era il Nucleo cioè il centro di controllo della cellula grande meno di un micron, il nucleo era ricoperto da una membrana chiamata “Membrana Nucleare”.

Per noi sembra poco ma per loro era molto, visto che la loro dimensione era un centesimo di quella grandezza.

 

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Entrarono nel nucleo e videro delle specie di fili arrotolati rossi e blu, Luca chiese a Natan: “Natan che cosa sono questi filamenti arrotolati, rossi e blu come quelli del Bologna?” Natan gli rispose: “E’ il DNA che contiene tutte le informazione genetiche della cellula, quindi Luca non sei stato molto attento alla spiegazione della prof!” disse Natan. Luca rispose: “Che gentilezza Natan, grazie!!”, “Prego”.

Tornando verso l’ingresso della cellula si fermarono a visitare i Cloroplasti vicini alla superficie della cellula, che contengono la clorofilla e utilizzano la luce per produrre zuccheri; Luca chiese a Natan “Questo processo se non mi ricordo male si chiama Fotostoria?”

 

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Natan gli rispose: “ Luca ma cosa dici! Si chiama Fotosintesi Clorofilliana, non ti ricordi proprio niente!” Luca alla fine scrutò una leva che si era nascosta tra la clorofilla, la alzò e di colpo ritornarono nel laboratorio.“Questa è stata l’unica cosa buona che hai fatto!” disse Natan. Alla fine rimasero stupiti, non piccoli ma contenti.

 

Luca Malagutti e Natan Ropa

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Un viaggio nel mondo vegetale

-Finalmente!

Esclamò la dottoressa Mazzi

-Dopo un anno di duro lavoro, siamo riuscite a ideare una sostanza in grado di rimpicciolirci per un’ora in dimensioni atomiche!

-Non esultiamo prima del collaudo, dobbiamo prima vedere se la foglia che hai raccolto stamattina diventerà piccola come un batterio.

Disse la ‍dottoressa Dall’Olio.

 

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-Uffa come sei pesante! Perchè devi sempre essere così pessimista?- Ribattè la dottoressa Mazzi

-Versa la sostanza e stai zitta…

Ma proprio mentre la dottoressa Mazzi stava per versare addosso al vegetale la sostanza, inciampò per sbaglio su una beuta lasciata per terra e la soluzione andò a finire sulle due dottoresse. In pochi secondi tutto quello che le circondava diventò grande più di 100 aeroplani. Caddero, per fortuna, sulla morbida foglia, che diventò un insieme di milioni di cellette attaccate tra loro.

-Vedi?! Ha funzionato, pesantona!-Sì, ma non doveva finire su noi due, sbadata! Ma ma… siamo nella foglia!! Che ne dici di esplorare un po’? Ricorda che abbiamo solo 60 minuti di tempo!

 

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Esclamò la dottoressa Dall’Olio.

-Ottima idea! Rispose la dottoressa Mazzi.

Appena si girarono, notarono un muro enorme con tanti buchini all’interno. Era la parete cellulare, che circonda le cellule ed è formata da cellulosa.

Provarono a scalare il muro, ma era praticamente impossibile.

-Arianna, entriamo dalle fessure, i plasmodesmi!

-Proviamo!

Riuscirono ad entrare da quello più basso.

-Oh, no! C’è ancora la membrana plasmatica!

Si rattristò la dottoressa Mazzi.

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-Tranquilla, questa è più morbida. Dovremmo riuscire a romperla.

Allora diedero entrambe un calcio alla parete plasmatica ed essa si ruppe, permettendo alle ragazze di entrare all’interno della cellula. La prima cosa che videro fu un mitocondrio.

La dottoressa Dall’Olio, curiosa di scoprirne l’interno, gli andò vicino e provò a toccarlo.

-AAHHH!

Aveva preso la scossa.

-Arianna dovresti saperlo che il mitocondrio produce energia che serve alla cellula per svolgere le sue funzioni, è per questo che hai preso la scossa!

Spiegò la dottoressa Mazzi ridendo.

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Camminando un po’ più avanti, notarono un enorme palloncino rigonfio, il vacuolo centrale.

