I musicanti di Brema

by Nicole Agnolo

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I musicanti di Brema

  • Joined May 2019
  • Published Books 4

C’era una volta un vecchio asino che aveva lavorato sodo per tutta la vita. Ormai non era più capace di portare pesi e si stancava facilmente, per questo il suo padrone aveva deciso di abbandonarlo in un angolo della stalla ad aspettare la morte. L’asino però non voleva trascorrere così gli ultimi anni della sua vita, quindi decise di andarsene a Brema, dove sperava di poter vivere facendo il musicista.

2

Si era incamminato da poco quando incontrò un cane, magro e affaticato.
“Come mai hai il fiatone?” gli chiese l’asino.

“Sono dovuto scappare in tutta fretta per salvare la pelle, perché Il mio padrone voleva uccidermi. Ora che sono vecchio non gli servo più” disse il cane. “Purtroppo, è vero – continuò – non sono più capace di rincorrere la selvaggina come una volta, e sono così debole che non spavento più nessuno. Ma ora come farò a procurarmi da mangiare?” concluse sconsolato.

“Vieni a Brema con me!” gli propose l’asino. “Laggiù faremo fortuna con la musica; io suonerò il liuto e tu mi darai il ritmo con il tamburo”.

Il cane accettò la proposta e s’incamminò con il nuovo amico.

3

Non avevano percorso molta strada che s’imbatterono in un gatto che miagolava disperato.
“Come mai ti lamenti in questo modo?” gli chiese l’asino.

“Sono vecchio e soffro d’artrite, per questo non sono più agile come una volta. Devo stare al caldo, ma ieri il mio padrone, vedendomi riposare vicino al caminetto, si è infuriato! Mi ha accusato di essere un fannullone, mi ha rimproverato di non saper acciuffare nemmeno un topolino e mi ha cacciato da casa, senza pietà! Pensare che l’ho servito fedelmente per tutta la vita! Ora non so proprio dove andare!” rispose singhiozzando il gatto.

“Allora vieni a fare il musicista con noi a Brema!” gli dissero insieme l’asino e il cane.
Il gatto non se lo fece ripetere due volte e pieno di speranza si unì a loro.

4

Passando davanti a una fattoria, furono distratti da un gallo che schiamazzava rincorso dal padrone. “Mi vuole tirare il collo! Vuole me perché non ha un tacchino da cucinare per il pranzo della domenica! Mi vuole tirare il collo!” urlava terrorizzato.

I tre compari gli gridarono: “Vieni con noi! Con la tua bella voce conquisteremo Brema!”
Non ebbero il tempo di aggiungere altro che, appollaiato sulla schiena dell’asino, sentirono il gallo che li incitava: “Corriamo, corriamo, prima che il padrone mi acchiappi!”

Una corsa disperata fin nel folto del bosco. Lì finalmente ripresero fiato.

5

Ormai si era fatto buio e, si sa, di notte non è prudente viaggiare. Dovevano cercare qualcosa da mangiare e un posto per dormire, almeno per quella notte. Rifocillati e riposati, l’indomani sarebbero ripartiti per Brema. Fu in quel momento che sentirono dei rumori.

Nascosti tra i cespugli, si guardarono intorno e videro una casa; ecco da dove arrivavano brusio, risate e… un delizioso profumo d’arrosto! Erano proprio stanchi e affamati! Cercando di non fare rumore si avvicinarono alla casa e, senza farsi vedere, guardarono all’interno attraverso la finestra.

6

Non potevano credere ai loro occhi! In mezzo alla stanza c’era un tavolo colmo di prelibatezze: un tacchino ripieno, mortadelle invitanti, formaggi di tutti i tipi, pane d’ogni forma, torte profumate, frutta fresca…

“Potremmo chiedere ospitalità…”. Non ebbero nemmeno il tempo di aggiungere altro che i quattro amici videro avvicinarsi al tavolo tre ceffi paurosi. Dunque, quello era il covo dei briganti! Se quei tipacci li avessero visti, sarebbe stata la loro fine.

7

Si sa che la fame aguzza l’ingegno. Nascosti tra i cespugli, studiarono un piano diabolico che avrebbe spaventato quei briganti, così da obbligarli a scappare dal loro covo e da lasciare tutto quel ben di dio da mangiare a loro completa disposizione. Nel buio della notte, sentendo le voci rumorose dei briganti, si avvicinarono alla finestra. In silenzio perfetto l’asino appoggiò le zampe sul davanzale, il cane balzò sul dorso dell’asino, il gatto si arrampicò fin sulla testa del cane e il gallo si appollaiò sulle spalle del gatto. Quindi, ad un cenno dell’asino, diedero inizio al loro primo concerto: IHA! BAU! MIAO! CHICCHIRICHÌ!… e fu tutto un ragliare, abbaiare, miagolare e schiamazzare. Un inferno!

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Terrorizzati, i tre briganti cercarono di fuggire lontano, ma all’uscita furono investiti da un essere che calciava, graffiava, mordeva, beccava. Che terrore! Scapparono per non tornare mai più lì.

A questo punto, i quattro amici non ci pensarono due volte: si precipitarono all’interno della casa, senza esitare si sedettero intorno al tavolo e… credo siano ancora lì che mangiano e ridono, che ridono e mangiano. Lì era il Paradiso!

 

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