Storia della danza
La danza è una forma d’arte che si esprime attraverso il movimento del corpo, attraverso un piano
prestabilito o improvvisato: la coreografia. Generalmente la troviamo accompagnata da musica di diverso
genere a seconda della categoria di danza.
La danza non è solo movimento del corpo ma è un linguaggio, e per questo è uno strumento di espressione
e costituisce da sempre lo specchio della società, dei pensieri e dei comportamenti dell’uomo.
La danza si è sviluppata in numerose forme a seconda del luogo e del periodo storico; possiamo
distinguerla in diversi generi che hanno ciascuno una sua storia e un suo percorso di crescita.
La danza è una tra le prime forme di espressione che l’uomo abbia sperimentato, in quanto ha come
strumento il corpo: è un modo per manifestare emozioni collettive, per comunicare con le forze naturali e
soprannaturali.
Già all’epoca degli uomini primitivi, ad esempio, si danzava come raffigurato nell’opera di Matisse La
danse, per celebrare avvenimenti quali il successo nella caccia, il sorgere del sole o la caduta della pioggia,
o per entrare in contatto con le divinità.
Nel Medioevo la danza continuò a vivere in occasioni di feste e si diffuse ben presto anche nelle corti e nei
castelli. Poiché eseguire salti, volteggi e capriole era considerato un modo di esibirsi poco aristocratico, i
signori li sostituirono con gesti e movimenti composti. Da qui nacque la distinzione tra la nobile danza bassa e la popolana danza alta. La differenza sostanziale tra le due è che nella prima i piedi strisciavano a terra e i passi erano piuttosto lenti, mentre nella seconda era consentito saltare più in alto e muoversi con maggiore velocità e libertà.
Nel Rinascimento vennero formalmente stabilite le regole per i passi e i movimenti che
contraddistinguevano le diverse danze attraverso la figura del maestro di ballo, soprattutto in Italia e
Francia. Nel XVI secolo furono aperte le prime scuole di danza (la prima in assoluto a Milano da Pompeo
Diobono) e iniziò l’usanza di ballare in coppia.
La danza, grazie all’opera dei maestri di ballo incominciò ad assumere le caratteristiche di un vero e proprio spettacolo, il balletto, al quale via via parteciparono sempre più ballerini professionisti. Questi rappresentavano davanti al pubblico una storia in musica, attraverso una serie di passi, figure e movimenti appositamente pensati, talvolta anche scritti sulla carta e
studiati. La persona che decideva i passi ed i ruoli di ogni ballerino, quindi la coreografia, era il maestro di
ballo.
Fu in Francia che la danza classica si sviluppò maggiormente e si ufficializzò grazie al Re Sole, il quale
inserì tra le sue numerose accademie un’accademia dedicata al ballo, l’Académie Royale de Danse.
Nel Settecento la danza classica sviluppò la sua tecnica e ampliò i virtuosismi.
Nel 1735 fu fondata l’Accademia Imperiale Russa, che darà poi vita al balletto russo.
I danzatori del XVIII secolo erano coperti da maschere, indossavano grosse parrucche e scarpe col tacco.
Le donne indossavano gonne larghe e lunghe, strette nei loro corpetti.
Nell’Ottocento, il secolo nel quale la danza femminile prevalse su quella maschile, le gambe iniziarono a
divenire visibili e poco dopo la metà del secolo, venne introdotto un gonnellino più corto, il tutù ed
iniziarono ad apparire le scarpette da punta.
Vennero inserite per la prima volta nei balletti delle “prese” della danzatrice da parte del partner.
Negli anni del Romanticismo il balletto ne subì il fascino con la rappresentazione di personaggi, di scenari
e di temi caratterizzati da situazioni tragiche e sentimenti esasperati, così come da ambientazioni
fantastiche o tratte da leggende e temi medioevali, in cui facevano la loro comparsa creature magiche,
spesso alate, come fate o spiritelli.
Nell’ ‘800 vennero realizzati i grandi classici della danza: Giselle in Francia, Il lago dei cigni, Lo
schiaccianoci, La bella addormentata e il Don Chisciotte in Russia.
In punta di piedi
La danza soprattutto quella classica appartiene al mondo del teatro. A chi è capitato di andare a teatro può capire come quel luogo sia in grado di incantare sia il pubblico che il danzatore. Interpretare un balletto classico è un’emozione molto forte, che si trasmette attraverso il movimento e lo stato d’animo di chi balla.
