UNA SOCIETA’ DIFFORME by Sebastiano Monteleone - Illustrated by Il mio modo di esprimermi può essere diverso dal tuo ma il mio essere in sè per sè non è nè inferiore nè superiore, sono sullo stesso piano - Ourboox.com
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UNA SOCIETA’ DIFFORME

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Artwork: Il mio modo di esprimermi può essere diverso dal tuo ma il mio essere in sè per sè non è nè inferiore nè superiore, sono sullo stesso piano

  • Joined May 2022
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UN PROGRESSO INCOMPLETO

 

Centinaia di milioni di persone subiscono discriminazioni nel mondo del lavoro, in particolare le donne.

Le discriminazioni soffocano opportunità, sprecano il talento umano necessario per il progresso economico e accentuano le tensioni sociali e le disuguaglianze.
Nonostante i progressi negli ultimi anni, resta il divario di genere nel mondo del lavoro, ma anche in altri ambiti, come quello giuridico o sociale, che persiste ancora in molti paesi del mondo. Una delle conseguenze di queste differenze è la diversa retribuzione tra uomo e donna, per cui gli uomini ricevono un salario medio superiore rispetto alle donne. Uno degli obbiettivi  dell’Agenda 2030 è il raggiungimento dell’uguaglianza di genere nel mondo.
La parità di genere è strettamente legata alla giustizia sociale e rappresenta uno degli Obiettivi cardine dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile e inclusivo.
L’Agenda 2030 rappresenta un’opportunità importante per unire gli sforzi a livello globale e sviluppare politiche coerenti per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere.
Si cerca di raggiungere delle norme che permettano un giusto salario per tutti: equal pay for equal work.
Le differenze salariali tra donne e uomini sono riconducibili a ragioni diverse, legate in parte a fattori storici e in parte a stereotipi di genere profondamente radicati. Ad alimentarle
contribuiscono anche l’assenza o l’insufficienza di offerte di custodia dei bambini esterne alla famiglia nonché la ripartizione iniqua del lavoro di cura non retribuito.
Spesso una donna, a pari livello di qualifiche, ha minori chance di essere assunta da un’azienda, di ottenere una promozione e di vedersi affidare compiti più esigenti, e ha un
salario diverso rispetto a un uomo.

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La discriminazione salariale danneggia le donne e le loro famiglie sia a breve che a lungo termine, in quanto i bassi salari si ripercuotono anche sulle assicurazioni sociali e sul livello delle rendite.

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Molti imprenditori considerano ancora le donne giovani un ostacolo per i loro business, perché hanno il desiderio di avere figli e crearsi una famiglia. Anche una nota stilista – Elisabetta Franchi – ha espresso questo “problema”, ed ha affermato di volere assumere solamente donne cosiddette “ANTA”.

La postura corretta da assumere - Vivere più sani

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“IO SONO ANTA”

 

 

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QUALI SONO LE ORIGINI DELLE DISUGUAGLIANZE CHE POSSIAMO RINTRACCIARE NELLA STORIA?

Sono state riscontrate molte differenze sociali e culturali tra donna e uomo nel passato, che hanno portato alla nascita di movimenti femministi ed egualitari, come le Suffragette, che si
sono impegnate nella battaglia per garantire più diritti uguali per tutti e  per consentire la votazione femminile. Ma andando più indietro possiamo riconoscere molte altre donne che hanno contribuito a far emergere la figura femminile in politica, e riconoscere anche la sua importanza nella società.

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CATERINA II

Il 22 settembre del 1762 Caterina fu incoronata imperatrice: ormai era padrona del campo ma sapeva troppo bene che, se  non era stato facile prendere il potere, ancor meno sarebbe
stato mantenerlo in quanto il potere in mano di una donna

per molti creava scalpore e non dava sicurezze. I primi anni del suo regno furono improntati a uno spirito riformatore, che

mirava a una monarchia liberale e umana, avendo a modello il suo predecessore Pietro il Grande. Per migliorare lo stato culturale del popolo, promosse molte iniziative in proposito e
istituì scuole e orfanotrofi. Nel 1764 fondò l’Istituto Smolnij per fanciulle nobili, la prima scuola femminile russa, sul modello di un convento. Riformò la scuola dei Cadetti di fanteria, che divenne uno dei centri più attivi della capitale. Benché cresciuta luterana e divenuta ortodossa, accolse nella Russia occidentale i Gesuiti .Nel 1775 attuò la riforma
dell’organizzazione amministrativa, parzialmente ispirata al principio della divisione dei poteri: amministrativo, giudiziario e finanziario, istituendo cinquanta governatorati controllati
direttamente dall’imperatrice attraverso i governatorati generali.

