– Dove eravamo rimasti? – chiede la maestra.
Ci guardiamo intorno con aria incerta.
Mi ricordo che gli Ebrei erano un popolo che intorno al 2000 a.C. si è spostato dalla Mesopotamia alla Terra di Canaan.
Dopo essere stati quasi cinque secoli in Egitto, tornarono alla cosiddetta Terra Promessa e lì formarono il Regno di Israele con capitale Gerusalemme.
Mi ricordo anche che Leone ha fatto un bel cartellone sugli Ebrei, magari potrebbe portarlo in classe, giusto per rinfrescarci un po’ la memoria.
Ah sì! Adesso mi ricordo!
Il racconto del libro di Storia si interruppe al 70 d.C. quando gli Ebrei furono costretti alla Diaspora, a causa della conquista dei loro territori da parte dei Romani.
Cosa significa Diaspora? Guarda il video se non te lo ricordi bene (ma se vuoi guardalo comunque perché è molto chiaro).
Bene, adesso che abbiamo le idee un po’ più chiare, possiamo ripartire!
LA DIASPORA
Gli Ebrei sopportarono male la dominazione dei Romani: più volte si ribellarono e Gerusalemme fu distrutta nel 70 d.C. ad opera di Tito.
Moltissimi Ebrei furono portati a Roma, venduti come schiavi e dispersi in varie parti del mondo (diaspora).
Lentamente ricomposero le loro comunità nei paesi che li ospitavano, mantenendo intatta la loro religione e le loro tradizioni.
Gli Ebrei seguivano e seguono tuttora i precetti provenienti dalla Torah (che in ebraico significa insegnamento) e dal Talmud.
La Torah è il testo sacro degli Ebrei, si compone di 5 libri ed è la parola di Dio, contiene 613 comandamenti.
Il Talmud fu scritto nel corso del tempo da molti rabbini, è la guida per il giusto comportamento perché dà indicazioni su tutti gli aspetti della vita, interpretando le parole della Bibbia (alimentazione, divorzio, matrimonio, preghiere, feste, lavoro …).
LE FESTE PRINCIPALI
Per gli Ebrei siamo appena entrati nell’anno 5782! Perché? Secondo voi da quando si iniziano a contare gli anni?
Il nostro giorno di festa è la Domenica, invece per gli Ebrei è il Sabato, o meglio lo SHABBAT. In questo giorno non si lavora e non si compie alcun gesto che porti ad una minima trasformazione della natura, come ad esempio cucinare o accendere luci. I cibi vengono preparati il venerdì mattina perché lo Shabbat inizia col tramonto del venerdì sera. Il giorno dopo si va in sinagoga a leggere la Torah. La giornata si trascorre in famiglia e termina quando in cielo appaiono le prime tre stelle.
A settembre si celebrano due feste importantissime: Rosh a Shanà e Yom Kippur.
ROSH A SHANÀ
il capodanno ebraico, in questa occasione per risvegliare le coscienze, cioè per pensare a quanto fatto nell’anno passato e quanto si potrebbe fare in quello futuro, viene suonato lo SHOFAR … che cos’è?
YOM KIPPUR
giorno dell’espiazione, dedicato al digiuno e alla preghiera. È il giorno più sacro dell’anno in cui si chiede perdono dei propri peccati.
Altre feste molto importanti sono:
SUKKOT = capanne
viene costruita una piccola capanna all’aperto, in cui consumare i pasti e magari anche dormire per una settimana. Questo per ricordare quando gli Ebrei in fuga dall’Egitto vivevano sotto le tende nel deserto.
PESAH = passaggio
ossia Pasqua, si ricorda il passaggio del Mar Rosso e quindi il passaggio dalla schiavitù alla libertà.
1^ Missione: a che festa si riferiscono le foto seguenti?
IL GHETTO DI VENEZIA
NASCITA
Nel corso dei secoli, le comunità ebraiche furono spesso perseguitate perché i cristiani imputavano agli ebrei la morte di Gesù. In alcuni paesi e in alcuni periodi storici ebbero più libertà in altri meno. In Spagna fino alla metà del 1400 ci fu una grande e prospera comunità ebraica che viveva in pace ed armonia con cristiani ed arabi. In generale però dovunque vivessero, gli ebrei dovevano pagare tasse, indossare abiti o cappelli o simboli che li distinguessero dagli altri.
Non potevano svolgere tutti i mestieri e non potevano possedere terreni perciò la maggior parte faceva questi lavori:
- commercianti;
- medici;
- prestavano denaro con interesse (come oggi le banche).
