Romanzo di formazione by Emma Agostini - Illustrated by Emma Agostini - Ourboox.com
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Romanzo di formazione

by

Artwork: Emma Agostini

  • Joined Apr 2022
  • Published Books 1

Capitolo 1

 

Avevo solo 8 anni quando i miei genitori si separarono. A quei tempi la separazione tra genitori non era così frequente come oggi e vedere tutti i miei compagni che avevano una bella famiglia unita e felice mi faceva stare male. Prima di allora credevo che era quasi impossibile che le famiglie si potessero distruggere così. Non ci volevo credere, perché proprio a me doveva succedere? Riguardando la situazione ora posso dire che la separazione e il conseguente divorzio fossero l’unica soluzione per salvarmi da tutto quell’inferno. Sentivo litigare i miei un giorno sì e l’altro pure, si sentivano urla continue, anche per le cose più banali come ad esempio il dimenticarsi di fare qualcosa, tenere nascosti nuovi acquisti fatti, per la gestione dei soldi. 

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Mio padre si lamentava sempre delle responsabilità di avere una famiglia, voleva sempre tempo per sé e noi eravamo completamente sulle spalle di mamma e trascorreva molto tempo sui social. Piano piano dalle urla mio padre è passato alle mani e controllava: telefono, borse, macchina, entrate e uscite di casa attraverso l’antifurto di mamma, le stringeva i polsi, salire in piedi sul tavolo per saltarle addosso e per metterle paura, la lasciava rinchiusa in taverna senza mangiare. Ricordo che un giorno mamma stette un’intera notte al freddo in taverna, io le feci un disegno di Anna ed Elsa e lo macchiai con le lacrime che non riuscii a trattenere. Nel disegno le dicevo che era forte e quando glielo diedi mi offrii di prepararle un panino, certo, non sarebbe stata una grande cena ma era tutto ciò che una bambina di 8 anni riusciva a fare.

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Lei mi ringraziò, mi diede un bacino e mi disse che non aveva fame e io me ne andai un po’ triste perché mi sentivo impotente, non potevo fare niente per farla stare meglio. Avrei voluto dire a mio padre che almeno doveva farla mangiare ma la paura mi soffocava e mi bloccava le corde vocali, temevo che anche io quella notte avrei dormito in taverna. 

Meno male che mio fratello non si ricorda tutto ciò perché all’epoca aveva solo 3 anni, non si ricorda nemmeno quella notte in cui durante l’ennesima litigata io e mio fratello ci nascondemmo nelle scale che portavano alle camere per assistere alla scenata e quello che vedemmo ci fece piangere tanto finché non andammo tutti a dormire. 

Mia mamma dal suo canto cercava di non rispondere alle provocazioni di mio padre ma accumulava nervoso su nervoso 

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(che non poteva sfogare andando ad esempio in palestra perché altrimenti mio padre non aveva soldi per comprarsi le biciclette e non ci si poteva permettere di spendere altri soldi) e capitava che si arrabbiava anche per poco con me e mio fratello. Era diventata insicura su tutto perché veniva sempre sminuita soprattutto quando invitavamo ospiti a cena e mio padre si mostrava come quello che in casa faceva tutto quando invece non aiutava mai nelle faccende domestiche. Iniziai ad avere forti mal di pancia e a prendere delle gocce per l’ansia che a mio avviso non hanno mai funzionato perché il problema principale era la situazione in cui vivevo. Oltre ad alzare le mani mio padre iniziò a far finta di andare via di casa preparandosi un borsone e stava fuori casa per mezza giornata,

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mandava messaggi in cui diceva che non ce la faceva più e che si voleva buttare da un ponte, finché io o mamma non lo chiamavamo per pregarlo di tornare a casa o per sapere dove era e come stava. Il giorno della separazione ricordo che, dato che mio padre non abitava più nella casa con me, mio fratello e mamma a Canavaccio, mamma era molto felice, per lei è stata un passo molto importante, aveva avuto il coraggio di convincersi che poteva vivere anche senza babbo, io ero felice che mamma fosse riuscita a fare questo grande passo ma ero triste che da quel momento in poi non avremmo più vissuto tutti insieme, anche se in casa mio padre era molto assente, la sera ad esempio preferiva giocare o guardare i social al posto di stare in famiglia.