Di spirito vivace e aperto, Caterina svolse una certa attività letteraria: opere drammatiche, articoli, schizzi satirici,

drammi e ricerche storiche, trattati polemici e memorie, tutti singolarmente rappresentativi della società russa ed europea del tempo.

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LA DONNA GIUSTA NEL CONTESTO SBAGLIATO

 

Nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’Illuminismo, non possiamo non notare la mancata rappresentanza della donna.
“Uomo, sei capace di essere giusto?

È Una donna che te lo chiede.

Dimmi: chi ti ha dato il potere sovrano di opprimere il mio sesso?”

La grintosa Olympe de Gouges nacque nel 1748, in piena Rivoluzione francese, ebbe l’ardire di rivolgere questa domanda all’universo maschile; ai deputati dell’Assemblea nazionale, ma anche a mariti, padri, fratelli, amanti,
perché riconoscessero l’uguaglianza di diritti tra uomo e donna.

Dato che la stessa Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino emanata nel 1789 non conteneva riferimenti
alle donne, decise di sopperire a questa mancanza preparando un testo giuridico ad hoc: la
Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina (1791), pensata per ristabilire l’uguaglianza tra i sessi, tema trascurato dalla Rivoluzione.

Al primo punto si legge: “La donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell’uomo”, seguito da altri 16 punti. Olympe ne inviò
una copia anche a Maria Antonietta, accompagnata da una lettera: “Sostenete, Signora, una causa così bella, difendete questo sesso infelice, e avrete presto dalla vostra parte una metà del regno”.
Ma la Dichiarazione dei diritti della donna fu giudicata eccessiva e scandalosa: il suo appello cadde nel nulla, tra l’ostilità degli uomini e la totale assenza di solidarietà delle donne che temevano di dispiacere ai mariti da cui dipendevano economicamente.

Inutile il richiamo inserito nel testo: “O donne, donne! Quando cesserete di essere cieche? Quali vantaggi
avete ottenuto dalla Rivoluzione?”.

In poche si unirono alla sua battaglia e per Olympe fu una cocente delusione.
Nel 1792 la Rivoluzione stava già degenerando nel Terrore. Fu proclamata la Repubblica e iniziò il processo a Luigi XVI. Olympe, da sempre su posizioni moderate vicine ai girondini e
contraria alla pena di morte, si propose di difenderlo.
Non contenta, nella sua breve vita si batté anche a favore del divorzio e si schierò per l’abolizione della pena di morte e della schiavitù. Insomma, una donna audace e scomoda,
che Robespierre riuscì a far tacere, il 3 novembre 1793 a soli 45 anni, sotto l’affilata lama della ghigliottina.
Non toglie però che I diritti e i principi di uguaglianza, proclamati «naturali e innati nell’uomo, si scontrano dunque proprio con una limitata definizione di “uomo”: limiti di sesso e di razza.

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SULL’ONDA DELL’ UGUAGLIANZA

 

Sull’onda dell’uguaglianza si fonda il pensiero filosofico di Rousseau.

Anche Rousseau, uno dei più grandi filosofi illuministi e padre nobile dei diritti dell’uomo e della politica dei moderni, prediligeva l’uguaglianza, uguaglianza concepita in funzione della libertà e della persona. Scrisse il Discorso sull’origine e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini nel 1755 affrontando la questione.

Qual è l’origine della disuguaglianza tra gli uomini?