In quel momento, ignare di cosa fosse, iniziarono a saltarci sopra.

-CHE BELLO!

Urlarono in coro.

Ma prima di poter fare un altro salto, il vacuolo scoppiò e tutte le sostanze al suo interno finirono addosso alle ragazze.

-Oh! Quello era il vacuolo centrale! Conteneva tutte le sostanze di rifiuto e i liquidi della cellula che ci sono finiti addosso! BLEAH!

Esclamò la dottoressa Dall’Olio.

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Appena si girarono, davanti a loro, notarono l’apparato di Golgi, questo lo riconobbero.

Ma prima che potessero scambiarsi una parola, ecco che la dottoressa Mazzi venne caricata su una navicella (vettore vescicolare) per essere portata fuori dalla cellula.

Era a forma di sfera, fatta di una gomma morbida e trasparente. All’interno vi era un esserino violaceo con due antenne. Era la navicella che portava fuori dalla cellula le proteine prodotte.

– AIUTOOO!!!

-Tranquilla Sofia, ti sto per prendere!

Urlò la dottoressa Dall’Olio

Ci riuscì, visto che la navicella era ancora abbastanza bassa.

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-L’hai scampata bella, si vede che ti hanno scambiato per una proteina da portare fuori!

Ci mettemmo a ridere.

Erano quasi arrivate al nucleo, ma mancava ancora una tappa: i cloroplasti. Per attraversarli, visto che due enormi coprivano il passaggio, dovettero saltarci sopra. Sembravano delle molle di forma tondeggiante e, visto che dentro vi era la clorofilla utile per svolgere la fotosintesi, erano molto viscidi.

Scesero dall’altra parte come se fossero scivoli.

Attraversarono il reticolo endoplasmatico liscio e il reticolo endoplasmatico ruvido stando molto attente a non toccare e a non rompere niente, fino a che non arrivarono finalmente al nucleo.

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Il nucleo è la parte più importante della cellula e controlla tutte le sue funzioni.

-Cerchiamo di non rompere anche questo, altrimenti siamo morte!

Disse la dottoressa Mazzi.

Lì dentro, oltre a milioni di informazioni che vagavano in qua e in là, notarono anche due corde lunghissime intrecciate a elica: il DNA.

Il DNA non esce mai dal nucleo, altrimenti la cellula rischia di morire o prendere malattie.

-Wow… ma che…

La dottoressa Mazzi non riuscì a finire la frase che il DNA la colpì da dietro, slegandosi e dirigendosi fuori dal nucleo.

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-Mi sa che il nucleo sta per cedere… MEGLIO SCAPPAREEE!!

Tornarono indietro sui loro passi, notando tutti i guai che avevano provocato alla povera cellula della foglia.

Appena uscirono di nuovo dal plasmodesmo da cui erano entrate, la cellula si distrusse e le dottoresse, visto che 60 minuti erano passati, saltarono fuori dalla foglia e tornarono alla loro grandezza naturale.

-Questa è stata l’avventura più interessante e più divertente della mia vita!

Disse la dottoressa Mazzi.

-Dimenticando che siamo quasi morte, mi sono anche io super divertita! Ora dobbiamo comunicare a tutti la nostra grande scoperta!- Rispose la dottoressa Dall’Olio.

E fu così che tutti noi oggi sappiamo com’è fatta la cellula vegetale.

Arianna Dall’Olio e Sofia Mazzi

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La scoperta di Giovannino

Capitolo 1: la cellula da fuori

Un giorno Giovannino si sentì ispirato da un film che aveva visto e in cui un uomo faceva il giro della cellula animale, perciò anche lui volle esplorare la cellula, ma quella vegetale.

Detto ciò incominciò a costruire una pistolina rimpicciolisci-oggetti.

Dopo qualche settimana Giovannino finì la pistolina rimpicciolisci-oggetti  e la volle provare subito per fare un giro dentro la cellula.

Trovata la cellula vegetale ci entrò dentro, la sua prima tappa fu la parete cellulare cioè una barriera rigida come un muro di cemento armato che attraversò rimpicciolendosi ancora di più con la

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pistolina rimpicciolisci-oggetti ed infilandosi in un buchino microscopico.