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A volte penso che sarebbe stato meglio se non fossi nata perché mamma si sarebbe rifatta una vita al cento per cento, ad esempio sarebbe potuta anche partire lontano da qui e ripartire da zero, sarebbe rinata, invece a oggi io e mio fratello siamo oggetto delle discussioni (tramite mail) tra i miei genitori.      

Appena dopo che si sono separati speravo che un giorno i miei genitori non dico si fossero rimessi insieme ma che avrebbero provato a riappacificare i rapporti invece le cose hanno sempre continuato a peggiorare e attualmente non si possono vedere. Io non dormivo a casa di babbo perché aveva solo una camera con un letto matrimoniale e io non riuscivo a dormirci insieme sapendo soprattutto che era la casa in affitto del fratello del mio nonno paterno. 

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Mio fratello non si è mai fatto questo tipo di problema e ci dormiva un giorno dato che gli serviva il pigiama io e mamma glielo abbiamo portato a casa di mio padre. I miei hanno iniziato a litigare sulla soglia della porta e a un certo punto mio babbo chiude la porta con in mezzo la mano di mamma e quando lei ha iniziato a urlare che le faceva male gli ha permesso di toglierla e ce ne siamo andate velocemente. Casualmente mio nonno (paterno) si trovava a casa di suo fratello (zio di mio padre, il proprietario della casa in cui era in affitto) e ci ha iniziato a seguire con il suo furgoncino bianco fino a raggiungere i carabinieri. Mamma e mio nonno hanno iniziato a litigare, io sono scoppiata a piangere. 

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La caserma era vuota. A un certo punto mio nonno ha iniziato ad alzare le mani e addirittura voleva strapparle il telefono dalle mani io ho iniziato a suonare il campanello della caserma più e più volte con la speranza che rispondesse qualcuno e poi decisi di mettermi in mezzo intimando nonno di smettere di toccare la mamma la risposta che ho ricevuto è stata: “Ma Emma, io non farei mai del male alla mamma. L’ho toccata appena, poi, lo sai che io ti voglio bene ti regalo sempre i soldi”. In quel momento avevo il nervoso a mille e piangevo fortissimo, i soldi che mi regalava non avrebbero potuto cancellare quello che ha fatto. Non ci capivo più niente, mio nonno, sì proprio lui, aveva messo le mani addosso a mamma, come si era permesso?

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In dialetto si dice che la stecca vien dal ciocc: mio nonno ha sempre trattato male la nonna e mio padre vedendo ciò fin da piccolo lo ha assimilato e ha replicato quando è diventato grande. Mamma ha sempre portato rispetto al nonno quindi non aveva assolutamente motivo per comportarsi così. Anche se mamma si era separata da mio padre erano fatti loro lui non doveva intromettersi. Fortunatamente dopo un po’ è arrivato il maresciallo insieme a un carabiniere molto bello. Il maresciallo si è occupato della questione tra mamma e nonno mentre io stavo in un’altra stanza con questo carabiniere al quale chiesi un po’ d’acqua e mi misi a parlare con lui. Ricordo che mi regalò un calendario che ho tutt’ora. Infine ricordo che il maresciallo mi disse che avevo fatto bene a suonare così tanto il campanello perché si erano attivate delle telecamere e 

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se un giorno mamma avesse voluto esporre denuncia c’erano molte prove. Fino a tre anni fa io non volevo mettere piede in casa dei miei nonni, ora, lo faccio solo per mia nonna, che poi ci sta male, ma quella ferita è ancora aperta. 

Nei primi tempi dopo questa rottura mio padre ha sempre cercato di convincermi che la colpa di tutta quella situazione era della mamma: era lei quella sbagliata, quella che aveva scelto di separarsi, parlava di un tradimento ma ero consapevole che mamma non avrebbe mai fatto una cosa del genere, infatti poi col tempo scoprii che si trattava semplicemente di un rapporto di amicizia. Sapevo benissimo che era stato mio padre il primo a fare le valigie e cercare un’altra casa in cui vivere e dato che aveva trovato “l’affare” quasi era come se pregasse mamma di lasciarlo. 

