by Maria Francesca De Santis
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L’ideologia nazista nasce nel primo dopoguerra in opposizione al comunismo che stava prendendo sempre più piede in Europa. L’effettivo partito nazionalsocialista invece si concretizza nel 1920, presentandosi come partito di estrema destra.
Il fondatore di questo partito è Adolf Hitler, un ex-soldato austriaco reduce dalla prima guerra mondiale.
Adolf Hitler nacque a Braunau in Austria, nel 1889.
Orfano di entrambi i genitori, Hitler non ebbe successo né negli studi né nella carriera di pittore, la quale lui voleva intraprendere.
Gli ideali di Hitler si resero ben chiari fin dall’inizio della sua ascesa al potere, infatti lui non si astenette dal proclamarsi portavoce dell’antisemitismo e del nazionalismo.
I suoi obiettivi sono raccolti nel libro ”Mein Kampf” che scrisse in carcere.
Una caratteristica del regime era che imponeva un odio verso gli ebrei e, di conseguenza, anche verso tutte le persone che li proteggevano. Questo fece si che nei cittadini si innescò un forte istinto di sopravvivenza che, per molte persone, andò a prevalere sul rispetto dei diritti umani.
Pur considerando gli Ebrei i loro principali “nemici”, le teorie ideologiche della razza elaborate dal Nazismo presero di mira anche altri gruppi, destinandoli alla persecuzione, alla prigionia e alla distruzione totale, tra i quali i Rom (Zingari), i disabili, i Polacchi, i prigionieri di guerra sovietici, e gli Afro-Tedeschi. I Nazisti consideravano nemici e/o minacce per la sicurezza anche i dissidenti politici, i Testimoni di Geova, gli omosessuali e gli individui definiti asociali, in quanto queste categorie o si opponevano apertamente al regime nazista, o avevano comportamenti che non rientravano nella percezione nazista della norma sociale.
I Nazisti cercarono di eliminare sia chi non si conformava alla loro visione, sia quelli che essi consideravano una minaccia per la purezza della razza.
L’olocausto
L’Olocausto altro non fu che l’assassinio premeditato di milioni di civili innocenti. Il genocidio compiuto dai Nazisti raggiunse dimensioni senza precedenti e si basò su un’ideologia razzista che vedeva gli Ebrei come “una specie parassita”, degna soltanto di venire estirpata in modo definitivo.
L’ideologia nazista si fondava sul concetto della suddivisione della specie umana in razze diverse; credeva che le caratteristiche principali di un individuo, le sue attitudini, le abilità e i comportamenti fossero determinabili dalla razza.
Nella visione di Hitler tutti i gruppi etnici, le razze o i popoli della terra possedevano tratti che venivano trasmessi immutabilmente di generazione in generazione.
Come i Darwinisti, infatti i nazisti credevano che gli esseri umani, fin dal primo comparire della razza umana, nella Preistoria, potessero essere classificati in “razze” ognuna delle quali possedeva caratteristiche specifiche trasmesse geneticamente.
Queste qualità ereditarie riguardavano non solo l’aspetto esteriore e la struttura fisica, ma davano anche forma alla vita interiore e mentale, ai modi di pensare, alle abilità creative e organizzative, ai gusti e ai valori culturali. Oltre che alla forza fisica e al coraggio.
Inoltre i nazisti consideravano fondamentale la salvaguardia della purezza del proprio patrimonio genetico, in modo da preservare le caratteristiche “razziali” uniche delle quali “la Natura” li aveva dotati e che avrebbero permesso loro di prevalere nella lotta alla sopravvivenza.
La scienza ha dimostrato invece che il genere umano è uno solo e come ricorda tra i tanti il documento UNESCO scritto appositamente dopo la seconda guerra mondiale in cui si riconosce soltanto il concetto di gruppo etnico come unico segmento della specie umana in cui sia riscontrabile una vera omogeneità tra gli individui.
Il concetto stesso di razza come suddivisione rigida dei popoli umani è completamente decaduto.