La danza è una vera e propria forma di comunicazione che usa il movimento per raccontare delle storie e emozioni.
Danzare è un po’ come raccontare una favola attraverso l’espressione del corpo.
Nella danza ogni passo è frutto di un impegno quotidiano e costante.
La danza è disciplina, impegno e sacrificio ma è anche gioia.
L’impegno è fondamentale per chi segue quest’arte, senza impegno non si raggiunge nessun risultato.
Il sacrificio è implicito al percorso del danzatore professionista, che deve sacrificare alla danza un po’ della propria vita.
Quanto alla gioia ogni ballerino deve saperla trovare dentro di sè e mantenerla viva nel corso del tempo.
Balletto:
Il balletto o la danza accademica utilizza una tecnica accademica che si è sviluppata a partire dal 1661, quando Luigi XIV di Francia fondò a Parigi la prima Accademia di danza, l’Académie Royale de Danse, al fine di diffondere e sviluppare le basi dell’arte coreografica. il coreografo Pierre Louis de Beauchamps ha lavorato, ha codificato i cinque classici, prendendo posizioni per regolare l’inizio e la fine dei passi e ha stabilito le regole per l’esecuzione dei principali passi di danza conosciuti all’epoca, definendone la terminologia. Per questo motivo i passi di danza accademici sono chiamati in francese: come per esempio pliés, développés, grand fouetté en tournant, dégagés, grand rond de jambe e rond de jambe.
Danza moderna: la danza moderna si è sviluppata all’inizio del XX secolo nel Nord Europa grazie a Rudolf Laban, Mary Wigman, negli Stati Uniti d’America da Isadora Duncan e Ruth St. Denis con libertà di espressione. Grazie a Martha Graham, Doris Humphrey, Charles Weidman e Jose Limón sono state sviluppate varie tecniche di danza libera formando tra il 1830 e il 1870 la danza moderna. Nata come ribellione contro la danza accademica considerata troppo rigida e schematica, la danza moderna intendeva procedere alla ricerca di una danza libera, che inizialmente veniva spesso praticata attraverso il modo provocatorio del solo, spesso in spazi non teatrali, per segnare un forte contrasto con lo sfarzo dei grandi balletti. Danza classica: pur riferendosi alla tecnica accademica, la danza classica utilizza il linguaggio del balletto classico, ma utilizza forme simili a quelle della danza moderna. La danza classica proviene dal balletto classico o dalla danza accademica. La danza classica è nata negli anni ’30 negli Stati Uniti d’America. Il coreografo americano di origine russa George Balanchine è uno dei più importanti esponenti della danza neoclassica. Il suo metodo è fatto di maggiore libertà di scrittura e introduce nuovi passi e figure, separandosi dal tradizionale linguaggio coreografico tecnico accademico Breakdance: primo nome B-boying o Breaking, questa danza non accademica è nata per le strade del Bronx (nella periferia americana di New York) negli anni ’70 da giovani afroamericani che avevano problemi con la società, influenzati dalle innovazioni musicali. È l’unica forma di danza che svolge la sua ricerca artistica in ambienti popolari e che offre una via diretta che entra in pieno contatto con lo spettatore. Dagli anni ’80 il B-boying si è diffuso in tutto il mondo, evolvendo la sua tecnica con mosse sempre più spettacolari, e associando la sua pratica ad un vero e proprio stile di vita: l’hip hop.
La danza classica
La danza classica: uno schema rigoroso e imprescindibile per chiunque voglia conoscere davvero a fondo l’arte del movimento.
Disciplina, impegno, dedizione e costanza: questo tipo di danza richiede duro lavoro, ma la soddisfazione del balletto è impagabile. Ancora oggi, diventare ballerini è un sogno pieno di grazia e bellezza. Rientra nella mia idea di perfezione.
Le origini della danza classica
La danza classica, nell’accezione che conosciamo, è il frutto di una canonizzazione delle regole della danza di corte rinascimentale. Il Balletto, inteso come forma teatrale in cui il linguaggio della danza si unisce a quello della musica e a quello delle arti figurative, trae la sua origine dagli intermezzi che si tenevano tra una portata e l’altra durante i banchetti di corte.