E vi era nella legge naturale?
Egli aveva dato una risposta, negando che nella legge naturale si trovasse alcuna autorizzazione o legittimazione della diseguaglianza; infatti nello stato di natura l’individuo
era felice, aveva pochi ed elementari bisogni. Secondo il filosofo era la ricchezza la causa primaria di tutti i mali, la nascita della proprietà privata, che ha portato l’uomo dallo stato di natura a quello civile, a sancire l’affermazione della disuguaglianza degli uomini. Quindi dalla sostanziale uguaglianza degli individui in natura, si è passati alla disuguaglianza dell’uomo nella società civile, questo perché l’uomo ha il bisogno e la capacità di mutare nel tempo.
Per quanto riguarda il ruolo della donna nella società dei lumi, vi era la concezione della figura femminile come moglie e madre. Non erano necessari per la società la cultura e lo studio, distrattivi nell’accudire i figli e soddisfare le esigenze del marito, non dovevano lavorare, se non nelle loro faccende domestiche (il pregiudizio che la principale funzione sociale della donna sia quello di mera riproduttrice); nel caso in cui queste erano in condizioni estremamente povere potevano lavorare ma venivano sottopagate e sfruttate. Questi pregiudizi nati durante l’Illuminismo si trascinarono fino alla metà del ‘900, pregiudizi infondati e ingiusti.

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QUASI UN CENTENARIO DA CASALINGHE

 

Nell’esercizio dell’intelletto le donne devono imparare presto ad accontentarsi di quello che per loro necessario sapere senza pretendere di conoscere quanto non compete loro. La
mentalità comune era dunque che le donne non fossero “adatte” per gli ambiti matematici o scientifici. Quindi  fu negato loro l’accesso ai percorsi formativi. Fino alla seconda metà del ‘900 c’era il tradizionale modello femminile che vede la donna come casalinga, questo portò ad atteggiamenti di prevaricazione e privilegio maschile.
Ma le donne, nonostante i pregiudizi, sono riuscite a dimostrare le loro capacità e hanno raggiunto traguardi importantissimi. Ricordiamo le più celebri:

Marie Curie (1867-1934) con le figlie Irène e Ève Curie, la quale vinse ben 2 Premi Nobel, uno per la Fisica nel 1903 e l’altro per la Chimica nel 1911 in seguito alla scoperta del radio e del polonio;

Margaret Hamilton, informatica e ingegneria, colei che permise il primo sbarco dell’uomo sulla Luna, che riuscì a scrivere il codice che rese possibile la missione Apollo 11;

Suor Mary Kennet  fu la prima donna nella storia degli Stati Uniti ad ottenere un dottorato in informatica;

Samantha Cristoforetti, astronauta italiana, è riuscita a volare e orbitare in solitaria compiendo un giro completo intorno alla Terra;

Rita Levi-Montalcino, neurologa e senatrice italiana;

Fabiola Gianotti, laureata in fisica subnucleare, è oggi direttrice generale del CERN di Ginevra. Come tante altre donne che hanno dato il loro importante contributo all’umanità, dobbiamo riconoscere il loro ingegno, e perciò possiamo accertare che la donna considerata come non competente in questi ambiti sia solo un pregiudizio ingiusto della società.

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A PROFITABLE EXCEPITION

As Catherine, Queen Victoria was also a great example, this time we are in England and we talk about the Victorian Age. Thanks to her determination she managed to found one of the greatest empires of the time, with an intoppabile navy, but also a kingdom full of hypocrisy. We talk about a country that tends to show 2 sides of the coin, which hides under the mask of bourgeois and aristocratic society all the injustices, prostitution, violence, inequalities and poverty of this era. In this society women were considered “domestic and child-rearing”; forced to marry in order not to fall into misery, and not to be judged, unmarried women and even children were totally marginalized and forced to take refuge in the workhouses.

During this period, the women fo the kingdom had no right to vote, they couldn’t have a bank account and also, in case of divorce, they lost all rights to children; but at the same time they begin to be important as a labor force, giving a not indifferent impulse to the industrial revolution, however with respect to the male workers they were exploited and not equally remunerated.

Women’s rights were very limited, they remained in a state of absolute subjection. The condition of the woman began to change around 1848 when the Queen founded the Queen’s College in Harley street in London with the aim of teaching the profession of governess to girls in order to give them a future. Later, other schools opened doors by increasing opportunities for women’s education and indirectly, promoting the development of the suffragette movement.

Women, unlike men, were not often allowed access to studies, and as a result, among the few who published, they had to do it anonymously, like Jane Austen, or under her husband’s name, like Mary Shelley.