I moderni genetisti hanno dimostrato che con le differenze genetiche tra i popoli non si possono distinguere razze in modo definito, ma che tutti i popoli umani presentano caratteristiche genetiche che variano0 in maniera continua e progressiva. Ecco così che l’idea di razza ariana no ha alcun significato in termini genetici.
Verso la metà del 1900 scoprirono che nel nucleo delle cellule esistevano dei particolari bastoncelli colorati: i cromosomi (46 nell’ uomo). I cromosomi formano una struttura chimica chiamata DNA.
I bambini di Lidice- memoriale
Un intero villaggio distrutto e tutti i suoi abitanti sterminati o deportati, tra loro anche 99 bambini. Questa è la storia di Lidice, un paesino che venne raso al suolo durante la Seconda guerra mondiale dalle SS di Hitler.
Il 10 giugno del 1942 i soldati nazisti distrussero tutto: spararono su molti uomini, donne e bambini. L’eccidio durò per oltre cinque ore e Lidice, a neppure mezz’ora da Praga, in quello che era il protettorato di Boemia e Moravia, scomparve addirittura dalla cartina geografica.
olo nove bambini furono ritenuti idonei all’arianizzazione e vennero affidati a famiglie tedesche, gli altri 99 furono deportati e poi uccisi nelle camere a gas. Oggi li ricorda una grande scultura di bronzo di Marie Uchytilová realizzata negli anni Sessanta, ma completata solo nel 2000.
Kindertransport
Kindertransport fu il nome dato ad un’iniziativa che si svolse tra il dicembre 1938 e il maggio 1940: il Regno Unito accolse quasi 10 000 minori non accompagnati, prevalentemente ebrei, provenienti dalla Germania nazista e dai territori occupati di Austria, Cecoslovacchia e Danzica, sistemandoli presso famiglie affidatarie, ostelli e fattorie. Dopo che la notte dei cristalli tra il 9 e il 10 novembre 1938 aveva visto lo scatenarsi del primo pogrom su larga scala contro la popolazione ebraica del Terzo Reich,[1] l’opinione pubblica mondiale si interessò alle sorti delle minoranze ebraiche tedesche, austriache e cecoslovacche e soprattutto a quella dei bambini. Già il 15 novembre, una delegazione di leader britannici, ebrei e quaccheri, fece appello, di persona, al Primo Ministro del Regno Unito, Neville Chamberlain, perché si avviasse con urgenza un programma di soccorso per i bambini, finanziato da organizzazioni umanitarie e religiose. Il 18 novembre 1938, la Camera dei Comuni discusse l’argomento e approvò il programma, affidato a Norbert Wollheim. Il Regno Unito decise di rimuovere i controlli sull’immigrazione dai paesi interessati per i bambini, che non erano in grado di influenzare il delicato mercato del lavoro. Si fece anche un tentativo di estendere il programma agli Stati Uniti: lo stesso Wollheim scrisse a molti senatori statunitensi, ma il Congresso rifiutò esplicitamente ogni cooperazione con una dichiarazione formale, affermando che ospitare i bambini senza i genitori sarebbe stato contro le leggi di Dio.
L’accoglimento dei bambini in Gran Bretagna richiedeva per ogni bambino reperire una famiglia disposta ad accoglierlo. Le organizzazioni umanitarie promotrici del progetto si impegnarono a trovare case per tutti i bambini e a finanziare le spese di viaggio e di soggiorno sicché nessuno dei rifugiati diventasse un onere finanziario per il pubblico. Per ogni bambino si doveva inoltre versare una somma di 50 sterline a garanzia del futuro ritorno in patria, poiché era inteso che i bambini sarebbero rimasti nel paese solo temporaneamente
Questa parte della storia dovrebbe far riflettere su quanto l’uomo possa essere vergognoso. Impossibile non chiedersi: ma perché uomini fecero a pezzi altri uomini uguali a loro? Qualunque sia la risposta, non sarà mai soddisfacente. Dobbiamo imporci di restare sempre ‘umani’. E, come ha detto la senatrice italiana Liliana Segre nel suo recente discorso al Parlamento Europeo: «Noi dobbiamo essere delle farfalle gialle che volano sopra i fili spinati».
