Il capitano

by tommaso di blasi

Artwork: tommi

This free e-book was created with
Ourboox.com

Create your own amazing e-book!
It's simple and free.

Start now

Il capitano

by

Artwork: tommi

  • Joined Apr 2022
  • Published Books 2

Tommaso Di Blasi 2D

Italiano, racconto giallo

Era una calda giornata d’agosto e, nel giardino di una villa, si stava svolgendo una manifestazione riguardante la polizia romana; tra i partecipanti alla manifestazione vi era il capitano di polizia di Roma: Carlo Rossi, che stava chiacchierando con un suo collega quando, all’improvviso, due spari interruppero la quiete ed il capitano cadde a terra morto. In un attimo, tutti corsero via dalla villa.

Pochi giorni dopo ci fu il funerale del capitano e, tra le centinaia di persone, vi era un nuovo poliziotto: Mario Rosato, proveniente dal distretto di Frosinone a cui fu affidato il compito di trovare ed arrestare il colpevole dell’omicidio del capitano. Mario, la mattina dopo, andò in centrale per ottenere le informazioni utili per l’indagine e, proprio in

2

centrale, trovò il collega del capitano: Giuseppe Granati, una persona molto introversa, ma aveva una grande maestria con i fucili e le pistole, i due avrebbero collaborato assieme per risolvere il caso.

L’indagine dei due cominciò dalla scena del crimine: il giardino della villa, dove individuarono l’esatta posizione del cadavere, contrassegnata da dei cartellini poggiati per terra che segnavano le distanze e il disegno col gesso rappresentante la sagoma del capitano. Successivamente iniziarono a guardarsi in giro cercando di individuare le possibili postazioni di tiro dell’assassino.

3

Continuando a perlustrare Mario si accorse che uno dei due proiettili aveva mancato il capitano Carlo e, il bozzolo era di un grosso calibro, quindi di un grosso fucile da caccia o direttamente di un cecchino, Giuseppe corse in macchina e prese il binocolo per poter vedere le postazioni lontane del presunto assassino; guardarono i tetti delle case vicine, i balconi e le finestre ma ancora non riuscirono ad individuare nulla di sospettoso. Mario si ricordò che, due settimane prima aveva compiuto un arresto di un contrabbandiere di armi da caccia e, decise di recarsi in obitorio per vedere se il proiettile che uccise il capitano coincidesse con i proiettili confiscati al contrabbandiere

 

4

Dopodiché corsero in obitorio per prelevare il proiettile che aveva ucciso il capitano: lo analizzarono e, come sospettava Mario il proiettile venne riconosciuto come di contrabbando, uguale a quelli trovati nell’arresto precedente. Allora Giuseppe guardò il collega e suggerì: “domani mattina dovremo interrogare il contrabbandiere e individuare tutti i suoi ultimi clienti” Mario rispose con convinto: “certo, ottima idea!”

La mattina seguente Mario andò a prendere in macchina il collega e, Giuseppe, notò le armi che Mario teneva in auto e gli fece i complimenti per la pulizia e l’ordine con cui erano riposte. Intanto arrivarono al carcere del Rebibbia, col mandato interrogarono Mohamed, il contrabbandiere marocchino delle armi. Dopo vari tentativi e stipulato diversi patti sul futuro del furfante, riuscirono a scrivere una lista di 5 clienti.

5

L’indagine dei due cominciò dalla scena del crimine: il giardino della villa, dove individuarono l’esatta posizione del cadavere, contrassegnata da dei cartellini poggiati per terra che segnavano le distanze e il disegno col gesso rappresentante la sagoma del capitano. Successivamente iniziarono a guardarsi in giro cercando di individuare le possibili postazioni di tiro dell’assassino. Continuando a perlustrare Mario si accorse che uno dei due proiettili aveva mancato il capitano Carlo e, il bozzolo era di un grosso calibro, quindi di un grosso fucile da caccia o direttamente di un cecchino, Giuseppe corse in macchina e prese il binocolo per poter vedere le postazioni lontane del presunto assassino;

6

guardarono i tetti delle case vicine, i balconi e le finestre ma ancora non riuscirono ad individuare nulla di sospettoso. Mario si ricordò che, due settimane prima aveva compiuto un arresto di un contrabbandiere di armi da caccia e, decise di recarsi in obitorio per vedere se il proiettile che uccise il capitano coincidesse con i proiettili confiscati al contrabbandiere

Dopodiché corsero in obitorio per prelevare il proiettile che aveva ucciso il capitano: lo analizzarono e, come sospettava Mario il proiettile venne riconosciuto come di contrabbando, uguale a quelli trovati nell’arresto precedente. Allora Giuseppe guardò il collega e suggerì: “domani mattina dovremo interrogare il contrabbandiere e individuare tutti i suoi ultimi clienti” Mario rispose con convinto: “certo, ottima idea!”

