Gli spartani avevano un modello educativo piuttosto semplice. L’educazione era fornita dallo stato, che prelevava i fanciulli dall’età di sette anni per educarli nelle strutture create a tale scopo. Poi, arrivati ad una certa età, dovevano compiere il famoso rito di passaggio.
A Sparta gli aspiranti opliti si disperdevano per la città e per le campagne per organizzare diversi agguati contro gli iloti. Questi ultimi venivano sorpresi di notte, ma la cosa più importante è che gli spartani facevano ciò solo per mostrare alla comunità che avevano la capacità di uccidere e quindi che avevano “superato” la prova per il rito di passaggio.
A differenza degli Spartani, gli Ateniesi possedevano un modello educativo più complesso. L’educazione iniziava nell’infanzia e terminava all’età di 12 anni. Inizialmente l’insegnamento si basava principalmente sul comportamento e sulla lingua. Fino all’età di 12 anni i bambini studiavano, dunque, in scuole private ed imparavano a memoria alcuni versi di Omero. Successivamente, era impartito l’insegnamento della musica, del canto e della ginnastica nei ginnasi. Per quanto riguarda le bambine invece, esse non accedevano all’educazione linguistica ma apprendevano tutto ciò che riguardava l’attività domestica.
Inoltre, ad Atene, si seguiva il ciclo educativo dell’efebia della durata di due anni, curato dallo stato, che cominciava all’età di 18 anni e si concludeva a 20. In seguito trascorrevano un anno di servizio militare vero e proprio presso una guarnigione armata, dove imparavano l’uso della armi e la lotta, per ottenere, al termine, la consegna della lancia e dello scudo che sancivano il loro passaggio alla condizione di cittadino-soldato.
Diverso era, dunque, l’obiettivo finale di Sparta ed Atene. L’obiettivo finale dell’educazione a Sparta era quello di formare un buon soldato; ad Atene, si puntava invece alla formazione di un buon cittadino.
Published: Mar 1, 2021
Latest Revision: Mar 1, 2021
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