LA STRUTTURA DEL CORPO UMANO
Il corpo può essere suddiviso in tre parti: la testa, il tronco e gli arti. Nella testa si trova il cervello che dirige tutte le attività del nostro organismo. Dalla testa si passa al tronco il cui collegamento con la testa prende il nome di collo. Alla base del collo il tronco si allarga formando le spalle dove si collegano gli arti superiori. Dalla base del tronco hanno origine gli arti inferiori. Nel tronco si distinguono tre parti: l’addome, la vita ed il torace. Gli arti sono disposti simmetricamente rispetto al tronco. In essi si distinguono tre diverse regioni, negli arti superiori prendono il nome di braccio, avambraccio e mano, negli arti inferiori prendono il nome di coscia, gamba e piede. Possiamo in fine notare che il nostro corpo è divisomin due metà simmetriche da un piano verticale o di simmetria che passa dal naso all’ombelico.
Dalle cellule ai tessuti
L’essere umano è composto da cellule,ogni cellula del nostro corpo è eucariote. La cellila è la più piccola unità vivente che costituisce gli animali, le piante e i funghi. Nel nostro corpo le cellule si distinguono in tanti tipi, differenti fra di loro per: struttura,funzione.
Cellule dello stesso tipo si uniscono per formare un tessuto.
I tessuti epiteliali sono quelli di rivestimento come la pelle, le mucose e il tessuto ghiandolare.
I tessuti connettivi sono il sangue, un tessuto fluido contenuto nei vasi sanguigni, e la linfa che circola nel sistema linfatico.
I tessuti muscolari sono formati da cellule di forma affusolata, che possono accorciarsi e allungarsi e permettono il movimento dell’organismo e la contrazione involontaria di diversi organi, come il cuore.
I tessuti nervosi sono formati da cellule che trasmettono gli impulsi dal cervello verso tutto il corpo.
Dagli organi a sistemi e apparati
A loro volta i tessuti si organizzano per formare strutture più complesse che collaborano per svolgere una stessa funzione: gli organi. Gli organi possono essere formati da tessuti dello stesso tipo, come il cervello e tessuti diversi come l’organo dell’udito.
Quando organi diversi sono uniti fra loro si formano i sistemi e gli apparati.
IL sistema scheletrico, formato da tessuto osseo,e il sistema muscolare, formato da tessuto muscolare, insieme costituiscono l’apparato locomotore.
Le funzioni della pelle
L’apparato tegumentario, che riveste il nostro corpo, è costituito dalla pelle (o cute) e dagli annessi cutanei (peli, capelli, unghie, e ghiandole).Le cavità comunicanti con l’esterno sono rivestite da un tessuto più sottile, chiamato mucosa.
La pelle riveste interamente il nostro corpo, facendo da tramite con l’ambiente esterno e svolgendo molte funzioni indispensabili.
Funzione protettiva: protegge opponendo una barriera contro possibili aggressioni dall’esterno.
Funzione sensoriale: riceve diversi tipi di stimoli.
Funzione termoregolatrice: regola la temperatura del corpo.
Funzione escretrice: partecipa all’eliminazione delle sostanze di rifiuto o tossiche.
Funzione di sintesi: trasforma le provitamine assunte con gli alimenti in vitamina D.
La struttura della pelle
La pelle è formata da tre strati: l’epidermide, il derma, l’ipoderma.
L’epidermide è costituita da uno strato più superficiale detto strato corneo, e da quello più profondo detto strato germinativo. Lo strato corneo è formato da cellule morte, ricche di cheratina, lo strato germinativo, invece è formato da cellule che si moltiplicano in continuazione, perdono il nucleo, si riempiono di cheratina e sostituiscono le cellule perse. La pelle si rinnova completamente in poco più di un mese. Nello strato germinativo si trovano anche i melanociti, cellule che producono una sostanza scura, detta melanina, quando vengono stimolate dalla luce solare. La melanina passa nelle cellule degli strati più esterni dell’epidermide rendendo la pelle più scura, abbronzata. L’abbronzatura è un filtro che assorbe le radiazioni ultraviolette che potrebbero danneggiare i tessuti sottostanti. Le persone con la pelle scura hanno più melanina di quelle con la pelle chiara. Le popolazioni asiatiche possiedono anche pigmenti di colore giallo, i carotenoidi.
