Quale fu il fine per aver intrapreso quell’avventura? Marco, un normale bambino ha vissuto un’esperienza a dir poco magica. In una bellissima giornata di primavera Marco e la sua mamma decisero di andare a fare una passeggiata nel parco; a lui piaceva quel posto: si divertiva a correre tra i fiori profumati, ammirare tanti animali diversi ed esplorare la natura in cerca di qualcosa d’interessante. Così, ogni volta, intraprendeva una piccola grande avventura, ma quel giorno accadde qualcosa di ancora più straordinario. Dopo aver camminato a lungo, la mamma si sedette su una panchina per riposarsi, Marco, però, aveva ancora voglia di passeggiare e così sua madre gli disse: “Vai pure da solo, ma mi raccomando, non allontanarti troppo!”. Detto questo, Marco s’incamminò felice verso un piccolo ruscello lì vicino; chissà, magari sarebbe riuscito a vedere qualche pesce, e forse anche a pescare! Nel frattempo la mamma, rilassata sulla panchina, si addormentò alla tiepida luce del sole. Arrivato al piccolo fiume, il bambino cominciò a giocare con l’acqua e provò anche a prendere qualche pesciolino, ma purtroppo non ebbe successo. A un tratto si accorse che aveva passato troppo tempo lì, bisognava andare dalla mamma! Cominciò a tornare da dove era venuto, ma, camminando e camminando, si accorse di aver sbagliato direzione: la panchina non c’era da nessuna parte. Continuò ancora a camminare svelto nell’erba fino a che non si trovò in un bosco che non aveva mai visto prima: si era perso! Guardò intorno a lui, ma la mamma non c’era, non conosceva quella parte del parco e non seppe orientarsi fra tutti quei pini che sembravano osservarlo dall’alto dei loro tronchi: era impaurito. Ricominciò a muoversi per cercare di uscire da quel labirinto e stavolta, addirittura senza accorgersene, cominciò a correre. Improvvisamente inciampò in una radice e cadde a terra sdraiato sulla pancia; non si fece nulla, ma, tirandosi su a sedere, si rese conto che i piedi gli facevano malissimo e le scarpe che indossava erano tutte rotte e strappate. Triste e sconsolato se le tolse e rimase a sedere in terra. Cominciò a piangere e, quando ormai stava per perdere ogni speranza, sentì una vocina provenire dalla sua destra: “Marco, ti sei perso? Dov’è la tua mamma?” Il bambino si girò di scatto e in basso vide un piccolo scoiattolo; era stato proprio lui a parlare! “Non lo so, non la trovo più… mi sono perso!” “Dai, non piangere, vedrai che tutto si risolve” disse l’animaletto “conosco questa pineta come il palmo della mia piccola zampa! Sicuramente ritroveremo la tua mamma!” esclamò. “Forza, alzati e seguimi! Però aspetta, perché sei senza scarpe?” chiese osservandogli i piedi “quelle vecchie le ho buttate via, erano scarpacce e mi facevano male ai piedi!” rispose Marco. “Allora, prima di metterci in cammino, dobbiamo chiedere aiuto alla mia amica Balduccetta!” Detto questo lo scoiattolo cominciò a urlare con tutta la voce che aveva: “ Balduccettaaaa! vieni qui, abbiamo bisogno di aiuto!” e in un batter d’occhio una civetta dai grandi occhi gialli scese dal cielo e si posò proprio davanti a Marco. “Eccomi qui, di cosa avete bisogno, amici miei?” “Dobbiamo riportare Marco dalla sua mamma, ma prima è necessario dargli un bel paio di scarpe nuove: non può certamente camminare con quelle vecchie, né tantomeno scalzo!” Lo scoiattolo non fece nemmeno in tempo a finire la frase che la civetta aveva già spiccato il volo per poi ripresentarsi pochi minuti dopo stringendo tra le zampe un bellissimo paio di scarpe Balducci. “Queste sono le magiche calzature create dalla fata Isabella” disse “ sono comodissime e sono sicura che i piedi non ti faranno mai più male, se le indosserai”. Marco non se lo fece ripetere due volte e in men che non si dica se le infilò contento: “E’ vero, ci sto benissimo! Potrei camminare per tutto il giorno senza alcun fastidio; adesso sono pronto a rimettermi in marcia, grazie infinite Balduccetta!” “Di niente” rispose la civetta “ ma adesso torna dalla mamma, che sarà in pensiero”. Dopodiché l’uccello dai grandi occhi gialli salutò Marco, lo scoiattolo e scomparve tra le nuvole. “Bene, adesso siamo pronti ad andare; seguimi!” Detto questo il piccolo animaletto cominciò ad avanzare velocemente tra gli alberi e i cespugli; Marco dovette affrettare il passo per riuscire stare dietro a quel razzo in miniatura! Continuarono a procedere in mezzo al bosco per quelli che a Marco sembrarono chilometri, ma con quelle scarpe era veramente un piacere camminare. Improvvisamente lo scoiattolo si fermò e disse: “Amico mio, finalmente abbiamo ritrovato tua madre! E’ proprio di là da questi cespugli, seduta su una panchina”. Il bambino ringraziò lo scoiattolo per il suo aiuto e, oltrepassati i cespugli, corse felice incontro alla mamma che stava ancora riposando. Mentre stava per abbracciarla Marco si svegliò sulla panchina accanto a sua madre: era stato tutto un sogno! “Incredibile… è sembrato tutto così reale che non mi sono nemmeno reso conto che stavo dormendo, peccato sia stata solo un’illusione” pensò lui. Pensieroso guardò in terra e si stupì notando di non avere più le sue vecchie scarpe ai piedi ma delle bellissime Balducci! Ma allora, non aveva vissuto un semplice sogno fondato su sani principi.
Published: Apr 6, 2018
Latest Revision: Apr 6, 2018
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