Giochi e passatempi di una volta by Alunni Scuola Secondaria di 1° grado Petrella - Illustrated by Alunni scuola secondaria di primo grado di Petrella Tifernina - Ourboox.com
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Giochi e passatempi di una volta

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Artwork: Alunni scuola secondaria di primo grado di Petrella Tifernina

  • Joined Nov 2017
  • Published Books 3

INTRODUZIONE

I giochi ed i passatempi di una volta, tanto quelli degli adulti quanto ed in special modo dei fanciulli o giovinetti possono considerarsi in stretta connessione con le usanze e tradizioni: una branca struggente per i ricordi e di notevole importanza per fenomenologia della stessa materia. Le piazzette, le strade, i vicoli di Petrella sono oggi sonnacchiosi e deserti: solo i giorni festivi e qualche scadenza quotidiana ridanno loro la vita.

Sino a qualche decennio fa, invece, erano teatro continuo delle scorribande dei ragazzi e dei loro giochi. Alcuni luoghi del paese erano regni incontrastati di frotte di ragazzi e dei loro giochi che non avevano mai fine. Frutto della creatività, legata alla tradizione squisitamente locale, riempivano interminabili pomeriggi e serate di semplicità, di emozioni, di una gaiezza autentica, ingenua.

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Per divertirsi bastava ricorrere a piccoli mezzi, a piccole cose sempre disponibili; bastava inventare un gioco che metteva in evidenza ed in concorrenza la prestanza atletica dei concorrenti.

Pian piano tutto questo è andato tramontando, i giochi sono stati trasformati, elaborati o addirittura ignorati e dimenticati, dando, così, luogo alla scomparsa di frammenti di una “cultura” legata al contesto della comunità in cui si viveva in passato.

Passiamo in rassegna ora alcuni dei giochi e passatempi dei nostri nonni e dei nostri padri, alcuni dei quali erano completamente sconosciuti per noi ragazzi di oggi, abituati come siamo ai ritmi frenetici di una società fatta principalmente di computers e di videogiochi.

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IL GIOCO DELLA CAVALLINA

Tramandato per generazioni e sicuramente già in uso agli inizi del novecento, di questo gioco non è ben identificato il periodo di origine. Espressione di intelligenza, agilità e coordinazione, questo gioco di gruppo la cui dinamica è molto somigliante allo sport olimpionico del salto del cavallo, veniva prevalentemente praticato da ragazzi di sesso maschile in età pre adolescenziale.Lo svolgimento è molto semplice: prestabilito mediante una “conta” il giocatore che farà da “cavallina” (colui che restando fermo con le mani poggiate alle ginocchia e la testa in giù ben coperta da eventuali contatti con i saltatori, assume la posizione del noto attrezzo ginnico), fungendo come appoggio, attende i compagni di gioco, che, eseguita una breve corsa, poggiandogli le mani sulla schiena si danno slancio per scavalcarlo mediante un salto a gambe divaricate.

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IL GIOCO DEL CERCHIO

Il cerchio è sempre stato considerato una figura armonica, perfetta e in un certo senso anche “magica” proprio per questo viene utilizzata spesso per diversi giochi o passatempi. Come nel “gioco del cerchio” dove, appunto, il cerchio che poteva essere una vecchia ruota di una bicicletta, veniva spinto con dei bastoncini o a mani nude e fatto rotolare a oltranza.

Un gioco da fare all’aperto con un numero non necessariamente preciso di giocatori.

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FOSSETTE

Questo gioco paragonabile lontanamente al golf lo si faceva con i noccioli delle albicocche. Campo di gioco era spesso qualche aiuola incolta al centro della quale si faceva una piccola buca. Da una certa distanza i giocatori lanciavano i noccioli messi in palio (minimo quattro a testa) cercando di avvicinarli il più possibile alla buca. Chi ci riusciva iniziava il gioco vero e proprio cercando di mandare in buca i noccioli con un massimo di quattro colpi spingendoli avanti con lo schiocco di indice e pollice. Il giocatore che mandava  il nocciolo in buca se ne appropriava ed aveva diritto a proseguire il gioco con altri noccioli. Se non riusciva a mandare i noccioli in buca, gli subentrava il secondo concorrente e così via.

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LA FIONDA

Uno degli svaghi preferiti da tantissimi ragazzi di ieri consisteva nel cacciare con le fionde (i frecc) i passeri che riposavano su un ramo o sui fili delle linee elettriche. A frecc era formata da un pezzo di legno biforcuto e levigato e da due strisce elastiche assicurate con dello spago alle estremità superiori della forcella. Laboriosa era la ricerca di pietruzze (i vricc) da utilizzare come proiettili per le fionde!