IL derma sotto l’epidermide si trova il derma, che contiene: i vasi sanguigni che regolano la temperatura del corpo; le terminazioni nervose che recepiscono le sensazioni di caldo, freddo, dolori, e tatto; le fibre di una proteina chiamata collagene che rendono il derma elastico e resistente. Una ferita che interessi il derma o strati più profondi viene chiusa da un tessuto ricco di collagene, si forma cosi una cicatrice. La superficie di contatto tra epidermide e derma non è piana, ma è caratterizzata da rilievi e avvallamenti, le papille dermiche. Le papille dei polpastrelli delle dita sono sempre diverse da un individuo all’altro, così da lasciare impronte caratteristiche per ogni persona: le impronte digitali .
L’ipoderma è formato soprattutto da cellule adipose piene di grasso; esse formano uno strato isolante che avvolgendo il corpo ne mantengono il calore proteggendolo dal freddo.
La termoregolazione
La termoregolazione è un meccanismo che regola la temperatura del corpo; essa consente di mantenere costante la temperatura interna. A seconda delle necessità il calore corporeo viene disperso o conservato grazie alla conservazione del flusso sanguineo e alla produzione di sudore. In un ambiente caldo i vasi sanguigni si dilatano, facendo affluire una grande quantità di sangue. Al raffreddamento del corpo partecipa anche il sudore prodotto da ghiandole che si trovano anch’esse nel derma. In un ambiente freddo, i vasi sanguigni si restringono limitando il flusso del sangue e la perdita di calore.
Gli annessi cutanei
I peli sono costituiti da un fusto che sporge all’esterno: è formato da cellule morte piene di cheratina, ed è inserito in una cavità della pelle, il follicolo pilifero. In fondo a ogni follicolo si trova il bulbo pilifero, infatti se dovessimo tagliare i capelli non sentiremmo nulla, ma se li dovessimo strappare sentiremmo dolore. Vicino al bulbo si trova il muscolo erettore del pelo che in seguito agli stimoli del freddo o della paura, provoca quel fenomeno comunemente chiamato “pelle d’oca”. La contrazione di questo muscolo genera calore e contemporaneamente i peli, rizzandosi, imprigionano una maggiore quantita d’aria che è un ottimo isolante.
Le unghie derivano dalla trasformazione dell’epidermide sulla punta delle mani e dei piedi. Alla base di ogni unghia si trova la lunula a forma di mezzaluna, essa è la parte vivente e contiene le cellule che ne determina la crescita.
Le ghiandole presenti nel derma sono esocrine o a secrezione esterna.
Le ghiandole sudoripare si trovano sparse nel derma e hanno la forma di un gomitolo.
Le ghiandole sebacee si trovano vicino a ciascun pelo e producono il sebo, una sostanza grassa che mantiene la pelle, i peli e i capelli morbidi ed elastici. Il sebo e il sudore contengono acido lattico e acidi grassi.
Le ghiandole mammarie sono molto più sviluppate nel sesso femminile.
Sole e la pelle: nemici o amici?
I raggi benefici
La pelle è la parte del nostro corpo esposta direttamente alla luce. L’azione dei raggi solari è benefica perché attiva la formazione della vitamina D che regola la decomposizione del calcio nelle ossa, rendendole robuste. Un tempo, i bambini che vivevano in ambienti bui e malsani venivano colpiti da rachtismo: avevano cioè, ossa così deboli da non riuscire a sostenere il peso del corpo, e le gambe non crescevano dritte.
Raggi nocivi
Tuttavia i raggi solari sono formati anche da raggi ultravioletti pericolosi per le cellule poiché possono danneggiare il DNA situato nel nucleo. E’ consigliabile usare sempre creme protettive, con fattori di protezione alti se la pelle è molto chiara. La melanina può ammassarsi in modo irregolare nella pelle, formando piccole macchie, le efelidi o lentiggini e macchie più grandi i nei. In questi ultimi anni si è notato un aumento preocuupante dei tumori della pelle, che possono essere di due tipi: epiteliomi o tumori dell’epidermide, o melanomi, o tumori dei melanociti.
