Il ragazzo di Cernobyl

Era una fredda giornata invernale a Cernobyl, quando arrivò a casa del Signor Vladimir una lettera firmata dal governo dell’U.R.S.S. Vladimir aprì la lettera e lesse che era obbligato ad arruolarsi all’esercito Sovietico.
Entrato in casa disse a sua moglie:”Amore, devo partire per Mosca”

La moglie rispose :” Perché? “

lui rispose : “ sono obbligato ad arruolarmi nell’ esercito “ .

”Sei sicuro? Sono molto preoccupata.”

”Mi dispiace, ma sono obbligato. Ti prometto che farò attenzione.”

Vladimir iniziò a preparare le valigie e partì per Mosca. Una volta arrivato a Mosca, iniziò le visite di idoneità fisica per arruolarsi nell’esercito. Dopo essere stato inserito all’interno di un battaglione Sovietico, partirono per il fronte.

Arrivati al fronte iniziarono a combattere contro i tedeschi.

Ad un certo punto Vladimir e il suo battaglione vennero circondati e fatti prigionerei di guerra.

In prigione, presi dalla disperazione, iniziarono a pensare a pensare a un modo per uscire; il loro piano era quello di rompere le grate con un tubo di metallo staccato a calci il giorno prima dal lavandino. Mentre mettevano in atto il loro piano l’U.R.S.S stava attaccando i tedeschi per la riconquista della Polonia.

I Sovietici riuscirono nel loro intento, cioè a battere i tedeschi e liberare i loro soldati prigionieri. Il giorno dopo la riconquista Vladimir tornò a casa dalla sua famiglia a Cernobyl. E Vladimir disse :”Sono tornato.”