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COCCETTI

Questo gioco si effettuava con i tappi delle bottiglie. Il gioco si svolgeva come una vera e propria tappa ed i partecipanti erano in numero di quattro o cinque. Il percorso era il cordolo di un marciapiede di percorso variabile e da ripetersi più volte. Il gioco consisteva proprio nell’effettuare questo percorso più volte con il minor numero di colpi possibile. Si poneva il tappo sulla linea di partenza e facendo schioccare pollice e medio lo si spingeva in avanti lungo il cordolo senza farlo uscire dal percorso. Tutti dovevano effettuare lo stesso numero di tiri, vinceva chi tagliava per primo il traguardo.

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NASCONDINO (Ciaff o Qu’cctiell)

Non c’è limite di partecipanti al gioco ed il materiale occorrente è un barattolo di latta. Il gioco ha le stesse caratteristiche del gioco del nascondino, la prima operazione è, dunque, la conta. Finito di contare il “guardiano” deve cercare di catturare gli altri ragazzi che sono andati a nascondersi. Correndo, poi, verso il coccio di latta (u quocc) deve prenderlo e batterlo due o tre volte a terra gridando il nome dicolui che ha visto. Colui che è stato scoperto rimane prigioniero.. Il gioco termina se il guardiano riesce a catturare tutti i partecipanti, ma può durare all’infinito se uno dei ragazzi che non è stato imprigionato riesce a dare un calcio al coccio e libera tutti i suoi compagni.

 

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IL GIOCO DELLE BIGLIE

Si gioca solitamente uno contro uno, quindi per svolgere una partita a biglie bisogna essere in minimo due persone fino ad un massimo di dieci-quindici giocatori. Il metodo classico per tirare la biglia si svolge appoggiando la biglia per terra e la si dirigendola verso il bersaglio colpendola con l’unghia del dito medio o dell’indice, che scatta dopo aver premuto il polpastrello del pollice.Questa operazione si svolge tenendo la mano appoggiata a terra o rasente ad essa. Esistevano diverse varianti del gioco, la più praticata era quella che consisteva nel far entrare con il minor numero possibile di colpi la propria biglia in una buca.

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Il GIOCO DELLA CAMPANA

Gioco prettamente femminile. Si disegnava con il gesso un grosso rettangolo, dividendolo in sei caselle numerate più una di entrata. Non c’era limite al numero delle concorrenti, che con l’ausilio di una pietra piccola liscia ed affussolata, dovevano percorrere le caselle dall’uno al sei, seguendo un certo rituale e senza commettere errori. Si prendeva la pietra e la si lanciava, cercando di farla entrare in una casella; la si raggiungeva saltellando su un solo piede ed una volta in casella, sempre in bilico su un piede solo, si dovevano eseguire dei movimenti prestabili: in tutta questa operazione nè la pietra nè il piede dovevano andare a finire sulla linea di superazione delle caselle.In caso positivo si passava alla casella successiva ripetendo le operazioni sin quando si giungeva alla fine del percorso. Se la pietra o il piede finivano sulla linea di demarcazione delle caselle, il gioco passava ad un’ altra concorrente.

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“U STRUMML”

 

Non era altro che l’ odierna trottola. Aveva forma di un piccolo cono di legno scanalato con alla punta un chiodo. Si avvolgeva tutto con lo spago e si poggiava sul pavimento, poi con un forte strappo, si tirava lo spago e “u strumml” iniziava a girare velocemente su se stesso. Le gare consistevano nel far girare il più a lungo possibile il proprio “u strumml”.

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LA CARROZZA

Era un veicolo giocattolo costituito da una piattaforma rettangolare in legno montata su tre ruote piene ed un manubrio a forcella. Due ruote erano applicate nella parte posteriore ed una ruota era applicata al manubrio. Erano gli stessi ragazzi che costruivano le proprie carrozze. In un primo tempo le ruote erano di legno, poi furono impiegati cuscinetti a sfera. non potendo usufruire della sede stradale poco scorrevole per il suo fondo sconnesso, si utilizzavano i marciapiedi in più ripida pendenza. Durante le gare di velocità tra più carrozze, il difficile non era tanto arrivare in fondo quanto frenare ed allora entrava in ballo la bontà… delle suole e dei soprattacchi delle scarpe!

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