Le malattie della pelle
I funghi determinano infezioni chiamate micosi, spesso possono essere colpite le zone tra le dita dei piedi. LE DERMATITI sono reazioni allergiche, caratterizzate da arrossamento, prurito e comparsa di piccole vesciche provocate da contatto con sostanze come detersivi o metalli ,chiamate dermatiti da contatto; dall’ingestione di alimenti, come le fragole o i frutti di mare, orticaria; dalla puntura di animali o di piante.
La pelle può essere infettata da virus e batteri. I virus che colpiscono la pelle determinano la comparsa di vescicole, come l’Herpes simplex, che dà le caratteristiche “febbri”intorno alle labbra.I virus che vivono in stato di quiescenza vicino alle terminazioni nervose della pelle, entrano in azione quando l’organismo è indebolito, colpiscono più frequentemente le mani e le piante dei piedi. I batteri come lo Staphylococcus aureus, possono infettare piccole lesioni della pelle causando i foruncoli, che si curano con pomate antibiotiche.
L’acne giovanile affligge la maggior parte dei ragazzi fra i 13 e i 19 anni. Gli ormoni stimolano un’eccessiva produzione di sebo , che ostruisce i follicoli del pelo, formando i comedoni, i cosidetti “punti neri”. Bisogna mantenere la pelle pulita, lavandola due volte al giorno con saponi lievemente disinfettanti ed eventualmente applicare pomate a base di vitamina A oppure contenenti antibiotici.
SOSTEGNO E MOVIMENTO
Le funzioni dello scheletro
Lo scheletro umano è una struttura di sostegno posta all’interno del corpo, formata da un insieme di ossa e tessuto cartilagineo che sostiene il corpo umano. Alla nascita lo scheletro umano presenta circa 270 ossa, da adulti le ossa si riducono a 206 legate tra loro da 68 articolazioni: durante lo sviluppo, alcune ossa si uniscono tra di loro.In un adulto medio, lo scheletro rappresenta circa il 20% del peso corporeo.
Lo scheletro può essere suddiviso in ossa del capo, ossa del tronco e ossa degli arti. Le ossa sono elencate nella lista delle ossa dello scheletro umano.
Le funzioni dello scheletro sono:
sostegno
protezione di parti molli e delicate, come lascatola cranica la gabbia toracica
equilibrio, insieme amuscoli e articolazioni sotto il controllo dei nervi
.movimento, essendo strettamente connesso ai muscoli
.emopoietica, ovvero la produzione diglobuli rossi, bianchi e piastrine tramite il midollo osseo
.plastica, cioè dà forma al corpo
.deposito disali minerali.
Le ossa non sono tutte uguali
Nello scheletro possiamo trovare tre diversi tipi di ossa:
ossa lunghe: sviluppate maggiormente in lunghezza, le cui estremità sono chiamate epifisi, mentre la parte centrale è chiamata diafisi.
ossa piatte: il loro spessore è molto inferiore rispetto alla lunghezza.
ossa corte: in queste ossa lunghezza e larghezza sono quasi uguali.
All’esterno le ossa sono rivestite da una membrana fibrosa, il periostio
Come sono fatte le ossa
Le ossa sono dure e rigide nonostante le apparenze, il tessuto osseo è formato da cellule vive. Durante l’ossificazione, gli osteoblasti producono e accumulano intorno a loro, fibre di una proteina elastica chiamata osseina. Insieme ad essa, all’esterno delle ossa si fissano i sali di calcio. Osseina e sali di calcio formano la sostanza esistenziale: l’osseina rende l’osso elastico, i sali di calcio duro e resistente. Quando gli osteoblasti hanno sufficiente sostanza esistenziale si trasformano in osteociti. Il tessuto osseo è formato da cellule (osteociti), da fibre elastiche (osseina) e da sali inorganici che rendono l’osso più duro e resistente.
Le ossa sono un tessuto vivo perennemente in trasformazione: si formano e si distruggono in continuazione.
Ci sono due tipi di tessuto osseo:
tessuto compatto: nel quale le cellule ossee si dispongono in lamelle intornpo a piccoli canali, i canali di Havers.