Dopo la parete cellulare trovò la membrana cellulare.

In un primo momento la membrana cellulare sembrava gelatina, ma poi vide che era un confine che faceva uscire ed entrare le sostanze, che attraversò allo stesso modo della parete cellulare.

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Capitolo 2 : l’interno cellulare

Finito l’attraversamento delle barriere tirò un sospiro di sollievo perché fu molto difficile attraversare le barriere e quando alzò la testa morì dallo stupore perché non aveva mai visto una cosa simile.

Come prima cosa notò che non stava più galleggiando ma era intrappolato nel citoplasma, una sostanza gelatinosa dove sono immersi tutti gli organuli della cellula, e si sentiva fluttuare come se fosse nello spazio.

L’organulo che notò per primo fu il nucleo che imponente era in mezzo alla cellula ed aveva la funzione di dirigere la cellula e contenere tutte le informazioni.

Prima di esplorarlo volle vedere gli altri organuli per tenersi la sorpresa per ultimo.

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Visto il nucleo Giovannino notò una “grande bolla” contenente acqua e ci saltò sopra come se fosse una salterello:”Siii, così!” disse Giovannino “grande bolla”; si accorse solo più tardi che era il vacuolo.

Giovannino, poi, fluttuò sopra i mitocondri e vide che erano specie di centraline che producevano energia, detta ATP.

Giovannino vedendo gli organuli notò che erano sorretti dal citoscheletro, una specie di “scheletro della cellula”.

Giovannino notò anche delle specie di magazzini e fabbriche di zuccheri e sostanze nutritive detti cloroplasti, gli sembrò di essere nella fabbrica di cioccolatini di suo padre.

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Fluttuando, fluttuando, trovò anche il reticolo endoplasmatico liscio e ci saltó dentro; serviva a produrre le proteine che servivano a nutrire la cellula, ed avendo un po’ di fame ne mangió alcune e gli sembrarono ottime. “Voto diesci! Mi son piaciute!”, come direbbe Alessandro Borghese.

Guardandosi intorno attentamente notò che dietro il vacuolo c’era  l’apparato di Golgi.

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Capitolo finale: il nucleo

Esausto ma allo stesso tempo impaziente di vedere il nucleo, ci balzò dentro ma non aveva calcolato che c’era  il vuoto sotto di lui! Per sua fortuna si intrecciò nel DNA.

La prima cosa che vide dopo che si slegò era un intreccio di filamenti detti DNA e poi vide che c’era una specie di base madre che dirige le funzioni dei vari organuli.

Finito il viaggio Giovannino ritornò alla sua grandezza naturale e dopo un pò di giorni diventò lo scienziato più famoso del mondo.

Marco Matteo Lado e Luca Sammartino 

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Tour all’interno del batterio

 

Ragazzi oggi entreremo nel corpo umano e vi racconteremo come i batteri si muovono nelle cellule, ma prima ascoltate questa fondamentale spiegazione sui batteri:

I batteri sono una forma di vita unicellulare che precedentemente facevano parte della specie dei procarioti ma ora non più: ora sono considerati come un dominio a sè stante, quello dei bacteria e esso riesce a svolgere tutte le funzioni per restare in vita senza l’aiuto di nessuno.

I batteri attaccano la cellula e quindi tra i due si crea una specie di combattimento.

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Signori, scusatemi se vi sentirete strani, ma se volete fare il viaggio sarà necessario rimpicciolirsi con questa torcia speciale inventata dal sottoscritto.

Ora direi che possiamo iniziare il nostro tour: entrate tutti in questa navicella che ci porterà nella cellula.

-Immersioneee!-

-Bluuuuu-

Appena entrati possiamo osservare un batterio.

Per vedere meglio com’è fatto dovremo passare attraverso la barriera di protezione coperta completamente da pili che servono per il movimento.

Naturalmente avrete notato che ci sono dei pili più lunghi, chiamati flagelli.

 

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OK, ora siamo entrati nel batterio e si può notare che non ha il nucleo ma ha solo il DNA vagante per il corpo del batterio.

