Lettere

by Roberto Devoto

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Lettere

  • Joined Jan 2023
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Lettere by Roberto Devoto - Ourboox.com

“Arriverà mai un tempo in cui nessuno debba più avere né fame né sete? E questo gelo, quando finirà?”

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Cara Rywka,

 

sono molto addolorato della tua situazione e per quanto non posso e non potrò mai neanche lontanamente comprendere come ti senti posso tentare di capire.

Ti scrivo questa lettera per tentare di darti, per quanto minimo, il mio conforto.

Attualmente le cose si mettono male anche per me: purtroppo  mio padre è andato al fronte e non abbiamo molte notizie di lui, non ci arrivano sue lettere da giorni e sono tanto preoccupato.

Adesso devo aiutare mia madre nelle faccende di casa e devo badare e consolare i miei fratelli che sono disperati.

Mia madre, per tenere in piedi la famiglia, ha iniziato a fare un secondo lavoro ad un negozio di abbigliamento e torna a casa sempre distrutta: io vorrei poterla aiutare ma nessuno mi vuole assumere perché sono troppo piccolo.

A scuola manchi a tutti, per quanto i professori dicano che è stata la cosa migliore che tu te ne sia andata perché eri di una razza inferiore. Però nel profondo tutti noi sappiamo che non è vero.

So che nel ghetto ultimamente il cibo scarseggia e il pacchetto che ti ho allegato contiene un pezzo di pane: spero che possa alleviare la tua fame.

Spero che ambedue le nostre situazioni si possano risolvere al meglio, scrivimi presto. Tieni duro.

 

Il tuo amico Davide Bacigalupo

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Cara Eva, come stai?

 

Nei giorni scorsi ho letto le tue lettere, mi dispiace molto per te e per la tua famiglia e spero che questa lettera ti possa consolare e farti tornare il sorriso, almeno per qualche minuto. 

Ogni giorno nelle strade della mia città vedo persone innocenti che vengono portate via dalle loro case, so che non posso capire i sentimenti che provi ma se ci provo provo una grande sofferenza.

Nella tua ultima lettera mi hai fatto delle domande: non so se tutte le persone del mondo un giorno avranno acqua e cibo, spero di si ma questo non è un obiettivo facile da raggiungere, perché le persone potenti che comandano non si abbasseranno mai al livello dei più poveri per capire ciò che provano le persone come te.

Invece la seconda domanda che mi hai fatto e molto più facile che si realizzi in primavera vedrai che il freddo passerà e speriamo che passi anche la guerra.

Con affetto,

Davide Cassinelli

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Caro Beniamino, 

 

come stai? Nel ghetto la vita va un po’ meglio? Nella lettera che mi hai mandato ho purtroppo letto le fredde parole che mi hai scritto. Il freddo che mi hai descritto sembra essere veramente terribile, le pene dell’inverno sono molto dure da affrontare… anche qui a Berlino fa molto freddo, ogni sera sentiamo i nazionalsocialisti che entrano abusivamente nelle case a fare delle perquisizioni. A stento anche noi riusciamo a procurarci  cibo e acqua dal momento che i negozi di Berlino sono costantemente controllati per evitare gli ingressi agli ebrei, nel campo fanno il razionamento? Spero che tu stia bene e, quando questa stupida guerra sarà finita, ci rincontreremo e faremo un pranzo delizioso per ripicca di tutti i mali che i tedeschi ci hanno inflitto. Il momento in cui nessuno avrà più sete ne fame arriverà, non so quando ma arriverà. Spero che riusciremo a scriverci e rincontrarci presto…. ciao e buona fortuna

Simone

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Cara Rywka,

nonostante sappia qual è la tua attuale situazione, ti voglio chiedere comunque come stai.

So che la situazione che stai vivendo è davvero terribile e spero che avere qualcuno con cui poter sfogarti e trasmettere i tuoi tristi e paurosi sentimenti, ti faccia stare meglio.

Leggendo le tue lettere mi sono accorto che ti stai facendo un sacco di domande su quando passerà questo brutto periodo, ma io purtroppo non so darti delle risposte corrette.

Ovviamente, come te, spero che questo periodo passi più velocemente possibile e senza lasciare troppi problemi. 

Questo gelo di cui parli credo sia riferito, oltre che al fatto che fa davvero molto freddo, al fatto che le SS sono stressanti e che al solo loro pensiero, si inorridisce.

