Nato il 31 gennaio del 1910 a Como, si trasferisce ben presto con la famiglia in Veneto. Già negli anni Venti aderisce con convinzione ed entusiasmo al Partito Nazionale Fascista. Parte volontario per l’Africa Orientale, per l’Etiopia, e combatte poi per alcuni anni la guerra civile spagnola in un reggimento d’artiglieria al fianco del Generale Francisco Franco. Una volta rientrato in Italia a seguito di queste esperienze Giorgio Perlasca è un uomo diverso. Non riconosce più il fascismo e si allontana dalle scelte di Mussolini che non condivide. Non è assolutamente d’accordo con l’alleanza italo-tedesca ed è da subito fortemente contrario alla promulgazione delle leggi razziali del 1938.
Disegno eseguito da Anna Molonia
Perlasca negli anni della Seconda Guerra Mondiale si trova in Ungheria, dove lavora come incaricato d’affari per l’acquisto di carni per l’Esercito italiano. Tra il 1938 e il 1941 in Ungheria vengono promulgate rigide leggi antisemite. Per gli ebrei tutto peggiora nel 1941 quando l’Ungheria entra in guerra al fianco della Germania e delle altre potenze dell’Asse. Nel settembre del 1943 l’Ungheria tenta di riprendersi una sua autonomia, riconoscendo il governo italiano di Badoglio e prendendo posizione in difesa degli ebrei. La profonda frattura con i tedeschi porta al rovesciamento del governo ungherese e all’occupazione del paese da parte della Germania.
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Disegno eseguito da Cristian Di Bella
Durante l’occupazione tedesca di Budapest, Perlasca, sentendosi vincolato dal giuramento di fedeltà prestato al Re rifiuta di aderire alla Repubblica Sociale italiana, e venne internato per alcuni mesi in un castello riservato ai diplomatici. Successivamente approfitta di un permesso ottenuto per motivi di salute e si dà alla fuga. Si rifugia prima presso conoscenti e poi nel Consolato spagnolo.Dalla Spagna anni addietro aveva ottenuto un documento di protezione, avendo preso parte alla guerra civile, e così viene accolto. In pochissimo tempo diviene cittadino spagnolo con regolare passaporto spagnolo, un nome Jorge Perlasca.Testimone delle tremende condizioni in cui versavano gli ebrei di Budapest, Giorgio Perlasca chiede al Console Ángel Sanz Briz di poter iniziare a collaborare nelle azioni spagnole mirate alla loro protezione.
Disegno eseguito da Martina Giacoppo
Il Consolato infatti era impegnato nel rilasciare ai cittadini ungheresi di religione ebraica dei salvacondotti. In questi documenti erano infatti dichiarati ebrei sefarditi e quindi sotto la diretta giurisdizione spagnola. Questo permetteva al Consolato di ospitarli nelle cosiddette “case protette” lungo il Danubio, luoghi che godevano di extraterritorialità e che teoricamente non essere varcate dai tedeschi.
Giorgio Perlasca organizza una rete di controllo e sorveglianza della situazione e mette in pratica tutta una serie di manovre a protezione degli ebrei ea difesa di tutti quelli rifugiati nelle “case protette”. Si impegna costantemente per trovare i loro viveri e per evitargli la deportazione. Non di rado capitava infatti che tedeschi e polizia ungherese si introducessero nelle case protette e tentassero di inviare ai campi di sterminio gli ebrei che vi erano ospitati. Spesso si doveva recare alla stazione ferroviaria della città per difenderli uno a uno e per farli scendere dai convogli pronti a partire.
Disegno eseguito da Michelle Barbuscia
Quando il 30 novembre del 1944 il Console Sanz Briz sceglie di abbandonare la legazione spagnola la sorte di migliaia di persone è in pericolo. Perlasca di fronte a questo, senza pensare alle possibili conseguenze di non voltarsi dall’altra parte ma di agire. Mette in atto una clamorosa impostura, fingendo e dichiarando di aver ottenuto dal Console, l’incarico di sostituto. Scrive di suo pugno un documento di nomina e va a farlo firmare e riconoscere al Ministero degli Esteri. Da quel giorno Perlasca continua a portare avanti tutte le misure che attuava precedentemente. Nel contempo decidere di aumentare l’emissione di documenti di protezione per poter aiutare più persone possibili. Ne salverà 5218 fino all’arrivo in città dell’Armata Rossa. I sovietici lo fanno prigioniero ma lo liberano dopo pochi giorni.
Disegno eseguito da Jassal Mitansh
Dopo varie peripezie, Perlasca riesce a rientrare in Italia. N on racconterà mai a nessuno ciò che ha vissuto in quegli anni, nemmeno ai suoi cari. Solo negli anni ottanta alcune donne ebree ungheresi, attraverso il giornale della comunità ebraica di Budapest, ricercano notizie del diplomatico spagnolo che durante la seconda guerra mondiale le aveva salvate. Le testimonianze dei salvati si fanno sempre più numerose e lo stesso Perlasca, decidono di recarsi nelle scuole per raccontare alle giovani generazioni ciò che aveva compiuto.
Disegno eseguito da Cristian Di Bella
Una volta emersa la sua vicenda, Perlasca riceve una serie di onorificenze. Nel 1989 lo Yad Vashem di Israele lo proclama Giusto tra le Nazioni e lo invita a Gerusalemme a piantare nel Giardino dei Giusti l’albero che porta il suo nome. Un uomo “Giusto” è un non ebreo che ha rischiato la propria vita per aiutare gli ebrei durante la Shoah.
Giorgio Perlasca muore il 15 agosto del 1992. Viene sepolto nel cimitero di Maserà a pochi chilometri da Padova. Il suo testamento spirituale può essere riassunto in questa sua celebre frase: ” Vorrei che i giovani si interessassero a questa mia storia unicamente per pensare, oltre a quello che è successo, a quello che potrebbe succedere e sapersi opporre, eventualmente, a violenze del genere “.
Disegno eseguito da Lolita Mangano
“ Esistono al mondo sempre 36 Giusti, nessuno sa chi sono e nemmeno loro sanno d’esserlo. Ma quando serve escono allo scoperto e si caricano i destini del mondo sulle loro spalle. E questo è uno dei motivi perché Dio non distrugge il mondo ”.
TALMUD
Disegno eseguito da Alessandro Rodilosso
Grazie Giorgio
per l’esempio che ci hai lasciato ….
La tua storia ci insegna che non bisogna mai voltarsi dall’altra parte
davanti alle ingiustizie, all’indifferenza e alla mancanza di umanità.
Anche noi vogliamo fare la differenza e opporci ad ogni forma di violenza.
La classe II D dell’Istituto Comprensivo n. 7 Enzo Drago (Messina).
Published: Feb 11, 2021
Latest Revision: Feb 11, 2021
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