Speriamo che la nostra lezione vi sia servita  per scoprire meglio come sono fatti i batteri.

Samuele Foglio e Davide Cian Seren

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Il pezzo di polpetta sfortunato

 

Un giorno due amici di nome Pizzibarbaro della Maremma e Feringallo si incontrarono in un laboratorio e crearono una macchina per rimpicciolire umani e oggetti. Si impossessarono di una navetta spaziale la  rimpicciolirono e partirono per un ristorante. Nel ristorante, alcuni signori avevano lasciato qualcosa nel piatto, sembrava cibo ma era la navicella speciale a forma di carne con a bordo Pizzibarbaro della Maremma e Feringallo. Un cane affamato la mangiò e  la navicella cominciò un viaggio intrepido all’interno del corpo animale fino ad una delle sue cellule.

 

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I due amici scoprirono che la cellula possiede un  nucleo che controlla la funzionalità della cellula, poi c’è il reticolo endoplasmatico ruvido che produce proteine, e il suo aspetto è dovuto agli organuli di cui è ricoperto, c’è anche il reticolo endoplasmatico liscio dove si producono i grassi e vengono degradate alcune sostanza tossiche. Incontrarono l’apparato di Golgi che è formato da sacchetti ripiegati, che dividono le diverse sostanze dentro la cellula.

Poi osservarono il citoplasma, che è un materiale gelatinoso in cui avvengono le reazioni cellulari, e successivamente il mitocondrio che produce l’energia che serve alla cellula per svolgere le sue funzioni, e come penultimo c’è il citoscheletro, che è un sistema di filamenti che sostiene la cellula, infine la membrana 

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plasmatica, che è il contorno della cellula e regola il passaggio di sostanze tra l’interno e l’esterno.

Avevano osservato tutta la cellula animale, iniziarono ad avviarsi verso il naso del cane per trovare una via d’uscita; finalmente la navicella  fece solletico al cane che starnutì e la espulse dalle narici tutta sporca!!!

 

Manuel Mascagni e Gabriele Abaghioaei

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Un sogno speciale

Io e il mio compagno di classe Momo stavamo tornando a casa da scuola.

Ad un tratto siamo caduti in una fossa super profonda.

Sembrava fosse senza fondo ma a un certo punto siamo atterrati su una grossa macchina che assomigliava alla macchina di Harry Potter.

Il mio amico, curioso, mi disse:

-Dai saliamo! Potremmo diventare milionari!- e mi spinse dentro la macchina. A un certo punto diventò freddo e le nostre mani cominciarono a diventare minuscole.

Io mi guardai le gambe: – Sstanno rimpicciolendo come le mani!- La macchina ci portò davanti a una parete. Visto che la parete era solida, la sfondammo con la macchina.

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Mi guardai intorno e dissi:- Questo luogo mi è familiare, ah, ma certo! Lo abbiamo studiato a scuola. Che tonto che sono, bene ora ti interrogo-

Momo mi chiese:- Su che cosa?-

Io risposi:- Sulla cellula vegetale. Com’è fatta la cellula vegetale?-

Il mio compagno rispose:-Mah, non lo so…-

Io esclamai subito:- Ma non sai proprio niente! E’ una cellula eucariota con diverse peculiarità che la differenziano dalle cellule animali.

-Guarda lì: quella sfera è il nucleo. La cellula vegetale, come tutti i tipi di cellula, contiene il nucleo. Dentro vi troverai  il DNA: quest’ultimo contiene tutti i dati della cellula.-

 

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-E cosa sono quegli ovetti verdi?

-Sono i cloroplasti: sono verdi perché contengono la clorofilla e, utilizzando la luce, producono zuccheri.

Ad un certo punto  ci scontrammo con il  vacuolo, una grossa bolla piena di liquido, come il brufolo di mia zia.

Persi i sensi e mi ritrovai nel letto di casa mia con il mal di testa.

Era solo un sogno ma mi ha fatto sentire orgoglioso perché ho scoperto di aver imparato l’argomento di scienze.

Mortalla Karre e Mouhamed Amiri

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