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  DIFFERENZE SI, OSSESSIONI NO

 

Nonostante le battaglie egualitarie, non possiamo negare la diversità tra uomini e donne. Tali differenze biologiche dovrebbero andare a esaltare le diverse competenze, risorse,
riconoscendone le uguali possibilità. Le differenze fisiche ci sono, notiamo che solitamente la donna ha una statura media più bassa, di circa 7,5-12 cm, e un peso corporeo di circa 12-18 kg minore rispetto all’uomo.

Con la maturazione sessuale a causa della diversa qualità e quantità di ormoni prodotti le caratteristiche fisiche cambiano in modo importante nei due sessi. Le influenze ormonali
sulla composizione corporea sono determinanti.

Nella fascia d’età compresa tra 11 e 16 anni un ragazzo diventa adulto dal punto di vista sessuale. Questa fascia d’età è chiamata adolescenza o pubertà ed è caratterizzata da trasformazioni fisiche e psicologiche.

Alcuni ormoni stimolano le ghiandole sessuali, le gonadi (testicoli per i maschi e ovaie per le femmine), che danno inizio alla produzione di ormoni sessuali. Questi provocano la comparsa dei caratteri sessuali secondari.

Caratteri sessuali secondari

Nel maschio crescono:

·la barba e i peli sotto le ascelle e nella zona pubica

·si ingrossa il pomo di Adamo

·cambia il timbro della voce

·sì irrobustiscono i muscoli

·si allargano le spalle, ecc…

 

Nella femmina:

·compaiono i peli sotto le ascelle e nella zona pubica

·si sviluppa il seno

·si allarga il bacino

·si ha un generale arrotondamento delle forme.

 

 

La donna adulta può raggiungere al massimo i due terzi della forza dell’uomo per la fisiologia minore di massa muscolare. La massa muscolare oltre che per quantità è diversa nella donna anche per distribuzione, nelle
donne è maggiormente sviluppata nella parte inferiore del corpo, in particolare nelle gambe, mentre nell’uomo nella parte superiore, in particolare nel petto e nelle braccia. Nella donna individuiamo una maggiore elasticità, mentre nell’uomo una maggiore capacità di resistenza. Anche l’apparato cardiaco è differente: il cuore femminile è proporzionalmente
più piccolo rispetto a quello degli uomini. L’encefalo degli uomini è più sviluppato di quello delle donne, queste differenze riguardano solo alcune regioni della struttura dell’encefalo, quindi sia la donna, che l’uomo hanno le stesse capacità.
Il corpo femminile deve essere allenato e rispettato in un modo diverso da quello dell’uomo, ma non ha nessuna controindicazione a un’attività fisica intensa e legata alla performance, se sottoposta a controlli medici, ad attenzioni particolari e a una corretta prevenzione.
Uomo e donna hanno le stesse potenzialità nel raggiungere i propri obiettivi, magari con competenze e risorse diverse, superando limiti diversi, affrontando strade diverse.

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IL MURO ECCLESIASTICO

 

È necessario rompere il muro della diseguaglianza, anche in ambito religioso.
C’è un abisso tra condizione della donna in Oriente e quella in Occidente: le religioni come Cristianesimo ed Ebraismo praticano la parità dei sessi. L’Islam e l’Induismo sono i culti che più marcano la superiorità dell’uomo, causando all’universo femminile una vita piena di limiti e restrizioni.

La parità dei sessi non è mai stata un precetto universale per tutte le religioni.
Oggi, nel mondo cristiano, la donna vive una condizione di uguale dignità e responsabilità rispetto all’uomo, nei vari ruoli all’interno della società. È una protagonista attiva nella stessa, soprattutto nei Paesi occidentali, e le istituzioni ecclesiastiche ne supportano l’azione. Certo, la dimensione materna e familiare resta un elemento fondamentale per la chiesa cattolica, ortodossa e copta. Per i protestanti le donne possono ricevere l’ordinazione sacerdotale, cosa che invece non è possibile per i cattolici, dove vi è ancora una chiusura totale, e che può essere oggetto di disuguaglianza sociale.