Tessuto spugnoso: in cui le lamelle sono disposte in maniera irregolare a formare una rete di cavità interne. Le maglie della rete si chiamano tabecole.
Le fontanelle
La calotta cranica è formata da 6 ossa piatte (una frontale, una occipitale, due parietali e due temporali). Le linee di giunzione tra di esse sono dette suture del cranio e nei neonati sono costituite da tessuto fibroso non ancora ossificato e sono quindi flessibili. Pertanto, in ciascuno dei sei punti in cui tali linee si incontrano, sono presenti delle “zone molli” chiamate fontanelle.
Tale condizione ha una duplice funzione: al momento della nascita permette al cranio di deformarsi, agevolando il passaggio della testa del neonato attraverso il canale del parto; dopo la nascita garantiscono al cranio di crescere lasciando al cervello la possibilità di espandersi e svilupparsi correttamente prima della definitiva chiusura delle suture che avviene intorno ai 12-18 mesi di vita.
Delle sei fontanelle, due sono localizzate lungo la linea mediana del cranio:
.la fontanella anteriore è la più ampia, ha forma romboidale e si trova nel Bregma, il punto in cui si incontrano le due ossa frontali e le due ossa parietali. Generalmente si chiude definitivamente intorno ai due anni di età e viene normalmente utilizzata dai pediatri per fare accertamenti tramite palpazione ed ecografie;
.la fontanella posteriore si trova nel Lambda, il punto in cui si incontrano le due ossa parietali e l’osso occipitale. Generalmente si chiude entro i primi due o tre mesi di vita;
Le altre quattro fontanelle sono molto più piccole e si trovano lateralmente al cranio, due per ciascun lato:
.le due fontanelle sfenoidali sono più anteriori e si trovano negli Pterion, i punti in cui si incontrano le ossa parietale, temporale, frontale e sfenoidi;
.le due fontanelle mastoidee sono più posteriori e si trovano negli Asterion, i punti in cui si incontrano le ossa parietale, temporale e occipitale.
Il midollo osseo
Il midollo osseo è un tessuto molle che occupa i canali delle ossa lunghe e la fascia centrale delle ossa piatte. È formato da uno stroma (midollo osseo giallo) e da un parenchima emopoietico rappresentato dagli elementi precursori delle cellule ematiche (midollo osseo rosso o tessuto mieloide).
Nell’anatomia umana possiamo riconoscere due tipi di midollo osseo: il midollo osseo rosso (costituito principalmente da tessuto mieloide) e il midollo osseo giallo (costituito soprattutto da tessuto adiposo che ne determina il colore). Globuli rossi, piastrine e la maggior parte dei leucociti sono prodotti nel midollo rosso, alcuni leucociti si sviluppano nel midollo giallo. Entrambi i tipi di midollo osseo contengono una grande quantità di vasi sanguigni.
Il midollo osseo, alla nascita, è costituito completamente da quello di tipologia rossa. Crescendo, gran parte di questo viene convertito in midollo osseo giallo. Il midollo osseo rosso si trova principalmente nelle ossa piatte come il cranio, vertebre, scapole, e nel tessuto spugnoso delle epifisi delle ossa lunghe, come il femore e l’omero. Il midollo giallo si trova invece nella diafisi delle ossa lunghe.
Nel caso di una grave emorragia, l’organismo è in grado di riconvertire il midollo giallo in quello rosso, al fine di incrementare la produzione delle cellule del sangue.
Ricambi per il corpo umano
In ortopedia le protesi sono componenti atte a sostituire in parte o completamente un segmento scheletrico del corpo umano (es: un arto, una falange) per cause acquisite come un evento traumatico o per cause congenite, restituendo immagine corporea e funzionalità;
Queste si dividono in esoprotesi (esterne) ed endoprotesi (interne).
La protesi tradizionale è caratterizzata da una struttura portante rigida e da eventuali elementi articolari.