In conclusione posso solo che augurarti il meglio e rassicurarti ancora sul fatto che questa situazione finirà presto.

Un abbraccio

Gian Battista

10
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Cara Rywka,

come stai?

Mi dispiace molto per la situazione che stai attraversando e mi dispiace dirti che anche in Italia la situazione non è diversa da quando sei venuta a trovarmi lo scorso anno.

Grazie ai contatti che hanno i miei genitori abbiamo trovato un ghetto sicuro e non conosciuto dai soldati tedeschi a Chiavari.

Non so se prima o poi arriverà la fine di questa sofferenza e spero che alla fine di marzo il freddo si attenuerà.

Nel nostro ghetto le risorse stanno diminuendo e stanno pensando di razionare ancora i pasti.

Spero che questa situazione finisca al più presto e spero anche che da voi la situazione migliori.

Un grande e affettuoso abbraccio dal tuo amico Jacopo

 

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Cara Rywka,

spero che durante questo periodo duro e difficile tu e la tua famiglia stiate bene, non vedo l’ora che questa cruda e violenta guerra finisca presto, perché voglio pensare a te non per preoccuparmi e allarmarmi che da un momento all’altro ti possa succedere  qualcosa, ma per ricordare la mia cara amica, la mia migliore amica Rywka che si diverte come ogni giovane ai giorni nostri fa. 

Io credo che pur andando avanti con il tempo, con il continuo passare degli anni e con nuove invenzioni innovative, nel mondo ci saranno sempre persone che soffriranno per svariati motivi come per cose semplici ed essenziali come acqua e cibo che ormai ci sembrano cose così ovvie scontate e senza esse non riusciamo ad immaginare la vita terrena (ovviamente) fino a quando questo grave problema non ci si presenta davanti. 

E so per certo che a soffrirne saranno sempre le persone più povere, come si può leggere nei libri di storia anche negli anni precedenti a noi sempre alcune persone meno abbienti, come contadini e operai sono sempre stati quelli che più hanno patito fame, sete e freddo. 

Rywka, cara, io spero che negli anni a venire quando di noi due non rimarranno più tracce concrete la fame e la sete finisca per ogni ceto sociale dalle società più ricche a quelle che oggi possiamo vedere in condizioni misere. Acqua e cibo sono beni di prima necessità, senza essi la vita umana non vi è possibile. 

Spero di rivederti presto amica mia, 

Ti voglio bene 

La tua amica Noemi. 

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Cara Rywka, come stai?

Non preoccuparti, ché tutto passerà con il tempo.

Spero che tu stia bene.

Mi dispiace per quello che passi lì.

Ti mando dei documenti falsi che dicono che sei cristiana e non Ebrea e che sei nata in Corea nel 1929 e adesso hai 15 anni , così nessuno potrà dire che sei Ebrea.

Però ricordati di bruciare i documenti, così i tedeschi non possono scoprire che tu sei ebrea. E mi raccomando: non dimenticarti di bruciare anche la mia lettera.

Spero che i Tedeschi non scoprano la verità perché se la scoprissero ti porterebbero nel campo di concentramento, e da lì non si esce vivi.

Ricordati che tutto finirà prima o poi e sarai libera come tutte le persone.

 

Parashqevi

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Cara Rywka,

è da tanto che non ci sentiamo. Non mi hai più informato sulla tua situazione al ghetto: l’ultima notizia che ho su di te è di una settimana fa. State bene? 

Le autorità tedesche hanno diffuso nuovi decreti contro di voi? Hanno deportato altre persone nell’ultima settimana? Qualcuno che conosciamo? 

Sto ancora lavorando sulla creazione dei passaporti per te e per la tua famiglia. 

Per adesso Diego ha creato quello di Cipka, ma prima di creare il tuo passaporto e degli altri ci vorrà ancora tempo. Tu, diversamente da tua sorella, sei stata a contatto con le autorità tedesche e sarà più difficile convincerli che tu non sia ebrea.

Wolfgang sarà in servizio dalla prossima settimana come SS a Litzmannstadt, il quale potrà darvi i passaporti quando saranno pronti.

Dopodiché dovrete dirigervi a Spacerowa, dove ci sarò io con la mia automobile e insieme andremo in Svizzera, dove potrete vivere in tranquillità.

Io mi sono appena trasferito a Górna, così da essere vicino a voi quando sarà il momento giusto.