La mattina seguente Mario andò a prendere in macchina il collega e, Giuseppe, notò le armi che Mario teneva in auto e gli fece i complimenti per la pulizia e l’ordine con cui erano riposte.

7

Intanto arrivarono al carcere del Rebibbia, col mandato interrogarono Mohamed, il contrabbandiere marocchino delle armi. Dopo vari tentativi e stipulato diversi patti sul futuro del furfante, riuscirono a scrivere una lista di 5 clienti.

Due nomi richiamarono l’attenzione dei due colleghi: Alfredo Grandi ed Edoardo Magro, tutti e due ex colleghi del capitano ucciso e tutti e due con dei precedenti per detenzione di armi da fuoco illecite e con dei conflitti col capitano riguardanti il lavoro.

 

8

Si fece sera e, di conseguenza Giuseppe invitò il collega a dormire a casa sua. Il mattino seguente Mario si svegliò parecchio tempo prima di Giuseppe e, gli cadde l’occhio su dei fucili d’assalto che il collega teneva vicino all’armadio con delle munizioni affianco ma non ci fece molto caso perchè notò che dal balcone della casa di fianco si scorgeva benissimo il giardino della villa dove vi era stato l’assassinio… Tuttavia non disse nulla e, una volta che Giuseppe si svegliò gli chiese: “chi abita qui affianco a te?” e il collega ci pensò su e poi disse: “è un appartamento vuoto, l’ultima persona che ci abitò se ne andò molti anni fa e da lì rimase inabitato”. Il giorno dopo i due colleghi continuarono l’appostamento a casa di Giuseppe e, all’improvviso, spuntò una persona sospetta, vestita completamente di nero e incappucciata;

9

i due attesero in silenzio fino a quando costui si arrampicò velocemente come fosse un professionista nell’appartamento sospetto.

Solo Mario rimase scioccato ma i due si nascosero dentro per non farsi vedere, chiamarono tempestivamente la centrale per ottenere il mandato di perquisizione ma questo tardò e, una volta entrati il sospettato già era scappato, iniziarono a perquisire la stanza e notarono che, una volta aperta la finestra la traiettoria combaciava con quella utilizzata per commettere l’omicidio. Appese alle pareti trovarono foto del capitano e tutti i suoi spostamenti tracciati con dei pennarelli, tutto accompagnato da delle foto della vittima.

 

10

Aprirono tutti i cassetti e trovarono un trafiletto di giornale riguardante la vicenda in cui il capitano licenziò due poliziotti per brutta condotta e associazione a delinquere e, i due erano gli stessi che erano clienti del contrabbandiere, e, come quel giornale ce ne erano altri 10 riguardanti la stessa situazione.

I due si recarono alla centrale ed emisero un mandato di cattura per tutti e due.

Dopo alcuni giorni una segnalazione interruppe il silenzio di un lungo pomeriggio, i sospettati erano stati individuati in un seupermarket; li arrestarono e, dopo un lungo interrogatorio Mario capì che non erano stati loro due dato che all’ora del delitto loro avevano un alibi ovvero che si trovavano nella città affianco per sostenere un processo in tribunale ma, uno dei due confessò a Mario che i fucili da loro comprati erano già stati rivenduti da loro stessi.

11

Questa confessione lasciò perplesso il tenente e, la sera di cinque giorni dopo la sua mente si illuminò.

il giorno dopo chiamò il suo collega davanti ad una giuria dicendo: “Giuseppe, mi spiace ammetterlo ma sono sicuro…sei stato tu ad uccidere il capitano!” e subito l’altro rispose: “come puoi dire una sciocchezza del genere, non hai le prove!” e Mario subito disse: “qui ti sbagli…la sera che sono stato tuo ospite ho notato dei fucili e delle munizioni in casa tua e, combaciano con la misura di quello che ha ammazzato il capitano e, segretamente durante l’interrogatorio dei due sospettati uno mi ha confessato di aver venduto il fucile e, tu l’hai comprato per effettuare il colpo dall’appartamento abbandonato di fianco al tuo per eseguire la tua vendetta in quanto il capitano anni fa ti aveva tolto dei gradi…la faccenda ancora non l’avevi digerita e la sete di vendetta ti ha portato fino a qui!”

Giuseppe scoppiò in lacrime e confessò, venne immediatamente arrestato.

12
This free e-book was created with
Ourboox.com

Create your own amazing e-book!
It's simple and free.

Start now

Ad Remove Ads [X]
Skip to content