Questa danza, divenuta sempre meno improvvisata e sempre più codificata nei “passi base” si fuse con alcuni elementi della danza “popolare” e venne elaborata dapprima in Italia e poi in Francia, codificandosi definitamente nel corso del Settecento.
La terminologia francese risale al Settecento, quando Beauchamps, maestro di ballo dell’Académie de Musique et de Danse, codificò i passi della tecnica accademica.
La danza classica: come si è evoluta nei secoli
Il balletto classico per come lo conosciamo si definisce poi, nel corso dell’Ottocento, sotto la spinta di due grandi cambiamenti:
- Innanzitutto con la scarpa a punta che, nella sua versione avanzata, permette alle ballerine di ottenere grande agilità e movimenti più rapidi
- Poi con l’evolversi della musica che, con la produzione ottocentesca, influenza e condiziona il mondo del balletto.
Il balletto classico nasce dall’unione del libretto (ovvero la storia che si svolge sul palco) e della coreografia che lo accompagna.
La condivisione della struttura coreografica con i musicisti consente di creare lo schema del balletto per come lo conosciamo.
La maggior parte dei balletti si compone di quattro parti principali:
- adagio
- variazione femminile
- variazione maschile
- grande allegro
così che tutti i soggetti coinvolti siano in grado di mostrare veramente il loro talento.
Come ovvio che sia, a partire dalla nascita di un nuovo “codice” si crearono differenze stilistiche fra le principali scuole: Francia, Russia, Inghilterra, Danimarca e Italia furono i paesi in cui il balletto trovò spazio all’interno dei grandi teatri.
Anche se i metodi variavano e gli stili si definivano il vocabolario e i passi di base restavano comuni a tutte le scuole.
Il balletto classico in genere si concentra sulla ballerina con l’esclusione di quasi tutto il resto focalizzando l’attenzione sul lavoro sulle punte e sulla tecnica. Da un lato dunque una tecnica specifica, rigorosa, che plasma il fisico, dall’altra un’ispirazione molto soggettiva che carica di spontaneità il movimento. Come ovvio che sia, a partire dalla nascita di un nuovo “codice” si crearono differenze stilistiche fra le principali scuole: Francia, Russia, Inghilterra, Danimarca e Italia furono i paesi in cui il balletto trovò spazio all’interno dei grandi teatri.
Anche se i metodi variavano e gli stili si definivano il vocabolario e i passi di base restavano comuni a tutte le scuole.
Il balletto classico in genere si concentra sulla ballerina con l’esclusione di quasi tutto il resto focalizzando l’attenzione sul lavoro sulle punte e sulla tecnica. Da un lato dunque una tecnica specifica, rigorosa, che plasma il fisico, dall’altra un’ispirazione molto soggettiva che carica di spontaneità il movimento.
Studiare danza classica
Lo studio della danza classica vera e propria è consigliato dagli 8 anni d’età. Dai 4 agli 8 anni i bambini possono seguire un corso che predisponga il corpo alla tecnica accademica con una preparazione specifica che viene detta “propedeutica”. E’ con la ginnastica propedeutica che si educa al movimento senza forzarlo in posizioni rigide assolutamente sconsigliate a una fase di crescita così delicata. I principali passi usati nell’adagio sono: pliés, développés, grand fouetté en tournant, dégagés, grand rond de jambe, rond de jambe developescarius alla settima e alla ottava en l’air, coupés, battements tendus, attitudes, arabesques, la preparazione alle pirouettes e tutti i tipi di pirouettes.
Una lezione (o classe) di danza classica inizia con degli esercizi alla sbarra (plié, battement tendu, jeté) che vengono poi riproposti al centro, senza il supporto della sbarra e con un fine più espressamente coreografico: al centro si studiano le basi dei giri e le “tenute”. I giri (pirouettes) e molti dei passi si studiano anche nella cosiddetta “diagonale” in cui il ballerino esegue dei giri o dei passi in sequenza attraversando in diagonale la sala della lezione.
Tutti i passi della danza classica (sono centinaia) vengono assemblati in infinite combinazioni che seguono una logica tecnica ed artistica.
Danza classica: la tecnica alla base degli altri stili.
La danza classica è una scuola di assoluto rigore e una disciplina che non tutti i fisici possono interpretare nel modo più appropriato.