La protesi modulare è caratterizzata da una struttura di tipo scheletrico portante, e da eventuali elementi articolari, rivestita da una estetizzazione in materiale espanso elastico. Quest’ultima tipologia utilizza componenti (articolazioni) meccaniche e/o elettroniche che si comportano in maniera ottimale in dipendenza delle varie fasi del passo, ossia consentendo o inibendo i movimenti di flesso-estensione. Nel caso del ginocchio, tale funzionalità è ottenibile utilizzando sistemi meccanici di vario tipo, ad esempio sistemi con bloccaggio, con freno automatico, idraulici o pneumatici. I modelli più recenti integrano due o più di queste caratteristiche funzionali e per questo sono denominati “Polifunzionali”. Questi dispositivi sono caratterizzati dalla possibilità di offrire elevate performance in termini di sicurezza e di dinamismo contemporaneamente, contrariamente non ottenibili con ginocchia monofunzionali. Dal 1998 sono disponibili sul mercato sofisticati ginocchia a controllo elettronico, che hanno cambiato radicalmente l’approccio alla protesi da parte degli utilizzatori in quanto questi dispositivi, controllati in tempo reale da un microprocessore in essi incorporato, sollevano l’utente dal controllo volontario invece necessario con le articolazioni meccaniche, permettendo il risparmio di energie fisiche e la liberazione di risorse mentali prima assorbite dal costante controllo della deambulazione. Inoltre con questi dispositivi è possibile discendere scale, terreni scoscesi e/o accidentati in totale sicurezza
Anche il piede protesico, componente fondamentale della protesi di arto inferiore, può essere genericamente classificato in:
.Rigido (senza articolazione)
.Articolato Monoasse (con articolazione capace di movimenti in flessione-estensione)
.Articolato Pluriasse (con articolazione capace di movimenti sui tre piani spaziali)
.A Restituzione di Energia, generalmente in fibra di carbonio, leggero e capace di prestazioni varie in dipendenza del design e della capacità di risposta dinamica, adatto per soggetti giovani ma anche in età geriatrica, allo scopo di alleggerire la protesi ed integrare la ridotta capacità energetica degli utenti.
Lo scheletro del tronco
La colonna vertebrale, struttura portante dello scheletro, è formata da 33-34 ossa corte sovrapposte dette vertebre. Ogni vertebra è separata dall’altra da un disco intervetrebrale. I dischi intervertebrali svolgono la funzione di ammortizzatori: assorbono i colpi che la colonna inevitabilmente subisce e danno alla colonna, nel suo insieme, una discreta flessibilità. Le vertebre si dividono in cervicali (7 vertebre), toraciche (12), lombari (5), osso sacro ( formato da 5 vertebre saldate tra loro) e dal coccige (formato da 4-5 piccole vertebre saldate in un unico osso appuntito).
La gabbia toracica è formata da 12 paia di costole (ossa piatte a forma di nastro incurvato) che si articolano posteriormente con le vertebre toraciche per mezzo di articolazioni cartilaginee. Le prime 7 costole, dette costole vere, si uniscono anteriormente allo sterno ( un osso piatto disposto verticalmente nel petto ); le 3 successive, dette false costole, sono unite anteriormente tra loro da una cartilagine a sua volta articolata con lo sterno; le ultime 2 costole sono dette costole fluttuanti, perchè sono più corte e non raggiungono lo sterno. La gabbia toracica protegge il cuore e i polmoni.
Gli arti sono quattro: due arti superiori e due arti inferiori.
.L’arto superiore, formato dal braccio, dall’avambraccio e dalla mano, si collega alla colonna vertebrale per mezzo del cinto scapolare ( formato da due ossa: la scapola e la caviglia). Lo scheletro del braccio è costituito da un solo osso, l’omero. Lo scheletro dell’avambraccio comprende il radio e l’ulna. La mano, infine, è costituita da ben 27 ossa: le ossa del carpo, quelle del metacarpo e le falangi.
Gli arti inferiori sono collegati alla colonna vertebrale mediante il cinto pelvico, formato dalle ossa del bacino (ilio, ischio e pube). Nell’arto inferiore distinguiamo tre parti: la coscia, la gamba e il piede. Lo scheletro della coscia è costituito da un solo osso, il femore. lo scheletro della gamba comprende la tibia e il perone. Il piede è costituito da ben 26 ossa: le ossa del tarso, quelle del metatarso e le falangi.