 

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La cosa che mi avrebbe distrutto maggiormente era venire a scoprire che uno dei due si sarebbe innamorato di un’altra persona. Ero terrorizzata da questo pensiero. Mio padre o mia madre con un altro fidanzato o fidanzata…mi ripetevo:” Tranquilla Emma, è impossibile credere nell’amore dopo quello che è successo”. E invece come sempre mi sbagliavo. Un giorno mentre mamma mi aveva prestato il suo telefono vidi diversi screen di post di ragazze su Facebook e sotto tutti i commenti di mio padre che faceva dei complimenti a tutte queste donne, a volte anche un po’ volgari e risalivano a date in cui i miei non erano ufficialmente separati. In quel momento mi vergognavo di mio padre…stava con tutte quelle donne? Come le ha conosciute? Ma come gli è saltato in mente? Poi era lui quello che veniva ad accusare mamma di un tradimento?! E lui cosa aveva fatto? 

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È vero che magari non c’era più del sentimento ma ciò non lo autorizzava a fare queste cose, il rispetto prima di tutto. Decisi di non dire a mamma che lo avevo scoperto. In fondo non era proprio fidanzato, saranno state tutte storielle di una notte. Provavo solo ripudio verso il suo comportamento. Lasciai correre la cosa.

Dall’inverno di due anni fa iniziai a notare la macchina di mio padre parcheggiata davanti alla casa di una signora (mamma separata di un mio coetaneo), specialmente di notte e rimaneva lì fino alla mattina (lo si vedeva perché la macchina era congelata). Pensavo che anche lei fosse solo cosa di qualche notte ma iniziò a spargersi la voce che stavano insieme e ricevetti la conferma da un mio compagno di classe che era il vicino di casa di questa nuova fiamma di mio padre. Aspettai il giorno giusto per parlare di questo argomento con mio padre 

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perché ero molto arrabbiata e avrei detto tutto quello che pensavo in modo nudo e crudo. Scelsi un giorno in cui mio fratello non era presente in casa. Scoppiò una grande litigata al punto che vomitai, rimproverai a mio padre tutto quello che aveva fatto e soprattutto il fatto che non me lo aveva detto, sfogai tutta la rabbia che avevo. Aveva paura di dirmelo, mi disse, ma cosa credeva che se lo avessi scoperto così sarebbe stato meglio? Da quel giorno in poi c’è una frattura nel rapporto con mio padre che ha cercato più volte di rimettere a posto facendomi i regalini ma ancora non c’è riuscito, non riesco a fidarmi di lui. Non riesco più a dirgli “ti voglio bene” o ad abbracciarlo di mia spontanea volontà, a volte mi sembra che sia un mio conoscente, ha la sua donna dicesse a lei “ti amo” o abbracciasse a lei, io sto bene così da 4 anni. 

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Da piccola non avrei mai pensato che il rapporto con mio padre si sarebbe evoluto così perché si era creato quel legame speciale e innato tra babbo e figlia che è difficile da spiegare a parole eppure si è demolito del tutto. Ancora per me è difficile accettare che c’è un’altra donna nella sua vita e che piano piano me la vuol far conoscere ma non la farò mai entrare a far parte della mia vita ma mi sono rassegnata al fatto che non posso cambiare le cose, non posso impedirgli di seguire i suoi sentimenti. Ad oggi anche mio fratello sa che mio padre si è rifatto una vita ma a lui non dà fastidio che è legato sentimentalmente ad una nuova donna a lui infastidisce la sua presenza ad esempio quando ci viene a trovare o viene invitata a delle cene, vorrebbe più stare tra “metà famiglia”.

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In fondo ha ragione non ce l’ha mai presentata ufficialmente, per noi è una sconosciuta. 

Dopo tutto quello che mi è successo molti potrebbero pensare che non credo nell’amore, anche se sono ancora una ragazzina. Ma invece vi sbagliate, grazie a mamma ci credo. Lei, come disse Ermal Meta “da un libro di odio mi ha insegnato l’amore”, infatti, mamma dice sempre che se trovi la persona giusta, che ti fa stare bene, che ti accetta per quello che sei, non ti sminuisce, ti rispetta si può creare un bellissimo rapporto sano che dura per sempre. Mi emoziono sempre quando incontro coppie sposate di vecchietti che passeggiano e si tengono per mano, sicuramente anche il loro rapporto avrà avuto alti e bassi ma il loro amore è talmente forte che gli ha permesso di superare tutto.

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Anche io avrei voluto vedere i miei genitori così: fare l’uno il bastone della vecchiaia dell’altro. 

Non voglio cancellare il mio passato perché mi ha permesso di essere quello che sono e ho imparato soprattutto a capire che un amore malato non è amore, che se la persona a cui vuoi bene (che può essere sia un amico sia il tuo fidanzato) non ti rispetta è meglio perderla che star male a causa sua.

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