Spesso erano segregati nei ghetti (quartieri separati dal resto della città).
La presenza degli ebrei a Venezia è documentata fin dagli inizi del XI secolo.
I primi ad arrivare provenivano dall’Europa dell’est (detti ashkenaziti), poi giunsero gli ebrei spagnoli (detti sefarditi) e del Portogallo.
A poco a poco divennero una comunità numerosa ed importante.
Avendo la necessità di organizzare la presenza ebraica a Venezia, il governo della Repubblica Serenissima con decreto del 29 marzo 1516 stabilì che tutti gli ebrei dovessero abitare in una sola zona della città, scegliendo a tale scopo, l’area dove erano anticamente situate le fonderie, “geti” in veneziano.
Inoltre questo decreto stabiliva che tutti gli ebrei dovevano indossare un segno di identificazione e dovevano gestire i banchi di pegno a tassi di interesse stabiliti dalla Repubblica.
Ancora oggi sotto uno dei portici del Campo del Ghetto Nuovo è possibile vedere l’insegna del Banco Rosso.
Con questo decreto gli ebrei dovevano rispettare anche le regole dell’apertura mattutina e chiusura serale del grande portone che si trova all’ingresso del ghetto.
L’unica libertà concessa era quella di praticare liberamente il culto e la religione ebraica ed in caso di guerra Venezia si impegnava a proteggere la comunità ebraica.
I primi ebrei che accettarono queste regole furono quelli provenienti dall’Europa centrorientale. Fu a causa della loro pronuncia che la parola veneziana “geto” venne storpiata in “ghetto”, dando così origine alla parola usata ancora oggi.
NACQUE COSÌ IL PRIMO GHETTO D’EUROPA
Il ghetto oggi indica un luogo, un quartiere separato dal resto della città, dove si concentrano a vivere persone appartenenti allo stesso gruppo etnico.
2^ Missione: coloriamo sulla cartina i vari Sestieri di Venezia. Quanti sono secondo te i Sestieri?
LE SINAGOGHE
Questa parola deriva dal greco e significa CASA DI RIUNIONE (in ebraico si dice Beith a Knesset), è il luogo dove gli ebrei si riuniscono per studiare, stare insieme e pregare.
L’ESTERNO si confonde spesso con le altre case, perché gli ebrei non volevano che il loro luogo di culto fosse riconoscibile.
L’INTERNO è completamente privo di immagini, quadri o statue perché per gli ebrei Dio, e neppure l’uomo che secondo la Bibbia è fatto a Sua immagine, possono essere rappresentati.
Le sinagoghe sono decorate con fiori, foglie e frutta. Al loro interno troviamo:
- ARCA SANTA = armadio che contiene i rotoli della Torah
- PULPITO = per la lettura della Torah
- LAMPADA sempre accesa = indica la presenza della Torah
- TELO DECORATO = ricopre l’arca santa e il rotolo della Torah
Questo è un breve video sulla Sinagoga di Roma.
… Veniamo ora alle sinagoghe di Venezia
Le sinagoghe o “scole” in veneziano, vennero fatte costruire tra il 1500 e la metà del 1600 dai vari gruppi di ebrei provenienti dall’Europa.
Le sinagoghe sono 5:
- SCOLA TEDESCA
- SCOLA CANTON
- SCOLA ITALIANA
- SCOLA LEVANTINA
- SCOLA SPAGNOLA
Vediamo un po’ come sono al loro interno le sinagoghe di Venezia.
https://www.museoebraico.it/le-sinagoghe/
https://www.youtube.com/watch?v=ySGPDQ4iXKs
Se guardate una foto del ghetto (e speriamo anche di poterci andare!) vedrete che i palazzi sono molto alti. Questi subirono molti lavori per recuperare spazio e, per costruire nuovi appartamenti, furono dimezzate le altezze in modo da raddoppiare il numero delle abitazioni in uno stesso palazzo.
Questo dimostra che con il passare del tempo sempre più ebrei arrivarono a Venezia per viverci stabilmente.
Nel 1797 la repubblica di Venezia decadde e Napoleone decretò la fine della segregazione degli ebrei e li rese CITTADINI UGUALI AGLI ALTRI.
IL NAZISMO
COSA SUCCESSE POI?
SUCCESSE CHE …
In Germania, dopo la fine della Prima Guerra Mondiale (1918), in un momento di gravi difficoltà per i tedeschi, nacque il Nazional-socialismo o Nazismo.
La guerra aveva portato disoccupazione e povertà e il fondatore del partito, Adolf Hitler, si proponeva di risollevare il paese e di renderlo forte e potente.
