MEMORIA
La memoria è un processo legato alla genesi di una modificazione di un substrato organico, o non, attraverso il quale un determinato effetto persiste e diviene suscettibile di rimanifestarsi nel corso di ulteriori occasioni.
In particolare, la funzione psichica, che nell’uomo raggiunge il completo sviluppo, di riprodurre nella mente stati di coscienza passati (immagini, sensazioni, nazioni) di poterli riconoscere come tali e di localizzarli nello spazio e nel tempo, quindi, la memoria è quel processo cognitivo che permette all’uomo di immaginare le informazioni, di elaborarle e di servirsene nel presente.
La memoria è una della facoltà della mente che permette all’uomo di capire il mondo circostante, è una specie di storia su noi stessi.
Quando si riflette su che cosa sia la memoria viene in mente la diversa capacità che le persone hanno da ricordare, cioè di trattenere nella nostra mente le informazioni che acquisiamo, queste però possono permanere a lungo e rapidamente scordarle. La ricchezza si espressioni linguistiche che richiamano i nostri ricordi accentuano il ruolo fondamentale della memoria nella vita degli esseri umani.
In passato, la memoria fu paragonata a un deposito, che raffigurava la memoria come un contenitore statico dal quale poi vengono recuperate le informazioni.
Per memoria si intende la capacità dell’individuo di conservare tracce della propria esperienza passata e di servirsene per entrare in rapporto con la realtà presente e futura.
Il paragone più comune che viene proposto per spiegare le caratteristiche è quello di un enorme ARCHIVIO, dove in esso le informazioni vengono archiviate, catalogate e smistate in varie zone del cervello. Ma il ruolo della memoria, nell’attività mentale dell’uomo, va oltre la semplice archiviazione delle informazioni.
La memoria è la centrale operativa che interviene in tutti i processi mentali: la percezione, l’attenzione, l’apprendimento e lo stesso pensiero sono resi possibili dal coretto funzionamento della memoria.
La memoria esercita un ruolo di primo piano non solo nell’archiviare le informazioni ma anche nell’elaborarle.
I cognitivisti hanno proposto un modello del funzionamento della mente umana come un centro di elaborazione delle informazioni in cui la memoria ha un ruolo centrale.
Lo studio della cibernetica ha suggerito agli psicologi cognitivisti il paragone tra la mente umana e il computer; infatti il computer è capace di compiere operazioni complesse. Le informazioni che il computer riceve dall’esterno ( input) sono elaborate grazie ai programmi di cui la macchina è dotata. Tale elaborazione si traduce come “comportamenti” (output)che sono risultati di calcoli statici di una corretta sequenza (codifica).
Va precisato che la memoria umana e quella del computer non coincidono ne loro funzionamento. Il computer ha tuttavia suggerito modelli dove la memoria, lungi dall’essere un semplice archivio, esercita un ruolo attivo nei processi cognitivi.
CIBERNETICA: Disciplina che studia le analogie di funzionamento tra le macchine e gli organismi viventi.
Oggi un importante contributo per studiare la memoria sono le neuroscienze (discipline che studiano in comune la mente umana), che consentono di individuare le aree celebrali coinvolte nei processi di memorizzazione. Le neuroscienze paragonarono la memoria ad un deposito di informazioni statiche (ferma), dove le informazioni vengono prese quando se ne ha bisogno, secondo le neuroscienze questa fu una prima definizione della memoria.
La memoria pur conservando la traccia mnestica ha che fare con altri processi cognitivi: Pensiero, Intelligenza, Linguaggio e Apprendimento.
HERMANN EBBINGHAUS
Le prime ricerche sperimentali sulla memoria risalgono all’ottocento. Nel 1885 lo psicologo HERMANN EBBINGHAUS formulò una legge che prese il suo nome, in cui afferma una relazione tra tempo dedicato alla memorizzazione e i contenuti da memorizzare. Lo studio fu fatto per anni con multa pazienza, sottoponendosi lui stesso a questo esperimento.
Per studiare i processi di memorizzazione, Ebbinghuas impiegò, per le sue ricerche, un metodo che prevedeva una lunga lista di sillabe senza significato alcuno, composte da consonanti-vocali-consonanti (ES. RAK-DAT-GIF-MER-TUR).
Nell’esperimento venivano mostrate le sillabe in successione e in seguito veniva richiesto di ripetere la successione dopo averle lette un certo numero di volte; il calcolo per ri-acquisire le informazioni precedentemente apprese, ossia il ri-apprendimento; costruiva la misura del ricordo del materiale appreso ( risparmio ritentivo).
Ebbinghaus verificò che dal materiale appreso venivano ricordate più facilmente le prime e le ultime sillabe (effetto seriale), e se si ripassava frequentemente ciò che si è memorizzato (sovrapprendimento),si ha l’effetto di attenuare l’oblio.
Le ricerche di Ebbinghaus furono pioniere nell’ambito nello studio dei processi di memorizzazione e dell’oblio; furono anche molto criticate per il fatto che nelle ricerche non venivano considerati degli elementi fondamentali del processo di memorizzazione, quali le emozioni, le motivazioni e i significati riferiti a ciò che si memorizza.
I SISTEMI DELLA MEMORIA
A partire dalla metà del ventesimo secolo (lo scorso secolo), grazie ai contributi degli psicologi cognitivisti, si cominciò a vedere nella memoria un insieme di processi attivi e di sistemi dotati di specifiche funzioni e proprietà.
La ricerca cognitivista ha distinto all’interno della memoria due sistemi: La memoria a breve termine (MBT) E memoria a lungo termine (MLT).
Furono gli psicologi statunitensi Richard Shiffrin (1942) e Richard Chatham Atkinson (1929), a elaborare nel 1968 un modello multi processo, che rappresenta la memoria umana come un insieme di sistemi dediti all’elaborazione, all’immagazzinamento e al recupero delle informazioni:
La memoria sensoriale (MS), La memoria a breve termine (MBT) e quella a lungo termine (MLT).
La memoria sensoriale impedisce alle informazioni ricevute dagli organi sensoriali scompaiano immediatamente ma le trattiene per frazioni di secondi. Senza la memoria sensoriale la percezione sarebbe impossibile. Successivamente, quando lo stimolo attira l’attenzione del soggetto, viene trasferito nella memoria a breve termine. Questa memoria ha una capacità limitata e in essa le in formazioni permangono per un breve tempo per poi decadere. Perché sia possibile una conservazione di lungo periodo di tempo le informazioni dovranno passare in un altro magazzino, la memoria a lungo termine.
Una volta raggiunto il magazzino della memoria a lungo termine, le informazioni, trasformate in trecce mnestiche attraverso i *processi di codifica, possono essere mantenute per giorni, mesi e anni.
Published: Jan 18, 2018
Latest Revision: Jan 18, 2018
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