Il discorso finale, il grande dittatore
Nel film il grande dittatore Charlie Chaplin rappresenta in maniera ironica la figura di Hitler, alla fine però pronuncia un discorso molto profondo e significativo.
Mi dispiace, ma io non voglio fare l’Imperatore: non è il mio mestiere; non voglio governare né conquistare nessuno. Vorrei aiutare tutti, se possibile: ebrei, ariani, uomini neri e bianchi. Tutti noi esseri umani dovremmo aiutarci sempre, dovremmo godere soltanto della felicità del prossimo, non odiarci e disprezzarci l’un l’altro. In questo mondo c’è posto per tutti. La natura è ricca, è sufficiente per tutti noi; la vita può essere felice e magnifica, ma noi lo abbiamo dimenticato. L’avidità ha avvelenato i nostri cuori, ha precipitato il mondo nell’odio, ci ha condotti a passo d’oca fra le cose più abiette. Abbiamo i mezzi per spaziare, ma ci siamo chiusi in noi stessi. La macchina dell’abbondanza ci ha dato povertà; la scienza ci ha trasformato in cinici; l’avidità ci ha resi duri e cattivi; pensiamo troppo e sentiamo poco. Più che macchinari, ci serve umanità; più che abilità, ci serve bontà e gentilezza. Senza queste qualità la vita è violenza e tutto è perduto. L’aviazione e la radio hanno riavvicinato le genti; la natura stessa di queste invenzioni reclama la bontà nell’uomo, reclama la fratellanza universale, l’unione dell’umanità. Perfino ora la mia voce raggiunge milioni di persone nel mondo, milioni di uomini, donne e bambini disperati, vittime di un sistema che impone agli uomini di torturare e imprigionare gente innocente. A coloro che mi odono, io dico: non disperate! L’avidità che ci comanda è solamente un male passeggero, l’amarezza di uomini che temono le vie del progresso umano. L’odio degli uomini scompare insieme ai dittatori e il potere che hanno tolto al popolo ritornerà al popolo e, qualsiasi mezzo usino, la libertà non può essere soppressa. Soldati! Non cedete a dei bruti, uomini che vi disprezzano e vi sfruttano, che vi dicono come vivere, cosa fare, cosa dire, cosa pensare, che vi irreggimentano, vi condizionano, vi trattano come bestie. Non vi consegnate a questa gente senza un’anima, uomini macchina, con macchine al posto del cervello e del cuore. Voi non siete macchine, voi non siete bestie: siete uomini!
Voi avete l’amore dell’umanità nel cuore, voi non odiate, coloro che odiano sono quelli che non hanno l’amore altrui. Soldati! Non difendete la schiavitù, ma la libertà! Ricordate nel Vangelo di S. Luca è scritto: “Il Regno di Dio è nel cuore dell’uomo”. Non di un solo uomo o di un gruppo di uomini, ma di tutti gli uomini. Voi! Voi, il popolo, avete la forza di creare le macchine, la forza di creare la felicità. Voi, il popolo, avete la forza di fare che la vita sia bella e libera; di fare di questa vita una splendida avventura. Quindi, in nome della democrazia, usiamo questa forza. Uniamoci tutti! Combattiamo per un mondo nuovo che sia migliore! Che dia a tutti gli uomini lavoro; ai giovani un futuro; ai vecchi la sicurezza. Promettendovi queste cose, dei bruti sono andati al potere; mentivano! Non hanno mantenuto quelle promesse, e mai lo faranno! I dittatori forse sono liberi perché rendono schiavo il popolo. Allora combattiamo per mantenere quelle promesse! Combattiamo per liberare il mondo, eliminando confini e barriere; eliminando l’avidità, l’odio e l’intolleranza. Combattiamo per un mondo ragionevole. Un mondo in cui la scienza e il progresso diano a tutti gli uomini il benessere. Soldati, nel nome della democrazia siate tutti uniti!
Published: Jun 2, 2021
Latest Revision: Jun 2, 2021
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