Con questi propositi, riuscì a conquistare la fiducia della gente e un potere assoluto da dittatore.
L’ideologia nazista si basava sul pregiudizio che l’umanità fosse divisa in razze, alcune superiori, altre inferiori.
Le prime avevano diritto di dominare le seconde e, se necessario, di distruggerle.
I nazisti consideravano gli ebrei la peggior razza umana, perciò li perseguitarono fino a teorizzare la “soluzione finale” ovvero lo sterminio di tutti coloro che appartenevano alla cultura ebraica.
Ma prima di proseguire chiariamoci un po’ le idee sulle parole e sul loro significato.
Le parole, ragazzi, hanno un peso, cerchiamo di usarle in modo consapevole.
L’Accademia della Crusca, che è l’Istituzione più importante che si prende cura della lingua italiana e la studia nel profondo, ci dice che il termine razza deriva “dall’antico francese haraz, che indica un allevamento di cavalli, una mandria, un branco … deve essere intesa alla luce del suo significato originario e dovrebbe essere usata solo per definire un’identità non umana”.
L’Istituto Superiore della Sanità ci dice altre cose interessanti e cioè che il termine razza è normalmente usato quando si parla di animali. È esperienza comune, infatti, rivolgersi al proprietario di un cane per chiedere “di che razza è?”.
Tuttavia, per lungo tempo anche gli esseri umani sono stati suddivisi in “razze” diverse, tenendo conto di differenze fisiche come il colore degli occhi, della pelle e dei capelli.
Diversi ricercatori allora decisero di capire se effettivamente a queste differenze esteriori corrispondesse una differenza più profonda. Per fare questo studiarono il DNA (una molecola che racchiude tutte le informazioni di ogni essere vivente) di 7 “razze”:
- i caucasici (europei e abitanti affacciati sul Mediterraneo);
- gli africani sub-sahariani;
- i mongolidi (Asia orientale);
- le popolazioni del Sud-est asiatico;
- gli aborigeni australiani;
- le popolazioni dell’Oceania;
- i nativi delle Americhe (amerindi).
Cosa scoprirono?
SCOPRIRONO CHE …
guardando all’interno del DNA non c’è differenza, se non minima, tra gli esseri umani.
Le differenze del colore della pelle, degli occhi e dei capelli, pur essendo le prime caratteristiche che l’occhio umano nota, non ci rendono specie diverse.
Riferendosi alla specie umana, si preferisce ormai non parlare più di razze ma di popolazioni o di etnie, ossia gruppi di individui che occupano un’area geografica precisa o gruppi di persone con lingua, tradizioni, cultura, religione, stili di vita comuni e con antenati che, almeno alle origini, abitavano in uno stesso territorio.
3^ Missione: adesso cercate voi sul sito della Treccani altri termini che incontreremo e scrivetene il significato sul quaderno.
- Olocausto
- Shoah
- Antisemitismo
- Genocidio
Una volta trovati i vari significati, ragioniamo sul termine più corretto da usare quando si parla dello sterminio degli ebrei: Olocausto o Shoah?
A voi la parola …
Torniamo alla Storia.
Il Nazismo riteneva dunque che la razza ariana fosse superiore alle altre e che le colpe della pessima situazione economica che stava vivendo la Germania fossero soprattutto degli ebrei.
Hitler concentrò il malcontento della popolazione tedesca sugli ebrei che iniziarono così a subire discriminazioni sempre più pesanti.
Chi riuscì a capire il pericolo in tempo e ne ebbe la possibilità economica, cercò di scappare in altri paesi, ma questo fu possibile solo per pochi privilegiati. La maggior parte della popolazione non aveva il denaro necessario per emigrare e soprattutto non pensava che si sarebbe mai potuti arrivare a sterminare un intero popolo nel bel mezzo dell’Europa del 1900.
Nel 1935 la Germania promulgò le cosiddette leggi razziali che negavano i diritti civili agli ebrei.
I divieti aumentarono anno dopo anno.
Ve ne elenco solo alcuni.
Gli ebrei non possono avere beni, proprietà, se le hanno le devono vendere, ma il denaro che ne ricavano va allo stato tedesco.
Gli ebrei non possono acquistare nei negozi ma ricevono, solo a partire dai 6 anni, razioni appena sufficienti per la sopravvivenza.
Vengono vietati i matrimoni misti. Vengono vietati quasi tutti i lavori, i bambini possono frequentare solo le scuole ebree.
È vietato l’accesso ai luoghi pubblici, alle spiagge e ai luoghi di villeggiatura.