Per questo, pur essendo destinato a tutti lo studio di questa rigorosa disciplina, non sono molti coloro che possono sentirsi davvero realizzati nell’eseguire esercizi che richiedono anni di preparazione per dare risultati visibili e apprezzabili.
Se è vero dunque che diventare un buon ballerino classico è cosa davvero complessa, è altrettanto vero che lo studio della danza classica costituisce una base imprescindibile per tutti gli altri stili di ballo.
L’impostazione delle spalle e una certa consapevolezza del movimento non possono prescindere dallo studio e dalla ricerca di una postura “pulita” e definita come solo la danza classica può suggerire.
Perché studiare danza classica
Studiare danza classica è propedeutico a tutti gli altri stili. Ecco perché è importante conoscere questa disciplina prima di approcciarsi al ballo moderno, contemporaneo o hip hop.
La danza classica, infatti, altro non è che la prima tappa di un lungo percorso che porta il ballerino e la ballerina a conoscere il suo corpo e allenarlo ai giusti movimenti, facendolo diventare flessibile e aggraziato, favorendo una giusta postura.
Non da meno, la danza classica insegna la dedizione e la passione, l’impegno e la disciplina, le regole e la gioia di raggiungere gli obiettivi prefissati: una vera e propria educazione.
La danza moderna
Con il termine danza moderna si definiscono generalmente gli sviluppi della danza che, a partire dalla fine del XIX secolo, portarono ad un nuovo modo di concepire la danza di scena, in contrapposizione al balletto classico-accademico. In alcuni casi, adottando una terminologia tipica del mondo anglosassone, il termine indica anche alcune forme di ballo da sala evolutesi nel Novecento.
Nata come ribellione nei confronti della danza accademica, ritenuta troppo rigida e schematica, la danza moderna intendeva procedere alla ricerca di una danza libera, che inizialmente veniva spesso praticata attraverso la provocante forma dell’assolo (oggi detto anche solo), eseguito spesso in spazi non teatrali, per marcare un forte contrasto con lo sfarzo dei grandi balletti.
Non si trattava inizialmente di una rivolta volutamente contro, ma del risultato di una serie di cambiamenti del pensieroche trovarono una base feconda in particolare nelle teorie del francese François Delsarte, diffuse in America fra il 1830 e il 1870 tramite alcuni suoi allievi e discepoli.
Loïe Fuller, Isadora Duncan e Ruth St. Denis, poi seguite da Martha Graham e Doris Humphrey, si imposero sulla scena mondiale sviluppando particolari stili di danza libera che poi diedero origine ad una modern dance caratterizzata da una propria estetica e da propri schemi espressivi ed educativi.
In Europa furono Émile Jaques-Dalcroze e Rudolf von Laban a segnare la strada del cambiamento, attraverso elaborazioni pratiche e teoriche che gradualmente portarono all’affermazione della danza moderna e in particolare della danza espressionista (Ausdruckstanz).
La definizione di “moderna” data alla corrente (chiamata anche “nuova danza”), si deve al fatto che presentava caratteristiche abbastanza in contrasto con il balletto classico. La danza moderna non rifiuta l’utilizzo innaturale del corpo, tuttavia preferisce movimenti lineari. Si valorizzano il gesto e il movimento che esprimano la personalità del danzatore a partire dalla naturalità.
Sparisce lo sfarzo dei costumi e le scenografie sono spesso ridotte ad uno sfondo monocolore o a pochi, semplici elementi od oggetti. La figura del ballerino e quella del coreografo spesso corrispondono. In alcune produzioni, il coreografo-ballerino è anche scenografo, costumista e direttore delle luci. La danza moderna fa spesso uso dell’improvvisazione estemporanea. I movimenti di danza moderna tuttavia hanno anch’essi una “grammatica” precisa. La tecnica Graham, per esempio, non è affatto danza “libera” alla maniera di quella di Isadora Duncan, né un “linguaggio personale”, ma una vera e rigorosa tecnica di danza. Stesso discorso vale per le tecniche Cunningham, Horton, Limón e tante altre sviluppatesi successivamente. Confondere danza moderna e danza libera è quindi un errore.
La danza contemporanea
La danza contemporanea nasce in Europa e negli Stati Uniti dopo la Seconda guerra mondiale. Prosegue la rivoluzione attuata dalla danza moderna a favore di nuove espressioni corporee, che talvolta comprendono anche la recitazione.