L’importanza della postura corretta
La Ginnastica Posturale è un’insieme di esercizi che ristabiliscono l’equilibrio muscolare e agisce per lo più sulle zone del corpo rigide e dolorose in modo da ristabilire una postura corretta.
Questa tipologia di Ginnastica prevede anche l’insegnamento della corretta postura da assumere ogni giorno: durante lo studio, durante l’attività lavorativa, mentre si lavora al computer, ect.
La Ginnastica Posturale risulta necessaria nei seguenti casi:
– nei pazienti mostrano problemi alla colonna vertebrale;
– nei soggetti affetti da disturbi posturali;
– nelle persone che vogliono migliorare la mobilità articolare;
– nei pazienti con la protesi d’anca;
– nei pazienti che hanno subito interventi chirurgici alla schiena, alle spalle, al collo, al menisco, ect.;
– nelle persone che presentano distorsioni non curate bene;
– nei soggetti affetti da scoliosi;
– nei soggetti affetti da lombo-sciatalgie;
– nei soggetti affetti da ernie (ernia inguinale, ernia discale, ect.);
– nei soggetti affetti da cervicalgie;
– nei soggetti affetti da artrosi.
Vi segnaliamo un esercizio semplice molto semplice che potete eseguire per assumere una postura corretta della schiena: mettetevi in posizione eretta, divaricate le gambe e flettetele leggermente. Da questa posizione, scendete lentamente in avanti e appoggiate le mani sul pavimento, cercando di non incurvare la schiena e di non sollevare i talloni. Mantenete la posizione per circa 40 secondi, e ritornate lentamente alla posizione di partenza
Le articolazioni
Le articolazioni sono strutture anatomiche, a volte anche complesse, che mettono in reciproco contatto due o più ossa. Per evitare fenomeni degenerativi dovuti all’usura, nella maggior parte dei casi si tratta di un contatto non diretto, ma mediato da tessuto fibroso o cartilagineo e/o da liquido.
Nel corpo umano esistono moltissime articolazioni (360 circa), che si distinguono per forma e grado di mobilità. Alcune di esse, come quelle che costituiscono la volta cranica, hanno una possibilità di movimento nulla.
La maggior parte delle articolazioni rientra tuttavia nella categoria delle mobili caratterizzate da una struttura anatomica particolare. Esse sono infatti costituite da diversi elementi:
-le superfici articolari di due ossa
-lo strato di tessuto cartilagineo;
-la capsula articolare;
-la cavità articolare;
-la membrana sinoviale;
-la sinovia;
-i legamenti intrinseci.
Nel loro insieme, il compito delle articolazioni è di tenere uniti i vari segmenti ossei, in modo tale che lo scheletro possa espletare la sua funzione di sostegno, mobilità e protezione.
e articolazioni si suddividono, dal punto di vista strutturale, in:
– Articolazioni fibrose: le ossa sono unite da tessuto fibroso;
– Articolazioni cartilaginee: le ossa sono legate da cartilagine;
– Articolazioni sinoviali: le ossa sono separate da una cavità, oltre che essere legate per mezzo di strutture.
La suddivisione più conosciuta è tuttavia quella su base funzionale. Le ossa dello scheletro umano sono connesse infatti per mezzo di articolazioni a cui sono consentiti movimenti di vario tipo e grado. Le articolazioni si suddividono, dal punto di vista funzionale, in:
– Articolazioni immobili o sinartrosi: legano strettamente i capi ossei, come una cerniera lampo chiusa, tanto da impedirne i movimenti;
– Articolazioni ipomobili o anfiartrosi: legano due superfici articolari, ricoperte da cartilagine, tramite legamenti interossei; tra le due superfici c’è un disco fibrocartilagineo che permette soltanto determinati movimenti, che sono limitati;
– Articolazioni mobili o diartrosi: permettono un ampio range di movimento, in una o più direzioni dello spazio (ginocchio, spalla, dita…).
Le articolazioni sono dotate di una cavità articolare e i capi ossei sono rivestiti dalla cartilagine articolare il cui significato è quello di rendere scorrevole il movimento articolare.