Viene ritirata la patente , è proibito avere un telefono, sui documenti ci deve essere la dicitura “razza ebraica” ed è obbligatorio uscire con il contrassegno della stella gialla.
NEL 1938, dopo essersi avvicinata molto alla Germania nazista, ANCHE L’ITALIA EMANA LE LEGGI RAZZIALI.
Gli ebrei in Italia erano circa 46.000 su una popolazione di 44 milioni, erano completamente assimilati e risentirono di queste restrizioni in modo molto più crudele poiché fino a quel momento erano stati accettati pienamente.
Tantissime attività e numerosi mestieri vennero vietati agli ebrei italiani.
Agli ebrei furono precluse molte professioni, tra cui di giornalista, medico, farmacista, veterinario, avvocato, ingegnere, architetto, chimico, geometra.
Ai ragazzi “di razza ebraica” non fu più consentito frequentare le scuole di ogni ordine e grado, tranne quelle eventuali per soli ebrei.
Le persone “di razza ebraica” non poterono insegnare nelle scuole e università, tranne che nelle scuole per soli ebrei. (leggiamo la testimonianza di alcuni di quei ragazzi)
Il 1° settembre 1939 inizia la Seconda Guerra Mondiale ed in tutti i paesi occupati dalla Germania (Polonia, Francia, Olanda, Belgio, Norvegia, Danimarca …) la situazione per gli ebrei peggiora sempre più.
I gerarchi nazisti decisero di portare a termine lo sterminio di tutti gli ebrei.
Ammassarono la gran parte degli ebrei dell’Est in ghetti, dove la mortalità era altissima a causa della fame, delle malattie e delle terribili condizioni in cui le persone erano costrette a vivere.
Contemporaneamente iniziarono le deportazioni verso i campi di concentramento o di sterminio.
La prima grande retata di ebrei italiani si ebbe la notte tra il 15 ed il 16 ottobre del 1943 nel ghetto di Roma.
https://www.raiplay.it/video/2018/10/Ulisse-Il-piacere-della-scoperta-Viaggio-senza-ritorno-7f6e873c-761b-47d2-976e-a439f73e3c22.html
SAI DOVE SI TROVA QUEL MONUMENTO E COSA RAPPRESENTA?
Si trova su uno dei lati del campo del Ghetto Nuovo a Venezia ed è costituito da sette formelle in bronzo, opera dell’artista lituano Arbit Blatas, che ricorda le vittime della deportazione nazista.
In realtà non moltissimi degli ebrei che vivevano a Venezia furono deportati nei campi di concentramento durante l’occupazione nazista della città nel 1943, grazie al coraggio e alla determinazione di Giuseppe Jona, capo della Comunità ebraica di Venezia durante la seconda Guerra mondiale.
Quando i nazisti occuparono Venezia, chiesero a Giuseppe Jona, un medico stimato, di portare al loro quartier generale gli elenchi di tutti gli ebrei residenti a Venezia, che erano in suo possesso. La mattina della consegna Jona decise invece di bruciare gli elenchi e di togliersi la vita, temendo rappresaglie.
Grazie al suo sacrificio, i nazisti non furono più in grado di individuare gli ebrei veneziani e così delle circa 1.200 persone che componevano la Comunità, 246 vennero deportati, mentre gli altri riuscirono a salvarsi.
Di quei 246 condotti ad Auschwitz, solo 8 tornarono a casa.
Una lapide in ghetto ne ricorda tutti i nomi.
In totale le vittime ebree della Shoah furono 6 milioni.
Ragazzi, pensate che in Veneto siamo circa 4.900.000.
ANNE FRANK
ADESSO ASCOLTIAMO LA VOCE DI UNA RAGAZZA
aveva più o meno la vostra età, si chiamava Anne Frank …
Annelies Marie Frank, da tutti chiamata Anne, nasce il 12 giugno 1929 a Francorforte sul Meno in una famiglia ebrea.
Per i primi quattro anni della sua vita vive in un tranquillo quartiere della periferia della città ma nel 1933 – con la salita al potere di Hitler – il padre, Otto Frank decide di lasciare la Germania e aprire in Olanda una filiale della famosa ditta di pectina Opekta.
La famiglia di Anne era composta dalla mamma Edith, dal papà Otto e dalla sorella Margot.
La famiglia si trasferisce ad Amsterdam nel 1934.
Anna e Margot si integrano velocemente nella società olandese. Anna frequenta una scuola montessoriana fino a quando, il 10 maggio del 1940, l’esercito nazista invade l’Olanda e la famiglia Frank, come tutti gli ebrei, si trova soggetta alle leggi razziali.