Riguardo alle tue domande dell’altra volta, ci sarà sempre qualcuno che avrà fame e sete. Anche adesso, oltre a voi, ci sono altre milioni di persone che soffrono. In futuro probabilmente le persone in queste condizioni saliranno: non ci sarà mai un tempo in cui tutti avranno cibo, acqua a sufficienza per vivere. Esisterà sempre chi sarà in difficoltà. Adesso però dobbiamo preoccuparci della vostra situazione.

Ho incaricato Wolfgang di dare a voi del cibo e dell’acqua.

Prima o poi, come ogni cosa brutta, anche questo periodo finirà. Tra quanto nessuno può dirlo, ma una cosa è certa: dalla tenebre spunta sempre la luce.

Dammi tue notizie al più presto presto                                 Simone Borzone

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Cara Rywka,
purtroppo non essendo ebrea non posso capire la tua situazione. A casa mia c’è sempre cibo a
volontà, non fa freddo e non vivo rinchiusa in un ghetto senza poter uscire. Frequento abitualmente la scuola, ma solo con compagni e professori non ebrei, dato che essi sono rinchiusi. Ogni giorno, mentre percorro il tragitto da casa verso la scuola, vedo soldati tedeschi entrare nelle case e portare fuori donne, bambini, uomini e anziani che vengono maltrattati e picchiati mentre vengono trascinati in dei carri diretti chissà dove. Sento i bambini piangere, le donne urlare perché vengono separate dai loro figli, le famiglie disperate che cercano invano di restare unite ma che non riescono e vengono caricate in carri differenti, con diverse destinazioni.
La notte non riesco a dormire. Sento tanti spari, le SS urlare contro gli ebrei e i rumori dei carri che vanno via. Mi sento impotente. Ho sempre il desiderio di uscire di casa per aiutare le famiglie ebree, ma ho paura che se lo facessi mi porterebbero via con loro. L’unica per cui rischierei tutto, anche la vita, sei tu amica mia. Ormai è da mesi che non ti vedo più e mi manca tantissimo la tua presenza nella mia vita. Mi manca vederti a scuola, consolarti, mi manca stare con te. Tu sei stata rinchiusa in un ghetto: ma perché? Cosa hai fatto di male? Sei semplicemente una ragazza ebrea ma non per questo sei inferiore a me e agli altri ragazzi che frequento ogni giorno. Non per questo te, la tua famiglia e gli ebrei in generale dovete
essere rinchiusi in ghetti e successivamente in campi di concentramento in cui siete destinati a soffrire. Quale colpa avete? Essere nati ebrei è una colpa? Purtroppo non so nemmeno io se tutto questo un giorno finirà, o quando. Spero presto, perché non sopporto più questa situazione. È impossibile per me vivere sapendo che tu sei lì dentro a lottare ogni giorno per la tua sopravvivenza. Ti dico solo una cosa: scegli sempre la vita. Anche quando vedrai tutto nero e penserai che la morte sia la scelta più facile, tu scegli la vita. Perché la vita è un dono e non devi privartene, neanche quando sarai schiacciata dalla sofferenza e dal dolore tu vivi, sempre. Sopravvivi, non per me, non per la tua famiglia, ma per te stessa.
Sappi che mi arrabbieró moltissimo se un giorno, quando tutto questo finirà, tu non sarai viva e vicino a me. Ti voglio bene amica mia. Prego per voi, ogni sera, che tutto questo finisca
presto e che possiate tornare a vivere come un tempo. Perché siete persone normali, non degli oggetti come i tedeschi credono. Siete persone e meritate di vivere.

Baci,
Matilde

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Mia cara Amir, come stai? 

Tanto tempo è trascorso dall’ultima volta in cui ci siamo viste, dall’ultima volta che ho ricevuto una tua lettera e per questo sento molto la tua mancanza.

Cosa fai durante queste fredde giornate? Ti ricordi quando tu ed io passavamo interi pomeriggi a giocare insieme fuori sulla neve? Sai, ho ancora sul comodino di fianco al letto la foto che ci scattarono il giorno del mio compleanno, mentre abbracciavamo il pupazzo di neve che avevamo costruito. 

Ho saputo da alcune voci che la vita nel ghetto non è esattamente come in città; da quando tu e la tua famiglia siete stati spostati lì sono davvero curiosa di sapere come e cosa sia. E’ una specie di comunità oppure una piccola cittadina? Ti supplico, appena ne avrai il tempo rispondimi!