La break dance
La break dance (grafie alternative: breakdance, break-dance) è una danza di strada sviluppata da teenager afro-americani e latino-americani nel Bronx di New York a partire dalle feste organizzate da dj Kool Herc nel 1972. È conosciuta anche con i termini breaking, b-boying o b-girling.
Kool Herc coniò i termini b-boy e b-girl (abbreviazioni di break-boy e break girl) per identificare chi si scatenava nelle danze durante i break, assoli di percussione che venivano estesi tramite la tecnica del merry-go-round. Si tratta di una danza individuale originariamente svolta all’interno di un cerchio di persone (cypher) e composta da una parte in piedi (toprock) e una serie di movimenti a stretto contatto con il pavimento (footwork, powermove, freeze). Diffusasi a livello globale a partire dalla prima metà degli anni ottanta, insieme a writing, mcing e djing, è considerata una delle discipline che compongono la cultura hip hop.
L’hip hop
La danza hip hop è una disciplina di ballo, considerata anche “danza sportiva” dalla F.I.D.S. (Federazione Italiana Danza Sportiva) e dalla I.D.O. (International Dance Organization) e altre federazioni di danza minori, che proviene dal movimento Hip Hop e ne conserva le caratteristiche culturali ed estetiche. Le principali tecniche della danza di strada (street dance) sono il b-boying (breakdance), il locking, il popping e l’uprock. La prima è considerata l’originale danza di strada, poiché è nata assieme alle altre discipline dell’Hip Hop (Dj’ing, Writing, Mc’ing). Le altre vengono considerate eguali al b-boying solo da alcuni, poiché sono danze nate nello stesso periodo ma in luoghi diversi. Recentemente si sono sviluppati nuovi stili di danza come il New style, il Krumping e l’House che non sono accettati da tutti come danze hip hop, poiché si sono sviluppati in contesti culturali differenti da quelli originali. Di queste discipline la breakdance è la più conosciuta ed è considerata una vera e propria pietra miliare della cultura hip hop.
La danza sportiva
La danza sportiva rappresenta la trasposizione del ballo, generalmente di coppia, da disciplina artistica in disciplina sportiva, con proprie regole, competizioni e gare agonistiche, il cui livello varia dall’amatoriale all’agonistico, suddiviso in varie classi che sono: D, C, B3, B2, B1, A, A2, A1, AS.
Le discipline riconosciute dal CONI nel vasto panorama agonistico della danza sportiva sono ben 54, articolate tra i settori delle DANZE ARTISTICHE (Accademiche, Coreografiche, Street e Pop Dance, Etniche, Popolari e di Carattere) e delle DANZE DI COPPIA (Internazionali – tra cui Standard, Latine, Jazz, Caraibiche, Argentine e Afrolatine – Nazionali e Regionali).
Presente a livello dimostrativo alle Olimpiadi di Sydney, la danza sportiva dal 1997 è uno degli sport dei World Games, i Giochi Mondiali riservati alle discipline riconosciute dal CIO e in attesa di inserimento nei Giochi olimpici. Nel 2018 la danza è stata presente alle Olimpiadi Giovanili (gli Youth Olympic Games di Buenos Aires, dal 6 al 18 ottobre del corrente anno) con i ragazzi della Break Dance.
L’ente di riferimento per il ballo da competizione in Italia è la Federazione Italiana Danza Sportiva (FIDS – www.federdanza.it), riconosciuta dal CONI nel 1997 tra le Discipline Associate (DSA) e promossa al massimo livello tra le organizzazioni sportive dal 2007, quale Federazione Sportiva Nazionale (FSN). La “Federdanza” – che riunisce oltre duemila società sportive con più di 120 mila tesserati – regolamenta e organizza le competizioni ufficiali, essendo preposta ad assegnare annualmente i titoli di campione di specialità e a designare gli atleti per la partecipazione ai campionati europei e mondiali delle categorie Children/Juveniles (fino agli 11 anni), Juniores (da 12 a 15 anni), Youth (da 16 a 18 anni), Adulti (da 19 a 34 anni) e Seniores (a partire dai 35 anni).
Fine
Published: Apr 17, 2021
Latest Revision: Apr 17, 2021
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