LʼAsia: Cina, Giappone… quanto se ne parla!
E la Corea del Sud?
Il non conoscerla ci ha richiamato come un canto di sirene.
Noi, gli irriducibili delle vacanze con formula “gruppo organizzato con accompagnatore” fin dal viaggio di nozze, e votati alla prudenza: ma non questa volta.
Tour verso la Corea del Sud? Pochi e costosi.
I coreani parlano poco lʼinglese, comunicano in lingua coreana e con il misterioso alfabeto hangul.
“Andiamo!”
Scelto lʼhotel, studiato le Guide turistiche, interrogato il web, e via, in volo verso Seoul: una città che ci ha spalancato le porte mostrandoci la bellezza dei suoi luoghi, delle sue persone e conquistandoci fin dal primo inchino gentile che ci è stato rivolto appena scesi a terra.
Le Guide di viaggio descrivono il connubio tra tradizione e modernità caratteristico di Seoul: tutto vero.
Come da copione, abbiamo incontrato il fascino dellʼantico nei templi, nei giardini, nelle case tradizionali Hanok dove si cammina scalzi.
E abbiamo trovato la modernità nei palazzi di Gangnam, nei centri commerciali avveniristici, nellʼimpronta tecnologica che pervade la città. Come raccomandato, abbiamo vissuto anche lʼemozione della visita alla zona demilitarizzata tra le due Coree.
Le Guide però non dicono tutto: forse il capitolo sul popolo coreano manca per non rovinare la sorpresa!
Nei coreani abbiamo trovato:
GENTILEZZA, ORGANIZZAZIONE, ACCOGLIENZA, anche nei gesti più semplici, come quello di offrirci in omaggio sorrisi, materiali informativi e bottigliette dʼacqua per dissetarci durante la visita allʼassolato villaggio Hanok.
RISERVATEZZA e TRANQUILLITAʼ, che fuori casa ci hanno fatto sentire a casa. Eravamo tra i pochi italiani a Seoul, ma non abbiamo suscitato curiosità inopportuna: nessun occhio a mandorla si è soffermato un attimo di troppo su di noi, se non per aiutarci in caso di necessità.
IMPEGNO e ABNEGAZIONE. Che ammirazione: i coreani studiano e lavorano sodo. Impossibile, per noi, non tifare per il futuro degli studenti, immersi nei libri nei locali, e non provare tenerezza di fronte agli impiegati assopiti sui tavoli, vinti dalla stanchezza prima del rientro in ufficio dopo la pausa pranzo.
ORIGINALITAʻ. Particolari, gli amici coreani, La loro vena di “follia buona” risulta di una simpatia disarmante: abbiamo osservato con interesse il loro amore per il cibo da strada, il loro affollare le strade, mai chiassosi, sorseggiando gli amati bibitoni, con i grandi cellulari sempre stretti in mano, qualunque cosa accada.
Questo popolo dalla forte personalità celata dietro un agire pacato, ci ha conquistato, arricchito e un poʼ contagiato.
Oggi siamo più tolleranti e più fiduciosi negli altri. Per esempio, abbiamo creduto al commesso coreano che a gesti ci assicurava che quegli strani cellulari avrebbero funzionato anche in Italia. E funzionano!
Quindi, sapete? I 9.300 Km e più che separano lʼItalia dalla Corea non sono tanti: una volta che ci sarete andati, anche voi sentirete la Corea del Sudmolto vicina.
Published: Jul 22, 2016
Latest Revision: Jul 22, 2016
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