La famiglia Ziffer, i nostri vicini di casa, o meglio dire vecchi vicini di casa, si sono ormai trasferiti da tempo dai loro parenti in Bosnia per trovare lavoro, ma papà mi ha detto che in realtà, “sono scappati per non finire nel ghetto”. Non ho interpretato realmente il significato di questa frase, ma non ho fatto domande.

A volte ho l’impressione che questo luogo sia un posto terribile, ma mi auguro fortemente per te e i tuoi familiari che così non sia. 

Spesso mi chiedo se arriverà mai un tempo in cui nessuno dovrà più soffrire né la fame né la sete, un tempo in cui questo gelo, questa brutta atmosfera che si respira nelle strade e incendia i polmoni possa sparire per sempre, che tutto torni come prima come se ciò fosse stato solo un brutto sogno, sbiadito come l’inchiostro di un vecchio giornale e lontano come le stelle del cielo, che sembrano essere rimaste l’unica fonte di luce in questo buio.

Spero di poterti rivedere presto e stringerti forte tra le braccia Amir.

Per sempre tua, Ilaria

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Cara Riwka, come stai?

Mi dispiace della tua situazione, ma anche io non sto vivendo una vita serena con tutta questa violenza ma so, anzi ne sono certo, che prima o poi la guerra si concluderà.

Secondo me gli ebrei non meritano tutto questo e credo che ci sarà sempre qualcuno che ci salverà; io penso che non ci sarà mai un momento in cui qualcuno non avrà né fame né sete perché non tutti sono ricchi e anche adesso più di mezzo mondo vive ancora in povertà. So che questo gelo finirà anche se non molto presto: per alcuni no ma per altri di sicuro sì.

È vero, sono tempi tremendi: per andare a prendere le razioni di cibo per la famiglia si possono anche attendere ore ma soprattutto il non poter possedere neanche un pò di inchiostro per scrivere adesso è una cosa così strana…

Tutta questa sofferenza mi rattrista: non posso sapere tutto il vostro dolore e ora gli ebrei sono tornati ad essere persone qualsiasi come me.

Arrivederci, 

Ian

24
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15 maggio 1944

Cara Rywka, 

come stai? 

Lo so che stai passando un brutto periodo e mi sento anche in colpa per non poterti consolare come ai vecchi tempi, quando eri giù per un voto preso a scuola o perché avevi discusso con i tuoi genitori; ti vorrei abbracciare e dire che andrà tutto bene, ma ora non lo posso fare. Non oso immaginare la tua sofferenza in questo momento ma io ti sto vicino anche da qui, e se un giorno ti stuferai e vorrai venire qui sappi che a casa mia c’è cibo, acqua e soprattutto la tua migliore amica. Qualunque cosa succeda ricordati che io per te lo sono e lo sarò per sempre.

Sei sempre nel mio cuore. 

Greta Tanzi

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Chiavari, venerdí 5 marzo 1944

Cara Rywka,

come stai? Mi dispiace molto per il periodo che stai passando e non vedo l’ora di rivederti presto per passare tutti i pomeriggi insieme come facevamo prima di questa catastrofe.

Ora, senza di te, le mie giornate sono vuote e tristi perché, come ben sai, la mia migliore amica sei tu e le altre mie amiche non vivono vicine a me e quindi non ci possiamo vedere quasi mai.

Alcune volte vorrei essere ebrea pure io per poterti rivedere e passare quello che stai passando tu, perché non sai quanto mi dispiace sapere che tu stai soffrendo mentre io sono a casa mia e non posso fare niente per aiutarti.

Ora mi sembra giunto il momento di rispondere alle domande che mi hai fatto nell’ultima lettera che mi è arrivata da parte tua.

Per la prima domanda ti rispondo che secondo me ci vorrà ancora un po’ di tempo e soprattutto pazienza ma che si ritornerà alla vita di prima.

Mentre per la seconda domanda ti direi che questo freddo finirà quando arriverà l’estate ma probabilmente non è cosí.

Dal mio punto di vista ci potrebbe volere ancora un anno ma spero che duri molto meno.

Se hai bisogno di aiuto, hai paura o semplicemente ti vuoi sfogare, anche se non ti perdono sappi che ci sarò sempre.

Giulia Borzone

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