Otto Frank riesce a mantenere di fatto la gestione della sua attività cedendone la proprietà a due impiegati cristiani ma – non riuscendo ad ottenere il visto per gli Stati Uniti o per altri paesi sicuri – inizia ad organizzare un rifugio nascosto con l’aiuto di alcuni suoi collaboratori.
Il 12 giugno del 1942, nell’ultimo mese di “libertà” in cui i suoi genitori cercavano di proteggerla dalla situazione drammatica che stavano vivendo, Anna riceve per il suo tredicesimo compleanno il famoso quadernino a quadretti bianco e rosso su cui scriverà il Diario.
Diario che si trasformerà in Kitty – confidente e amica – che le terrà compagnia per tutto il periodo di isolamento.
Meno di un mese dopo, il 6 luglio 1942 la famiglia deve nascondersi nell’alloggio segreto in un piccolo spazio a due piani posto sopra i locali della fabbrica di Otto Frank.
Ad aiutare la famiglia Frank e gli altri “abitanti dell’alloggio segreto” portando loro cibo e notizie per più di due anni sono stati gli impiegati dell’Opetka Johannes Kleiman, Victor Kugler, Bep Voskuijl insieme a Jan e Miep Gies .La vita quotidiana della famiglia Frank e degli altri ospiti del rifugio, i loro pensieri, le loro paure, le sofferenze e le illusioni sono descritte nel Diario di Anna per oltre due anni, 761 giorni.
Gli abitanti del nascondiglio, oltre ai Frank sono il socio di Otto, Hermann van Pels con la moglie Auguste e il figlio Paul e il dentista Fritz Pepper.
Un giorno Anna dovete abbandonare il suo diario in un angolo: alcuni soldati avevano scoperto il nascondiglio e avevano caricato lei e tutti gli altri su un camion. Senza perdere tempo i nazisti li mandarono in un campo di concentramento. Anna scrisse l’ultimo brano del suo diario il primo agosto del 1944, pochi giorni prima di essere scoperta dai nemici.
Finita nel lager di Auschwitz e poi di Bergen-Belsen con sua sorella vi morì qualche mese prima della fine della guerra. A salvarsi fu solo suo padre, a cui fu restituito poi il diario e che decise di farne un libro proprio come avrebbe desiderato sua figlia.
Adesso però leggiamo qualche pagina del suo diario;
scoprirete una ragazza davvero speciale.
IL 27 GENNAIO
Lo Stato Italiano ha stabilito, con la Legge 211/2000 che il 27 gennaio sia celebrato il Giorno della Memoria “al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Perché proprio il 27 gennaio?
I DIRITTI UMANI
La Dichiarazione universale dei diritti umani venne adottata il 10 Dicembre 1948 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a conclusione di un lavoro di stesura guidato dalla volontà di evitare il ripetersi delle atrocità commesse durante la Seconda guerra mondiale.
Il Preambolo della Dichiarazione specifica difatti che «il disconoscimento ed il disprezzo dei diritti umani hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell’umanità», e dunque considera fondamentale che «i diritti umani siano protetti da norme giuridiche, se si vuole evitare che l’uomo sia costretto a ricorrere, come ultima istanza, alla ribellione contro la tirannia e l’oppressione».
Proprio per evitare il ripetersi di conflitti e violenze, la Dichiarazione sancisce i diritti inalienabili di ogni essere umano, senza distinzione di razza, sesso, religione, ideologia politica.
COSA SIGNIFICA LA PAROLA “INALIENABILE”?
I lavori della commissione si aprirono nel 1947 e la prima stesura della Dichiarazione venne presentata nel settembre 1948, per poi essere adottata poco tempo dopo.
L’articolo 1 della Dichiarazione dei Diritti Umani dice che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
LA COSTITUZIONE ITALIANA
Le leggi sono tutte importanti ma ce n’è una più importante delle altre: si tratta della Costituzione. In vigore dal 1948 stabilisce i principi fondamentali della Repubblica, i diritti e i doveri dei cittadini … quindi anche i vostri. Nel nostro Paese, la Costituzione è talmente importante che il Parlamento non può approvare leggi che ne contrastino i principi altrimenti interviene un “tribunale”, la Corte Costituzionale, che le annulla.
Per finire colora l’emblema della Repubblica italiana e … ultima missione, scrivi sul quaderno cosa rappresentano i vari elementi che lo compongono.
Published: Jun 25, 2021
Latest Revision: Jul 16, 2021
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Bello, interressante
Molto Carino
Istruttivo