Al contrario una delle religioni che più non predilige l’uguaglianza tra i sessi è l’Islam, – secondo il Corano «gli uomini sono preposti alle donne perché Dio ha prescelto
alcuni esseri sugli altri e perché essi donano dei loro beni per mantenerle» – nel quale le donne sono private dei fondamentali diritti umani e civili: non godono della libertà di
spostamento, della libertà di espressione e di parola; non possono procedere negli studi, né tanto meno fare carriera o ricoprire cariche o posizioni di responsabilità in campo civile o
religioso. Inoltre vi è una maggiore discriminazione per le donne musulmane in Europa che portano il velo, che spesso non vengono assunte dai datori di lavoro perché hanno questa
percezione razzista della donna araba, o musulmana che porta il velo; questa emarginazione è difficile da dimostrare in tribunale a causa della mancanza di prove scritte.
Il velo costituisce un serio ostacolo nella fase di accesso al lavoro, soprattutto se per una posizione richiede contatto con il pubblico. Eppure, la “reazione negativa dei clienti” con la
quale si giustificano alcuni lavoratori di lavoro è talvolta una scusa, si tratta perciò di razzismo e discriminare il diverso.
Anche se, talvolta, persino nella chiesa cattolica possiamo imbatterci in casi di discriminazione nei confronti delle donne. In Vaticano le donne sono a volte viste come persone di minor valore intellettuale e professionale, sempre disponibili al servizio, sempre docili ai comandi superiori, all’interno della loro Chiesa, si sentono poco apprezzate per le loro competenze, spesso sottovalutate dalle stesse donne oltre che dagli uomini.

 

Guida: la violazione dei diritti umani delle donne in Medio Oriente - Mondo Internazionale

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UN MONOLOGO DELL’ ATTULITA’

 

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Tornando al giorno d’oggi, negli ultimi anni si è discusso della assegnazione anche del cognome materno ai figli. Recentemente con una nota del 27 aprile 2022, l’Ufficio
comunicazione e stampa della Corte costituzionale titolato “Illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente il cognome del padre”, riaprendo così la questione di
legittimità costituzionale sulle norme che regolano, all’interno nell’ordinamento, l’attribuzione del cognome ai figli. Dichiarando che non sarà più automatica l’attribuzione del cognome paterno, e che d’ora in avanti “la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dai medesimi concordato, salvo che essi decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori, resta salvo l’intervento del giudice in
conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”. La Corte ha ritenuto “discriminatoria e illegittima dell’identità la regola che attribuisce automaticamente il cognome del
padre”, aggiungendo che “nel solco del principio di eguaglianza e nell’interesse del figlio, entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce
elemento fondamentale dell’identità personale”. Uomini e donne sono esattamente sullo stesso piano. Senza le gerarchie obbligatorie che finora hanno, in base alle leggi e ai codici, assegnato la primazia al cognome del padre.

Le donne italiane hanno conquistato un diritto
storico, finora negato dall’articolo 262 del codice civile, questo è un passo avanti nell’ambito giuridico divenuto possibile grazie alla parità di genere. Il retaggio di una concezione
patriarcale della famiglia e di una tramontata potestà maritale, non è più coerente con il valore costituzionale dell’uguaglianza uomo-donna.

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Ma perché queste differenze?

Non dovremmo garantire gli stessi diritti per tutti?

Perché le donne dovrebbero rinunciare ad avere una famiglia per la carriera?

Non è assolutamente una colpa avere dei figli e doverli crescere, perché allora fare questo tipo di discriminazioni?
E’ necessario, ora più che mai, abbattere questo muro di disuguaglianze (che nel tempo hanno portato alla discriminazione delle donne, non solo da parte degli uomini, ma talvolta anche fatte dalle donne stesse) per poter arrivare alla parità di genere.

Tutti uguali e diversi allo stesso tempo,  è una diversità che ci lega, senza più dover cadere  negli stereotipi di genere, portando tutti allo stesso livello di eguaglianza e con gli stessi diritti.

“Donne contro maschi, servono entrambi anche se diversi come gli occhi degli Husky”

Questa è una delle frasi di  una canzone  di fine estate del 2019,Ti volevo dedicare, di  Rocco Hunt  accompagnato dai   Boomdabash e da J-Ax

E’ proprio nel pezzo  rap della canzone che spicca questa frase con un grande significato.

 

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Creato da:

Aurora Curatolo

Sebastiano Monteleone

Sara Granata

Alessandro D’Antoni

Gaspare Anastasi

Riccardo Leprotto

 

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