All’interno dello spazio articolare è presente una piccola quantità (virtuale) di liquido sinoviale, detto anche sinovia, che lubrifica e nutre la cartilagine ed è prodotto dalla membrana sinoviale. Quest’ultima riveste la restante parte della cavità articolare ed è rivestita a sua volta all’esterno dalla capsula articolare, una struttura resistente, di natura fibrosa, che avvolge le articolazioni ed è rinforzata dai legamenti che danno stabilità all’articolazione. Anche i tendini, che costituiscono la parte finale dei muscoli e si inseriscono sull’osso, contribuiscono al movimento articolare di flessione, estensione, lateralità e roteazione.
Infine, altre strutture presenti solo in alcune articolazioni sono i dischi e i menischi che fungono da ammortizzatori (es. ginocchio)
In tutti i casi, la struttura di un’articolazione ne influenza il grado di mobilità.
il sistema muscolare
l sistema muscolare è l’insieme di organi che permette, attraverso la contrazione muscolare, il movimento del soggetto e lo scorrimento di sostanze organiche interne come sangue e cibo. La contrazione avviene nel momento in cui le fibre di cui è costituito il muscolo, in seguito ad uno stimolo nervoso, scorrono le une sulle altre generando una forza che attraverso il tendine si trasmette alla leva ossea, permettendo così il movimento del corpo o di una sua parte.
Nei vertebrati il sistema muscolare è costituito da due tipologie principali di muscoli
-I muscoli volontari (difficile da valutare il numero esatto: dai 400 ai circa 600), formati da tessuto muscolare striato e che permettono il movimento del soggetto. Sono legati alle ossa tramite tendini e vengono spesso indicati anche come muscoli scheletrici.
-I muscoli involontari, che sono invece di natura liscia. Vengono detti anche muscoli viscerali perché si trovano a ricoprire gran parte delle pareti degli organi interni, come nel tratto digestivo, nella vescica, nei dotti, nelle arterie, nelle vene, ecc. Fa eccezione il muscolo cardiaco (detto anche miocardio), anch’esso involontario ma formato da tessuto muscolare striato ; è innervato dal sistema nervoso autonomo.
Insieme al sistema scheletrico forma l’apparato locomotore, di cui è la parte attiva. Dal punto di vista della funzione motoria è possibile distinguere muscoli deputati alla statica, in particolare i muscoli della parte posteriore del corpo, e deputati alla dinamica, rappresentati grossomodo dai muscoli della parte anteriore.
Muscoli scheletrici
Il tessuto muscolare è composto da una pluralità di fibre raggruppate in fasci. Le fibre muscolari possiedono delle strutture chiamate miofibrille, che si trovano in parallelo lungo l’asse maggiore della cellula e occupano quasi l’intera massa cellulare. Le miofibrille delle fibre muscolari lisce sono apparentemente omogenee, ma posseggono bande scure e chiare alternate, a causa della distribuzione dei componenti principali delle miofibrille, le proteine actina e miosina.
Esistono tre tipi principali di muscoli: i muscoli scheletrici, i muscoli lisci e il muscolo cardiaco.
I muscoli scheletrici sono formati dalle fibre muscolari, cellule con più nuclei, a loro volta costituite dalle miofibrille, strutture cilindriche che contengono i filamenti di due proteine: l’actina e la miosina che conferiscono l’aspetto striato del muscolo. Queste proteine formano il sarcomero. Quando un nervo da degli impulsi a un muscolo, i filamenti di actina e miosina si avvicinano scorrendo una sull’altra, accorciando il sarcomero e contraendo il muscolo; quando lo stimolo cessa i filamenti delle suddette proteine ritornano nella posizione iniziale.
Muscoli lisci
I muscoli lisci sono muscoli involontari, infatti sono controllati dal sistema nervoso autonomo. Le cellule che compongono il loro tessuto hanno forma fusiforme e sono prive delle striature del muscolo scheletrico. La muscolatura liscia riveste l’interno di diversi organi interni, i sanguiferi, le vie urinarie, genitali, respiratorie e il canale digerente. A differenza dei muscoli striati i muscoli lisci si contraggono lentamente per periodi di tempo molto lunghi.
Muscolo cardiaco
Il muscolo cardiaco o miocardio è un tipo di muscolo striato che si trova nel cuore. La sua funzione è quella di pompare il sangue nei vasi sanguigni. A differenza del muscolo scheletrico, il muscolo cardiaco funziona in modo autonomo e ritmico, grazie alla presenza del sistema di conduzione del nodo senoatriale e nodo atrioventricolare con le cellule del Purkinje, che sono presenti nel tessuto ventricolare. Il suo ritmo di contrazione è regolato dal sistema nervoso autonomo e, nello specifico, il sistema nervoso simpatico aumenta il ritmo del battito, invece il sistema nervoso parasimpatico lo diminuisce.
I pericoli del doping
Doping è tentare di essere migliori con l’inganno, consapevoli di non essere abbastanza capaci o, peggio, non essendo interessati a impegnarsi per raggiungere un risultato con le proprie risorse, volendo raggiungerlo anzi senza dover faticare, ricorrendo a potenziamenti farmacologici e manipolazioni sleali. Ma doping è anche altro: corruzione, risultati combinati, potere economico gestito ai fini di un chiaro condizionamento psicologico.
Si tratta della deviazione del concetto di sport, che dovrebbe comprendere invece stili di vita sani a qualsiasi livello, ricerca della forma fisica e del benessere, entusiasmo per la partecipazione, consapevolezza delle proprie capacità, rispetto per l’avversario ma, soprattutto, divertimento nel rispetto delle regole.
Il doping è un serio problema per la salute pubblica e per lo sport, tanto che diverse nazioni, tra cui l’Italia, hanno deciso di dedicare al fenomeno un’attenzione particolare. Nel nostro Paese il 14 dicembre 2000 è stata varata la legge 376 che contiene la “Disciplina della tutela sanitaria delle attività sportive e della lotta contro il doping”. Secondo la legge, “costituiscono doping la somministrazione o l’assunzione di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive e l’adozione o la sottoposizione a pratiche mediche non giustificate da condizioni patologiche ed idonee a modificare le condizioni psicofisiche o biologiche dell’organismo al fine di alterare le prestazioni agonistiche degli atleti”.
Il fenomeno del doping è pericolosamente diffuso e dilagante anche a livello amatoriale, dove i controlli sono rarissimi, difficili se non impossibili. Ben vengano le sanzioni in ambito agonistico, ma è altrettanto importante che anche tutti i giovani, gli sportivi occasionali e gli amatori siano consapevoli dei rischi che la pratica del doping inevitabilmente porta con sé.
Il doping non è soltanto slealtà e inganno verso gli avversari, lo è soprattutto verso se stessi. Imporre a un fisico sano l’assunzione di farmaci e sostanze alla ricerca del miglioramento di una performance sportiva è un insulto al benessere. Non ha, infatti, alcun senso mettere in pericolo la propria salute al fine di rubare un risultato, ammesso poi che col doping ci si riesca.
L’assunzione di sostanze come anabolizzanti, stimolanti o ormoni, anche dopo brevi periodi di utilizzo, può, infatti, compromettere il fisiologico funzionamento dell’organismo con effetti che, nella maggior parte dei casi, si manifestano solo a lungo termine, dopo mesi o anche anni.
I principali movimenti dei muscoli volontari
I principali movimenti realizzati dai muscoli striati scheletrici sono sette:
-Flessione: si ha quando si avvicinano tra di loro due ossa di un’articolazione, grazie ai muscoli flessori.
-Estensione: è il movimento opposto alla flessione e si ha quando si allontanano fra di loro due ossa di un’articolazione, grazie ai muscoli estensori.
-Abduzione: si ha quando un arto si allontana dalla linea mediana del corpo, grazie ai muscoli abduttori.
-Adduzione: è il movimento opposto dell’abduzione e si ha quando un arto si avvicina alla linea mediana del corpo, resa possibile dai muscoli adduttori.
-Rotazione: si ha quando ruotiamo una parte del corpo, resa possibile dai muscoli rotatori.
-Muscoli Mimici: permettono di muovere la pelle del volto permettendo di fare diverse espressioni.
-Muscoli Antagonisti: muscoli che concorrono ad un movimento con azioni opposte e contemporanee.
Published: Nov 29, 2016
Latest Revision: Jan 14, 2017
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